Tonno Rosso: il PD Vuole Altre Limitazioni per i Pescatori Ricreativi
Ogni volta che l’on. Venittelli (PD) si ricorda che esiste la pesca sportivo-ricreativa, ci corre un brivido lungo la schiena. Fino ad oggi la sua azione legislativa ha portato esclusivamente all’aumento delle sanzioni a carico della pesca dilettantistica ma, nonostante i proclami, non ha tenuto in minima considerazione le istanze e le proposte di riforma avanzate, ad esempio, dalla pescasub. Mentre attendiamo di conoscere la reale portata della nuova cervellotica formulazione che è stata fatta, dalla stessa onorevole, della norma che limita il pescato del non professionista a 5 kg, ecco che arriva una nuova tegola sul fronte della pesca al Tonno Rosso.
La nuova risoluzione, (7-01186 pag 13) di cui è prima firmataria, presentata in Commissione Agricoltura, contiene infatti un bel regalo che viene da lontano, addirittura dal 2015. Allora, in occasione del World Fishing, auspicò “un ulteriore impegno per limitare, per la pesca non professionale, la cattura ad un singolo esemplare ad imbarcazione.” Peccato che tale limitazione risultasse in vigore fin dal 2007 e, non credendo possibile che la responsabile nazionale del Pd su pesca e acquacoltura fosse così poco informata, avevamo ipotizzato che l’intento della richiesta fosse ben altro. Oggi ne abbiamo conferma visto che nel testo proposto si legge a chiare lettere che: “le imbarcazioni da diporto autorizzate non potranno pescare più di un tonno all’anno.” Esattamente come dicevamo due anni fa, questa proposta resta risibile, fuorviante e inutile se calata sulla testa di un settore che da 3 anni deve spartire uno 0,45% della quota nazionale tra oltre 6000 licenze. Stiamo parlando di una media di 2 kg di tonno per autorizzazione che, al netto delle taglie minime previste (30 kg), significa 1 tonno (piccolo) ogni 13 imbarcazioni circa.
Tuttavia l’on. Venittelli, che nel suo testo si occupa della redistribuzione della parte incrementale delle nuove quote tonno a partire dal 2018, tenta di indorare la pillola (o la supposta?!) specificando che di questo incremento bisognerà riservare “un contingente specifico alla pesca ricreativa e sportiva (SPOR)”. Potrà sembrare una cosa buona ma due cose ci lasciano fortemente perplessi:
1- Se già i dilettanti hanno solo una briciola (0,45% appunto) del contigente nazionale, ossia 15 tonnellate sulle 3304 assegnate per il 2017, a quanto ammonterebbe il “contingente specifico” su una parte incrementale prevista di appena 500 tonnellate anno?
2- Proprio la dicitura “contigente specifico per la pesca ricreativa e sportiva” stona non poco. Dà quasi l’impressione che chi ha scritto quel testo ci stia elargendo qualcosa che prima non avevamo, e non concedendo un piccolo aumento su qualcosa che era già previsto dal decreto ministeriale di ripartizione quote del 2015, e che la stessa risoluzione considera fatte salve alla prima riga degli impegni del Governo.
Vorremmo sbagliarci, ma ci sembra tanto una manovra volta, prima, a disincentivare la pesca dilettantistica del Tonno Rosso e, poi, a renderla esclusivo appannaggio della pesca professionale.
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