Raduno Team Omer 2001: Un raduno riuscito
L’appartamento allestito con le apparecchiature mediche
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Ci ritroviamo al punto di raduno come da programma. Marco Bardi e Luca Bartoli espongono le attività svolte durante la giornata e raccolgono le impressioni degli atleti. Il coro è unanime, nessuno si aspettava un’organizzazione così efficace ed un programma così interessante ed innovativo.
In effetti, le potenzialità di un Team di campioni, di uno staff medico all’avanguardia e di uno sponsor come la Omersub sono esplosive. Invece che limitarsi a fornire le proprie attrezzature agli atleti, la Omer ha reso possibile la creazione di un vero Team, che sotto la guida attenta di un responsabile come Marco Bardi ha saputo non solo raggiungere risultati eccezionali da un punto di vista agonistico, ma anche e soprattutto costituire un vero gruppo affiatato e disponibile verso le esigenze del Team.
“Se devo essere sincero” – dice Bartoli – “non mi aspettavo questa serietà e collaborazione da parte degli atleti. Soprattutto dai pescatori” – il suo tono si fa scherzoso -“che spesso si interessano unicamente dei pesci e che a volte tendono a sottostimare l’importanza della ricerca scientifica per il miglioramento delle loro prestazioni e della loro sicurezza.
Questa disponibilità ad effettuare i test medici con serietà è fondamentale.
Noi conosciamo alla perfezione il funzionamento del corpo umano sulla terraferma e siamo in grado di sviluppare dei programmi di allenamento ed una dieta specifica per tutte le discipline che si svolgono fuori dall’acqua.
Un momento della cena. Da dx Roberto Chiozzotto,Marco Ciceri e Fabio Antonini
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Ma quando si tratta di curare la preparazione atletica di apneisti e pescatori subacquei, le cose cambiano radicalmente. Per prima cosa, non possiamo ancora dire di conoscere bene il funzionamento e le reazioni dell’organismo di atleti che praticano queste discipline. Il perché è molto semplice: non ci sono le apparecchiature per effettuare esami medici anche banali come un elettrocardiogramma durante un immersione. In secondo luogo, le apparecchiature da sole non bastano, perché occorre anche “materiale umano” altamente selezionato: per comprendere quali sono le reazioni di un soggetto durante dieci immersioni consecutive a 50 metri piuttosto che durante quattro ore di pesca su un fondale di 25-30 metri, occorrono atleti con doti certamente non comuni. Ecco perché l’interazione tra staff medico e Team può giocare un ruolo fondamentale nella comprensione di certe dinamiche fisiologiche ed aiutarci a capire quale tipo di allenamento sia il più indicato per migliorare le prestazioni in tutta sicurezza”. A turno, tutti i presenti sono chiamati ad esprimere un parere sul raduno. Il coro è unanime: iniziativa estremamente positiva ed interessante, grande curiosità da parte di tutti per i risultati dei test medici, ottima organizzazione. Anche i titolari della Omersub che hanno reso possibile questo incontro, esprimono la loro soddisfazione per il lavoro svolto e si mostrano favorevoli all’organizzazione di nuovi eventi di questo tipo. Sono molto interessati all’opinione degli atleti riguardo i nuovi prodotti che hanno testato ed accettano di buon grado consigli e suggerimenti.
La serata si conclude con un’ottima cena a base di pesce. Per gli atleti il dott. Bartoli ha disposto come di consueto un menù “speciale” a regime nutrizionale controllato …..un vero peccato per loro, perché il salame, il formaggio e la seadas sono veramente squisiti!
Una visita inaspettata
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Gli appartamenti distano circa un chilometro dal ristorante, così decido di facilitare la digestione con una passeggiata. Nella serata senza luna, mi godo il fresco concentrando l’attenzione sui profumi che mi avvolgono, e noto che su tutti prevalgono quello dell’elicrisio e del rosmarino.
Domani sarà un’altra giornata intensa, sarà bene riposare. Fatico a prendere sonno a causa di una scottatura rimediata durante la giornata in gommone. Dovrò stare più attento: anche a Maggio e con il cielo velato, il sole di Costa Paradiso è micidiale!
L’indomani, la colazione è allietata da una visita assolutamente inaspettata: alcuni cinghiali, tra cui una femmina con cucciolata al seguito, si avvicinano alla veranda per chiedere del cibo.
Si formano i gruppi di lavoro e questa mattina resterò a terra per seguire i test in piscina. Il tempo è peggiorato, minaccia di piovere da un momento all’altro.
Gli ospiti inattesi
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Con lo staff medico, il Team degli apneisti e Salvatore Rovella ci dirigiamo verso la piscina. Mentre Andrea Badiello, Stefano Mazzi e Roberto Chiozzotto indossano le mute, le attrezzature mediche vengono assemblate su un tavolo a bordo piscina.
Dalla posizione in cui ci troviamo possiamo vedere lo specchio d’acqua a nord del il villaggio: il tempo è peggiorato, un vento sostenuto gonfia il mare creando una risacca consistente che imbianca il sottocosta.
Approfittando di un passaggio, vado a controllare la situazione giù al mare. Per i dettagli riguardo gli esami medici vi rimando all’articolo di Salvatore Rovella ( link all’articolo sui test medici a fondo pagina).
Lo scivolo è impraticabile e il gruppo di pescatori si è diretto verso Castelsardo per tentare l’alaggio dei gommoni da uno scivolo meno esposto.
Li vediamo rientrare dopo poco: per oggi niente pesca.
Approfittiamo del maltempo per trascorrere un pomeriggio in relax. La giornata si conclude con la consueta riunione e la cena. Per l’occasione, Antonini e Bardi si sfidano in una gara culinaria: ognuno di loro prepara la propria versione del carpaccio di pesce (pesce crudo, “cotto” solamente con limone) e la competizione termina a pari merito tra gli applausi di apprezzamento della comitiva.
Punta Li Canneddi
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Nel dopo cena mi intrattengo con Bruno De Silvestri, Daniele Petrollini e Stefano Manciulli: sono davvero ragazzi simpaticissimi ed è uno spasso stare ad ascoltare i loro racconti di pesca ed i simpatici aneddoti di cui ogni pescasub degno di tale nome è depositario.
Al risveglio, il vento è girato a levante come preannunciato dal bollettino. Il cielo è sempre coperto e minaccia di piovere da un momento all’altro, ma almeno potremo varare i battelli.
Nella divisione dei gruppi, mi ritrovo di nuovo in gommone insieme a Bruno, Daniele, Stefano e Corrado.
Marco Bardi e Fabio Antonini occupano l’altro mezzo. Messo in acqua il gommone, puntiamo verso sud e ci fermiamo non appena girata la Punta Li canneddi, che offre un buon ridosso. Gli atleti si distribuiscono in acqua ed io lascio scarrocciare il gommone tenendo d’occhio l’ecoscandaglio. In breve individuo una dorsale che da un fondo sabbioso di circa 24 metri risale fino a 14 metri circa. Mi avvicino a Bruno e lo metto al corrente della cosa; risale in gommone, si fa portare sul punto e si immerge.
Dopo qualche minuto mi fa cenno di avvicinarmi: “Al primo tuffo, ho sentito una scodata incredibile ed ho fatto in tempo a vedere una enorme sagoma argentea che sfrecciava a velocità inaudita. Potrebbe essersi trattato di un tonno”…
Vediamo passare a largo il gommone di Fabio Antonini che si dirige verso l’Isola Rossa, qualche centinaio di metri più a sud. E’ inutile affollare l’Isola, noi resteremo nei dintorni di Punta Li canneddi.
Dopo un paio d’ore e vari tentativi, siamo di nuovo tutti in gommone a ragionare sul da farsi.
Il bottino è scarso, giusto qualche sarago di media taglia catturato nella schiuma.
Isola Rossa
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Decidiamo di andare a vedere come sia andata a Bardi e Antonini e puntiamo anche noi l’Isola Rossa.
Quando li incontriamo, sono già risaliti in gommone. Hanno tre belle spigole sopra il Kg ed una splendida orata di oltre 2 Kg, tutti pesci catturati nella schiuma in pochissimo fondo. Marco ci da un’altra ora di tempo per fare un ultimo tentativo, poi dovremo rientrare. Nel frattempo, il vento comincia a spazzare via le nubi ed il cielo mostra ora spiragli di azzurro da cui il sole fa capolino. Un rapida consultazione tra gli atleti ed il gommone naviga verso sud alla volta di alcune secche segnalate dal gps cartografico di Bruno.
Nessuno conosce il posto, ci affidiamo totalmente allo strumento.
Dopo una ventina di minuti di navigazione, siamo sopra ad una secca con cappello a circa 23 metri. Decisamente impegnativa. Abbiamo sì e no mezz’ora di tempo per pescare, poi ci attendono 40 minuti di navigazione contro mare per il rientro. Daniele ha il tempo di arpionare un bel sarago, mentre Stefano strappa una corvina: dobbiamo desistere.
Anche qui Bruno ha avvistato i dentici, ma erano nervosi e non venivano.
La giornata si conclude con le foto di gruppo ed i saluti.
E’ stata un iniziativa davvero ben riuscita, sicuramente un esperienza da ripetere, ed è con un po’ di malinconia che carichiamo i bagagli sulle macchine e ci salutiamo.
Questo Team è senza dubbio un esempio di spirito di gruppo, professionalità, validità agonistica e simpatia.
Il Dott. Luca Bartoli e le dottoresse Erika Suzzi ed Elisabetta Zandoli hanno dimostrato come serietà, competenza e rigore scientifico possano andare di pari passo con disponibilità, simpatia e capacità di spiegare in modo semplice e diretto i come ed i perché di complicati test ed esami.
La cosa che forse mi ha colpito di più è stata l’organizzazione, assolutamente impeccabile. Non era facile pianificare le attività del raduno, coordinare atleti ed ospiti, risolvere i piccoli problemi logistici che sempre capitano quando si riuniscono due dozzine di persone…….
Ma il responsabile del Team Marco Bardi è riuscito benissimo nell’impresa ed ogni cosa nel raduno ha funzionato al meglio.
Se le condizioni meteomarine fossero state migliori, avremmo probabilmente assistito a qualche cattura in più, ma sinceramente la cosa ha poca importanza.
Torno a casa arricchito da un’esperienza nuova ed unica e con la soddisfazione di averla vissuta a fianco di grandi campioni.
Mentre il traghetto lascia il porto di Olbia guardo le luci della costa allontanarsi, ripenso ai momenti vissuti a Costa Paradiso e non posso fare a meno di sorridere.
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