Raduno Team Omer 2003 – Prima Parte
Per il consueto raduno del suo Team agonistico, quest’anno la OMER ha scelto di tornare a Costa Paradiso, in Sardegna, luogo in cui si era svolto il raduno del 2001.
La squadra presentava qualche rimaneggiamento, con l’inserimento di alcuni nuovi atleti quali Andrea Calvino, il fortissimo campione croato Mislav Calo ed il sottoscritto, e con il potenziamento dell’equipe medica in cui il dottor Carlo Cordiano, specialista in cardiologia, veniva ad affiancare i veterani del Team Luca Bartoli e Massimo Malpieri.
Anche in questa occasione l’aspetto legato alla ricerca scientifica ha assunto importanza particolare, grazie alla presenza di nuove e sofisticate apparecchiature come l’ecocardio e la macchina contaglobuli, nonché dello specialista in cardiologia Dott. Cordiano. Lo staff medico ha provveduto a verificare le condizioni fisiche degli atleti, anche sotto stress, ricavando ulteriori e più approfonditi dati legati alla fisiologia dell’uomo in immersione e contribuendo così alla definizione di condizioni di maggiore sicurezza, non tanto per gli atleti stessi, quanto per i tanti appassionati di pesca in apnea.
Per questa edizione partecipavo al raduno sia in veste di corrispondente di Apnea Magazine che in qualità di nuovo atleta del Team ufficiale, quindi per me è stata un’esperienza molto intensa anche se piacevole e divertente, sia per il luogo incantevole in cui si è svolta, sia per l’opportunità di passare qualche giorno in compagnia di tanti amici.
Lunedì 26 maggio, nel tardo pomeriggio, sono quindi partito da Grosseto in compagnia di Leonardo Cagnolati e Nilo Mazzarri, quest’ultimo giunto dall’Elba in treno. L’appuntamento è per le 21,30 a Civitavecchia, dove ci attende Massimo Baldassarre, che si unirà a noi per il viaggio.
Dopo le operazioni di imbarco del mio fuoristrada sulla nave traghetto, ci sistemiamo nella cabina, quindi andiamo tutti insieme al bar di bordo a fare quattro chiacchiere, in attesa che la nave salpi. Il tempo è un po’ strano, c’è aria di scirocco e minaccia addirittura di piovere, sebbene il mare sia abbastanza calmo. Poco più tardi delle 23 il traghetto molla gli ormeggi diretto in Sardegna e noi, consci degli impegni che ci attendono il giorno successivo, torniamo in cabina a riposare.
Al nostro risveglio ci accoglie una Sardegna avvolta nelle nubi e bagnata da una fitta pioggerella, spettacolo piuttosto raro ma comunque molto suggestivo. Speriamo che il tempo migliori e che il mare si mantenga abbastanza calmo. Una volta sbarcati comincia il viaggio verso Costa Paradiso, poco più di 100 km ma su una strada molto stretta, piena di curve e intensamente trafficata.
La pioggia, che non accenna a smettere, rende la nostra marcia, complice il traffico, ancora più lenta. Facciamo una tappa ad Arzachena per un’ abbondante colazione, quindi proseguiamo, giungendo a Costa Paradiso verso le 11,00. Trovare l’albergo Li Rosi Marini non è difficile: è l’unico che esista ed è ad appena 100 metri dalla costa rocciosa prospiciente il mare.
La struttura ricettiva è un’ottima base logistica: dispone di piscina e di un Diving molto ben attrezzato. Sono presenti anche due scivoli a mare da cui è possibile varare ed alare i gommoni per le nostre uscite in mare.
Presso l’albergo io, Leonardo, Nilo e Massimo veniamo accolti da Fabio Antonini, l’unico membro del Team ancora nei paraggi: tutti gli altri, giunti la sera precedente, sono già in mare! A bordo dei due gommoni a nostra disposizione, il resto della comitiva è uscito a pescare e a fare fotografie: ci sono Marco Bardi, responsabile del Team, i collaboratori OMER Corrado Natale e Javier Olesti, gli atleti Alberto March, Mislav Calo e Andrea Calvino, i giornalisti e fotografi Stefano Navarrini (Pesca in Apnea), Emanuele Zara (Pescasub) e Jordi Chias (Apnea Spagna). Una volta sistemati nelle rispettive camere, ci rechiamo presso l’ufficio del Diving, per l’occasione adibito a laboratorio medico. Qui incontriamo il Dott. Luca Bartoli, preparatore atletico del team, il Prof. Massimo Malpieri, che non ha bisogno di presentazioni, ed il Dott. Carlo Cordiano.
Nonostante la fastidiosa pioggia, sentiamo tutti l’irresistibile richiamo delle cristalline acque sarde, perciò chiediamo ai medici se possiamo andare subito in acqua anche noi. Poiché non sono previsti test fisici per oggi, ci viene accordato il permesso e senza indugi ci apprestiamo ad entrare in acqua.
Nei pressi dell’albergo incontro il caro amico Mariano Satta, qui in veste di collaboratore Omer e fotografo. E’ appena arrivato in compagnia di due amici ed ha al seguito il suo gommone, per metterlo a disposizione del Team. Subito mi chiede se ne abbiamo bisogno, ed io accetto volentieri la sua offerta di prestarcelo. Purtroppo gli scivoli del Diving immettono direttamente a mare, in due piccole baie lievemente ridossate, e la risacca eccessiva mi fa desistere dal tentare di vararlo.
Partiremo da terra, proprio da uno dei due scivoli. La vestizione avviene nei comodi locali del Diving, al riparo dalla pioggia, quindi io, Leonardo, Massimo e Nilo scendiamo in acqua. Nonostante la giornata cupa ed il cielo grigio la visibilità è strepitosa, si vede il fondo in oltre 25 mt. d’acqua.
Appena superata la baietta dello scivolo il fondale degrada repentinamente, raggiungendo subito profondità ragguardevoli, con risalite di granito bianco che muoiono su costoni di coralligeno molto fessurati. A nemmeno 100 metri dal punto di ingresso in acqua una spaccatura nel coralligeno stimola la mia curiosità: all’imboccatura catturo un bel sarago, utilizzando un Excalibur 90 prestatomi da Massimo Baldassarre.
La pescata promette bene davvero! Poco oltre trovo una risalita caratterizzata da una profonda spaccatura verticale che ha origine nel granito e prosegue sulla propaggine di grotto, fino alla base che cade sulla sabbia bianchissima ad oltre 25 mt. La ispeziono partendo dalla sommità e, giunto a circa metà lunghezza della spaccatura, vedo qualche metro più giù due corvine enormi. Stanno sfilando nei meandri in cui lateralmente si apre la crepa, quindi tento il tiro al volo, ma il 90 è caricato solo alla prima tacca, troppo poco per un tiro così lungo. Le corvine spariscono e sono costretto a desistere dal cercarle ancora. Sono poco più di due ore che sono in acqua ed ho catturato 6 saraghi ed una tanuta, devo rientrare poichè abbiamo appuntamento con il resto della comitiva per le 16. Sulla riva ritrovo i miei compagni e tutti hanno preso diversi pesci, principalmente saraghi. Massimo ha catturato anche una grossa corvina, vittima di una coppiola inconsapevole del bravo atleta laziale: lui ha sparato ad un bel sarago in fondo ad una spaccatura e, sorpresa, ha recuperato il sarago ed un corvinone che, nascosto nel buio della tana, nemmeno aveva visto! Sono sicuro che stasera a cena il pesce non mancherà.
Dopo esserci cambiati e dopo una bella doccia calda, ci ricongiungiamo con il resto della comitiva e dopo aver salutato tutti e scambiato quattro chiacchiere ci andiamo a riposare un po’. Non abbiamo ancora recuperato del tutto la stanchezza del viaggio. Verso le 19, prima di andare a cena, ci ritroviamo tutti insieme per un primo briefing, durante il quale Marco Bardi ci illustra il programma generale e gli scopi del raduno. Alla presenza di Roberto Ciceri, patron della OMER e grande appassionato di pesca in apnea, Marco presenta anche i nuovi atleti che da quest’anno entrano a far parte del team: Mislav Calo, campione della Croazia in carica, Andrea Calvino, giovane promessa della pesca in apnea ed il sottoscritto. Il responsabile del team spiega anche che i criteri di scelta degli atleti di una squadra come quella della OMER non sono basati unicamente sulle prestazioni agonistiche, ma anche sulla serietà e disponibilità a collaborare con una grande azienda, al fine di contribuire alla sua crescita ed al miglioramento della qualità dei suoi prodotti.
Una volta terminato il briefing, andiamo tutti a tavola a gustare il pesce catturato oggi: saraghi e corvine splendidamente cucinati al forno deliziano i palati dei numerosi commensali. E anche in questa edizione è sempre lui il mattatore, Fabio Antonini, veterano del Team OMER, campione sia dentro che fuori dall’acqua. E’ lui che anima la conversazione, forte della sua innata carica di simpatia.
Terminata la cena ci attardiamo un po’ nella saletta conversazione dell’albergo, ci concediamo un drink e infine ce ne andiamo tutti a letto: domani ci aspetta una lunga giornata, densa di impegni già perfettamente pianificati dal responsabile del team Bardi e dallo staff medico.
L’appuntamento è fissato alle ore 8 per la colazione. Il tempo di digerire un po’ e ci apprestiamo ad uscire di nuovo in mare. Poiché dobbiamo rientrare molto presto per sottoporci ai test fisici previsti dal programma (gli altri vi si sono sottoposti ieri), io, Massimo Baldassarre, Leonardo Cagnolati e Nilo Mazzarri decidiamo di immergerci di nuovo da terra. Ci dividiamo in due coppie: Leonardo e Nilo andranno verso Sud partendo dallo scivolo di ieri, io e Massimo andremo a Nord partendo dal secondo scivolo. La giornata oggi è stupenda, il mare è calmo ma qualcosa è cambiato rispetto a ieri: un fastidioso termoclino sui 15 metri ha fatto sparire tutto il pesce. A forza di insistere riesco a catturare due saraghi ed uno scorfano rosso, ma in generale vedo pochissimo pesce. Dopo un paio d’ore di pesca arriva Marco Bardi a prelevarci col gommone. Ci comunica che anche agli altri non è andata molto bene. Marco ci accompagna in gommone dal resto della comitiva: sono tutti in una piccola baia, intenti a fare fotografie approfittando della giusta luce del sole allo zenit e dell’acqua cristallina. Stefano Navarrini, Emanuele Zara e Mariano Satta sommozzano infaticabili armati di fotocamera, mentre gli atleti si alternano nella funzione di modelli. Anche il poliedrico Bardi, giunti sul posto, prepara la sua ottima attrezzatura e si unisce agli altri fotografi, dando prova di una singolare perizia nello scegliere scenari, posture e fondali adatti per ogni singolo scatto.
Sono ormai quasi le 16 e dobbiamo rientrare al laboratorio medico, per essere sottoposti ad una serie di prove e test mirati alla valutazione della nostra condizione psico-fisica. Veniamo sottoposti a misurazione di peso, altezza, quantità di massa grassa, capacità polmonare ed elasticità della gabbia toracica. Infine veniamo sottoposti ad elettrocardiogramma e ad ecocardio: quest’ultimo tipo di accertamento, reso possibile dal sofisticato ecografo portatile a disposizione del dott. Cordiano, ha fornito molte utili informazioni allo staff medico. Da profano, posso dire di aver molto apprezzato la possibilità di vedere coi miei occhi, adagiato sul lettino, il mio cuore pulsare attraverso il monitor dello strumento abilmente azionato dal cardiologo. Ancor più felice mi ha fatto il responso dell’esame…..fare parte di un team come quello della OMER significa anche poter essere costantemente monitorati ed avere la certezza del proprio stato fisico, sotto il controllo di medici di prim’ordine.
Terminate le prove, il resto del pomeriggio trascorre nel relax: doccia, spuntino e quattro chiacchiere sulla pescata di oggi con gli altri atleti.
Il pesce per la cena non manca nemmeno stasera, sebbene quello catturato oggi non sia molto. Possiamo però attingere alle scorte di ieri…La cena viene consumata molto rapidamente poichè stasera in televisione verrà trasmesso un evento sportivo molto atteso: la finale di Coppa dei Campioni disputata tra Milan e Juventus. Quasi tutti i commensali sono appassionati di calcio, quindi rinunciano addirittura a parte della cena pur di non perdere nemmeno un minuto della partita di Coppa.
La serata viene trascorsa nella saletta TV dell’albergo, tra le grida delle opposte tifoserie, quindi, al termine della lunga partita, conclusasi a favore del Milan solo ai calci di rigore, tutti a letto.
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Category: Pesca in Apnea, The Box