Semifinale Zona B – Trapani 2008: le interviste (1/3)
Il gesto scaramantico ha portato fortuna a Mancia (foto S. Rubera)
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Sandro Mancia (42 anni) – Primo classificato
Come molti pescatori palermitani, conosco abbastanza bene la zona di mare dove si è svolta la semifinale visto che ci pesco regolarmente.
Più che la conoscenza della zona, però, credo che l’elemento principale del mio risultato sia stato un approccio alla gara molto più tranquillo di quanto non fosse stato lo scorso anno a Terrasini.
Infatti sono arrivato a Trapani per centrare la qualificazione, non per vincere la gara, questo mi ha dato molta meno pressione dal punto di vista psicologico; alla vigilia mi sarebbe andato bene arrivare nei primi cinque in entrambe le giornata.
Quindi ho impostato tutta la preparazione su questo principio considerato anche che in queste zone il pesce si muove parecchio; non ha tane fisse in cui preferisce rimanere e dove è possibile catturare più pesci, si pesca individuando le zone migliori dove razzolare facendo la formichina, cercando di catturare un pesce qua e uno là, senza cercare punti fissi.
Per questo motivo ho escluso dalla preparazione il Banco San Giovanni e la Secca di mezzo che, per via della corrente, potevano risultare troppo rischiosi per impostarci la prima giornata.
Nella scelta della strategia ho potuto contare anche sui consigli di Borra che mi ha suggerito di puntare su una gara a piccoli passi, senza voler strafare, pensando a fare due buone giornate.
Per la prima giornata avevo studiato a tavolino i percorsi da fare; sono partito su una zona di grotto e posidonia sui 15 metri, vicino allo scoglio Malconsiglio, dove avevo segnato una tana con due pesci e sono riuscito a catturarne uno.
A poca distanza avevo altri quattro o cinque punti dove ho catturato altri pesci, proseguendo lungo il mio percorso.
Dopo le prime due ore e mezza avevo sette o otto saraghi.
Con lo spostamento ho rimontato tutto il campo gara per poter poi pescare a scorrere in favore di corrente su una traiettoria che avevo studiato, dove avevo vari punti ogni 50/60 metri.
Nell’ultima mezzora, avendo già completato il numero massimo di saraghi e avendo numerosi altri concorrenti intorno, ogni volta che trovavo un sarago in peso lo pungevo con la punta dell’asta per farlo scappare.
Il campo della seconda giornata era sicuramente meno pescoso e più difficile da interpretare, così sono partito pensando di rifare la tattica della formichina, visto anche il buon risultato che avevo ottenuto il giorno precedente.
Ho fatto la partenza su una tana dove in preparazione avevo sempre trovato qualche pesce, un giorno una corvina, un giorno alcuni saraghi, un giorno un solo pesce; la fortuna mi ha aiutato e, al primo tuffo, ho catturato la spigola.
Mi sono trovato marcato da diversi concorrenti, per cui sono stato costretto a spostarmi sulla posidonia, aspettando che la marcatura si allentasse per poter andare velocemente sui punti buoni, cercare di catturare qualche pesce e tornare a distrarre gli avversari.
Nella prima metà giornata ho visitato una decina di zone catturando solo quattro prede.
Per la seconda parte mi sono spostato verso il centro del campo di gara per ricominciare a scorrere in corrente a zig zag.
In entrambe le giornate ho pescato esclusivamente con un arbalete da 50 armato con fiocinetta a quattro punte.
Sicuramente la mia carta vincente è stata quella di indovinare la strategia e la conoscenza del campo
Fauci sorridente alla vigilia della gara (foto S. Rubera)
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Massimo Fauci (36 anni) Team Merou – Secondo classificato
Ho dedicato i quattro giorni della preparazione quasi esclusivamente al primo campo, sia a causa delle condizioni del mare e del vento sia per il fatto che era sicuramente il campo più tecnico e più bello; al secondo campo ho dedicato non più di una mezza giornata.
Il primo campo era un susseguirsi di zone molto interessanti, con secche, risalite e grossi cigli di roccia praticamente ovunque; un certo numero di bei catini li avevo trovati, come un po’ tutti gli atleti, sul banco S. Giovanni ma, girando il campo con tutti i mezzi possibili, ero riuscito a esplorare anche una secca tre miglia al largo, rivelatasi poi come la ben conosciuta Secca di mezzo.
Un posto davvero bello, battuto ma bello! C’era praticamente ogni varietà di pesce, dai numerosissimi corvi, a saraghi, dentici, barracuda e vario pesce da razzolare.
Escludendo però il primo giorno di preparazione, di concorrenti intenti a preparare la gara sulla secca di mezzo non se ne vedevano; la cosa mi lasciava perplesso ma, visto che giornalmente mi trovavo a combattere contro una discreta corrente, ho pensato che fosse questo il motivo per cui la secca veniva trascurata.
La corrente era discreta ma non impossibile, tagliava quasi trasversalmente la secca, quindi si trattava di rimanere in corrente e non certo di risalirla, ed infatti così è stato la prima giornata.
Nella prima giornata sono partito sulla secca contando di farci le prime due ore e mezza ed invece ho pescato per tutta la durata della gara in corrente, perdendo contatto con la secca solo l’ultima mezzora e ritrovandomi a pescare a quote considerevoli.
Ho iniziato a fare il giro delle pietre segnate con un fucile da ottanta con mulinello catturando tre o quattro pesci; dopo un paio d’ore sono riuscito a catturare, sempre con l’ottanta, un dentice di oltre un chilo rendomi conto che da quel momento in poi sarebbe cominciata la vera gara.
Ho pescato infatti per le tre ore successive con un centodieci con asta con doppia aletta inseguendo i dentici, numerosi ma difficili, e contemporaneamente catturando altre prede come corvine, tordi e due murene.
Poi, a metà gara, la svolta.
In preparazione avevo trovato un ciglio, staccato dalla dorsale della secca, dove giravano dentici belli grossi; ho tentato quindi la carta importante. I pesci c’erano ma non si decidevano a venire, ho insistito e, spostandomi di qualche centinaio di metri, sono riescito a portare a tiro il bestione, 5.3 Kg alla pesatura. Il branco era numeroso ma quella era l’unica preda di grossa taglia, poco dopo comunque ne ho catturato un altro di 1.3 Kg.
Nella seconda giornata sono partito su un catino trovato in preparazione dove al primo tuffo ho fatto una coppiola di corvine, strappandone purtroppo una; i pesci c’erano ma sono riuscito a catturarne solo tre, perdendone altrettanti.
Il resto della giornata è meno gratificante, molta corrente, acqua fredda (pescavo sui 20 metri) e zero pesce, mentre a terra in 10 metri d’acqua le cose erano ben diverse.
Il secondo posto comunque mi gratifica e mi dà fiducia per i tre appuntamenti di settembre: campionato di prima categoria in Puglia, Coppa dei Campioni in Grecia, con il mio compagno di pesca De Luca, ed infine il campionato per società di Latina.
Il giovane siciliano con il carniere della seconda giornata (foto S. Rubera)
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Christian Mortellaro (20 anni) Team Sea Planet – Terzo classificato
La preparazione dei due campi di gara è stata resa difficoltosa dalle condizioni meteo marine non certo favorevoli; infatti i primi due giorni sono stati caratterizzati da vento molto teso che proveniva da terra, comunque le condizioni sono migliorate durante l’ultima giornata e mezza di preparazione.
Tutto sommato posso affermare che è filato tutto liscio, sia io che il mio barcaiolo siamo riusciti nel nostro intento di individuare, con la tecnica del paperino, delle zone di roccia dove poter pescare per almeno due ore e mezza; solo in seguito le abbiamo esplorate a pinne cercando di trovare qualche tana.
La variante che ha reso difficoltosa questa competizione è stata la grande mobilità dei pesci, che si spostavano in continuazione senza garantire alcuna certezza.
La prima giornata è iniziata con un grosso punto interrogativo, poiché è stata la mia prima esperienza da atleta ad un campionato; infatti, non sapevo se le scelte fatte di comune accordo con il mio barcaiolo si sarebbero rilevate azzeccate.
Alla partenza mi sono diretto su una zona rocciosa con un fondale di 8/10 metri, dove in preparazione giravano saraghi e salpe in buona quantità e qualche raro labride; per circa un’ora e mezza ho visto solo qualche sarago nervoso e ne avevo strappato uno proprio per averlo sparato con un tiro al limite con la fiocinetta; poco dopo, durante un agguato sul fondo, ho fiocinato con un tiro lungo una salpa di buone dimensioni mentre cercava di scappare impaurita.
Finiti i segnali, su suggerimento del mio barcaiolo, mi sono diretto verso il largo e, durante una planata, ho trovato un ciglietto dove in rapida successione ho fiocinato tre saraghi corpulenti, prima della pausa ho fiocinato un gronco risultato poi sottopeso.
Dato che erano trascorse le prime due ore e mezza ho deciso di spostarmi in una zona di grotto molto bella dove avevo segnato delle tane di saraghi; arrivato sul posto mi sono subito reso conto che era già stato battuto da molti concorrenti, ho deciso ugualmente di buttarmi su di una tana di saraghi nonostante sulla verticale ci fosse Sirchia che era in procinto di spostarsi.
Dentro di me pensavo che l’avesse già visitata lui ma non era così; infatti ho effettuato un tuffo esplorativo nel quale ho individuato i saraghi all’interno dello spacco, a quel punto ho aspettato che Sirchia si allontanasse e ho fiocinato il più grosso, gli altri purtroppo sono fuggiti e addirittura durante la fuga ne avevo quasi preso uno con le mani.
Dopodiché mi sono diretto su un’altra tana dove ho fiocinato un altro grosso sarago; ho ispezionato altri segnali trovandoli vuoti e allora ho deciso di tornare sulla tana della partenza dove, con mia grande sorpresa, ho trovato un bel tordo marvizzo che stazionava sulla pietra e che sono riuscito a catturare nonostante si fosse ben mimetizzato nell’alga.
Mancava solo mezz’ora alla fine e il mio barcaiolo mi ha suggerito di andare in una tana lontana nella quale avevamo visto solo il primo giorno dei saraghi, durante il tragitto purtroppo ho sbagliato una corvina intorno al chilo di peso, però arrivato sulla tana durante gli ultimi tuffi ho fiocinato un grosso sarago.
Così con 8 pesci di tre specie diversa mi sono classificato quarto di giornata, un risultato che andava ben oltre le mie aspettative.
La spigola che ha contribuito a dare la vittoria a Mancia
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Nella seconda giornata ho fatto la partenza su una fossata in 10/12 metri d’acqua dove in preparazione avevo visto numerosi saraghi, salpe e tordi che però diminuivano di giorno in giorno.
Al primo tuffo, in mezzo ad altri sei o sette concorrenti ho fiocinato una salpa sottopeso e nei tuffi successivi ho preso altri tre pesci di cui un sarago e una salpa validi e un sarago al limite.
Dopo aver ispezionato per bene questa fossata mi sono diretto insieme a Cascione in una zona fessurata dove in rapida successione ho preso tre saraghi di buona dimensione.
A quel punto mi sono messo a scorrere verso un’altra zona; durante il tragitto ho trovato un catino dove giravano numerose occhiate di piccola taglia, ho però individuato un grosso sarago che sono riuscito a catturare senza non poche difficoltà, infatti si era andato a nascondere in un pertugio dove ho deciso di guardare solo alla fine.
Mentre stavo scendendo per sparare al sarago ho individuato una corvina di mezzo chilo, al limite tra la roccia e l’alga, che ho prontamente fiocinato; al tuffo successivo anche il sarago è finito in gommone.
E’ arrivata la pausa e ho effettuato una scelta che si è poi rivelata sbagliata, ho infatti deciso di spostarmi su alcuni segnali più fondi dove per due ore non ho visto un pesce, a parte una grossa murena che ho fulminato con un tiro preciso, estraendola nello stesso tuffo.
Nell’ultima mezz’ora sono arrivato a favore di corrente in una zona bassa dove c’era un branco di grosse salpe che però non si sono avvicinate perché troppo nervose.
Al rientro in porto, purtroppo, la murena che ingenuamente avevo lasciato sul fondo del gommone è come risuscitata e, tra lo stupore mio e del mio barcaiolo, è finita nell’acqua verde; in classifica generale non sarebbe cambiato nulla ma, con quei punti, sarei arrivato terzo di giornata, invece ho terminato la seconda frazione con 10 pesci, di cui 7 validi, di tre specie differenti, classificandomi quinto di giornata e terzo assoluto.
Durante le due giornate di gara ho pescato con un 60 armato con fiocina a 4 punte.
Sono contentissimo di questo risultato, pensavo di poter raggiungere la qualificazione ma non mi sarei mai aspettato di finire sul podio; credo che le mie armi vincenti siano state la determinazione, la tenacia, il mio barcaiolo Seby Rosalba e la voglia di crederci fino alla fine.
Voglio ringraziare tutti i ragazzi del mio circolo che mi hanno motivato, Roberto Clemente, titolare di Sea Planet, per avermi fornito tutta l’attrezzatura e, in particolar modo, ancora il mio barcaiolo che mi ha saputo aiutare e consigliare nel migliore dei modi.
Adesso comincio ad allenarmi per la prima categoria!
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