Spearfishing Champions League, un magnifico ritorno! (1/2)
Dopo sei anni di silenzio la Spearfishing Champions League, una delle migliori competizioni di pesca in apnea al mondo, è tornata con tutti gli onori. L’isola greca di Lemnos è stata per la seconda volta la località ospitante, dopo l’edizione del 2004 vinta dalla coppia italiana formata da Marco Bardi e Fabio Antonini. Questa volta la coppia italiana era assente, tuttavia la manifestazione ha raccolto ancora una volta l’adesione di numerose star.
Ben ventitre le squadre provenienti da Cipro, Turchia, Italia, Malta, Ucraina, Libano e, per la prima volta, dal Sud Africa.
Tra i molti nomi famosi abbiamo potuto ammirare alcuni idoli, primi fra tutti i “senatori” e plurivincitori di ben tre edizioni di questa competizione internazionale: Mazzarri e Molteni. Accanto a Renzo, vincitore di un Campionato Euroafricano e tre titoli mondiali, Lemnos ha salutato anche Stefano Bellani vincitore di un mondiale in Cile, Gianni Sideris, medaglia d’argento al Campionato del mondo in Venezuela e Ioannis Degaitas, medaglia di bronzo all’Euroafricano 2007 in Spagna.
Presente anche Lazaros Papasopoulos, una stella internazionale del basket greco che ha tenuto in mano il pallone per gran parte della sua vita senza mai trascurare la pesca in apnea anche durante la sua carriera di cestista e che ha attirato gli sguardi e le macchine fotografiche di numerosi fan. “Ho dovuto smettere di giocare a pallacanestro lo scorso anno a causa di un’operazione al ginocchio. Sto pensando di rientrare ma ho ancora bisogno di tempo per prepararmi. La pesca in apnea è sempre stato il mio hobby; in qualunque paese io abbia giocato ,ogni giorno libero, ho dedicato un paio d’ore ad una battuta di pesca.” E i risultati ottenuti dimostrano le indubbie qualità di Papadopoulos che ha pescato intorno ai 35 metri portando la sua squadra al quinto posto nella classifica finale.
La Spearfishing Champions League ha mantenuto intatto il suo fascino nelle sue otto edizioni, tutt’altro che diminuito nonostante i sei lunghi anni di silenzio.
Prima giornata: la vittoria di Cipro II e il cernione di De Mola
Le squadre avevano diritto a due giorni di preparazione sui campi gara. Le condizioni meteo avevano indotto fin da subito gli organizzatori a optare per disputare entrambe le giornate nella zona sud dell’isola di Lemnos, quella dei campi di riserva.
Nettuno è stato gentile e ha dato soddisfazione a tutti coloro che hanno preso parte alla manifestazione: giornalisti, accompagnatori in superficie e atleti sott’acqua.
Sul fondo la corrente era sostenuta, mentre la visibilità di circa 12/13 metri in superficie lasciava spazio ad acqua decisamente più limpida già dopo i 15 metri.
Si sa come sono i pescatori: ognuno dice di aver trovato qualcosa ma non si espone mai molto. Le cernie davano qualche speranza, ma alla vigilia nessuno può dire chi farà buone catture e chi invece rimarrà a mani vuote. Mentire agli altri fa sicuramente parte del folklore delle gare di pesca.
Immediatamente dopo la partenza delle sei ore di gare era già chiaro che le catture non sarebbero mancate sia in acqua bassa che più in profondità. I concorrenti catturavano saraghi, cefali, corvine e tordi, ma ci si aspettava la cernia!
“Ne avevamo segnata una ma abbiamo mancato la cattura” dichiarava il Commissario Tecnico della Nazionale greca, Nikos Kambanis, componente di una squadra con Iorgos Ioannou and Dimitris Kollias. Ebbene, la cernia bianca mancata dalla squadra greca, sarebbe arrivata sulla bilancia come parte del pesante carniere della squadra di Cipro.
I ciprioti non conoscevano la cernia marcata dai greci ma le due squadre stavano pescando tra i 38 e i 42 metri ai lati opposti della stessa tana. I primi sommozzavano tre metri più fondo alla ricerca di una cernia dorata. Sorprendentemente, dopo averla catturata, si sono trovati davanti la cernia bianca, con grande stupore dei greci. “Siamo rimasti sorpresi anche noi. Sapevamo della cernia dorata e per questo siamo andati sul quel segnale, ma abbiamo cercato di catturarla insieme alla cernia bianca. Non è solo una questione di fortuna, è anche una questione di cognizione” ha dichiarato Nikolas Nikolaou di Cipro 2.
L’entusiasmo si è poi impadronito della squadra mista di Grecia, Italia e Spagna, composta da Kostas Makris, Giacomo De Mola e Oscar Martin Lopez che ha catturato la preda più grossa della prima giornata: una cernia di 18,645kg che ha fruttato la sesta posizione. “L’abbiamo trovata sulla sabbia durante la preparazione, c’era solo una pietra, non troppo grande, con un canale verticale. Ho strisciato nei pressi, non troppo vicino, fino a quando la cernia ha cominciato ad infilarsi nel canale. Ho fatto partire l’asta, colpendola in testa, così ho avuto la possibilità di tenerla. In quel momento Oscar è arrivato ad aiutarmi doppiandola e finalmente siamo riusciti a tirarla fuori” ha dichiarato Giacomo De Mola. Stranamente la cattura è stata effettuata al primo tuffo della giornata a 38 metri di profondità.
Tornando a Cipro 2 di Georgios Vasiliou, Ilias Liassis e Nikolas Nikolaou, sono stati tra gli ultimi a mostrare il proprio carniere consapevoli del loro risultato ed avendolo tenuto ben nascosto durante la gara. Si sono così guadagnati l’applauso degli spettatori che aspettavano impazienti sulla banchina. Il pubblico è stato premiato da un carnire con una cernia bruna di 12,800 kg, una bianca di 11,175 e una dorata di 5,335. A questi trofei i ciprioti hanno accompagnato molti altri pesci, abbastanza per vincere la prima frazione con 32.835 punti.
Un punteggio troppo alto per la squadra turca del Team Deep Master, composta da Ali Riza Cirmene, Huseyin Tasdibi and Mert Elibol che, malgrado la cattura di 17 prede, cui si è aggiunto il bonus per aver catturato 10 esemplari della stessa specie, si sono dovuti accontentare del secondo posto con 28.815 punti. Il terzo gradino del podio è stato conquistato da un’altra squadra cipriota con Stelios Yangou, Stavros Avgoustinou e Panaghiotis Antoniou fermatisi a 22640 punti.
Seconda giornata: il Grande blu contro la festa finale cipriota.
Nella seconda giornata la maggior parte delle squadre ha scelto di pescare in acqua bassa, molti atleti hanno puntato sulla pesca ai cefali, abbondanti in poca acqua, mentre la squadra Cipro II, dopo la vittoria nella prima giornata, si è diretta da subito verso le zone più profonde.
Stefano Bellani ad esempio è riuscito a catturare ben 6 pesci in soli cinque minuti con frequenti coppiole di cefali, e non è stato l’unico!
Il sudafricano Trevor Hutton, più noto come apneista, ha preso parte alla manifestazione in coppia con l’ucraino Sergei Kozlenko e il supporto dell’azienda Deep Master. Hutton, con la partecipazione alla Sperafishing Champions League, ha rotto il ghiaccio nelle gare di pesca in apnea. Nella seconda giornata ha pescato nel profondo blu, facendo tre tuffi a 52 metri.
Nel primo si è trovato in mezzo a 15 grosse ricciole, stimate tra i 50 e i 60 chili ma malgrado sia rimasto per un minuto sul fondo, non è riuscito a portarle a tiro. Il tempo corre con 6 atmosfere di pressione addosso:“Dovevo decidere cosa fare e ho l’ho fatto bene. E’ stata dura lasciare, da una parte ero tentato dai pesci ma dall’altra ben consapevole dello sforzo necessario per tornare in superficie. Restare ancora a quella profondità avrebbe rappresentato un rischio tremendo. Sono molto contento di aver sommozzato a varie profondità in questi quattro giorni ed aver raggiunto il grande blu a 52 metri senza alcun problema. Il mio obiettivo è catturare il pesce più profondo del Mediterraneo! La Spearfishing Champions League è stata un’esperienza fantastica, che mi ha dato l’opportunità di incontrare molti campioni della pesca in apnea e stare bene in loro compagnia”.
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