Tom Sietas, recordman controverso
Da quando si è presentato sulla scena dell’apnea AIDA, l’atleta tedesco Tom Sietas ha fatto molto parlare di sé. Dopo aver polverizzato a ripetizione i record di apnea statica (attualmente il limite ufficiale AIDA è di 8’58”, ma Tom ha già superato i 10′ in allenamento e promette nuovi primati), l’atleta si è trovato coinvolto in un vero polverone per via di un test antidoping.
In occasione dell’ultimo record di 8’58”, infatti, l’atleta è stato sottoposto al consueto test, che è stato effettuato dall’AIDA con le proprie regole, assolutamente estranee alle normali procedure del mondo sportivo ufficiale (l’AIDA è un’associazione di apneisti priva di ogni ufficialità e sconosciuta al CIO, Comitato Internazionale Olimpico). Secondo quanto riportato dallo svedese Sebastian Naslund nell’articolo Apnea, AIDA and Doping apparso sul web il mese scorso, la storia avrebbe contorni inquietanti: dopo aver fatto eseguire i test presso un laboratorio di analisi non accreditato dal CIO, l’AIDA avrebbe commesso un errore madornale, considerando positivo il test nonostante i valori delle sostanze proibite rinvenute nelle urine di Sietas (Prednisone: 27 ng/ml 2; Prednisolone : 1,2 ng/ml) fossero ben al di sotto dei limiti fissati dalla WADA.
Sietas scrisse alla commissione disciplinare AIDA chiedendo che le controanalisi del secondo campione di urina fossero effettuate presso un laboratorio di sua scelta, ma la commissione rispose con un secco rifiuto. A distanza di alcuni mesi, però, qualcuno all’interno dell’AIDA si deve essere accorto che il limite di 30 ng/ml previsto dalle tabelle WADA per le sostanze incriminate non era stato superato, e così il record è stato, infine, riconosciuto dall’AIDA.
Tutto risolto? Sembrerebbe di no.
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Category: Pesca in Apnea