Raduno Team Omer 2002 – Civitavecchia
Fabio Antonini al Raduno del Team
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Anche quest’anno la OMER, prestigiosa casa costruttrice di attrezzature subacquee, ha organizzato l’ormai consueto raduno del suo Team agonistico, composto di atleti di primissimo piano nel panorama nazionale ed internazionale e supportato dalla preziosa collaborazione di un’ equipe medica di prim’ordine, dotata di sofisticate apparecchiature.
Il programma dell’incontro è stato particolarmente incentrato sull’acquisizione di dati legati alla fisiologia dell’uomo in immersione, segno inequivocabile dell’attenzione profusa dalla OMER verso la sicurezza sia dei propri atleti che di tutti quanti praticano apnea e pesca in apnea.
Il raduno del Team OMER si è tenuto a fine maggio scorso a Civitavecchia, regno incontrastato di due elementi di spicco del team, Fabio Antonini e Massimo Baldassarre. I due simpaticissimi veterani hanno messo a completa disposizione del team la loro esperienza in loco, la fine conoscenza dei fondali ed anche il loro supporto logistico, fornendo i mezzi nautici appoggio per le uscite in mare previste. La base logistica è stata scelta nel centro del litorale di Civitavecchia ovvero nel comodo e nuovo SUNBAY Diving situato nell’omonimo centro residenziale, dotato di piscina, palestra, porticciolo privato, hotel e camere in residences in mezzo al verde proprio tra palestra e piscina. Un plauso particolare va anche a Massimo Baldassarre il quale, pur convalescente per un recente intervento ad una ernia (sfoggiava ancora un “collare” ortopedico che gli è valso una serie interminabile di epiteti scherzosi da parte degli altri componenti del team), non è voluto mancare all’importante appuntamento, nonostante l’impossibilità di entrare in acqua.
Partecipare al raduno per conto di Apnea Magazine mi ha fatto veramente piacere.
Venerdì 24 Maggio, nel tardo pomeriggio, parto da Grosseto in compagnia di Leonardo Cagnolati, atleta di spicco del circolo Grossetano e membro del team.
Daniele Petrollini e Bruno De Silvestri
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Verso le ore 20 giungiamo quindi a Civitavecchia, nella sontuosa struttura del Sunbay Park Hotel, sede logistica del raduno. La struttura ricettiva, posta sulla costa sud della ridente città laziale, ci aveva dotato di camere, tutte contigue fra loro, estremamente accoglienti e dotate di tutti i comfort.
Presso l’albergo io e Leonardo veniamo accolti dal resto della comitiva, capitanata dal responsabile Marco Bardi, e dagli altri famosi atleti del Team. Lo staff medico era composto dal Dott. Luca Bartoli, preparatore atletico del team, dalla Dott.ssa Elisabetta Zandoli psicologa del gruppo e dal Prof. Massimo Malpieri, luminare della fisiopatologia in apnea ma anche grandissimo appassionato di pesca in apnea.
Patron della manifestazione, in rappresentanza della OMER, è il simpaticissimo Lorenzo Borri, direttore commerciale dell’azienda, anch’egli grande appassionato di pesca in apnea come del resto i fratelli Ciceri, proprietari dell’azienda.
Dopo la sistemazione in albergo, ci rechiamo tutti insieme al ristorante “Ideale”, distante solo poche centinaia di metri; si tratta di una struttura molto suggestiva, protesa com’è sul mare antistante attraverso due grandissime sale sovrapposte, realizzate su palafitta. Quale modo migliore di iniziare una simile esperienza se non una superba cena a base di pesce in compagnia di tanti vecchi amici?
La serata scorre così serenamente, fra racconti di episodi di pesca e battute salaci. Un Fabio Antonini in grande spolvero tiene banco, elargendo perle di saggezza, in virtù della sua grandissima esperienza, ma anche battute ed aneddoti, resi irresistibili dalla sua carica di simpatia e dall’inconfondibile accento laziale.
Personalmente, è sempre con immenso piacere che mi ritrovo con questi ragazzi, amici veri anche se ci incontriamo quasi sempre in occasione di competizioni. E fuori dalla tensione delle gare, come in questa occasione, la compagnia di questi grandissimi atleti diviene ancora più piacevole.
Verso le 23 tutti a nanna: domani ci aspetta una lunga giornata, densa di impegni già perfettamente pianificati dal responsabile del team Bardi e dallo staff medico.
L’appuntamento è fissato alle ore 8 per la colazione.
Il dott. Luca Bartoli, preparatore atletico del Team Omer e direttore del Centro Mediasport
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Purtroppo, non siamo stati molto fortunati con il tempo: appena svegli, dalle finestre delle nostre camere, assistiamo attoniti ad uno spettacolo poco rassicurante. Il mare è già gonfio e bianco di spuma e spira un vento di libeccio teso e minaccioso, che sospinge con veemenza nubi bianche e grigie.
Dopo colazione ci rechiamo tutti quanti nell’alloggio del Dott. Bartoli, adibito per l’occasione a laboratorio, per essere sottoposti ad una serie di prove e test mirati alla valutazione della nostra condizione psico-fisica. Veniamo sottoposti a misurazione di peso, altezza, quantità di massa grassa, capacità polmonare ed anche ad una prova di rilassamento con successiva apnea a secco, effettuata sotto il controllo della Dott.ssa Zandoli. Tutti elementi utili a tracciare una base di partenza per le valutazioni successive.
Terminate le prove, che ci tengono impegnati fino alle 10 circa, veniamo suddivisi in due gruppi: Un primo gruppo verrà sottoposto a ad una serie di test in piscina, mentre l’altro gruppo uscirà in mare, nonostante le pessime condizioni, in compagnia di Bardi e Antonini che per l’occasione deve rinunciare a scendere sott’acqua per una fastidiosa Otite e s’improvviserà barcaiolo di prima classe.
Raggiunta la piscina dell’albergo, posta nelle adiacenze del piccolo porticciolo da cui l’altro gruppo prende il largo, veniamo tutti sottoposti ad un prelievo di sangue, quindi cominciamo ad indossare le attrezzature. Veniamo dotati di un cardiofrequenzimetro subacqueo che registrerà la nostra attività cardiaca durante tutte le prove cui verremo sottoposti. A turno, sotto l’occhio vigile del Dott. Bartoli e del Prof. Malpieri, effettuiamo un’apnea statica in acqua, un percorso lento in apnea ed una serie di 8 percorsi veloci intervallati da brevi recuperi (40 sec.).
Atleti in piscina
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Trovo l’esperienza piuttosto dura, sono sincero, anche perché sono anni ormai che non pratico più una costante attività fisica, principalmente per i crescenti impegni di lavoro. Gli atleti del team sono sicuramente più in forma di me, tuttavia riesco a completare la mia serie di test e vengo sottoposto, come gli altri, ad un ulteriore prelievo del sangue subito dopo l’ultima prova, la più impegnativa.
E’ l’ottimo Prof. Malpieri ad incaricarsi personalmente dei prelievi, dimostrando una singolare dimestichezza, per un luminare par suo, con farfalle ed aghi. L’unico che non sembra gradire molto le sue iniezioni e Daniele Petrollini, il quale ad ogni prelievo si accascia in preda all’angoscia su di un lettino prendisole, suscitando così l’ilarità generale.
Al termine dell’intensa mattinata i due gruppi si ricongiungono per il pranzo, leggero ed energetico, consumato come sempre presso il ristorante “Ideale”. Dopo pranzo c’è tempo per discutere con Bartoli e Malpieri sulle prove effettuate e per un breve riposino.
Il Prof. Malpieri
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Verso le 16 i due gruppi si scambiano i ruoli: noi andremo in mare, gli altri in piscina per proseguire con le prove.
Le condizioni sono leggermente migliorate rispetto alla mattina, durante la quale il gruppo uscito in mare a pescare è stato fortemente penalizzato dalle avverse condizioni meteomarine e dalla estrema torbidità dell’acqua.
Ci dividiamo in due equipaggi: nonostante le pessime condizioni e la forte corrente, due bellissimi dentici riescono a salire in gommone, uno dei quali superiore ai 3 kg.
Dopo poco più di un’ora di pesca, Antonini ci accompagna su una nuova zona. Al primo tuffo avvertiamo tutti il classico rumore prodotto dalle corvine, ma di un’ intensità veramente assordante! Ogni tanto, riemergendo, chiedo fiducioso agli altri se sono riusciti ad individuarne qualcuna, ma ancora nessuno lo ha fatto. Dopo un po’, Fabio ci dice che esiste solo una grossa spaccatura che può dare stabilmente rifugio agli scenidi, ed è quindi necessario cercare la spacca prima dei pesci.
Difatti Leonardo che la individua per primo, ne arpiona subito due stupendi esemplari.
Io mi devo accontentare di razzolare un sarago e una mostella nei paraggi, ma nel frattempo si è fatto tardi ed è ora di rientrare in porto. Di sicuro abbiamo rimediato abbastanza pesce da deliziare l’intera comitiva stasera a cena.
Poco più tardi, infatti, i disponibili cuochi del ristorante “Ideale” ci preparano il pesce catturato al forno con le patate, facendo la felicità di tutti i commensali. In effetti, uno dei vantaggi nel praticare la pesca in apnea sta proprio nella possibilità di consumare spesso pesce pregiatissimo e, cosa più importante ancora, sicuramente freschissimo.
Anche questa seconda serata trascorre piacevolmente, tra chiacchiere da pescatori e sfottò all’indirizzo di chi ha preso meno pesce: si sa, l’agonismo è qualcosa di innato ed è sempre presente, anche durante le pescate fra amici, figuriamoci se questi amici sono tutti atleti di spicco!
Uno degli atleti nelle torbide acque del sottocosta
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Dopo cena una breve passeggiata favorisce la digestione di chi, come me, ha un po’ abusato dello splendido dentice al forno (ho un debole per questo sparide, anche dal punto di vista gastronomico) servito per cena. Poi di nuovo tutti a letto: domani ci attende un’altra uscita in mare, nella speranza che il mare cali almeno un po’.
La mattina seguente disillude immediatamente le nostre speranze, poichè dalla terrazza della sala colazioni del Sunbay Park Hotel ci accorgiamo subito che il mare non è calato affatto, tutt’altro. Ma siamo qui principalmente per effettuare degli esami medici, perciò ci rassegniamo subito ad una nuova uscita a pescare nell’acqua torbida di un mare agitato dal libeccio.
Quest’oggi è previsto un prelievo di sangue dopo una battuta di pesca breve ma intensa, pertanto veniamo condotti tutti in costa a pescare con buon ritmo. In costa c’è molto meno pesce di ieri pomeriggio, tanto che le uniche prede degne di nota sono due orate di cui una, stupenda, di oltre 2 kg.
Fabio e Marco, che ci fanno da assistenti, procedono al veloce recupero di tutti noi per condurci rapidamente nel porticciolo dell’albergo, dove ci attende lo staff medico.
Una splendida orata è finita a pagliolo
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Abbiamo giusto il tempo di toglierci le giacche delle mute: il prelievo di sangue non può essere ritardato troppo, per non compromettere la validità dei valori che risulteranno dalle successive analisi.
A questo punto possiamo rilassarci un po’ con una doccia ristoratrice e qualche foto di gruppo.
Anche questa intensa esperienza volge alla fine. Ci attende un ultimo momento conviviale per il pranzo, durante il quale abbiamo l’occasione di fare il punto su di un raduno pienamente riuscito nonostante il maltempo.
Se tutto è riuscito bene lo si deve principalmente all’ottima organizzazione e pianificazione magistralmente condotta da Bardi e Bartoli, due veri professionisti nel loro lavoro e grazie all’ottima struttura logistico- organizzativa che ha fatto fronte ad ogni evenienza.
Da sottolineare anche l’ottimo affiatamento tra atleti, che non sempre è visibile negli ambienti sportivi, e la loro notevole educazione e cultura professionale che li distingue.
Un Team ben organizzato e affiatato è una vera garanzia per questo sport e per chi ne fa parte, un investimento che produce ottimi risultati facilmente visibili per chi come me ha la fortuna di partecipare a queste esperienze.
E’ veramente piacevole condividere una simile esperienza con uno staff composto di responsabili, ed atleti di altissimo livello, ma anche di persone che riescono a coniugare in modo esemplare professionalità e competenza ad una simpatia fuori del comune.
Arriva il momento dei saluti e degli arrivederci: probabilmente per molti di noi passerà molto tempo prima di poterci incontrare di nuovo, ma quando si è accomunati da una passione così intensa per una disciplina come la pesca in apnea il tempo non conta ed alla prossima occasione sarà come se ci fossimo incontrati il giorno precedente.
Lentamente io e Leonardo ci avviamo verso l’auto, per rientrare a Grosseto. Durante il breve viaggio che ci attende avremo ancora modo di sorridere ed essere appagati, ripensando al week-end appena trascorso.
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