Sigalsub: piccoli ma belli!
In Italia il contesto della produzione di attrezzature per la pesca in apnea può essere in fondo suddiviso in due parti.
Della prima fanno parte le grandi aziende, marchi affermati che hanno legato il loro nome alla storia della pesca in apnea non soltanto agonistica.
Alla seconda appartengono le tantissime, piccole, realtà artigianali che hanno in una spiccata specializzazione il loro punto di forza e la propria ragione per stare sul mercato e che, malgrado le dimensioni, hanno in alcuni casi dato il via a vere e proprie rivoluzioni.
Sono aziende che si muovono all’interno di nicchie di mercato, spesso con un unica tipologia di articoli (mute, pinne, fucili, accessori, etc.) ma estremamente tecnici e destinati ad un pubblico tanto competente quanto esigente.
Da qualche tempo tuttavia molte di queste aziende hanno avviato collaborazioni reciproche, spesso partendo dai prodotti complementari ai propri, con il preciso obiettivo di riuscire a presentare ai propri clienti un catalogo comunque assortito, facendo quindi sistema e sfruttando nel migliore dei modi le sinergie derivanti dalle competenze che ciascuno, nel proprio settore, è in grado di mettere in campo.
Abbiamo voluto affrontare questo argomento con Simone Gallini, uno dei titolari di Sigalsub, azienda nata nel 2000 e che, attraverso un percorso di sviluppo è crescita, ha assunto la struttura attuale nell’agosto del 2009.
Partiamo dalle origini: In quale momento e per quale motivo si decide di uscire dal proprio garage e diventare imprenditori?
Non so come sia stato per altri, per noi è stata una evoluzione naturale, in realtà non mi sono neanche reso conto dei continui cambiamenti e ci siamo ritrovati al punto che la ditta era cresciuta aldilà di ogni nostra aspettativa.
“Imprenditori” credo che sia ancora una parola grossa per la nostra realtà, ma stiamo lavorando per sfruttare le occasioni che ci si sono presentate e continuare a crescere.
La cosa importante (e più difficile) è continuare a tenere la nostra caratterizzazione artigianale nonostante la crescita, ma per me DEVE continuare a essere una priorità perché fa parte della nostra filosofia di lavoro.
Siete partiti dalle aste e, via via, avete aggiunto al catalogo altri accessori legati comunque alla lavorazione dei metalli.
Beh, le nostre competenze sono fortemente indirizzate nella torneria e in generale nelle lavorazioni meccaniche di metalli o materie plastiche, quindi è stato naturale concentrare il nostro catalogo su quei prodotti.
Con gli anni si è creata l’esigenza ed è cresciuta la nostra esperienza per ampliare il catalogo, anche grazie alle numerose collaborazioni che abbiamo avuto con altri specialisti del settore.
La vostra immagine è quella di un’azienda fortemente specializzata; vi ci riconoscete o, dopo oltre dieci anni di attività, dietro il marchio Sigal c’è dell’altro?
Per il momento rimaniamo una ditta fortemente specializzata, ma con il tempo abbiamo inserito anche prodotti più commerciali.
A seconda delle esigenze di mercato decidiamo quale delle due strade seguire.
La mia speranza per il futuro è arrivare ad avere un catalogo più completo, un mix di prodotti commerciali ma utili e prodotti esclusivi o comunque realizzati secondo i nostri standard.
Devo dire che “sentimentalmente” parlando sono più affezionato e soddisfatto dei prodotti dove riusciamo a dare un “qualcosa in più”…ma credo che questo sia ovvio…
In questi anni vi siete affermati anche sui mercati esteri. Ad oggi qual è la vostra presenza al di fuori del mercato italiano?
Sul mercato estero esportiamo tutti gli articoli del nostro catalogo, compresi quelli dei nostri partner, con un fatturato in costante crescita e che, ad oggi, rappresenta quasi la metà del totale.
I paesi dove siamo maggiormente presenti sono, in ordine di importanza, Spagna (comprese le isole Canarie), Francia, Grecia, Croazia e Cipro.
Infine stiamo cercando i contatti per entrare in Brasile, Venezuela, Martinica, Capo Verde e Madagascar, mercati sui quali siamo però penalizzati dai rapporti di cambio delle monete locali con l’euro.
Da diversi anni avete iniziato le collaborazioni con altre importanti aziende: come avete scelto i vostri partner? È solo una questione di prodotti o c’è dell’altro?
Come detto si è creata l’esigenza di inserire sempre nuovi prodotti, dove avevamo sufficiente esperienza ci abbiamo pensato direttamente, in altri casi abbiamo preferito affidarci ad altri specialisti del settore per poter fornire sempre prodotti di alta qualità.
Il rapporto tra le aziende è solo di tipo commerciale, in cui ognuno è un semplice fornitore dell’altro, o c’è una collaborazione in termini di idee e progettazione dei prodotti?
Le scelte tengono sempre conto sia del fattore lavorativo che di quello umano.
Primo affidarci a ditte che ci diano garanzia di massima qualità, dopodiché sicuramente valutare con chi c’è convergenza di idee e progetti.
Perché certe collaborazioni funzionino bisogna avere reciproca fiducia ed un ottimo rapporto anche umano, in caso contrario si andrebbe incontro a vari problemi.
In questo devo dire che le varie collaborazioni (STC, TOPSUB, SEAWOLF, GIGAPRESS) stanno dando ottimi risultati soprattutto grazie alla disponibilità ed intelligenza dei titolari.
La cosa fondamentale è che finora tutti hanno rispettato gli accordi presi anche di fronte a decisioni non sempre facili.
Con alcune di queste aziende avete un rapporto di reciproca commercializzazione, in altri casi i prodotti portano direttamente il vostro marchio: da cosa dipende la scelta?
La mia idea è di inserire dove possibile prodotti a marchio Sigal, soprattutto dove il progetto viene portato avanti insieme.
Ci sono però casi dove il prodotto è talmente identificato con l’azienda che lo produce che è naturale che ne mantenga il nome originale anche per una questione di chiarezza e correttezza verso il cliente finale.
Cosa fa di un’idea un prodotto?
Vari aspetti, difficoltà realizzative e costi prima di tutto, richiesta da parte del mercato.
Dopodiché tanto lavoro e ore e ore di prove e test… mettere in pratica le idee è spesso molto complicato.
Prima di avviare la produzione di qualcosa sondiamo i vari negozianti (ma anche i clienti finali) per vedere se c’è una reale possibilità di venderne una quantità accettabile.
Negli anni, purtroppo, ho visto molte buone idee non realizzarsi o per l’eccessivo costo di produzione o perché avevano un target di mercato troppo limitato.
Come si scelgono i materiali e che importanza hanno sul prodotto finale?
Fondamentale.
Abbiamo scelto come politica di provare a dare sempre il meglio nelle nostre produzioni.
Quando si progetta un prodotto nuovo valutiamo tutti i materiali disponibili sul mercato, applicazioni, costi, caratteristiche tecniche in base all’utilizzo e decidiamo sempre per il miglior rapporto qualità/prezzo.
E’ il caso, per fare degli esempi, delle ogive di titanio o del materiale delle bobine dei mulinelli che è stato cambiato in corso d’opera, per non parlare delle aste.
Sono scelte difficili che quasi sempre ci danno un margine di guadagno inferiore a quello che si potrebbe.
Ma alla lunga credo che sia la strada migliore da seguire ed in ogni caso è caratteristico del nostro modo di lavorare.
Puoi anticiparci su quali progetti e prodotti state lavorando?
Stiamo per uscire con una nuova linea di staffe per videocamere con relativi adattatori.
La staffa sarà universale ed adattabile ai vari supporti, in maniera che se ne possa utilizzare solo una e acquistare solo gli adattatori per i vari fucili posseduti.
Inoltre la grande novità di quest’anno sarà il nuovo elastico Extreme, di cui al momento preferisco non anticipare molto visto che a breve partirà la campagna pubblicitaria.
Per il resto ci siamo presi un anno sabbatico, proprio perché a causa della crescita degli ultimi anni abbiamo l’esigenza di riorganizzare sia la struttura che la gestione della ditta.
Ci sono altre idee ma al momento sono allo stato embrionale.
Forse ti interessa anche...
Category: Articoli, Interviste, Pesca in Apnea, Pesca in apnea: Tecniche e attrezzature