Record… brilla una nuova stella!!
Carlos Coste, astro nascente venezuelano, capostipite di una nuova realtà nell’apnea e nel recordismo moderno, in pochi anni ha saputo affermarsi come grande campione in quasi tutte le specialita dell’apnea.
Gentile e cordiale, ma anche caparbio e grintoso, Carlos ci ha concesso quest’intervista poco dopo i suoi record in immersione non assistita e in immersione libera. Non troverete in questa nostra intervista riferimenti espliciti al caso AIDA sulla mancata omologazione dell’ultimo record, per volontà di Carlos si era preferito aspettare l’esito dei ricorsi ai quali avrebbe risposto lui stesso in modo ufficiale.
Considereremo comunque la prestazione di Carlos come record e affronteremo con lui una serie di argomenti di estrema attualità nell’apnea moderna.
Sottolineo che nonostante la disponibilità di Coste, non è molto facile condurre un’intervista epistolare, soprattutto per il fatto di non riuscire ad approfondire le risposte in modo adeguato.
Con l’amico Juan Giarrizzo abbiamo cercato comunque di fare un discreto lavoro per conoscere un pò più a fondo questo campione.
Come è nata la tua passione per l’apnea?
Fin da piccolo, mi è sempre piaciuto stare al mare, osservandolo, facendo surf, navigando. Ho incominciato ad andare sott’acqua intorno ai 20 anni, e da quel momento mi sono reso conto che l’apnea mi piaceva molto.
Quanto ha influito l’uso della monopinna nell’incremento delle quote in assetto costante?
Moltissimo, infatti la maggior parte degli atleti la utilizza e molti record sono fatti con la monopinna.
Ci sono diversi stili e modi di utilizzo della monopinna nell’apnea, alcuni come Nitsch spingono in modo meccanico e molto veloce, tu come il nostro italiano Carrera in modo piu lento e elegante. Hai verificato entrambi gli stili? Perchè hai scelto il secondo?
Ho fatto molte prove e alla fine ho trovato il mio stile e la mia velocità, anche se credo di poter ancora migliorare. Ho bisogno di allenare il nuoto con la monopinna per migliorare la tecnica di pinneggiata, perché penso di poter utilizzare la mia energia in modo ancora più efficiente.
Come ti alleni per arrivare al top nelle competizioni e soprattutto per affrontare un record?
Faccio un piano con incrementi graduali, che mi permette di arrivare alla meta per il giorno del record. Faccio un macrociclo per prepararmi, lavoro sul metodo delle visualizzazioni e sull’allenamento parallelamente. Quest’anno mi sono allenato da solo per problemi di soldi, ma l’anno scorso avevo l’aiuto e la supervisione di due preparatori atletici. La preparazione base consisteva nel fare nuoto, jogging e pesi. L’allenamento specifico invece era incentrato sulle apnee dinamiche in piscina e profonde in mare.
Quali sensazioni ti dà l’apnea e quale è il momento piu bello del tuo tuffo?
E’ difficile trovare il momento più bello, ce ne sono tanti. Comunque mi piace molto quando mi lascio cadere e la velocità aumenta e vedo il colore dell’acqua che cambia durante la discesa.
Permettimi di entrare nel vivo del record, prima facendoti i complimenti per la fantastica performance, e poi per farti alcune domande. Cosa ti ha spinto a rinunciare agli altri tentativi che avevi dichiarato, primo fra tutti l’assetto costante?
E’ una storia lunga. L’idea originale dell’evento erano tre tentativi di record: variabile (103m), costante e immersione libera.
Stig [Aaval Severinsen]era invitato a tentare l’immersione libera senza pinne. A causa di problemi economici per la mancanza di sponsor e anche per problemi logistici, siamo stati costretti a sospendere la prova di variabile, nonostante fossi arrivato a fare i 105 m abbastanza comodamente.
Allora ho pensato di tentare il record di immersione senza pinne, e di dividere il record con Stig. Purtroppo, quando mancavano tre settimane ai tentativi ho subito una lesione all’orecchio, che mi ha fatto fermare per una settimana. A questo punto ero molto in ritardo con gli allenamenti, cosi ho deciso di non tentare il costante, perchè era la specialità più difficile per me. Poi Herbert ha fatto i -95m e io non me la sono sentita di tentare i -96m.
Perche tutti i campioni nascenti tendono ad organizzare questi eventi con piu record nello stesso momento?
In questo momento c’è molta concorrenza in campo maschile, perciò per trovare gli sponsor bisogna essere i migliori. Io sono in forma e credo di avere le possibilità.
Non pensi che il recordismo abbia perso gran parte del suo fascino dopo la fine del dualismo Pipin/Pelizzari?
NO. Quello che succede ora è che l’apnea sta diventando più popolare e ci sono molti più atleti bravi. Pipin e Pelo hanno avuto l’appoggio di grandi sponsor, che davano una bella spinta alla loro immagine personale. In questo momento è molto difficile trovare lo stesso appoggio, nonostante lo sforzo fisico per raggiungere le nuove profondità sia molto più grande. E’ triste, ma è la realtà.
Come pensi che gli sponsor e l’opinione pubblica possano credere nei record se ci sono almeno quattro agenzie che li omologano e che non riconoscono quelli fatti dagli altri [intendo: IAFD, CMAS, AIDA e FREE]?
Questo succede anche con altri sport, anche se non dovrebbe accadere. Io faccio parte dell’AIDA, perché è l’organizzazione più seria, più esigente, che comprende atleti di tutti i paesi. Però cerco anche di superare le quote migliori di tutti i record, cosi non ci sono dubbi.
Se anche una donna di mezza eta nonna di ben cinque nipoti riesce a battere record mondiali nelle discipline piu dure, come pensi che un giornalista riesca a dare il giusto risalto alle vostre performance di fronte ai lettori?
Non bisogna vederla così. L’apnea non è uno sport qualunque, la mentalità gioca un ruolo molto importante, a differenza di altri sport dove è il fisico ad avere un ruolo determinante. Al contrario, si deve dare più valore a quella signora e agli apneisti, altrimenti dì a quel giornalista di scendere a -70 con tutta la sua giovinezza. Questo sport è un’opportunità per quelli che dicono che il vino più vecchio è quello più buono.
Quest’anno molti atleti avevano dichiarato di tentare l’assetto costante, e quasi tutti hanno rinunciato,secondo te siamo davvero vicini al limite?
Non c’è un limite predefinito, c’è sempre un metro in più da conquistare. Quello che sta succedendo, è che si sta arrivando ad un livello sempre più esigente nella tecnica e nella preparazione fisica. Penso che quest’anno si raggiungeranno i -100m nel costante.
Quali sono i progetti di carlos coste per il 2004?
Ho in programma di fare alcuni documentari sull’apnea lungo le coste venezuelane e in altri paesi. Poi ci sarà la gara di Cipro e il mondiale in Canada, che voglio affrontare con successo. Inoltre vorrei provare a battere il record di Genoni in assetto variabile, e magari tentare il record in qualche altra disciplina in mare.
È recentemente nata per opera della CMAS una nuova disciplina, il Jamp Blu, cosa ne pensi? Riuscira a fare uscire dalla nicchia l’apnea rendendola sport di massa?
Secondo me non è questa la via, perché credo che questo sistema sia più pericoloso dell’assetto costante. La soluzione potrebbe essere che la CMAS accettasse di lavorare insieme all’AIDA, questo aiuterebbe a massificare l’apnea più velocemente.
Quanto è difficile dopo una sincope ritrovare il coraggio, la fiducia e la forza per rimettersi in acqua e fare un record?
Dipende dalla mentalità della persona e dalle ragioni del black out. Nel mio caso è stato facile, perché ero allenato e avevo fatto i -64m e i -61m precedentemente. Quello che è successo, è che non avevo riposato bene il giorno prima, avevo fiducia ed ho sottostimato la difficoltà dei -60m. Mi ero dedicato alle operazioni logistiche totto il giorno, visto che l’evento era stato una mia idea e di Gabriela Contreras (manager). E’ stato un grande insegnamento per tutti.
In altri casi, un atleta che ha un black out senza essere allenato per la quota dichiarata, si riprende -se ce la fa- con molta difficoltà.
Esiste un business dietro il recordismo che fa arricchire chi lo pratica o è difficile vivere di apnea?
In questo momento non si può vivere solo di apnea. Ma penso che possa essere una fonte di guadagno complementare… perché no? In futuro non ci potrebbe essere nulla di più bello di vivere con quello che ci piace fare.
Qual e’ il panorama dell’apnea in venezuela e quali sono le istituzioni che appoggiano maggiormente gli atleti?
Stiamo formando una generazione di atleti di rilievo, cosa che avevamo trascurato in passato per mancanza di tempo e per via degli allenamenti. Lo sport ha acquistato maggiore popolarità grazie alla pubblicità dei record e ai risultati nelle gare internazionali, ma c’è ancora molto da fare.
Il prossimo anno avremo una squadra più grande, che comprenderà anche la categoria femminile. Preparatevi, che il Venezuela sta arrivando!
I nostri principali sport sono l’Istituto Nazionale dello Sport, la Federazione Venezuelana di Attività Subacquee, l’AIDA Venezuela e l’Università Centrale del Venezuela.
Quali sono le opportunità in venezuela e a livello internazionale per un atleta come te?
Ci sono opportunità, ma bisogna sapere trovarle. Bisogna far capire alla gente che questo è uno sport esigente, completo, che si lega molto con la natura. Potrebbe essere una buona idea lavorare con il settore turistico. Ci sono diverse possibilità per chi ha tanta immaginazione, ma il lavoro è duro. Bisogna sapersi fare promozione e bussare alle porte giuste. Pian piano, però, cominciano a vedersi i frutti.
Ringraziamo ancora Carlos Coste per la disponibilità dimostrataci, speriamo di aver fatto conoscere un po’ di più questo campione agli amici di Apnea Magazine, e se qualcuno avesse domande particolari potremmo provare a postarle sul forum, e con il contributo di Giarrizzo fare entrare carlos a far parte della nostra comunita.
PS Devo pubblicamente ringraziare Alessandra Bichi per la disponibilità, la pazienza, e la gentilezza con cui collabora con il sottoscritto nell’estenuante lavoro di sbobinamento delle interviste.
Alberto Balbi
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