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Una giornata Apnea Academy

| 28 Novembre 2001 | 0 Comments

Foto di gruppo

A cura di Daniele Congiu e Pierangelo Robba

Santa Teresa di Gallura 8-19 settembre 2001

Preparazione per la selezione finale dei mondiali di Ibiza della squadra femminile di apnea.

Sveglia, sonno. Ci vestiamo e ci avviamo a fare colazione al Club Med. Sbadigliamo mentre ci inerpichiamo per le scale. Ogni tanto ci fermiamo e ci voltiamo. Dietro a noi il vento, il mare, le rocce levigate dal tempo, il sole, un gommone alla boa ed un molo solitario.

Dopo un lungo inverno siamo di nuovo assieme per rivivere le esperienze maturate durante il IV Corso Istruttori Apnea Academy presso il centro Diving No Limits d’Umberto Pelizzari e Tommasino Muntoni a S.Teresa G. (SS).

La possibilità di rincontrarci c’è offerta dall’amico Umberto Pelizzari con la proposta di svolgere l’attività d’Istruttori d’Apnea presso il villaggio turistico Club Mediterranee di S.Teresa. Naturalmente è un’esperienza da non rifiutare: il mare e la nostra profonda passione non ci lascia dubbi.

Con l’inizio del mese di Settembre, la stagione estiva si volge al termine, l’ambiente, i servizi, l’animazione che costantemente il Club Med sa proporre alla propria clientela fa registrare il tutto esaurito fino alla chiusura del villaggio. La squadra istruttori è formata da Antonio “Stallone”, Pierangelo, Daniele, Nicolino, Anna e Ilaria, e sa coinvolgere e trasmettere ai partecipanti di ogni nazionalità le emozioni dell’apnea.

La nostra permanenza in quel periodo ci dà l’opportunità di allenarci e seguire la preparazione delle aspiranti atlete che comporranno la Nazionale Italiana ai Campionati del Mondo di Apnea il 7 Ottobre 2001 a Ibiza (Spagna).

Tra pochi giorni il C.T. Andrea Badiello dovrà decidere le quattro atlete che rappresenteranno la nostra Nazione leader e scuola dell’apnea internazionale. La scelta è difficile il gruppo delle aspiranti (Anna Seddone, Ilaria Molinari, Monica Barbero, Manuela Acco, Emanuela Franco, Sandra Vallelunga, Diana Croci, Luana Micheli, Giada Franci) è ben motivato, preparato e agguerrito.

La giornata inizia con le prove di allenamento all’apnea statica in mare, noi non possiamo seguire le nostre atlete in quanto siamo impegnati con i corsi di apnea presso il villaggio, ma al termine i commenti delle ragazze ci fanno immaginare difficoltà e piacere nel rimanere immobili sullo specchio d’acqua. Ogni giorno percepiamo in loro la voglia e volontà di migliorare; siamo fiduciosi, i numeri sono chiari e rassicuranti: siamo ormai certi che ce la faranno.

Terminato il nostro lavoro raggiungiamo le ragazze mentre si preparano per l’uscita in mare.

A nuoto recuperiamo il gommone legato al largo del pontile. Tutto è pronto, volgiamo la prua verso le Bocche di Bonifacio per portarci sui profondi fondali dove caleremo le cime per l’allenamento della specialità in assetto costante.

Non si conoscono tutte, sono arrivate da Milano, Roma, Torino Vicenza, e da altre parti d’Italia.

I primi giorni, durante il tragitto ogni ragazza è concentrata, cerca il proprio profondo rilassamento, l’ondeggiare del gommone e il rumore dei motori potrebbe disturbarle e nei loro visi si legge una leggera tensione; ognuna di loro oggi tenterà di migliorare o affermare la propria prestazione, e dai movimenti del corpo possiamo intuire che mentalmente stanno vivendo il proprio profondo tuffo nel blu.

Col passare dei giorni qualcosa cambierà. Accade quello che deve accadere quando persone che non si sarebbero mai incontrate e frequentate nelle loro città si ritrovano davanti ad un unico obiettivo: il grande blu. Da seguire, da cercare e da raggiungere dentro di noi. Senza i nostri riferimenti sociali abituali ci ritroviamo più autentici, diventiamo semplicemente persone che si guardano negli occhi.

Persone diverse ma con un’unica grande passione. E accade che il mare davvero inizia a farci guardare dentro di noi, e giorno dopo giorno, tuffo dopo tuffo ci si conosce un po’ di più, ci si guarda con occhi diversi e il clima cambia. Il maestrale spazza quotidianamente la superficie del mare e le distanze tra le persone e si ride si scherza pur nella serietà dell’evento, sdrammatizzando la tensione e l’ansia da prestazione che talvolta ci prende.

Non tutte le mattine è possibile ancorare il battello, il maestrale gonfia onde alte come muri e ci alterniamo alla guida del gommone (dediti all’abbronzatura, che fatica!) mentre le ragazze proseguono il loro lavoro.

Ci immergiamo con le nostre atlete, le controlliamo in ogni fase della discesa, cerchiamo di evidenziare ogni piccola e a volte impercettibile sbavatura che ostacola la loro idrodinamicità in acqua. Di giorno in giorno il miglioramento è continuo e percettibile, il gruppo di lavoro si amalgama sempre più, i festeggiamenti con le urla si confondono con il rumore delle onde ogni volta che una ragazza supera il proprio limite, ed è un’emozione unica difficile da raccontare: è solo da vivere.

Un’apneista in azione nel costante

Impariamo a conoscere le quote operative di ciascuna di esse, gioiamo delle loro conquiste, dei loro centimetri dei loro metri. Scendiamo con loro per darle assistenza e sicurezza, le aspettiamo per risalire insieme; talvolta scendiamo di fronte a loro, separati solo da un cavo bianco e leggiamo nei loro occhi la preoccupazione e la tensione mentre la pressione aumenta e il corpo avverte sensazioni negative che devono essere accettate e fatte scivolar via, e vorremmo parlar loro e incoraggiarle mentre scendono e gioiamo con loro quando raggiungono nuovi traguardi. Impariamo a conoscere ogni loro problema: di compensazione di ansia di preoccupazione e capiamo la loro gioia quando raggiungono nuovi obiettivi.

Al rientro si pone il problema dell’ormeggio alla boa del gommone e allora si scherza sul tempo che verrà impiegato. Le ragazze fanno cose da uomini e accettano la sfida’ sono in tre, avvinghiate alla prua come gatti neri sui tetti e dopo qualche abbordaggio andato a vuoto riescono ad ormeggiare (l’evento è stato immortalato con foto adeguate!)

Dopo un veloce pranzo è previsto l’incontro con il dott. Lorenzo Manfredini, psicologo e preparatore motivazionale di Umberto Pelizzari e di tutta la nazionale Italiana maschile e femminile. Al training partecipiamo tutti. Ogni incontro ci permette di esaltare e vincere tutti i nostri animi positivi e negativi, è un lavoro costante e continuo, Lorenzo è un riferimento importante per tutti noi ed i risultati non tardano ad arrivare. Come dice Umberto “il subacqueo si immerge per vedere, l’apneista per guardarsi dentro”, il lavoro mentale è fondamentale per il nostro sport.

Il pomeriggio ci trasferiamo a Capo Testa, percorriamo il lungo sentiero che lentamente ci porta alla Valle della Luna. Il gruppo si snoda per il sentiero seguendo percorsi casuali che spostano lo sguardo dai colori del cielo, ai contrasti di luce dei massi levigati dalla vita, al viso di qualcuno, interrotti da sorrisi fugaci che appaiono di colpo e poi scompaiono tra i rami delle piante mentre i discorsi si intrecciano sulle scelte di vita e sulla spontaneità. Ed è bellissimo quel posto e qualcuno se lo dice. E forse qualcuno si chiede cosa ci fa lì, cosa vuole fare della sua vita e del perché quel luogo, quel sentiero stretto non porta solo al mare ma alla scoperta delle nostre sensazioni, dei nostri sentimenti più nascosti.

E arriviamo allo spiazzo enorme che si apre d’improvviso alla fine del sentiero. E allora qualcuno urla qualcosa di cui colgo solo “‘ chi arriva ultimo ‘” e allora buttiamo per terra le felpe e ci ritroviamo a correre come dei pazzi verso il mare, come dei bambini che vedono per la prima volta i colori della natura, e sgomitiamo e ci ostacoliamo per arrivare primi e poi ci fermiamo a braccia aperte e lasciamo che il vento si incanali nel lungo fiordo e penetri nei nostri cuori. E allora mi viene il dubbio che forse non è tutto un caso, che forse se davvero c’è una ragione per tutto c’è anche una ragione per il fatto di essere lì, in quel posto con quelle persone, forse se davvero proviamo le stesse emozioni per qualche momento siamo davvero uniti e se il destino dopo un sentiero lungo e tortuoso ci ha portato lì è perché c’è un motivo. E allora lasciamo che l’energia che emana da quei massi magici e magnetici ci raggiunga e ci riempia e lasciamo che le nostre sensazioni esplodano e diventino sempre più istinto e irrazionalità. E ci ritroviamo ad arrampicarci sui massi e sulle pietre immense carichi di adrenalina e di voglia di aprire le braccia e urlare “sono il re del mondo”! E ci sentiamo sulla prua di una nave altissima che si chiama Sardegna e pensiamo che non è il mare a camminare, ma siamo noi che avanziamo solcando le onde. E allunghiamo le mani ad aiutare qualcuno a salire e le teniamo strette quelle mani qualche secondo in più del dovuto per capire se c’è qualcosa. E si vedono puntini colorati diffondersi tra le pietre come formiche impazzite in un giorno di festa e ridiamo e sorridiamo e ogni tanto stiamo in silenzio, catturati da quel mare infinito che ruggisce davanti a noi con echi che si diffondono lenti nel nostro corpo. E stiamo così per un po’. In silenzio. A guardarci negli occhi e parlarci senza aprire bocca. Ma le nostre orecchie sentono, il nostro io è vivo e allora davvero sentiamo la preoccupazione di quando saremo a casa e sentiremo Vasco Rossi cantare “‘ erano lontani quei momenti quando uno sguardo provocava turbamenti ‘ per vivere davvero ogni momento come se fosse l’ultimo’” e capiremo che avrà avuto ragione lui quando dice “.. forse la vita non è stata poi tutta persa’ forse valeva la pena di essere vissuta’”. E allora brindiamo e vorremmo che quel momento non finisse mai e volano frasi come ” vi posso ospitare, venite da me quando volete’ ho un sacco di spazio, a pasqua, a novembre… rivediamoci'” e sentiamo che i momenti sono brevi che i giorni passeranno e ci separeremo.

E allora torniamo anche il giorno dopo e questa volta assistiamo ad un tramonto, ma non è solo un tramonto, è un gruppo di persone che cercano qualcosa tramite l’apnea che sta dentro di loro e si schiacciano su un sasso altissimo e guardano il mare infuriato davanti a loro e sentono il vento arrivare fortissimo sui loro visi, e qualcuno dice: “sono le sette e un quarto, il sole tramonta alle sette e mezzo”. E allora stiamo lì, in silenzio ad aspettare un appuntamento con l’eternità immutabile della natura. E lo vediamo arrivare quel sole, abbassarsi e riempire ogni spazio di un rosso che ci colora il viso e si spezza in milioni di sfumature cromatiche moltiplicandosi all’infinito sul granito. E quelle persone sanno che davanti a loro non c’è il mare il sole e il vento, ci sono loro stessi che si specchiano in un ribollire di sentimenti contrastanti che vengono fusi in quell’atmosfera magica che li avvolge. E ci si accorge che forse sul viso non ci sono solo schizzi marini, che forse quelle gocce provengono dai loro occhi.Ci promettiamo sempre di tornare presto, ma immancabilmente il rientro al Diving No Limits non è prima delle 21.00, per fortuna che il nostro “direttore Bancario” Stefano esperto nella cura dei nostri palati ci accoglie sempre con cene di tutto rispetto. La giornata continuerà con risate e memorabili barzellette, di queste vorremmo citare anche i migliori interpreti:

– Andrea Badiello per la barzelletta sul “viaggio” in Ferrari, interpretata teatralmente con il coinvolgimento volontario e non di Giuseppe de Spuches e Monica Barbero;

– Marco Baraldini per le barzellette sulla suora nana e sul cacciatore che va ad acquistare un fucile;

– Giada Franci per le barzellette sulla radiolina dei pastori sardi e sulla signora che va dal medico per chiedere una certificazione della sua “malattia”

– Diana Croci per la appassionata interpretazione di una famosa canzone napoletana, il cui refrain dice: “‘ lentamente si stacca’”Mentre scriviamo le ragazze si stanno “sfidando” per accedere al posto d’onore che compone la squadra Nazionale Italiana. Sappiamo che la scelta di Andrea Badiello sarà molto difficile, gli alti livelli raggiunti dalle ragazze complicheranno ulteriormente il suo lavoro. E ci viene spontanea una riflessione generale.

Apnea Academy non significa solo un nuovo, rivoluzionario e geniale modo di andare sott’acqua.

Apnea Academy rappresenta tante cose: significa guardarsi dentro per andare più profondo, ma soprattutto per andare più a fondo in noi stessi, significa potersi conoscere e sentirsi più vicini e capaci di aiutarsi con un affetto reciproco che si diffonde tra noi, per poi ritrovarsi a confidarsi e a parlare sino a tardi delle proprie gioie e delusioni, e a sfogarsi come se ci si conoscesse da sempre.

Apnea Academy significa scoprire che attorno a noi ci sono tante persone che vale la pena di conoscere ed amare e apprezzare e che la vita “.. vale sempre la pena di essere vissuta sino in fondo'”.

Vorremmo trasmettere un messaggio sincero alle ragazze: Vi abbiamo seguite, assistite e in qualche modo accudite, e ce ne sentiamo anche onorati, vi abbiamo viste faticare e stare in mare con onde che avrebbero spaventato molti uomini e stare in silenzio e ricacciare dentro le proprie paure e guardare il blu, per imporsi un autocontrollo e tuffarsi a capofitto. Vi abbiamo ammirato. “Nessuna si senta esclusa, avete lavorato e vissuto con passione questi 10 giorni di preparazione, avete faticato, avete lavorato per un unico fine che forse non tutte raggiungeranno, ma il vero risultato che nessuno vi toglierà mai è che vi siete accaparrate comunque di un bagaglio emozionale indimenticabile che vi rimarrà per sempre, e noi con voi”.

Non avete forse allora Vinto tutte quante?

Pierangelo Robba e Daniele Congiu

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Category: Altre discipline, Apnea

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