Tonno Rosso: in Europa Farage è l’unico a difendere la pesca ricreativa
In queste ore l’Europarlamento è impegnato a discutere del nuovo aumento delle quote di pesca del Tonno Rosso previsto per il 2016, una questione che, come sappiamo, interessa da vicino la pesca ricreativa che fin dall’inizio del programma di tutela degli stock ha sempre dovuto accontentarsi delle briciole, peraltro nemmeno interamente. La pesca ricreativa non ha degni rappresentanti in alcun consesso politico nazionale o sovranazionale, inoltre, per la rappresentanza di casa nostra, dobbiamo dire che l’Europa è sempre stata il refugium peccatorum con cui i partiti “risarcivano” i grandi politici trombati: spesso una pletora di burocrati molto più attenti al come massimizzare i rimborsi piuttosto che a fare gli interessi del nostro disgraziato paese. Anche ammesso che negli ultimi anni i criteri di selezione siano cambiati, il totale disinteresse per le tematiche con scarse ricadute elettorali rimane. Il focus dell’azione politica italiana in fatto di pesca resta votato alla difesa degli interessi di parte della filiera professionale, nel caso del tonno, si vorrebbe una più equa ridistribuzione della quota nazionale tra i pescatori commerciali. In parole povere si vuole che anche la cosiddetta pesca di piccola scala, quella che ad oggi detiene solo quote di cattura accidentale, possa godersi la torta. Per inciso, fino ad oggi ogni ulteriore concessione ai professionisti è stata fatta erodendo le già esigue quote spettanti ai dilettanti, e poichè “cane non morde cane”, è facile sapere cosa aspettarsi…
In un clima in cui tutti, senza distinzione di colore politico e di nazionalità, sembrano essersi dimenticati della pesca ricreativa, non può non fare piacere l’intervento (che vi proponiamo tradotto più in basso) dell’inglese Nigel Farage, leader dello UKIP, il solo e unico ad aver difeso un comparto economicamente valido e produttivo.
“Signora Presidente, bene, stanotte stiamo parlando del livello disastroso degli stock di tonno rosso, di quote e metodi di pesca commerciale.
Non una sola persona in questa stanza ha menzionato la pesca ricreativa, e penso che tutto il nostro approccio alla pesca sia semplicemente sbagliato. Abbiamo un sistema di quote per la maggior parte della nostre specie, che certamente nella pesca mista ha significato decenni di rigetti su scala veramente spaventosa. E mentre io, e chiunque altro, voglio un settore commerciale corretto e sostenibile, stiamo massivamente sottovalutando la ricaduta positiva delle attività di pesca ricreativa in mare, non solo dal punto di vista economico, ma anche del vantaggio ambientale per i nostri stock di non essere martellati nello stesso modo.
Nel Regno Unito, i pescatori dilettanti di spigole, da soli, contribuiscono per circa 200 milioni di sterline l’anno all’economia britannica – molto più di quanto generato dagli sbarchi commerciali. In America ci hanno visto giusto. Hanno riconosciuto che sulla East Coast il persico spigola striato era un patrimonio. Dopo una moratoria completa, ora considerano che lo stock ittico sia in primo luogo una risorsa della pesca ricreativa, che ha portato ad un boom enorme di posti di lavoro, della cantieristica e di sviluppo in tutte quelle comunità costiere della costa orientale che ne beneficiano in maniera massiccia.
Ma che cosa abbiamo fatto noi per arginare il depauperamento dei nostri stock di spigole? Abbiamo imposto un divieto totale per i pescatori ricreativi, con un limite irrisorio, dopo il 1 luglio, di un solo esemplare procapite al giorno, permettendo allo stesso tempo alle piccole imbarcazioni commerciali di utilizzare reti da imbrocco per la cattura di 1,3 tonnellate al mese ciascuna. Quello che abbiamo fatto è del tutto sproporzionato, e francamente stiamo punendo i dilettanti che non causano il problema.
E lo abbiamo fatto, signor Commissario, attraverso un regolamento che lei, un burocrate maltese, ha proposto, che è stato accennato attraverso il Consiglio dei ministri, che non è stato discusso in seno alla commissione del Parlamento europeo per la pesca, non discusso nè votato qui, certamente non discusso nel Parlamento britannico, e che ora trasformerà persone normali in criminali se perseguono i loro diritti della Magna Carta.
E spero che tutti gli 800.000 pescatori ricreativi di mare del Regno Unito dicano “mannaggia alla Commissione europea” e votino per noi per riottenere il controllo e la gestione delle nostre acque.”
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