Un nuovo impegno e una nuova sfida per Monica Barbero
Le indiscrezioni sul possibile affidamento a Monica Barbero dell’incarico di Direttore Tecnico della Nazionale italiana di apnea indoor si rincorrevano ormai da alcuni mesi.
D’altronde l’atleta torinese è in assoluto l’apneista italiana con maggiore esperienza sia in campo nazionale che internazionale, come testimonia il suo palmares ricchissimo di titoli, medaglie e record, tanto in piscina quanto in mare.
Inoltre, già da diversi anni, ha affiancato al ruolo di atleta quello di allenatrice raggiungendo anche in questo campo risultati più che lusinghieri.
Quindi i presupposti tecnici per un meritato ruolo di responsabilità c’erano tutti e l’investitura ufficiale, prima donna in assoluto a ricoprire questo incarico, è arrivata ad alcune settimane da un importantissimo appuntamento agonistico: il Campionato mondiale CMAS di apnea indoor che si svolgerà a fine luglio in Francia.
Per parlare di questo suo nuovo ruolo e degli impegni che attendono lei e la nostra Nazionale le abbiamo posto alcune domande a cui ha risposto, con la cordialità e la disponibilità che la contraddistinguono.
Cosa ti ha spinto ad accettare un incarico così importante?
Sicuramente sono stata molto onorata che la Federazione e, in particolare il Presidente Azzali, mi abbia scelto per questo incarico.
Dopo essere stata per diversi anni il capitano della squadra, il passaggio mi è sembrato del tutto naturale.
Inoltre ho avuto un buon maestro, Mimmo Blanda, che ho affiancato lo scorso anno per seguire gli atleti durante gli Europei quando lui era DT della Nazionale Indoor.
Credo, dopo tanti anni di gare ad alto livello, di poter mettere tutta la mia esperienza al servizio degli altri atleti e di poterli guidare, consigliare e supportare per ottenere il loro massimo in questo importante appuntamento.
Nell’ultimo anno sei stata afflitta da alcuni problemi fisici che ti hanno costretto a stare lontano dall’apnea. Come stai adesso e quanto questi problemi hanno influito sulla tua decisione?
Lo scorso anno agli Europei di Tenerife non ho potuto gareggiare per un attacco acuto di sciatalgia dovuto ad un ernia del disco. Ad aprile sono stata operata e ora tutto procede al meglio, ho già anche ripreso ad allenarmi.
Sicuramente questo anno di pausa forzata mi ha fatto riflettere e sono giunta alla decisione che non sarebbe stato un anno perso e che forse era arrivato il momento per trasmettere agli altri tutto quello che ho appreso in questi anni.
L’aver accettato di diventare Direttore Tecnico della Nazionale vuol dire che è arrivato il momento di appendere la monopinna al classico chiodo? O ti rivedremo, occasionalmente, in vasca a dare ancora del filo da torcere alle nuove generazioni?
Dopo aver dedicato tanti anni della mia vita all’apnea non riesco ancora a pensare di appendere la monopinna al chiodo. Il prossimo anno, se la mia schiena non fa i capricci, parteciperò sicuramente a qualche gara, ma solo per puro divertimento. L’unica disciplina in cui potrei ancora pensare di gareggiare seriamente è il Jump Blue. Vedremo …
Qual è il tuo giudizio sull’apnea indoor italiana in questo momento?
L’apnea indoor italiana è in forte crescita. Ogni anno ai Campionati Italiani assistiamo a performance sempre più importanti sia a livello maschile, dove molti atleti si stanno avvicinando al muro dei 250m, che a livello femminile, dove abbiamo alcune delle atlete più forti al mondo. Sicuramente una disciplina viva e animata da un sano spirito di competizione.
Dietro i protagonisti, maschili e femminili, di oggi ci sono già nuove leve in grado di affermarsi già nei prossimi anni?
Ci sono già molte nuove promesse su cui la Federazione sta investendo. Solo lo scorso week end c’è stato un collegiale in cui molti atleti sono stati convocati come Progetto del Talento, di cui sono responsabile, e hanno avuto la possibilità di confrontarsi e allenarsi insieme ai grandi campioni. Un momento di grande crescita per tutti.
Sicuramente c’è ancora molto lavoro da fare, anche perché le altre nazioni sono cresciute molto soprattutto a livello maschile, ma sono molto fiduciosa perché ho visto ragazzi/e entusiasti e con tanta voglia di migliorare.
Quali sono stati i criteri adottati per la scelta dei componenti della Nazionale per il Mondiale di Mulhouse?
Sono stati scelti gli atleti che nelle tre discipline (DNF, STA, DYN) erano più forti, più gli specialisti della Speed.
Inoltre agli atleti con diverse esperienze in campo internazionale sono stati affiancati atleti alla prima esperienza per permettere loro di crescere e diventare i nuovi campioni del futuro.
Certamente un bel gruppo di grandi atleti, ma soprattutto di persone straordinarie!
Cosa ti aspetti dalla rassegna iridata?
Credo che l’Italia possa ben figurare, soprattutto a livello femminile, dove siamo la squadra da battere nell’apnea dinamica con monopinna visto il podio tutto azzurro dello scorso anno agli Europei ottenuto da Ilaria Bonin, Alessia Zecchini e Tatiana Di Poi. A queste fortissime atlete si è aggiunta una nuova promessa Cristina Rodda anche lei con buone possibilità di arrivare a podio.
Per gli uomini sarà più difficile dato l’alto livello raggiunto dagli atleti francesi e croati, però anche noi abbiamo un atleta di altissimo livello come Andrea Vitturini che può sicuramente farsi valere e due atleti in forte crescita come Mauro Generali e Luciano Morelli che possono riservarci delle sorprese.
Per la Speed poi presentiamo due veri fuoriclasse: Stefani Figini e Federica Bellini entrambi Campioni Europei nella disciplina lo scorso anno con tanto di record del mondo.
Sicuramente anche le altre nazioni arriveranno con tanta voglia di vincere e quindi non ci resta che fare del nostro meglio e stare a vedere!
Tu sei stata un’atleta in grado di primeggiare sia in piscina che in mare; attualmente la tendenza, più a livello maschile ed in parte anche femminile, sembra andare verso una maggiore specializzazione ma forse si cerca semplicemente di assecondare le inclinazioni degli atleti. Tu cosa ne pensi?
Io gareggiavo su due discipline, Apnea Dinamica e Jump Blue, ora le discipline si stanno moltiplicando e diventa sempre più difficile e impegnativo essere al top su tutte.
Credo che in futuro assisteremo sempre più ad una specializzazione, anche perché sostenere tanti giorni di gara consecutivi è veramente logorante per gli atleti. Si è visto che le nazioni che schierano atleti “specialisti” e quindi freschi per non aver sostenuto troppi giorni di competizioni sono avvantaggiate e sempre più gli atleti puntano ad una gara nello specifico anche se poi partecipano a tutte.
Forse ti interessa anche...
Category: Altre discipline, Apnea, Articoli