Semifinale Centro Nord: Colangeli ci parla del campo gara
Daniele Colangeli:
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Abbiamo chiesto a Daniele Colangeli, atleta Laziale e profondo conoscitore dei fondali del campo gara, di farci una disamina circa le caratteristiche del luogo di pesca che fra pochi giorni ospiterà la semifinale Centro-Nord. Ci ha parlato delle varie zone, delle influenze dei venti e delle correnti, delle prede presenti e, ovviamente, delle tecniche migliori per averne ragione. Non potevano mancare suggerimenti importanti da tenere in considerazione.
Apnea Magazine augura a tutti gli atleti partecipanti un sincero in bocca al lupo!
La sorpresa è dietro l’angolo!
Con questa premessa è necessario affrontare le mutevoli condizioni del grotto Laziale.
I campi gara richiesti, dovrebbero essere compresi tra il castello di Santa Severa, e capo Linaro sud, mentre a nord appena dopo la centrale di torre Valdaliga in località la frasca fino ad arrivare a porto Clementino poco prima dell’abitato di Tarquinia.
Partendo da sud, ovvero la zona di Santa Severa è il tratto più pescoso, ma anche quello che presenta le condizioni di visibilità più precarie. La zona si presenta con un ampio tavolato di grotto che parte dai cinque metri a circa trecento metri dalla costa per estendersi con le cigliate più profonde che muoiono sul fango a circa 22 metri a poco meno di due miglia da terra. Già teatro di una bella semifinale questa zona si caratterizza per la presenza di grosse corvine che amano stazionare nei luoghi più spaccati oppure dove qualche propaggine di grotto staccata dalla secca poggia su un letto di fango limaccioso.
Come in tutto il Lazio, se la corrente porterà acqua pulita sarà possibile assistere a spettacoli di saraghi e corvine anche a basse profondità. Se invece le condizioni si presenteranno avverse, allora si rimpiangerà di essere in acqua.
Le condizioni migliori si vengono a creare dopo qualche giorno di ponente non troppo forte seguito da una bava di libeccio.
Il campo di gara di Santa Marinella sud dovrebbe essere compreso tra Capo Linaro e il porto, anche in questo tratto si è disputata la prima giornata della semifinale del 2008.
Pur essendo un posto molto battuto in alcune situazioni riesce a regalare belle catture.
La zona è composta dal solito tavolato di grotto che scende con le prime cigliate a undici-tredici metri fino ad arrivare a sprofondare al largo sui trenta metri.
In alcuni punti il grotto è coperto da massoni di granito bianco molto spaccati soprattutto nelle zone davanti all’hotel Cavalluccio Marino e davanti allo scivolo di Frinchillucci.
Qui il pesce è molto mobile e sospettoso e difficilmente si ferma più di tanto in una zona.
Le corvine una volta molto presenti, specialmente al largo, ora sono molto diminuite.
I saraghi, con acqua molto pulita, possono accostare a terra ma, salvo situazioni eccezionali, difficilmente si fermano impauriti in un fazzoletto di roccia come invece accade in altre zone meno battute.
Questa zona offre, almeno statisticamente, più possibilità di successo con la pesca all’aspetto cercando di individuare quei punti dove la mangianza attira il predatore oppure la grossa orata.
La visibilità in questo punto è generalmente migliore, salvo quelle giornate dove lo scirocco soffia con forza portandosi dietro le limacciose acque del Tevere.
La zona della Frasca, presenta delle cigliate molto belle e fessurate che percorrono la costa parallelamente per cadere sui 14 metri sul primo ciglio.
Questo tratto è la patria dei saraghi che, quando decidono di fare la loro entrata, si sparpagliano sul fondale anche in posti insignificanti appoggiati a digerire l’abbuffata di ricci.
Qualche bella corvina sarà sempre presente (foto S.Belloni Pasquinelli)
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Purtroppo questo non accade spesso e nella media per fare carniere bisogna adottare la classica pesca da minatori pronti a catturare capponi, tordi e mostelle.
Anche qui alcuni angoli di ciglio creano un habitat ideale per la mangianza e di conseguenza non è da scartare la pesca all’aspetto.
L’ultimo tratto ovvero quello tra il paese di Sant’Agosino fino a Porto Clementino presenta, subito a nord, un tavolato di grotto con roccia bianca ricca di tagli proprio davanti al fiume Mignone, e sui quattro cinque metri si possono trovare bei pesci tra saraghi e corvine, anche se molto mobili e smaliziati.
Più al largo, la secca fa una punta con delle cigliate belle che muoiono sui 28 metri nel fango.
Se la visibilità lo consente il luogo offre diversi tratti interessanti frequentati da corvine ed altro pesce di taglia.
Proseguendo verso nord la batimetrica dove il fondale si presenta più interessante è quella tra i cinque e i dodici metri.
Il tavolato di grotto basso intervallato da praterie di posidonia crea un bel habitat per saraghi, orate, labridi e scorfani.
Fino a Porto Clementino la monotonia del fondale basso non deve fare abbassare il livello di attenzione.
Infatti in questa zona è molto difficile individuare pesce al libero e, di conseguenza, per riuscire a sfruttare al meglio ogni tuffo si dovrà procedere ad una meticolosa osservazione delle aperture che si creano tra una concrezione e l’altra alla ricerca dei pesci mimetizzati nell’oscurità.
Tutto il tratto descritto si offre al pescatore con una apparente monotonia, infatti nel descrivere le zone del Lazio sarebbe più facile dire che a nord di Ladispoli fino ad arrivare a sud del promontorio dell’Argentario, ovvero circa cento km di litorale alcune zone di grotto basso sono intervallate da praterie di posidonia e da canaloni di sabbia con percentuali rilevanti di roccia nella batimetrica che va dai cinque fino a venti metri.
La chiave di lettura più importante da tenere a mente sarà la limpidezza dell’acqua, ovvero a quale profondità e in quale tratto sarà presente una magica bolla di acqua più pulita e ossigenata dentro la quale il pesce ama vivere.
Penso che sarà una semifinale combattuta ed avvincente, dove la strategia, l’intuizione a la fortuna, giocheranno un ruolo fondamentale.
I nomi blasonati degli atleti aventi il diritto a partecipare a questa importante competizione daranno ancor di più lustro all’avvenimento.
Ripeto:a Civitavecchia la sorpresa, però, è sempre dietro l’angolo!
In culo alla balena.
I grossi saraghi maggiori saranno i veri protagonisti del campo gara (foto S.Belloni Pasquinelli)
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Una superba orata: preda rara ma non impossibile.
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