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Selettive laziali: vincono La Mantia e Paluzzi

Il 13 aprile 2014 si é disputato nelle acque antistanti la zona di Foce Verde di Latina il “Memorial Renato Savioli”, prima gara di selezione di zona organizzata ottimamente dal circolo Subacqueo Astrea.

L’organizzazione ha portato tutti i 37 partecipanti al centro del campo con le imbarcazioni messe a disposizione e poco dopo le 9 è iniziata la competizione.

L’ acqua si presentava velata in superficie ma con buona visibilità sul fondo per gli standard del posto, con corrente praticamente assente nella prima parte e di ponente nella seconda.

Ad aggiudicarsi la vittoria è stato Roberto La Mantia che con 5 pesci e 4 specie ha staccato il secondo, il locale Filippo Di Lorenzo, di oltre mille punti.
Terza piazza per il civitavecchiese Patrizio Vinci a soli due punti da Di Lorenzo, quarto Daniele Colangeli e quinto il veterano Andrea Petrucci.

Il carniere assortito che ha portato La Mantia alla vittoria

Il carniere assortito che ha portato La Mantia alla vittoria

Già alla prima apnea, esattamente sotto la chiglia dell’ imbarcazione che lo aveva portato sul campo gara, La Mantia si è reso conto della validità della zona dove era stato lasciato dal gommone e dell’ottima visibilità sul fondo, tanto da decidere di evitare spostamenti a pinne e di cominciare con ritmo la gara fin da subito.
Scelta azzeccata visto che nelle prima ora e mezza metterà a cavetto 2 saraghi, uno poi scartato per pochi grammi, un bel tordo marvizzo e una corvina di buone dimensioni.
Successivamente, allargatosi di qualche centinaio di metri dalla zona, catturerà un altro sarago. Con il passare del tempo però, ed anche a causa dell’intorbidimento progressivo dell’ultimo strato d’acqua sul fondo, non ha più visto una preda, cosi ha deciso di ritornare nei pressi della zona dove era partito e ad un quarto d ‘ora dal termine, in un buchetto, è riuscito a sparare una bella mostella che gli ha garantito la vittoria finale.
Il vincitore ha pescato per tutta la gara su una batimetria che andava dai 12 ai 15 metri, con un buon ritmo e tanta determinazione, ingrediente fondamentale per fare un buon piazzamento in questo campo gara cosi imprevedibile ed affascinante.

La seconda selettiva, dopo un primo rinvio e un successivo annullamento della gara di selezione che si sarebbe dovuta svolgere nella acque di Capo Linaro a Santa Marinella, si è disputata il 18 maggio 2014, nuovamente nelle acque di Foce Verde di Latina.
Questa volta ad organizzare l’evento è stato il circolo C.S. Apnea Latina “S.Romeo” ed in palio c’era il trofeo dedicato a M. Giarruso.

Tre saraghi di peso e un'orata per la vittoria di Paluzzi

Tre saraghi di peso e un’orata per la vittoria di Paluzzi

Le notizie della vigilia erano alquanto sconfortanti, visto che annunciavano 50 cm di visibilità. Invece, come per miracolo, lo scirocco entrato la notte della vigilia aveva portato la mattina della gara un’inattesa acqua pulita che consentiva di vedere il fondo dalla superficie.
Di contro però una corrente fortissima ha messo a dura prova tutti i 32 atleti partecipanti, tanto che a meta gara, si è verificata una vera e propria decimazione dei concorrenti con circa metà ritiratisi perché stremati dalla fatica nel contrastare tale fenomeno.

Questa volta a vincere la gara è stato il buon Fabrizio Paluzzi che con 3 saraghi (uno di 1,5kg) ed un orata ha staccato di di circa 700 punti dal secondo.
Seconda piazza per Roberto La Mantia, che con 5 bei saraghi, di fatto si assicura un posto per il Campionato di qualificazione che si svolgerà per l’occasione nelle splendide acque sicule di Porto Palo di Capo Passero (SR).
Terzo posto per Arcieri, ottimo quarto per Emanuele Verri, quinto e sesto posto invece per Colangeli e Petrucci che con questo risultato, ad oggi, risulterebbero qualificati rispettivamente come secondo e terzo di zona.
Tutto da vedere comunque all’ultima delle tre selettive in programma per quest’anno che si svolgerà a Punta Quaglia nei pressi di Tarquinia (Vt) il 2 giugno prossimo.
Sarà una gara importantissima per la compagine degli atleti laziali che si dovranno impegnare al massimo in una sfida che vedrà qualificati solo i migliori tra i molti che ancora possono raggiungere l’agognata qualificazione.

La tripletta di La Mantia, recuperata all'ultimo tuffo

La tripletta di La Mantia, recuperata all’ultimo tuffo

La corrente era fortissima e anche se la limpidezza dell’acqua permetteva di riconoscere la roccia dalla superficie, rimanere sul posto per fare due tuffi nello stesso spacco, era veramente faticoso.
Nel giro di 3 o 4 truffi si percorrevano 300 metri faticando notevolmente per rimontare la corrente e mantenersi nelle zone più interessanti.
Alcuni atleti si ventilavano aggrappati al pallone, pedagnato con l’aggiunta di altro piombo, per poter rimanere sul punto ma in questo modo l’area da perlustrare non poteva che risultare molto ridotta.
Verso metà gara La Mantia e Colangeli si trovano a pescare sulla stessa tana, individuata su un ciglio di roccia molto promettente; un budello stretto e profondo, con diverse aperture, stipato di saraghi.
Colangeli ne catturerà tre mentre La Mantia, preso il primo, non riesce a trovare l’attimo per scoccare il tiro verso i pesci diventati diffidenti ed aiutati dalla sospensione provocata dall’azione di pesca dei concorrenti e dal movimento delle prede.

A pochi minuti dal termine Colangeli risale in gommone mentre La Mantia, stremato e con i crampi, non demorde e incredibilmente riesce a sparare un sarago in fondo allo spacco, offuscato dalla sospensione alzata dai tuffi precedenti, ma purtroppo al momento del recupero si accorge che l’asta era incastrata.
Un secondo tuffo non basta a risalire con la preda ma serve a capire che l’asta non è piantata nella roccia ma bloccata dal pesce.
Ormai tutti i concorrenti sono in gommone e sulla testa di La Mantia c’è barca del giudice che aspetta, situazione che aumenta ancora di più l’ansia e la fatica già abbondanti. L’atleta si ventila in fretta e si immerge un attimo prima che il giudice segnali con la sirena la fine della gara.
La speranza è quella di recuperare almeno il fucile; si infila nello spacco lasciando la torcia poggiata all’esterno così da avere entrambe le mani libere, raggiunge l’asta e tira con tutta la forza che ho e sento il pesce che lentamente sposta la sabbia e viene via, è pesante pensa di aver sparato un sarago corpulento ma quando estrae il tutto la sorpresa è incredibile: ha infilzato ben tre saragoni!!!

Risale e ad aspettarlo sul gommone, insieme al giudice, ci sono altri atleti increduli per l’impresa portata a termine veramente all’ultimo tuffo di una gara a dir poco faticosa e dal finale, è proprio il caso di dire…mozzafiato.

Si ringrazia Roberto La Mantia per il contributo editoriale e il materiale fotografico.

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