In Scadenza il Permesso Gratuito di Pesca in Mare, e Ora che Succede?
Il 2016 sta ormai volgendo al termine, e con esso sono prossimi alla scadenza la quasi totalità dei permessi gratuiti di pesca in mare rilasciati a partire dal 2011.
Ad oggi non sembra muoversi foglia, e d’altronde il governo del paese attraversa un difficile momento in cui le preoccupazioni sembrano essere ben altre rispetto alle incertezze di qualche milione di pescatori ricreativi.
È quindi probabile che, anche nel 2017, andremo incontro ad un periodo di vuoto normativo, e che la tanto attesa proroga di validità delle licenze arriverà con molta calma, speriamo solo non a fine marzo, come accaduto quest’anno.
Se non altro, nel 2016, la politica aveva tentato a più riprese di istituire la paventata licenza di pesca in mare a pagamento, e per la verità ci era quasi riuscita con un una marcia a tappe forzate che lasciava presagire un inevitabile epilogo per le tasche degli sportivi. Per fortuna, tanta pervicacia si è sciolta come neve al sole di fronte agli impietosi rilievi della Ragioneria dello Stato, la quale ha imposto di rimettere tutto nel cassetto almeno fino a quando i politici non impareranno a far di conto, visto che per l’ennesima volta le coperture finanziarie al provvedimento si sono dimostrate inadeguate, se non proprio ridicole.
Superato anche lo scoglio dell’approvazione della legge finanziaria, senza che qualche solone dell’ultimo minuto infilasse l’odiato balzello nelle pieghe di un malizioso emendamento, non dovrebbero esserci impedimenti a proporre in tempi rapidi il consueto decreto di proroga. Diciamo però che senza la possibilità di mettere le mani nelle tasche degli italiani, e senza che nessuna delle finalità “scientifiche” del censimento abbia mai visto la luce, le istituzioni non paiono avere grande fretta.
Per fortuna nostra, la totale mancanza di controlli non dovrebbe produrre effetti pratici, per quanto teoricamente senza il permesso gli scenari rimangano quelli analizzati qualche mese fa. L’unico effetto concreto sarà presumibilmente il mancato rinnovo delle licenze di pesca in AMP per i cannisti.
Per il resto niente di nuovo sotto il sole: la pesca ricreativa continua ad essere trascurata e ignorata, senza alcun referente politico, il tutto ad esclusivo vantaggio della filiera professionale.
La politica nazionale stride ormai in maniera plateale rispetto a quella europea che invece sembra essersi convinta della non più rimandabile necessità di quantificare la reale portata, soprattutto delle ricadute economiche e sociali, di una realtà che coinvolge milioni di persone. Nella speranza che l’Italia non continui a fare melina sui suoi impegni, rallegriamoci di poter, si spera, pescare gratuitamente almeno per un altro anno.
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