Continuiamo la pubblicazione del Manuale di Tiro Sub a cura di Graziano Napolitano, Direttore Tecnico della Nazionale Italiana della specialità.

ARCHIVIO
Sez I° L'Impugnatura
Sez II° Congegno di scatto - grilletto
Sez III° Alzo e mirino (parte I°)
Sez III° Alzo e mirino (parte II°)
Sez IV° Punto di spinta dell'asta
Sez V° Aste: tipo e dimensioni
Sez VI° Sagole di collegamento e congegni di richiamo
Sez VII° Fusto dell'arbalete e suoi accessori (parte I°)
Sez VII° Fusto dell'arbalete e suoi accessori (parte II°)
SEZ VI°: Sagole di collegamento e congegni di richiamo
Per semplificare l'esposizione in questa sezione, si userà il termine "sagola " per indicare il collegamento tra asta e fucile.
Nel tiro al bersaglio subacqueo, la sagola deve garantire l'arrivo in bersaglio dell'asta anche nel caso di non perfetto allineamento della punta della stessa con la linea di tiro; anche se la cosa è ovvia, occorre quindi rilevare che la sua lunghezza non è un aspetto da sottovalutare .

I principianti, infatti, commettono l'errore di allineamento più frequentemente di quanto si pensi, specialmente nelle discipline di tiro in movimento (biathlon e staffetta), dove il tempo impiegato per la ricerca della perfetta posizione è a scapito diretto del punteggio finale.

La lunghezza della sagola è in parte vincolata a quella del fucile stesso: da qui la scelta di armi di lunghezza vicina o superiore al metro, che permettono di avere a disposizione una gittata di qualche decina di centimetri oltre i 4 metri senza interferire nella parabola di tiro.

In alternativa, può essere usato anche il sistema dell'elastico in testata che collega fucile e sagola (shock - absorber), ma risulta meno efficace poiché modifica drasticamente la traiettoria nella sua parte finale.

Ribadito (mai abbastanza!) quanto sopra, ripassiamo alcuni sistemi di legatura comunemente usati per fissare la sagola all'asta a seconda dei vari casi.

Gassa d'amante: Facile da sciogliere ma con alcuni aspetti negativi:

  • Non tutti i tipi o diametri di sagola tengono questo nodo con sicurezza come accade nei monofili rigidi ad alta resistenza.
  • Il lato libero a nodo completato si presenta come un'appendice in senso contrario al moto di avanzamento dell'asta e potrebbe impigliarsi casualmente nella testata.

Sopra: Gassa d'amante - Sotto: Nodo piano doppio

Nodo piano doppio: Più ingombrante della gassa, ma utilizzabile con un numero maggiore di tipologie di sagole; in fase di uscita durante il tiro presenta il lato libero, in modo tale da non dar adito a possibilità di inceppamento.

Redance a chiusura (tubicino schiacciato): Usato principalmente nella pesca, nel campo del tiro al bersaglio non trova invece molta diffusione. Si usa con i monofili di basso diametro e necessita di particolari redance di adeguata dimensione (non sempre di facile reperimento nei negozi) e di ottima tecnica nell'applicazione in quanto una pressione eccessiva , necessaria per impedire lo scorrimento, può segnare la sagola e provocarne la rottura durante l'uso.

Al contrario, invece, si richia il mancato funzionamento del sistema con perdita dell' asta durante la competizione; per evitare questa spiacevolissima ipotesi, si può far ricorso ad un collante istantaneo, che applicato in dose ridotta sulla sagola prima dello schiacciamento blocca i due capi dentro la redance.

Scorri asta con legatura: Rappresenta un salto di qualità nell'attrezzatura. Se si usa un arbalete, richiede modifiche all'asta per impedirne la fuoriuscita; si posiziona oltre la testata e l'asta scorre sullo scorri asta in modo più o meno fluido a seconda dell'abbinamento dei materiali (acciaio-ferro teflon/nylon-ferro titanio-ferro ) e delle tolleranze nelle misure costruttive .
Questo sistema, diffuso nel biathlon dove il pneumatico impera e la precisione richiesta è relativa, nella specialità del tiro di precisione non è molto usato -forse a torto, poiché i pochi atleti che lo utilizzano raggiungono ottimi punteggi.

Si possono aggiungere alette stabilizzatrici (operazione da certosini) e creare una portanza posteriore sull'asta, che riduce la curvatura della traiettoria del tiro; il peso di questo piccolo elemento e l'inerzia derivante dallo stesso sono punti deboli che a volte, durante le competizioni, provocano guasti non risolvibili, quali il danneggiamento della battuta in coda d'asta o ancor peggio il bloccaggio del particolare. Impedendo ogni possibilità di ricarica, questi guasti obbligano l'atleta al ritiro dalla competizione.

Un piccolo suggerimento valido per tutte le tipologie di legature: controllarne la tenuta prima dell'inizio di ogni gara!

MATERIALI

Ogni atleta sceglie il materiale sulla base di una serie elevata di parametri, al fine di ottenere un insieme amalgamato con le necessità costruttive dell'attrezzatura usata e della specialità da svolgere; in senso più generale, le categorie di materiali sono le seguenti:

Intrecciati - ad iniziare con il tradizionale cordino in nylon fino ai dacron da pesca alla traina o, ancora, ai più evoluti kevlar, gli intrecciati sono tutti validi a patto che il diametro sia inferiore a 1 millimetro, che tengano il nodo e che non si rompano sotto trazione in caso di tiro fuori bersaglio (può essere richiesto dai giudici per verificare la conformità dell'attrezzatura al regolamento soprattutto in campo internazionale).
Gli intrecciati hanno diversi aspetti positivi: non creano anse troppo aperte dietro l'asta dopo lo sgancio e nello scorrimento in uscita dalla testata; si adattano meglio a posizioni particolari ed obbligate all'interno del sistema di sgancio (negli arbalete) e, infine, non mantengono la forma se piegati.

Monofili da pesca - molto resistenti, da preferire quelli con diametro inferiore ad 1 mm. e -come già detto- che resistano allo sforzo del tiro libero.
Sono meno "portati" a tenere il nodo, però nei materiali più evoluti dove il nylon viene "caricato" con altri elementi, danno più resistenza alla trazione e all'usura, consentendo riduzioni di diametro; inoltre, non si imbevono di acqua e mantengono invariata la loro inerzia.
Sono anche più gestibili in acqua durante le fasi di caricamento grazie alla loro moderata rigidità (non dimentichiamo che si lavora spesso con guanti di protezione e diametri molto ridotti); è importante che siano colorati e visibili per contrasto in acqua con ogni condizione di luce: il colore agevola il riconoscimento della sagola nei passaggi sul fucile vicino all'asta, permettendo un' immediata correzione dell'eventuale errore o attorcigliamento, che nei monofili è più frequente

Elastici - nella disciplina del biathlon, dove i secondi impiegati per il caricamento sono determinanti ai fini della classifica, questo tipo ti sagole ha considerevolmente ridotto i tempi dell'operazione, obbligando anche gli atleti a modificare radicalmente la tecnica di esecuzione della prova.
Gli elastici in questione non sono ovviamente quelli che tutti conosciamo: sono prodotti specifici per particolari tipi di pesca e servono per assorbire lo strappo del pesce quando si usano monofili leggerissimi (shock absorbe ) con canne del tipo rubasienne.
Il diametro comunemente usato varia da 1,2 a 1,6 millimetri, dipende molto dalla capacità di allungamento, che per questi elementi è eccezionale: uno spezzone da 1 mt. può tranquillamente allungarsi oltre i 5 metri svariate volte senza presentare il benché minimo segno di usura.
L'energia necessaria alla deformazione dell'elastico (allungamento) sottrae forza all'asta (spinta) accentuando la curvatura della traiettoria; nonostante ciò. non sempre questo equivale ad una perdita di precisione, a patto che la sagola elastica sia di buona qualità e che i congegni necessari al richiamo montati sul fucile (vedi paragrafo successivo) non diano luogo ad impuntamenti o irregolarità di scorrimento nell'uscita dalle carrucole.

CONGEGNI DI RICHIAMO O RECUPERO

Se esaminiamo le varie specialità del tiro al bersaglio, notiamo come il tempo di recupero dell'asta e/o di riarmo del fucile - pneumatico o arbalete- sia "rubato" alla continuità dell'azione ed al mantenimento della concentrazione. Nella specialità precisione, i cali di concentrazione si traducono in una minore accuratezza del tiro, mentre nel biathlon questo tempo morto rallenta l'esecuzione della prova, riducendo le chances di un buon posto in classifica. Per ovviare al problema per quanto possibile, gli atleti hanno messo a punto due specifici sistemi di recupero della sagola, riducendo il compito del tiratore al semplice reinserimento dell'asta nella testata (pneumatico) o congegno di scatto (arbalete), i due disegni che seguono riportano schematicamente il principio costruttivo e il funzionamento.

TIPO A
Riservato alle legature non elastiche, permette di sfruttare la classica sagola in tutta la sua lunghezza lasciando il compito del recupero all'elastico (di ridotto diametro ) che posto in trazione nella fase di uscita dell'asta e sagola si accorcia per tornare alla lunghezza iniziale .
La sagola che scorre dentro una girella legata all'estremità dell'elastico non subisce rallentamenti e si può estendere senza impuntamenti ; consiglio di utilizzare per questa costruzione un elastico da sartoria di quelli utilizzati per riparare la fascia d'imbocco delle calze da uomo .

Un inconveniente che è doveroso segnalare è rappresentato dall'attorcigliamento dell'elastico dopo alcuni tiri, che induce una torsione sulla sagola ed un suo conseguente attorcigliamento; questo difetto si può ridurre o addirittura eliminare adottando questi semplici accorgimenti:

1) Sagolatura con monofilo nella parte iniziale (fino a fuori della testata) ed intrecciato lungo il fucile fino all'asta;

2) Carrucole con gola profonda e stretta, che non consentano movimento laterale dell'elastico: è proprio questo movimento che, in definitiva, causa l'attorcigliamento.

TIPO B
Utilizzato per permettere agli atleti che praticano la specialità del biathlon di avere il rientro della freccia dopo il tiro senza necessità di alcuna operazione manuale di recupero.
Com'è intuibile, durante l'uscita dell'asta l'elastico si allunga scorrendo sulla carrucola e poi, accorciandosi, richiama l'asta alla base; un corretto bilanciamento di diametro e lunghezza dell'elastico (forza di trazione e velocità di accorciamento) farà sì che l'asta rientri con moderata velocità dando all'atleta il tempo di virare e riprendere la pinneggiata, dopodiché la raccolta e l'inserimento della freccia nella testata sono più facili.


La lunghezza dell'elastico ed il numero delle carrucole può essere variato sulla base della lunghezza del fucile e diametro dell'elastico stesso ; normalmente con un fucile da 1 mt. e diametro di 1,4 mm. è sufficiente una carrucola .Per un ottimo risultato finale sulla testata si può aggiungere un invito conico che aiuta ulteriormente l'imbocco della freccia nelle fasi concitate del rientro alla linea di partenza (vedi schizzo e particolare nella foto).

GRAZIANO NAPOLITANO
Direttore Tecnico della Nazionale Italiana
di Tiro al Bersaglio Subacqueo
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