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Stefano Bellani – Campionato Europeo 2003


Bellani sul palco di Lagos – Foto: Daniele Petrollini

Al XXIV° Campionato Europeo disputato Lagos, disputato il 20 e 21 Settembre scorso, Pedro Carbonell ha conquistato il titolo, sottraendolo al nostro Stefano Bellani, primo degli italiani al sesto posto. Gli altri azzurri Fabio Antonini -assistito da Gabriele e Delbene- e Marco Paggini -assistito da Daniele Petrollini- si sono classificati, rispettivamente, all’ottavo e nono posto.

Allora Stefano, ci vuoi raccontare la tua prima giornata?

La prima giornata è stata condizionata dal tempo: alta pressione, buona visibilità e mare calmo, uniti ai pochi giorni di preparazione con queste condizioni, hanno influito in maniera decisiva sull’esito della competizione. Detto ciò, passo ad analizzare la mia condotta di gara.

Sono partito subito su un segnale dove avevo segnato 5/6 mostelle vicino e dentro una grotta. Ne ho prese 4, di cui due di taglia media e solo due di grosse dimensioni, oltre a due grossi saraghi. Altre 2 mostelle le ho catturate successivamente. Ho pensato che era giusto partire in quella zona perchè avevo intuito che si trattava di pesci che potevano essere, oltreché sicuri, decisivi (infatti, i vincitori alla fine ne avevano prese 10/12, tutte grosse, con pesci dai 2 ai 3 kg).

Successivamente mi sono spostato su un segnale di saraghi. Avevo 2 belle tane in acqua bassa, su una zona d’arenaria, ma ho trovato il deserto. Contavo di prenderci almeno una decina di pezzi, ed alla fine, razzolando qua e là, in un’ora ho rimediato la miseria d’un tordo ed una murena. Deluso ma sempre carico, ho deciso di portarmi su un segnale trovato da Accolla in acqua bassissima, dove durante i giorni di preparazione avevamo incontrato un bel branco di salpe tranquille, la cui taglia media era ampiamente superiore al chilogrammo di peso. Pensavo che fosse una zona conosciuta, ed invece mi sono trovato solo soletto. Anche qui, purtroppo, nonostante fossi convinto di prendere 12pz. in 40 minuti, dopo un’ora e mezza ne avevo viste 3 e catturata solo una!

Ero delusissimo, anche perchè non avevo altri segnali interessanti e sapevo di essermi giocato molto su questi pochi già visitati. Ho continuato a pescare in giro e a prendere pochi altri pesci, terminando la prima frazione con 21 pezzi. Alla fine ero più che soddisfatto, perchè sicuro che altri non avrebbero fatto molto meglio… invece Carbonell ha presentato 35 prede. Sono mancate quelle salpe e quei saraghi non trovati, ma tutto sommato non avevo nulla da recriminare, anche perché non ho sbagliato un pesce. Una buona prova, insomma, penalizzata solo dalla preparazione, che non ci ha favorito. Gli Spagnoli, sopratutto Carbonell, avevano preparato da tempo ed in più occasioni con l’aiuto di un locale famoso, aspetto che si è rivelato decisivo al punto tale che qualcuno non ha “gradito”, ed ha perfino rovinato la macchina al campione spagnolo!

Allora una seconda giornata all’attacco?

No, per due ragioni: la prima è che il campo gara non offriva zone jolly con possibilità di rimonta, e la seconda è che tra me ed i primi c’erano circa 15.000 punti di distacco. Ad onor del vero, avevo trovato una bella tana di grosse spigole in parete, una sorta di tunnel di circa 15 metri con una svolta ad angolo dietro la quale si formava una tettoia sul fango, zeppa di branzini. Ma effettuare il tragitto era già troppo difficilee rischioso con mare calmo… figuriamoci con quello mosso!

Comunque, sono partito nei pressi di questa grotta, perché in zona giravano cefali e salpe. Visto che inizialmente non ho trovato molti muggini mi sono dedicato prima alle grosse salpe, catturandone sei. Nello stesso posto, ho poi catturato 10 cefali, un sarago ed una spigola di sei chilogrammi. Quest’ultima era in caccia nella schiuma, e al termine di un agguato con aspetto terminale, mi ha impegnato in un tiro abbastanza lungo e preciso: data la stazza del pinnuto ed il fatto che impugnavo un arbalete da 75 senza mulinello, era importante colpirlo in un punto vitale. Fortunatamente, sono riuscito nell’impresa.

Foto: Daniele Petrollini

Dopo un’ora avevo 18 prede in cavetto. A questo punto avrei avuto bisogno di una tana di saraghi per mettere a pagliolo i 12 pesci consentiti, ma dove mi trovavo non ce n’erano. Allora ho rimediato altre 2 salpe, due cefaloni e tre o quattro saraghi, ma niente più. Ho strappato una salpa e sbagliato un cefalo, terminando la gara con un ottimo bottino di 26 prede. Questa frazione ha visto il distacco dai primi ridursi moltissimo -nell’ordine dei 1000 punti-, confermandomi che in presenza di diverse condizioni la prima giornata avrebbe potuto regalarci ben altre soddisfazioni. Da segnalare che il portoghese Dominguez, vincitore della seconda prova, aveva i soliti 3 o 4 gronghi in carniere, prede che sono risultate decisive.

Ma voi non avevate trovato i “serpenti” che valevano ben 2000 punti?

Non ce n’erano tantissimi, io ne avevo segnato solo uno che poi non ho nemmeno ritrovato! Ne sono usciti alcuni e grossi (pensa che il peso minimo era 5kg!) ma non un’infinità. Bisognava conoscere bene le zone più prolifiche, e noi non ci siamo riusciti per mancanza di tempo.

A che batimetriche avete pescato?

Il primo giorno si è operato entro i 15 metri, con qualche atleta tipo March e Paggini che si sono spinti sino alla batimetrica dei 25 metri, mentre il secondo giorno, invece, siamo rimasti quasi tutti tra i 7 e gli 8 metri.

Che armi hai usato?

Ho pescato sempre con un arbalete da 75 e mulinello in cintura. Ho fatto un paio di tuffi col 100 in un punto dove si diceva girassero le ombrine (in 15gg mai vista una!) per provare una botta di fortuna, ma sennò solo un’arma media.

Il mulinello in cintura è una tua “chicca”, a cosa lo colleghi dopo lo sparo?

Se ce la faccio, collego il moschettone (piuttosto grande come dimensioni e privo di spigoli) all’ogiva degli elastici, in modo che si possa sfruttare pure l’effetto di ammortizzazione che quest’ultimi procurano, sennò, specie nei “lunghi”, al calcio che è immediatamente vicino. Cmq l’importante è saperlo gestire il mulinello, controllando molto bene la sagola che esce!

Ma questo Carbonell è veramente …

Uè!! Io l’ho già battuto ad Arbatax [Stefano si fa una risata]!!

Ehm… volevo dire, è veramente forte?

In acqua bassa è fortissimo, ed mantiene un ritmo forsennato. Ha comunque dalla sua il tempo e le possibilità economiche…. che noi ci sognamo. Loro fanno della pesca in apnea una professione, noi abbiamo tutti un lavoro diverso. Loro hanno una Federazione che ha la possibilità economica di gestione superiore alla nostra e si può permettere di spesare ricognizioni e sopraluoghi quando e come vuole, e pure uno sponsor “su misura!”. Isomma, Pedro Carbonell oltre ad essere un Campione è molto meglio organizzato e più libero.

Grazie mille Stefano!

Category: Articoli, Interviste, Pesca in Apnea

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