Speciale Assoluti 2008 Torre Vado – La cronaca I° parte
L’assoluto di Torre Vado si è distinto per l’ottima organizzazione – Foto: A, Balbi
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Quella disputata a Torre Vado è stata una finale davvero combattuta e dall’esito incerto sino all’ultimo momento. Alla fine l’ha spuntata Nicola Riolo,conquistando il suo sesto titolo italiano, un nuovo record di vittorie che giunge a 25 anni esatti dalla sua prima affermazione nell’assoluto di Marina di Noto del 1983. Ed è forse un segno del destino che il record di 5 vittorie, da Riolo sin qui condiviso con Gasparri e Scarpati, sia stato superato proprio nell’anno del grande “ritorno” di quest’ultimo nell’ambiente della pesca in apnea. Il grande campione partenopeo, infatti, si è progressivamente riavvicinato al nostro mondo in seguito all’uscita del suo libro “Il Tempo di un’apnea“, che ha colpito ed entusiasmato gli appassionati ed i vecchi tifosi, mai dimentichi delle sue gesta. In occasione dell’Eudi Show ci ha confessato che non si sarebbe mai aspettato tanta attenzione, era convinto che tutti lo avessero dimenticato. A Torre Vado Massimo Scarpati deve aver in qualche modo presentito ciò che stava per accadere, perché già durante la pesatura della prima giornata scherniva Riolo con il suo sorriso sincero e contagioso dicendogli: “Nicola non ti preoccupare, i record sono fatti per essere battuti”. E’ finita proprio così, e proprio nel momento in cui finalmente Riolo riusciva ad agguantare il sesto titolo a lungo inseguito nel corso degli anni, il suo idolo di sempre era li’ a vederlo trionfare e a cingergli il collo con la medaglia d’oro. Un momento toccante, che ci ha regalato un Riolo sorridente e disteso come mai ci è capitato di vedere in questi ultimi anni. A Torre Vado quest’anno si è respirata vera magia.
Un momento della gara, con Lovicario e Mancia in azione sul caratteristico fondale della zona – Foto: A, Balbi
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Facciamo un passo indietro e torniamo alla preparazione, quando il solito coro di lamenti degli atleti si diffondeva nelle calde serate salentine di Torre Vado, ridente località costiera posta a metà strada fra Leuca e le secche di Ugento. I fondali della zona si caratterizzano per la presenza di un grotto basso e poco fessurato che, seppure ben frequentato in particolar modo da saraghi, offre pochi ripari al pesce, che conseguentemente risulta mobile e inaffidabile. Alcuni atleti mugugnano per la ridotta estensone dei campi gara estratti, mentre ad altri non va giù che la profondità massima non superi i trenta metri in un campo e addirittura 20 nell’altro. Chi ha la possibilità di pescare più a fondo non è messo in condizione di esprimere il proprio talento, lo stesso che poi risulta utile in competizioni internazionali: è questo l’appunto mosso da più parti.
Nonostante lamenti e mugugni, tutti sono consapevoli del fatto che alla fin fine il pesce c’è, e che la sua mobilità non impedirà a molti concorrenti di realizzare buoni carnieri. Col trambusto della gara, anzi, sarà più facile pizzicare quegli sparidi che tenteranno la carta dell’immobilismo per occultarsi e sfuggire al pericolo. Chiaramente, non è dato sapere quali zone risultarenno ben frequentate nel giorno della gara e quali, invece, si trasformeranno in un deserto, lasciando a becco asciutto chiunque vi si trovi sopra.
Prima Giornata
Prima giornata: i concorrenti si radunano al centro del campo gara – Foto: A, Balbi
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Alla mattina tutto è pronto per il via. Mare con piccola onda di scaduta di libeccio, cielo parzialmente nuvoloso: le condizioni sono buone. I concorrenti si infilano le mute nel porticciolo di Torre Vado, dove l’organizzazione sta ultimando i preparativi dell’imponente ed efficace apparato di assistenza. La nostra spedizione ha un gommone proprio a disposizione, ma io salgo su una delle imbarcazioni dell’assistenza insieme a Marco Bardi, in modo da poter circolare sul campo gara e raccogliere notizie di prima mano per la nostra diretta. Il campo della prima giornata è quello più settentrionale, per la verità piuttosto lontano dalla base di partenza di Torre Vado: siamo a ridosso della meda che segnala i “cavalluzzi”, gli scogli emergenti posti nell’area meridionale delle secche di Ugento, in un tratto di mare ricompreso nel campo gara della seconda giornata dell’assoluto di Torre San Giovanni 2005. Il giudice di gara Fabio Fiori ed il direttore Massimo Donno effettuano l’appello dei 30 concorrenti ed impartiscono le ultime istruzioni, poi danno il via al conto alla rovescia. Alla partenza buona parte dei gommoni prende due distinte direzioni: un gruppo più contenuto si dirige verso l’estremità meridionale del campo di gara, mentre il gruppo più folto punta decisamente verso il largo. Chi si avvicina al limite meridionale del campo di gara prende subito una mezza fregatura: a dispetto delle apparenze, la corrente ha un senso contrario a quello del vento, e chi si è buttato a sud convinto di risalire il campo a favore di corrente dovrà sgambare almeno fino alla pausa.
Leonardo Cagnolati tenta di difendere il titolo con una tattica prestabilita: dedicherà la prima ora di gara all’aspetto, per vedere se ci scappa un colpaccio, ed è costretto a rivelarci le sue intenzioni chiedendoci se per favore possiamo evitare di avvicinarci con gli operatori subacquei nelle prime fasi della gara. Sono le 9:20 circa, ed il campo è spazzolato da un allegro scirocchetto che non disturba più di tanto.
Nicola Riolo riemerge con un grosso sarago – Foto: A, Balbi
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Molti concorrenti effettuano lunghe planate sul fondo impugnando un corto fucile armato di fiocina, ed ispezionano con cura gli anfratti presenti. Occorre colpo d’occhio: la preda può appoggiarsi sul fondo praticamente ovunque, sfruttando ogni asperità o caratteristica che possa garantire un certo mimetismo, e si deve prestare attenzione ai dettagli senza perdere la visione d’insieme. Fino alle 10 di mattina si hanno notizie di una o due catture per concorrente, poi arriva la bomba: Giustino Blasio si è imbattuto in una enorme orata, che è andata a far compagnia ai due saraghi già a paiolo! Mentre molti alteti, fra cui Inserra, Fauci, Smeraldi, De Silvestri, Felice e Volpicelli, non riescono a trovare il bandolo della matassa, Luca Sepe fa il colpaccio nell’acquetta (sei metri circa) dove scova una lastra zeppa di saraghi. Sepe non si lascia sfuggire l’occasione, e con calma infiocina ben sette saraghi che gli assicurano un ottimo piazzamento di giornata. Intorno alle 10,30 si hanno notizie di carnieri di almeno quattro prede, come nel caso di Riolo e Mangano. Quando si raccolgono notizie sul campo gara, ovviamente si contano tutte le prede che poi saranno presentate…. ma non è possibile sapere quante verranno scartate perché di peso inferiore a 400 grammi. Le bilance a bordo sono vietate, anche perché il sistema di punteggio prevede addirittura delle penalità -ossia un punteggio negativo- per chi presenta prede eccessivamente sottopeso, e di conseguenza è difficile valutare a colpo d’occhio la reale consistenza dei carnieri, ed occorre sempre attendere il responso finale della bilancia. Alle 11 un nuovo sussulto: Stefano Bellani ha strappato un serra stimato 5 chilogrammi! Mentre scendeva ha avvistato i serra sul fondo, così ha inziato una planata sul branco, che, disturbato dalla manovra di avvicinamento, ha subito assunto un moto circolare. Stringendo sempre più la traiettoria in una spirale discendente, Bellani riesce ad avvicinarsi più che può ad un grosso esemplare e scocca il tiro, purtroppo lungo. L’asta colpisce il pescione all’altezza della spina, ma l’impatto non ha forza sufficiente per trafiggere il possente corpo della preda, che con uno scrollone si libera dell’asta e, con aria perplessa, si allontana nel blu.
Il carniere della prima frazione di Giustino Blasio, con la splendida orata da 4,7 chilogrammi
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Alle 11:30 si conclude la prima metà della giornata, e gli atleti hanno a disposizione 15 minuti per riposarsi e spostarsi con il gommone sul campo di gara. In questo momento la lotta per la vittoria di giornata sembra appannaggio di Giustino Blasio, proiettato ai vertici dalla enorme orata, che probabilmente gli frutterà 2000 punti di soli bonus speciali, Luca Sepe con la sua bella pescata di saraghi e Nicola Riolo, che ha appena arpionato due murene in sequenza, arricchendo ulteriormente il proprio carniere. E’ ancora presto, però, per tirare le somme: allo stato attuale, un solo pesce di mole può rivoluzionare il vertice della classifica, e ci sono altri concorrenti che stanno comunque mettendo insieme carniere, come il laziale Alessio Gallinucci. Dopo il ritiro forzato dell’anno scorso, antipatico di per sé ma ancor più indigesto perché giunto dopo la vittoria della prima frazione, si è presentato a Torre Vado molto determinato, anche se dalla sua espressione sembra trapelare un filo di comprensibile preoccupazione. Attualmente pare che il Commendator Gallina abbia messo a paiolo sei prede, che -se in peso- gli garantirebbero uno stazionamento in zona alta della classifica. Proseguiamo il nostro giro sul campo gara per raccogliere notizie ed apprendiamo che mentre Riolo riemerge con un grosso sarago over chilogrammo Stefano Bellani arricchisce il proprio carniere portandosi a otto saraghi. Ci giungono notizie di un buon carniere da parte di Max Barteloni, mentre altri atleti accreditati come Maurizio Ramacciotti o Roberto Praiola sembrano in deciso ritardo. Nel finale di gara si verifica una lotta gomito a gomito fra Riolo, a caccia del bonus per completamento della serie di 10 saraghi, e Mancia, autore di una buona prova a suon di saraghi. Al termine della competizione percorriamo il lungo tratto di mare che ci separa da Torre Vado, dove gli atleti consegneranno i carnieri all’organizzazione. La pesatura si svolgerà a poche decine di metri dal porticciolo, in una struttura decisamente valida ed attrezzata.
Il bel carniere della prima giornata di Max Barteloni, portacolori della Mares
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Gli atleti si accodano di fronte al luogo della consegna, e sfilano uno ad uno con i carnieri ben in vista, per gli applausi del pubblico che affolla la banchina circostante. Noi siamo occupatissimi a fotografare e riprendere i carnieri, riusciamo persino a recuperare della corrente al volo dalla gentilissima proprietaria del chiosco del noleggio imbarcazioni e a trasmettere in diretta via UMTS le immagini del rientro a terra con i carnieri. E’ un primo test, la connessione è ancora insufficiente e l’immagine va a scatti, ma di sicuro è una novità siderale per le competizioni di pesca in apnea.
I carnieri più belli sono senza dubbio quelli di Blasio, Riolo e Barteloni, che infatti si classificano in questo preciso ordine, ma ottengono un buon risultato anche Luca Sepe con 9 prede, Mancia con 9 più una a coefficiente e Gallinucci con sette prede. Seguono D’Onofrio, Bellani, Calvino e Smeraldi, che chiude la top ten. La pescata di Blasio con l’orata maxi (bonus 1000 punti in quanto orata over chilo ed altri 1000 come preda più grande) da 4,740 grammi condiziona le percentuali in modo pesante: Riolo è secondo con 87,46%, Sepe è quarto con 70,68% e già il settimo classificato D’Onofrio è a soli 50.90 punti. Questo significa che la gara, pur rimando aperta per il discorso della qualificazione, è ormai segnata: atleti come De Silvestri (12), Cagnolati (13), Praiola (21) o Ramacciotti (22) difficilmente potranno aspirare alla vittoria finale. Non mancano le brutte notizie: purtroppo Sebastiano Pisci ha accusato un malore ed è costretto al ritiro.
Il carniere della prima giornata del campione 2007 Leonardo Cagnolati – Foto: A Balbi
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Nicola Smeraldi con il carniere della prima frazione. Per lui sarà un ottimo campionato – Foto: A Balbi
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Bellani sorridente mostra il carniere della prima giornata – Foto: A. Balbi
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Un buon avvio per Alessio Gallinucci – Foto: A Balbi
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Category: Agonismo, Articoli, Pesca in Apnea