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Tecnica invernale: la pesca della spigola

| 5 Dicembre 2001 | 0 Comments

Foto – Charlie Patriarca

INTRODUZIONE

Con la stagione fredda ormai alle porte, si aprono ulteriori possibilità per soddisfare la nostra passione per la pesca subacquea, anche se questa è appena sbocciata durante l’estate passata.

Le coste ritornano deserte senza il chiasso di turisti e imbarcazioni e l’aspetto selvaggio del mare riprende ad esercitare un irresistibile richiamo per tutti i subacquei. Specialmente per chi ha iniziato da poco questo sport, l’inverno si pone come ottima palestra di formazione mentale e tecnica e potrà essere il trampolino di lancio per i neofiti.

Infatti, durante questa stagione potremo affrontare il mare nella sua condizione meno accogliente, troveremo spesso mare mosso, scarsa visibilità e giornate fredde che faranno strabuzzare gli occhi al nostro vicino il quale, vedendoci partire con fucile, borsone e piombi verso il mare, farà strani riferimenti alle case di cura per matti.

Proprio queste condizioni critiche, legate alla possibilità di migliorare tecniche di pesca e tiro in acqua bassa, in condizioni climatiche non ottimali, potrà rafforzare la nostra esperienza e migliorare il nostro atteggiamento mentale in previsione della prossima estate.

A parte l’utilità in termini di miglioramento generale, mentale e fisico, la pesca invernale ci potrà regalare anche grosse soddisfazioni dal punto di vista venatorio.

La regina dell’inverno, ormai da tutti riconosciuta nella spigola, potrà essere uno dei nostri obbiettivi principali, e potrà fare nuovamente strabuzzare gli occhi sempre al nostro vicino, che, alla nostra prossima partenza per il mare, avrà meno voglia di parlare e molta più voglia di capire.

PRINCIPALE ATTREZZATURA INVERNALE

Naturalmente dovremo fare i conti con condizioni meteomarine particolarmente avverse. In primo luogo: il freddo. Il consiglio che mi sento di dare, naturalmente sulla base della mia esperienza personale, è quello di utilizzare mute in neoprene molto morbide e calde (ad esempio le mute in spaccato).

Queste mute sono molto delicate e vanno indossate con l’aiuto di acqua calda saponata (operazione non propriamente gradevole), ma una volta in acqua avremo un ottimo grado di comfort e calore.

Tralasciando per adesso le varie tipologie di neoprene, proporrei di provare a scendere in acqua con una giacca da 7 mm, un pantalone da 5 mm e un paio di bermuda in neoprene (3 mm) da indossare sopra la muta, in modo da coprire completamente la vita e la parte alta delle gambe (questo consente di azzerare completamente le infiltrazioni di acqua fredda a livello di vita). Guanti e calzari in neoprene da 3 mm completeranno le nostre protezioni termiche. Questo tipo di abbigliamento avrà il vantaggio di proteggerci dal freddo in modo più efficace, di eliminare un po’ di zavorra e di favorire al massimo i movimenti, grazie agli spessori differenziati.

Per quanto riguarda la zavorra, dovremo tenere conto del tipo di pesca che andremo ad affrontare, che spesso si effettua in acqua bassa ed in condizioni di mare non calmo. Pertanto andremo a utilizzare uno schienalino del peso massimo di 3 Kg e due cavigliere da 250, 300 grammi. Dovremo stare sempre attenti a non esagerare, cercando di scegliere un buon compromesso tra galleggiabilità – e quindi possibilità di riposo in superficie – e stabilità sul fondo.

Il fucile universale degno delle nostre migliori performances invernali sarà un bell’arbalete da 90 cm, da sostituirsi con un 75 nelle giornate di mare particolarmente torbido.

DOVE E QUANDO

Vediamo schematicamente dove potremo andare a cercare questo pesce.

Per semplificare e cercare di comunicare il massimo delle informazioni ai lettori ho scelto il seguente tipo di schematizzazione che prende in considerazione tre principali habitat particolari.

Un sub con una grossa spigola

COSTE ROCCIOSE

CONDIZIONI METEOMARINE IDEALI: mare leggermente mosso con risacca e preferibilmente venti meridionali. E’ fondamentale osservare l’orario delle maree. Avremo più chanches nei momenti di “mossa” della marea e cioè quando l’acqua comincerà a crescere verso l’alta marea o quando comincerà a scendere verso la bassa. In pratica le due ore centrali tra il massimo ed il minimo livello di marea sono quelle dove nell’acqua bassa del sottocosta roccioso c’è il maggior afflusso di pesce.

TECNICA DI PESCA PRINCIPALI: Aspetto in acqua bassa. Si tratta di scorrere paralleli la costa cercando di effettuare aspetti ogni 15 – 20 mt, ben nascosti ed attenti a tutte le direzioni. Potremo effettuare anche agguati se le condizioni di mare lo permettono.

PARTICOLARI TRUCCHI D’ ESPERIENZA: Quando troveremo delle spiaggette di sabbia e ciottoli dovremo effettuare un primo tentativo sul margine della cala. Poi cercheremo di allargare leggermente per portare un aspetto al centro della caletta facendo molta attenzione alla costa, spesso infatti la spigola verrà dall’acqua bassa a terra.

In corrispondenza di rivoli o foci di acque dolci avremo più possibilità di trovare questo pesce, che ama molto questo tipo di costa. Nel momento in cui si avvista una spigola “distratta”, potremo tentare di incuriosirla con richiami sonori e visivi (ad esempio piccola bollicina).

Non dimentichiamoci che la spigola, specialmente in inverno, può anche intanarsi e per questo dovremo visitare le tane più belle, che potranno riservarci piacevoli sorprese.

PRATERIE DI POSIDONIA

CONDIZIONI METEOMARINE IDEALI: Mare calmo con buona visibilità e venti deboli preferibilmente meridionali. Tale tipo di pesca è più fruttuosa in estate.

TECNICA DI PESCA PRINCIPALI: Aspetto tra le alghe. Si tratta di scorrere sulle praterie di posidonia ed effettuare aspetti cadenzati nelle zone più mosse (cigli, buche…).

PARTICOLARI TRUCCHI D’ ESPERIENZA: Quando saremo sul fondo, prima di appostarci, potremo fare un brevissimo tratto rasente alle alghe e poi sparire al loro interno. Osservare con cura la presenza di minutaglia e potenziali prede per le spigole (es : sparaglioni). E’ fondamentale avere la boa segnasub legata a noi con l’ultimo tratto di circa 12 mt in nylon, in modo da non disturbare i pesci.

RELITTI SULLA SABBIA O SUL FANGO

CONDIZIONI METEOMARINE IDEALI: Mare calmo con visibilità sufficiente alla pesca e con venti deboli preferibilmente meridionali.

TECNICA DI PESCA PRINCIPALI: Pesca in tana. In questo tipo di habitat le spigole frequentano le lamiere stazionando, cacciando e riproducendosi. Le potremo insidiare in movimento con un 75 in caso di relitti con grosse aperture e spazi, oppure potremo utilizzare un arbalete da 50 – 60 cm con asta filettata su cui montare una fiocina (preferibilmente tipo Mustad).

PARTICOLARI TRUCCHI D’ ESPERIENZA: Per prima cosa non dovremo scendere direttamente sul relitto, ma dovremo effettuare i primi tuffi sulla sabbia circostante cercando di “far venire” le spigole all’aspetto e utilizzando un 75 o un 90 a seconda della visibilità.

In genere sui relitti potremo trovare interi branchi. Dopo i primi aspetti – e, magari, le prime catture – ci muniremo di fucile corto da tana ed andremo a cercare le spigole intanate. Infatti, questi pesci, dopo i primi aspetti fuori al relitto, si saranno intanati e immobilizzati sotto le lamiere o anche sotto semplici tettoie di ferro o cigli di fango.

Durante ogni discesa dovremo fare molta attenzione a non sollevare nuvole di limo, spesso presente in questi posti, e quindi limitare la visibilità. Mai lasciare un pesce sparato sul relitto, anche solo momentaneamente. Infatti, nei relitti è quasi certa la presenza di gronghi di dimensioni considerevoli che, attirati dalla preda, approfitteranno volentieri d’ un pasto a buon mercato a base di spigola e noi ci vedremo soffiare la preda tanto faticosamente arpionata.

Per la nostra sicurezza non dovremo mai addentrarci all’interno del relitto e dovremo prestare la massima attenzione a lamiere, reti e spezzoni di nylon abbandonati.

Dovremo inoltre farci sempre accompagnare da un esperto di questa tipologia di pesca.

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