Un imprevedibile assoluto – II parte
Con questo carniere Cagnolati si aggiudica la seconda giornata e il titolo assoluto – Foto: A. Balbi
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…continua dalla 1° parte…. Anche Cagnolati sembra messo bene, nel suo carniere figurano solo saraghi ma tutti corpulenti.
Intorno a metà gara, per gli atleti che hanno scelto di pescare a ridosso delle boe che delimitano a terra la fascia interdetta arriva una brutta sorpresa; uno dei mezzi delle forze dell’ordine impegnati nella vigilanza segnala che le boe sono state posizionate in maniera errata e che è necessario allontanarsi ulteriormente dalla fascia costiera.
Errore grossolano o eccessiva superficialità da parte dell’organizzazione, che anche in altre situazioni era sembrata un po’ approssimativa.
La pesatura conferma le impressioni avute al momento della consegna dei carnieri: Gallinucci in testa, seguito da Bellani e Villani.
Blasio mostra il carniere della seconda giornata – Foto: A. Balbi
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Finisce in fondo Micaletti, dal suo carniere vengono scartati tutti i pesci che risultano o sotto peso o in evidente stato di cattiva conservazione; le polemiche che nei giorni successivi si scatenano sull’episodio, anche con affermazioni fantasiose riportate da soggetti che non avevano assistito ai fatti, non aiutano certo a chiarire l’accaduto e lasciano sull’atleta brindisino una spiacevole ombra.
La classifica è decisamente molto lunga; Cagnolati, quarto di giornata, è staccato di quasi 40 punti dal primo, per Ghini, decimo, i punti sono già oltre 50; sempre più staccati tutti gli altri con Calcagno quasi a metà e Riolo, sprofondato al ventottesimo posto su trentadue classificati, che sembra ormai destinato ad una cocente retrocessione.
La lotta per la vittoria finale sembra ormai una questione riservata ai primi tre, cui basterebbe una seconda frazione regolare per aggiudicarsi il titolo ma il mare può sempre riservare sorprese e, così come le partite di calcio finiscono al triplice fischio dell’arbitro, le gare si concludono allo scadere dell’ultimo minuto di tempo a disposizione.
D’Onofrio sorride rilassato durante una pausa – Foto: A. Balbi
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Ci si ritrova così il sabato mattina di nuovo lungo i moli dove sono ormeggiati i gommoni; il campo di gara della seconda giornata è da tutti considerato più povero di pesce ma anche per oggi ci si attende qualche colpo di scena.
La partenza è subito con il botto, una dozzina di concorrenti si catapultano contemporaneamente su un fazzoletto di mare dove nel corso delle ispezioni pre-gara erano stati visti parecchi saraghi; i pesci, il cui numero era già andato scemando durante la preparazione, non si fanno trovare ed in un mulinare di pinne solo l’ottimo Villani riuscirà a catturare un tordo da chilo che rimarrà la sua unica preda; per tutti gli altri solo il nulla.
Riolo questa volta si dimostra ottimo stratega e, malgrado fosse anche lui arrivato sulla zona, capisce l’antifona rinunciando addirittura a scendere in acqua per potersi spostare in gommone e cambiare velocemente zona.
Appena il tempo di vedere diradare il gruppone di concorrenti che arriva il colpo di scena: Gallinucci risale sul gommone e si ritira.
Gli esami clinici cui si sottoporrà nei giorni immediatamente successivi accerteranno per lui un Taravana, patologia che sta diventando ormai frequente tra i subacquei che pescano a quote sempre più impegnative e con ritmi sempre più frenetici.
La felicità di Cagnolati al termine della pesatura – Foto: A. Balbi
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Nel frattempo il campo di gara conferma le previsioni della vigilia, catture con il contagocce per tutti i concorrenti; Ramacciotti ha un grosso tordo, Bellani arranca, Calcagno si perde.
In netta controtendenza Cagnolati e un sorprendente Blasio che invece, già prima dello spostamento, hanno diverse prede in carniere; Riolo, dopo alcuni tentativi infruttuosi sulla batimetrica dei venti metri, si dirige deciso verso terra nella speranza di raddrizzare un campionato che a tutti era sembrato ormai irrimediabilmente compromesso.
L’interruzione di metà gara, con la possibilità dello spostamento in gommone, permette ad alcuni di cambiare strategia.
Tra questi Ramacciotti che si sposta decisamente verso il largo e riprende a pescare su un fondale di trentotto metri, catturerà in rapida successione tre corvine e due saraghi che si andranno ad aggiungere al tordo catturato in precedenza, toccherà alla bilancia decidere se un gesto atletico così impegnativo possa essere premiato con la permanenza in prima categoria.
Non basterà a Ramacciotti questa corvina catturata nell’abisso – Foto: A. Balbi
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Inserra non riesce a ripetere la prova della prima giornata ma la fortuna gli dà una mano che ha la forma di una orata di oltre due chili, risulterà la preda più grossa di tutto il campionato.
All’estremità orientale del campo di gara Lo Prete ha trovato una zona in cui si muove parecchio pesce e alternando aspetto e agguato cattura sette pesci di ben quattro specie diverse dimostrando di essere atleta capace di adattarsi alle varie situazioni che possono presentarsi durante una gara.
Riolo continua a pescare a terrà e cattura un buon numero di saraghi e una murena che risulterà poi fuori peso; anche Sirchia tenta di risalire, alla fine porterà sulla bilancia quattro saraghi e una corvina che gli varranno il quarto posto di giornata.
Chi invece rimane completamente fuori dalla gara è Sandro Mancia, l’atleta del team Effesub si perde forse tra i troppi segnali di cui dispone e annaspa catturando solo tre saraghi che, per giunta, risulteranno alla fine tutti fuori peso.
Meno brillante della giornata precedente è anche Pisci che riesce comunque a mettere in carniere quattro saraghi di buone dimensioni.
La gara si conclude e le voci sui possibili vincitori cominciano a rincorrersi tra i gommoni dei concorrenti e dell’assistenza; difficile fare i calcoli visto che molti di coloro che nella prima giornata avevano raccolto solo le briciole nella seconda hanno ottenuto un ottimo risultato e, viceversa, coloro che erano in testa alla classifica, come Bellani e Villani, si ritrovano con solo uno o due pesci; il sistema dei coefficienti rende ancora più problematico un pronostico.
Mancia, decisamente sotto tono il suo campionato – Foto: A. Balbi
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Di certo Cagnolati sembra essere il principale candidato per il titolo, dietro di lui tutto è molto incerto e lo è ancora di più la lotta per confermarsi tra i dieci che rimarranno in prima categoria.
La pesatura è carica di tensione che sale via via che i carnieri vengono valutati e sfoltiti dall’ago inesorabile della bilancia.
Blasio rimane in testa alla classifica di giornata e generale fin quasi alla fine, quando arriva il turno di Riolo che con otto saraghi in peso lo supera nella graduatoria di giornata ma manca ancora il carniere di Cagnolati.
Sei pesci, tra cui un cefalo di 1,7 chilogrammi, tre specie e oltre cinque chili di peso danno all’atleta grossetano la vittoria nella seconda frazione e il titolo di Campione d’Italia, niente male per un agonista di lungo corso, da tempo lontano dalle gare, ripartito quest’anno dalle selettive.
Blasio, anche lui partito dalle selettive, si aggiudica la seconda posizione finale e De Silvestri, con due frazioni regolari ma senza acuti, sale sul terzo gradino del podio.
Nelle posizioni che consentono di rimanere in prima categoria troviamo molte sorprese mentre sono tantissime le retrocessioni eccellenti.
Bellani tiene in braccio il figlio di Pippo Nicolicchia – Foto: A. Balbi
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Bellani è quarto malgrado la classifica di giornata lo veda solo al ventunesimo posto; dietro di lui, nell’ordine, Pisci e Inserra con prestazioni costanti, settimo è Villani che dopo il tordo catturato in partenza rimane a secco di altre prede, nonostante il ritiro si salva Gallinucci, ottavo assoluto.
Il primo degli atleti locali è un certo Riolo, nono grazie ad una strepitosa seconda frazione; chiude la lista dei dieci Angelo D’Onofrio.
Il lungo elenco dei retrocessi si apre con Sirchia cui il quarto posto della seconda frazione non basta a recuperare una prima giornata catastrofica; dietro di lui il Campione uscente e capitano della Nazionale Ramacciotti cui la bilancia ha scartato di pochissimi grammi un sarago che gli avrebbe fatto fare un grosso balzo in avanti.
Il ventunesimo posto di Mancia è una vera e propria disfatta per chi era considerato il favorito assoluto della vigilia; sicuramente l’ex campione italiano vale molto di più ma nella gara di casa ha commesso un errore clamoroso nella scelta della strategia.
Va anche peggio a Calcagno, ventiquattresimo, mai veramente in gara in nessuna delle due frazioni; ci dispiace l’annuncio del ritiro dall’attività agonistica che ne consegue, un fisico integro, un talento ed un’esperienza indiscutibili meriterebbero ancora palcoscenici di prestigio.
Della cerimonia di premiazione preferiamo non parlare visto che non hanno partecipato i primi tre classificati e che il trofeo intitolato a Giuseppe Nicolicchia è stato assegnato al quarto classificato, primo tra coloro che erano presenti.
Vincenzo Solli ha curato il commento tecnico per Apnea Magazine – Foto: A. Balbi
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Come commento conclusivo ci sentiamo di dire che questo campionato ha dimostrato in pieno lo stato dell’agonismo in questa disciplina fortemente condizionato, ed in parte penalizzato, da una serie di fattori, più di carattere organizzativo che tecnico, su cui ormai si discute da tempo.
Se da una parte è indiscutibile la scelta poco felice di un campo di gara e di una struttura logistica non all’altezza dell’evento, dall’altra si è costretti a constatare che le gare di alto livello si possono ormai disputare solo in Sicilia, Sardegna e Puglia grazie alla disponibilità di un numero ristrettissimo di persone.
In questo contesto è ovvio che i costi a carico degli atleti, costretti a spostarsi lungo tutta la penisola, crescono in maniera sproporzionata alla visibilità di uno sport sicuramente minore e assolutamente dilettantistico, dove gli impegni sportivi vanno necessariamente coniugati con quelli lavorativi e familiari.
Su queste questioni, prima ancora di rimettere mano ai regolamenti, andrebbero cercate e trovate soluzioni.
Dall’altra parte ci sono poi i risultati sportivi che, seppur nella situazione appena descritta, dimostrano come qualunque agonista dotato di un buon talento possa aspirare ad indossare la maglia azzurra di Campione d’Italia e questo costituisce un fattore in grado di estendere la base dei praticanti con una notevole iniezione di entusiasmo e desiderio di confrontarsi con i campioni più affermati.
Non possiamo infine concludere questo commento senza ringraziare pubblicamente tutti coloro che ci hanno dato una mano per seguire nel migliore dei modi l’intera manifestazione, dalle fasi di preparazione alla gara.
E’ stato per noi prezioso poter contare sull’esperienza e la conoscenza del campo di gara di Vincenzo Solli, agonista del team Omer, che ha accettato la nostra proposta di collaborazione in veste di commentatore tecnico; le sue analisi hanno dato agli appassionati una lettura e spesso un’anticipazione di quello che sarebbe successo in gara.
Indispensabile è stato anche Nicola Riolo che ci ha messo a disposizione le imbarcazioni per poter seguire direttamente in mare sia le giornate di preparazione che la gara, portando con noi tutte le attrezzature necessarie per raccogliere in diretta commenti e immagini.
Una rivista come Apnea Magazine non esiterebbe senza Internet e senza la possibilità di accedervi il nostro lavoro sarebbe stato molto più difficile e certamente anche meno efficace; per questo vogliamo ringraziare il personale dell’Azzolini Palm Beach Hotel che con pazienza e cortesia ci ha dato la possibilità di utilizzare un accesso wireless disponibile presso l’albergo.
Un ringraziamento particolare a tutti gli atleti per averci dato la loro disponibilità anche quando, sia in preparazione che in gara, di rientro da una lunga giornata di mare gli abbiamo chiesto brevi opinioni o intere interviste.
Grazie infine a tutti gli appassionati che in ogni occasione ci hanno dimostrato il loro entusiasmo e anche il loro affetto.
VIDEOCLIP BY GIONNI MARTI
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