Home » Pesca in Apnea » The Box » XX° Eudi show: ci sarà un futuro?

XX° Eudi show: ci sarà un futuro?

| 21 Febbraio 2012 | 0 Comments

Domenica 19 Febbraio è calato il sipario sulla ventesima edizione della fiera della subacquea, una kermesse particolare che ha offerto diversi spunti di riflessione.

Come noto già da tempo, l’Eudi Show di quest’anno si presentava menomato dal forfait delle principali aziende di subacquea a causa del mancato accordo tra Assosub (associazione che storicamente ha dato il via all’Eudi vent’anni fa) e Confisub, (la parte di Confindustria alla quale fanno capo le aziende leader del settore); tale dissidio ha prodotto una fiera certamente sotto tono e interamente dedicata ai viaggi e alle didattiche, lasciando i visitatori con la bocca amara per ciò che hanno trovato.

Una panoramica degli stand (foto A.Balbi)

Se dovessimo condensare questo articolo dedicando solo lo spazio di interesse per i pescatori o gli apneisti non ci sarebbe nemmeno la necessità di scrivere visto che nell’unico padiglione della fiera non c’era quasi nulla dedicato al nostro sport. Dico quasi perché solo la presenza di Silvano Agostini di Top Sub ha portato all’interno della fiera un minimo di interesse verso la pesca, esponendo oltre che i propri prodotti anche quelli di C4 e Sigal Sub. Unica oasi per i pescatori. La Fipsas era presente con tutta la sua delegazione a partire dai presidenti Matteoli e Azzali per finire con gli atleti della Nazionale di apnea capitanati dal Professor Bellodi, spazio anche all’infaticabile Giuseppe Meduri intento nella promozione del tiro sub con un nuovo simulatore  che ha divertito molto i presenti.

Lo stand della Top Sub (foto A.Balbi)

Se i pescapneisti si sono sentiti abbandonati, anche tra i cosiddetti bombolari la situazione non è stata migliore, infatti in tutto il padiglione era difficile vedere erogatori o tipi di attrezzature che non fossero mute pinne e jackets.

Per la prima volta all’interno dell’Eudi è stato possibile vendere direttamente al pubblico, tuttavia il malumore tra i negozianti che hanno deciso di investire in uno stand era palese per il fatto di non poter offrire prodotti delle aziende che hanno dato forfait, infatti, una clausula nel regolamento – letta da pochi- regolamentava la vendita in questo senso.

In sintesi, a parte alcune aziende che per verità di cronaca anche nelle versioni precedenti dell’Eudi, pur non potendolo fare ufficialmente, hanno sempre fatto business; la maggior parte è rimasta delusa.

In attesa dei dati di affluenza ufficiali però possiamo affermare che la piazza di Milano funziona, infatti, dopo l’avvio incerto di venerdi, il sabato e la domenica ha visto un’affluenza di pubblico massiccia sebbene molti abbiano lasciato la fiera delusi da ciò che hanno trovato. Personalmente sapevo da tempo che all’Eudi non ci sarebbero state le grandi aziende e trovo un po’ superficiale questa delusione e le critiche lette  a posteriori per una cosa risaputa.

In un prossimo articolo vi presenterò le uniche novità presentate da Top Sub in collaborazione con le aziende con le quali ha diviso lo spazio, consentitemi invece di porre una domanda e provare a dare qualche risposta.

Le mute Top Sub (foto A.Balbi)

Ha senso una fiera della subacquea sviluppata in questo modo?
Personalmente penso proprio di no. O si trova un accordo o è destinata a morire!
Come detto, Milano ha dimostrato di funzionare anche per una fiera solo di subacquea perche i visitatori di Sabato e Domenica sono stati davvero tanti e chi entrava all’Eudi lo faceva esclusivamente per la fiera della subacquea, infatti, consentitemi una critica verso gli organizzatori: l’abbinamento con la BIT avrebbe dovuto allargare il bacino d’utenza ma ciò non si è verificato  perche all’interno dei sei padiglioni della fiera del turismo non c’era nessun segnale o cartellone che indicasse o pubblicizzasse l’Eudi. Basti pensare che il TG1 ha parlato della BIT per dieci minuti senza nessun accenno all’Eudi Show.

Per quanto riguarda la pesca in apnea, nei corridoi fieristici abbiamo incontrato Lorenzo Borri che ha ribadito come OMER sia interessata ad una fiera esclusivamente di settore come già annunciato l’anno precedente, tuttavia se in Assosub hanno poco da stare allegri, in Confisub le cose non vanno meglio e le frammentazioni interne sono palesi. Gia quest’anno si sarebbe dovuta svolgere una fiera di settore con tutti i big della pesca riuniti a Grosseto, ma dopo una prima adesione, nelle successive riunioni di  Confisub c’è stata la rottura tra Omer e le altre aziende. Il motivo? Ad oggi senza una dichiarazione ufficiale non è dato sapere, probabilmente i costi oppure l’inevitabile attacco dei negozianti limitrofi che si sarebbero visti privati di una fetta di mercato. Sono solo mie congetture, per le quali attendo una posizione ufficiale delle aziende coinvolte e del presidente Ferrari di Confisub.

Ci sarà molto da lavorare nei prossimi mesi in entrambe le coalizioni perche così com’è la fiera della subacquea è destinata al declino!

Noi di Apneamagazine seguiremo attraverso i protagonisti l’evoluzione degli eventi tenendovi aggiornati.

Grande delusione anche per il settore ARA (foto A.Balbi)

Tags:

Category: Articoli, Pesca in Apnea, The Box

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *