Semifinale Zona B – Trapani 2008: le interviste (3/3)
Re incontrastato in acqua bassa, Felice dovrà dimostrare di essere versatile (foto S. Rubera)
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Concetto Felice (27 anni) Team Mares – Settimo classificato
Avevo impostato tutta la preparazione in acqua bassa, visto che al momento del sorteggio dei campi gara mi era stato assicurato che, lontano dalle spiagge e dai bagnanti, non c’era il limite imposto dalle ordinanze.
Purtroppo alla riunione del giovedì gli organizzatori hanno imposto il limite di 300 metri, a prescindere dalla tipologia di costa e dall’eventuale presenza di bagnanti; così mi sono trovato con pochissimi segnali da poter sfruttare e un con una gara tutta da improvvisare.
Il primo giorno ho fatto la partenza su una zona dove avevo segnato delle salpe e sono riuscito subito a catturare un pesce; poi mi sono spostato su un altro segnale ma ho trovato la tana vuota, così ho cominciato a razzolare catturando un altro pesce.
Pochi minuti prima dello spostamento, grazie all’acqua molto pulita, ho individuato due saraghi accanto ad uno spacco, a circa 18 metri di profondità; mentre effettuavo la discesa i pesci si sono intanati e, quando mi sono affacciato, ho visto solo le code sfilare senza alcuna possibilità di tiro.
Ho fatto un secondo tuffo e mi sono accorto che si trattava di uno spacco passante molto lungo; così sono andato dall’altra parte e ho sparato ad un sarago molto lontano, per poterlo recuperare più in fretta ho percorso tutta la tana uscendo dalla parte opposta.
A quel punto ho dovuto decidere se insistere su quella tana, rinunciando allo spostamento, o risalire in gommone per dirigermi su una zona di grotto molto interessante che avevo trovato in preparazione.
Ho preferito questa seconda scelta ma, al mio arrivo ho visto i gommoni di altri concorrenti allontanarsi, segno evidente che la zona era conosciuta da molti che ci avevano già pescato nella prima metà di giornata.
Così ho continuato a razzolare, uscendo verso il largo, senza catturare pesce fino a circa un’ora dalla fine della gara; nell’ultima parte della giornata sono arrivato su un’altra zona di grotto con un fondale che andava dai 16 ai 19 metri e, nel poco tempo restante, sono riuscito a catturare altri sette pesci, di cui tre negli ultimi tre tuffi.
Il quinto posto di giornata è stato davvero un risultato insperato viste le premesse.
Per la seconda giornata mi ero ripromesso di non fare errori e avevo fissato la partenza su un punto al limite della fascia di rispetto, che avevo ripetutamente controllato con il gps per evitare spiacevoli imprevisti.
Invece, appena mi sono tuffato, la barca della giuria è venuta a segnalarmi che ero troppo a terra e che mi dovevo assolutamente allontanare; anche la seconda giornata cominciava quindi con la prospettiva di una lunga pinneggiata nel nulla; i quattro pesci che ho preso nella prima metà di gara li ho trovati su delle chiazze di sabbia al limite della posidonia e li ho presi in caduta.
Approfittando dello spostamento sono andato in una zona dove avevo quattro punti interessanti a poca distanza l’uno dall’altro; ma anche in questo caso sono stato preceduto e ho trovato i segnali vuoti.
Continuando a scorrere su un fondale tra i 18 e i 20 ho catturato altri tre pesci, l’ultimo dei quali a soli 4 minuti dalla fine della gara.
In due giornate, con 4 spostamenti, del pesce segnato durante la preparazione ho catturato solo una salpa.
Per come si erano messe le cose ad inizio gara non posso che essere contento di questa qualificazione.
Pur non giovanissimo, Sepe è stata un’altra piacevole sorpresa di questa semifinale (foto S. Rubera)
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Luca Sepe (38 anni) Team Elios – Ottavo Classificato
La qualificazione è un risultato che mi lusinga e non riesco ancora a gestire bene l’emozione.
La preparazione è andata bene, non fosse altro perché in gara ho ritrovato quasi tutti i pesci segnati, soprattutto saraghi, anche grossi, nel primo campo gara.
La prima giornata era partita veramente male, innanzitutto perché sono stato vittima di una strana forma virale che mi ha debilitato non poco, credo avessi anche qualche decimo di febbre.
Ma la “falsa” partenza era da attribuire piuttosto, ad un episodio con coprotagonista Sandro Mancia. Siamo arrivati insieme alla partenza sullo stesso segnale; evidentemente alleatissimo, Sandro ha cominciato ad un ritmo indiavolato.
Io, dopo pochi metri di ricerca in superficie, ho ritrovato alcuni saraghi segnati e dopo un paio di planate sono riuscito a far intanare gli sparidi; appena cambiato fucile è arrivato come un falco il siciliano che mi è letteralmente sceso tra le pinne catturando velocemente il sarago più grosso.
La cosa mi ha innervosito parecchio perché, malgrado a norma di regolamento sia lecito, non sono abituato a simili comportamenti e non me lo aspettavo; comunque il mio barcaiolo ha avuto la bravura di farmi calmare e condurmi sugli altri segnali.
Ho ritrovato gran parte dei saraghi segnati e ho effettuato 11 tiri catturando 11 pesci!
Ho impugnato quasi sempre un 120, visto che mi piace pescare solitamente con fucili lunghi; all’occorrenza ho usato un 75 e un 60.
All’intervallo, considerato il mio stato di forma non proprio ideale, ho preferito saggiamente restare su fondali medio bassi in centro campo gara, peraltro scelta premiata dalla cattura di altri saraghi.
Nel secondo campo avevo invece solo un segnale, due corvine di cui solo una in peso, e tutto da inventare; fortunatamente la tana era al limite campo sopracorrente e ho potuto, dopo la cattura della unica corvina in peso, scorrere a favore buona parte della distesa di posidonia.
Certo che la zona di Bonagia non è che fosse proprio esaltante.
A metà gara, pur con l’incognita della corrente forte, mi sono spostato agli Asinelli dove mi sono ritrovato con altri concorrenti; mi sono incaponito a pescare fondo, alla ricerca di qualche pesce “d’effetto”, ma il taglio freddo e il ritmo ovviamente più blando non mi hanno premiato.
Ho preso una murena sui 27 metri e dopo mi sono lasciato scorrere un po’ sulla secca su un fondale più basso; come mi capita spesso, negli ultimi 10 minuti ho catturato l’ultimo pesce, una bella corvina.
Adesso mi aspetta il Campionato assoluto e, per uno come me che ha cominciato a fare gare da poco, il solo leggere la lista dei finalisti mi fa venire l’angoscia’ ma la palla è rotonda e l’acqua impalpabile direi, e allora appuntamento a Leuca!
Simpatico e caparbio, Antonio Lovicario ha preso molto da papà Carlo (foto S. Rubera)
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Antonio Lovicario (25 anni) Team Cressi – Nono classificato
La preparazione è stata abbastanza soddisfacente; sul secondo campo ero riuscito a trovare delle belle tane con attorno zone dove poter razzolare; nel primo campo invece avevo trovato qualche pesce qua e là ma una sola tana importante.
Nella prima giornata ho pagato sicuramente l’inesperienza e forse anche l’emozione di partecipare a una competizione così importante, con un confronto diretto con atleti di grande esperienza.
Sono partito su l’unica tana trovata che si trovava al limite campo gara, quasi di fronte la torre di Ligny, purtroppo la tana era vuota; così ho cercato di raggiungere un segnale dove, in preparazione, avevo trovato una ventina di saraghi in un lastrone sui 18 metri.
Ho cercato di rimontare la corrente ma sembrava tutto inutile in quanto dopo un’ora avevo percorso solo cento metri.
Al termine delle due ore e mezzo mi sono subito spostato in un segnale dove avevo due saraghi, per fortuna erano lì e li ho presi; ho proseguito pescando in favore di corrente catturando un grosso marvizzo e altri due pesci purtroppo non in peso.
La seconda giornata sono partito su una tana stupenda, dove avevo trovato grosse corvine, una cernia sui 15 kg e un marvizzo veramente grosso; con grande stupore le corvine non c’erano ma c’era la cernia, mi sono infilato po’ più dentro e ho visto un fasciato che ho preso.
Durante quest’azione ho visto, in uno spacco di fianco, ho visto del movimento che mi ha incuriosito; al tuffo successivo mi sono affacciato e ho sparato tirando fuori una coppiola di saraghi.
Razzolando qua e là in delle cigliate ho racimolato altri sei pesci, alla fine ho concluso con sette pesci validi che mi hanno fatto conquistare il terzo posto di giornata e l’ultimo posto utile per la qualificazione.
Credo che la mia carta vincente sia stata la voglia di pescare; rispetto alla prima giornata, dove l’emozione e il fatto di trovare la prima tana vuota mi hanno demoralizzato tantissimo, la seconda giornata ero molto più determinato poiché per qualificarmi sapevo che dovevo fare molto di più e così è stato.
Prima della partenza ero molto ottimista riguardo alla possibilità di fare risultato, poi però il diciassettesimo posto della prima giornata mi ha fatto pensare di dover rifare tutto da capo e invece eccomi qua.
Ci tengo molto a dire che per me questo è stato un anno molto importante a livello agonistico, mi sono qualificato per la semifinale all’ultima selettiva, conquistando il titolo di campione sardo; questo è il secondo anno che partecipo alle selettive ed ero già molto contento del risultato ottenuto, in più si aggiunge il passaggio in prima categoria, per cui ho raggiunto più di quello che mi aspettavo all’inizio dell’anno.
Comunque andrà il Campionato Assoluto, per me è già tanto.
Per concludere voglio ringraziare pubblicamente la mia fidanzata, Tiziana, per avermi sostenuto in tutte le gare, non ne ha persa neanche una, e dopo la prima giornata sono sempre più convito di avere al mio fianco una persona splendida.
Un grazie va anche a mio padre per i saggi consigli che mi ha dato fin da ragazzo.
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