Semifinale Centro-Nord 2009: interviste ai protagonisti (3/4)
Un sempre sorridente Ramacciotti settimo finale (foto P.Albelli)
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Maurizio Ramacciotti, Ci Ca Sub Garibaldi (LI), 7° Classificato:
Reputavo questa gara imprevedibile ed ero convinto che con quattro pesci al giorno avrei potuto accedere alla finale. Non conoscevo il campo gara ed in preparazione mi sono fatto dare la mano da un amico che bazzica la zona.
Era chiaro che dovevi cercare il posto giusto per poter pescare con continuità ed alla fine è ciò che ho fatto. Sono partito su un punto molto spaccato che avevo trovato nel secondo giorno di preparazione e dove avevo visto girare qualche sparide. Mi sono armato di 75 e tahitiana e mi sono messo a fare diverse planate per cercare di scorgere qualche pinnuto da poter sorprendere all’agguato. Infatti ho catturato subito un sarago, ma successivamente non ho trovato altro.
Durante i tanti agguati ho catturato due salpe al limite del peso e successivamente ho preso il corto con la fiocina e ho battuto alcuni spacchetti interessanti, riuscendo a fiocinare altri due saraghi.
Dopo due ore e mezza avrei voluto spostarmi, ma, visto che la zona mi piaceva, ho preferito rimanervi per cercare di prendere un altro paio di pesci sicuri. Invece nulla! Non ho più visto una coda e la bilancia mi ha scartato due salpe lasciandomi 3 saraghi validi e finendo decimo di giornata.
La seconda manche mi sono buttato a terra su alcuni punti con cigli e tufo con molte fessure ricoperte dalle alghe, dove contavo di prendere qualche pesce. Armato di sessantino e fiocina ho battuto il fondale che andava dai cinque ai sette metri. Ho catturato subito un bel labride ed, in un taglietto angusto, due saraghi al limite del peso. Ho continuato ritmo serrato a pescare buco-buco e non mi sono mai spostato. Ho preso altri due saraghi di taglia, due bei labridi ed una murena che pensavo non entrasse.
A fine gara avevo quattro pesci sicuri e tre da pesare. La murena mi è entrata per venti grammi ed i due sparidi sono risultati validi per un’inezia: uno 400 grammi spaccati ed uno 418 grammi.
Ho avuto un po’ di fortuna, ma si sa che nella pesca in apnea ci vuole anche quella.
Ennesima prestazione inmportante per Della Spora (foto G.Volpe)
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Fabio Della Spora, Lni Sub Follonica, 8° Classificato:
Alla partenza della prima frazione mi sono buttato su una zona molto bella in cui avevo trovato tanti saraghi. Dopo tre tuffi ho capito che non c’era più nulla a causa di un taglio freddo a pochi metri dal fondo, allora mi sono spostato su un vicino punto in 17 metri di fondo, dove contavo di poter catturare qualche tordo che avevo visto girare in preparazione. Ne ho preso subito uno bello e successivamente non ho visto altro.
Mentre mi spostavo a pinne su un altro punto ho incocciato un’orata che faceva la mia stessa strada.
Appena mi ha sentito s’è schiacciata su un ciglio e, con una caduta attenta, l’ho catturata.
A metà gara ho fatto lo spostamento verso il faro ma per le restanti ore di gara non ho più visto nulla. Ho terminato la giornata con due prede valide e due specie.
Nella seconda manche sono andato subito su una zona in nove metri d’acqua con lastrine di grotto dove contavo di fiocinare qualche sarago, ma non ne ho trovati. Girando intorno ne ho preso uno al limite del peso.
Mi sono diretto su una zona di roccette e posidonia nei dintorni e, planata dopo planata, ho scovato un bel marvizzo da chilo che sono riuscito a catturare dopo un bell’agguato.
Poco più avanti ho sorpreso un altro labride al pascolo in un catino e ho catturato anche questo.
Arrivato a metà gara ho fruito dello spostamento e mi sono diretto su un segnale in dodici metri d’acqua dove avevo segnato una tana coperta dalla posidonia con due sparidi. Arrivato sul punto mi sono affacciato allo spacco ed ho visto il più grande filarsela alla chetichella verso l’uscita secondaria. Gli ho tirato al volo e l’ho colpito male. Ho cercato di recuperarlo al volo ma mi è sfuggito dalle mani. Sono tornato su ed ho raccontato tutto al mio secondo, poi sono ritornato sulla tana e ho preso altri tre saraghi, ma tutti limite.
Ho fatto ancora qualche tuffo attorno per vedere se trovavo almeno un tordo e invece, con grande sorpresa e gioia, ho ritrovato il sarago perso in precedenza esamine tra le alghe.
A quel punto ho pescato al razzolo andando verso terra e cercando di prendere qualche altro pesce qua e là. Ad un certo punto, sui dieci metri ho incontrato 4 grosse corvine che giravano in un catino: una di queste si è spaventata ed è andata ad appoggiarsi al ciglio, permettendomi una cattura in caduta, ma le altre – più grosse – si sono occultate nell’alga. Le ho cercate per i restanti sei minuti di gara, ma senza successo.
Ho terminato la frazione con due saraghi, due labridi ed una bella corvina strappando un posto per l’Assoluto. Per la prima volta dopo anni ho messo da parte l’oleo SL70 ed ho usato un arbalete da 75 con la fiocinetta. Devo dire che mi sono trovato bene.
Franco Villani si conferma un atleta eclettico (foto A.Balbi)
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Franco Villani,Apnea Club Brescia, 9° Classificato:
Vista la preparazione e sentite le voci degli altri concorrenti, comunque poco affidabili, mi ero prefissato di catturare almeno 4 pesci a giornata per qualificarmi. In preparazione avevo marcato una zonetta di grotto ricca di vita in circa 10 metri d’acqua, con un paio di corvine ed un bel marvizzo. Contavo di partire lì e poi spostarmi su altri segnali con ciglietti tra posidonia e sabbia, dove speravo di poter catturare qualche tordo con lunghi agguati armato di arbalète da 80 centimetri, molto versatile e preciso.
Saraghi in peso ne giravano veramente pochi. Dopo lo spostamento avevo racimolato tre tordi e una corvina.
Dalle voci di corridoio sembravo messo abbastanza bene, così ho deciso di tentare il colpaccio! Il giorno prima durante un agguato sui 20 metri mi sono trovato di fronte un bel dentice sui 4 kg e ho deciso di provarci. Al quinto aspetto mi si sono presentati davanti ben 3 dentici.
Il mio fidato 110 doppio elastico ha lasciato partire il colpo che purtroppo è risultato essere un po’ basso. Ho deciso di accompagnare il dentice, stimato intorno ai 2,5 kg, e lasciarlo intanare per poterlo doppiare con calma. La sfortuna ha voluto che l’anfratto nel grotto fosse profondissimo ed impenetrabile (almeno per me). Sarebbe stato troppo pericoloso tentare di infilarmi fino in fondo e, nonostante abbia tentato il tutto per tutto, sempre con la massima sicurezza, alla fine ho dovuto con mio grande dispiacere rinunciare alla cattura di quel pesce che, a conti fatti, mi sarebbe valso la vittoria di giornata.
Nel campo a terra della seconda frazione girava più pesce, soprattutto saraghi. Ne avevo trovati diversi in un paio di zone, ma purtroppo molto isolate.
Ho pescato per quasi tutta la frazione di gara impugnando un corto oleopneumatico e cercando nei buchetti più insignificanti. Sapevo che potevo dire la mia e, dopo un ottavo posto nella prima giornata, ero fiducioso di poter raggiungere la qualificazione.
Peccato per una bella tana di saraghi che nella notte si era riempita di esemplari davvero grossi: il limo sul fondo della tana consentiva un’unica cattura, dopodiché la visibilità si riduceva a zero e non era più possibile tentare altri tiri.
Alla fine mi sono dovuto accontentare di una gara di contenimento per confermare la posizione del giorno precedente.
Tre tordi e una corvina nella prima frazione e tre saraghi e due tordi nella seconda mi hanno consentito la qualificazione per la finale di Marsala.
Questo atleta pare rilassato nonostante la gara in corso (foto P.Albelli)
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