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Raduno Team Omer 2014

| 14 Agosto 2014 | 0 Comments

Come di consueto, anche quest’anno si è tenuto  il raduno annuale del team agonistico OMER. Per la terza volta l’evento ha avuto luogo all’Isola d’Elba, nella splendida cornice logistica dell’Agriturismo Golfo Stella, gestito dal veterano del team Nilo Mazzarri e da sua moglie Lorenza. Gli atleti, provenienti da tutto lo Stivale, si sono dati quindi appuntamento il lunedì 19 maggio nel pomeriggio presso la struttura agrituristica, dove sono stati accolti dal Team Manager Marco Bardi e dal Dott. Luca Bartoli. Di seguito il resoconto dell’evento a cura di Massimiliano Volpe, altro veterano. 

Occupato con la scuola fino alle 13 del lunedì (faccio l’insegnante, oltre che l’architetto),  parto da Grosseto  in auto con destinazione Piombino, dove è previsto l’imbarco per l’Isola d’Elba. Alla biglietteria ho appuntamento con Raffaele Lo Prete, Mariano Satta, Roberto Deiana ed il nuovo acquisto del Team, Giuseppe Meduri, in arte Pepu, quindi imbarchiamo con la nave delle 15.30. Tutto fila liscio e così alle 17 circa siamo a destinazione, dove gli altri componenti già ci attendono per la prima riunione del team.

Il team manager Marco Bardi ci illustra il programma di dettaglio e gli obiettivi del raduno e poi ci consegna alcune attrezzature da testare in mare il giorno seguente. Tra i vari pezzi di attrezzatura ci sono la nuova versione del computer subacqueo con cardiofrequenzimetro firmata Umberto Pelizzari, new entry del Team, le nuove fiocinette a quattro punte e la maschera Zero della linea Pelizzari.

Si formano poi gli equipaggi per il giorno successivo: sarò a bordo del gommone di Nilo Mazzarri, in compagnia di Giuseppe Meduri, campione di tiro al bersaglio sub che non disdegna affatto la pesca. Alla fine della riunione, durante la quale vengono consegnati a ciascun atleta anche le nuove magliette in microfibra, le camicie da cerimonia ed una pratica cerata, ci avviamo verso le autovetture per recarci al vicino ristorante La Lanterna di Porto Azzurro. Qui la serata ha un degno epilogo gastronomico a base di ottimo pesce e si protrae fino a tardi per la voglia di tutti i membri del team di scambiare quattro parole e una battuta con amici, spesso di vecchia data ma anche nuovi, che si frequentano quasi solo in occasione delle competizioni. Mentre in occasione di quelle manifestazioni siamo tutti un po’ più tesi, il clima rilassato e conviviale del raduno concilia molto meglio le chiacchiere e la goliardia, con Mariano sempre in prima fila come al solito.

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MARTEDI’ 20 MAGGIO

L’appuntamento è per le sette in punto nella sala colazioni dell’agriturismo, dove Marco ci illustra brevemente il programma della giornata: subito dopo mangiato ci recheremo in auto al vicinissimo (solo qualche centinaio di metri) porticciolo di Margidore. Poi ciascun equipaggio sarà libero di andare a pescare dove vorrà, con lo scopo principale di catturare qualche bella preda degna di essere immortalata dagli obiettivi di Marco e Mariano. Guidati da Nilo, fine conoscitore di questi fondali, partiamo subito su Punta Calamita, dove Pepu si butta a corrente lungo la frana costiera, mentre io e Nilo proseguiamo verso lo scoglio del Remaiolo, poco distante, per provare qualche aspetto. In effetti, l’unica raccomandazione di Luca bartoli, stamattina, è stata di pescare per le prime 2 ore all’aspetto, per poi domani impostare sempre le prime 2 ore in tana, e questo al fine di scaricare su pc i dati dei nostri cardiofrequenzimetri e confrontarli.

 

Appena in acqua notiamo subito la presenza di molta mangianza e Nilo, al primo tuffo per rompere il fiato, arpiona subito un dentice solitario. Purtroppo quello sarà l’unico pesce a pagliolo della giornata, per noi. Non vedendo altre prede interessanti, tentiamo la carta di due belle risalite poste nei pressi di Punta Ripalti: io avvisto un grosso dentice solitario, che però schizza via nervoso, e un branco di barracuda di medie dimensioni. Nilo, invece, si imbatte in un branchetto di dentici discreti, ma purtroppo la corrente è fortissima e siamo costretti a desistere. Recuperato Pepu, che ha visto molto pesce bianco, smaliziatissimo e imprendibile, ripieghiamo sui Gemini, anche qui senza avvistare prede degne di nota. Alla fine, sconsolati, io e Nilo tentiamo la carta della secca di punta Morcone, dove avvistiamo solo tordi e corvine di modeste dimensioni, non adatte quindi agli scatti dei nostri fotografi.

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Verso le 14 e 30, quando ci ritroviamo con il resto degli equipaggi in una caletta riparata dal vento per fare qualche foto, ci rendiamo conto che anche agli altri non è andata molto meglio: pochi altri pesci sono stati messi a pagliolo oggi, a ulteriore conferma delle condizioni non favorevoli. Fortunatamente, stamattina presto Gaio Trambusti ha arpionato un bel dentice di 3,5 kg che ha consentito di eseguire numerosi buoni scatti a Marco e Mariano.

Per quanto mi riguarda, l’unica nota positiva della giornata di mare è stata la piacevole sorpresa dell’utilità del computer con cardiofrequenzimetro che ho indossato tutto il giorno: la frequenza cardiaca a riposo è un dato molto utile per determinare i tempi di recupero, che prima ero solito predeterminare. Mi sono accorto che, in base alle diverse situazioni, potrei essere pronto al nuovo tuffo ben prima del previsto o, viceversa, più tardi, magari dopo una pinneggiata contro corrente. In ogni caso una funzione ulteriore di indubbia utilità che arricchisce un già ottimo computer da immersione.

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Terminata la sessione di fotografie, rientriamo tutti in agriturismo per una doccia calda ristoratrice e un po’ di relax. Più tardi è programmata la riunione serale durante la quale il team manager fa’ il punto della situazione, ci chiede le impressioni sulle condizioni di pesca e sulle attrezzature testate, quindi ci illustra il programma per il giorno successivo, anche alla luce delle previsioni meteo che per domani indicano un calo dello scirocco fresco di oggi. Domani è in programma una bella giornata di mare allo Scoglio D’Africa, una grande secca posta a circa 11 miglia a largo di Montecristo e a circa 27 miglia dall’Isola d’Elba.

 Leggi la seconda parte

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