Raduno Team Omer 2001: a pesca con i campioni
L’inconfondibile sagoma di Bruno De Silvestri
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Terminata la vestizione, gli atleti si imbarcano e possiamo salpare in direzione di Punta di li francesi, verso nord. Dopo un breve tratto, accendiamo l’ecoscandaglio ed iniziamo a perlustrare i fondali. Fermiamo il gommone nei pressi di alcuni scoglietti affioranti proprio sotto al villaggio ed iniziamo qui la battuta di pesca.
La mia attenzione è immediatamente catturata dal modo singolare in cui Bruno tiene il fucile mentre si sposta in superficie. “Non dovresti avere problemi a vedermi” mi aveva avvertito, “tengo il calcio del fucile fuori dall’acqua, ormai è una vera abitudine”.
“Spesso in Sardegna il traffico di natanti è molto sostenuto e non ci si può affidare totalmente alla boa segnasub, che con mare formato diventa poco visibile”. Più che il calcio del fucile, Bruno tiene fuori dall’acqua oltre mezzo fusto, il che lo rende facilmente individuabile anche a grande distanza: davvero ingegnoso!
Mi avvicino a Bruno. Sta sommozzando su un fondale di circa 25 metri. La tecnica è quella del grande campione: respirazione lenta e rilassata, capovolta silenziosa e fluida con le pinne che superano appena il pelo dell’acqua prima di spofondare senza un gorgoglio.
Da sx: Corrado Natale, Bruno De Silvestri e Stefano Manciulli
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Se potessi disporre anche solo della la metà del loro talento sarei felice e sicuramente potrei avere qualche chance in più di mettere a pagliolo quei bellissimi dentici sempre visti da lontano ed abbandonati sul fondo.
Di fronte allo scivolo riceviamo istruzioni da Bardi. Ci dobbiamo spostare verso Cala Rossa per vedere com’è la situazione, tra breve ci raggiungerà in compagnia di Antonini e Petrollini ed insieme decideremo il da farsi.
Puntiamo la prua verso Punta Li Canneddi e ci fermiamo al centro di Cala Rossa. In breve tempo, Bruno, Stefano e Corrado si allontanano dal gommone.
E’ una bella giornata e la mia permanenza in gommone è davvero gradevole.
I minuti trascorrono veloci, ma le prede scarseggiano.
Bruno richiama la mia attenzione, vuole che gli passi il 90.”C’è un branco di aluzzi enorme ma con il 75 non posso portarli a tiro”. Effettuato il cambio di fucile, Bruno si ventila con calma e si immerge, per risalire poco dopo con un aluzzo sull’asta. “Non è aria”, commenta passandomi la preda, “suggerisco di spostarci”.
Recuperiamo gli altri, che confermano le impressioni di Bruno, e andiamo incontro al gommone di Antonini, già in vista. Dopo una breve consultazione, Marco Bardi smista gli atleti in due gruppi: Stefano Manciulli e Corrado Natale si spostano sull’altro gommone, che si dirige rapidamente verso l’Isola Rossa, poco oltre Punta Li Canneddi. Daniele Petrollini e Fabio Antonini si uniscono a me e Bruno De Silvestri; di comune accordo, decidono tornare nuovamente verso nord.
Stefano Manciulli con un sarago
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Mentre il gommone si avvicina rapidamente a destinazione, osservo i tre atleti che si scambiano le impressioni sulla situazione dei fondali con lo sguardo fisso all’ecoscandaglio e penso a quanto sia unica questa esperienza. Fabio Antonini, classe 1959, è un campione che non ha certo bisogno di presentazioni. Titolare della nazionale campione del mondo nel 1998 in Croazia, due volte campione italiano assoluto, Fabio vanta una serie di vittorie e piazzamenti in competizioni nazionali ed internazionali assolutamente invidiabile.
Bruno De Silvestri, classe 1969, gareggia dal lontano 1988 ed è l’attuale campione italiano di seconda categoria. Ha conseguito moltissimi risultati in competizioni nazionali ed internazionali, tra cui spiccano un 2° ed un 4° posto conquistati in due prove di coppa Europa nel 1998.
Daniele Petrollini, classe 1972, è il più giovane a bordo. Nel 1999, dopo aver dominato le selettive della prima zona, si è presentato a Follonica al campionato di seconda categoria ed ha ottenuto la qualificazione con un brillante 6° posto. Al successivo campionato di prima categoria di Lecce, vinto da Marco Bardi, ha ottenuto un 13° posto che gli è valso la qualificazione automatica al prossimo campionato assoluto, che si terrà a Palermo dal 20 al 24 Giugno.
Non capita tutti i giorni di assistere in barca tre campioni di questo calibro.
Ci portiamo nei pressi di uno scoglio affiorante poco più a nord del villaggio ed i tre si immergono a breve distanza l’uno dall’altro su un fondale di circa 25 metri.
La corvina catturata da Daniele Petrollini
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Sono passati pochi minuti quando vedo Daniele che riemerge con il fucile scarico: ha sicuramente sparato. Lo raggiungo e mi passa una bella corvina ben oltre il chilogrammo di peso. “L’acqua è molto fredda e probabilmente il poco pesce in giro se ne sta in profondità. Questa corvina l’ ho sorpresa in una spaccatura a circa 28 metri e con la muta pesante non è agevole pescare a queste quote”.
Giro la prua del gommone e vado a controllare cosa stiano combinando Fabio e Bruno. Antonini riemerge da un tuffo scuotendo la testa: “Ho visto dei bei saragoni qua sotto, ma sono nervosissimi e non si intanano facilmente”.
Poco più in là, Bruno esegue un tuffo dietro l’altro: “Il fondale è davvero bello qui, peccato che non ci sia pesce”.
Passano una ventina di minuti ed ecco che Daniele mi chiama nuovamente. Questa volta ha catturato un corpulento sarago maggiore ed un pizzuto di media taglia con un solo colpo: “Affacciandomi in una fenditura ho visto il sarago maggiore che si spostava all’interno ed il pizzuto che lo seguiva. Sinceramente ho mirato al maggiore, ma per mia fortuna all’ultimo istante il pizzuto si è venuto a trovare sulla linea di tiro”.
Il tempo vola e si avvicina l’ora di rientrare. Visti gli scarsi risultati, tentiamo l’ultima carta: un tuffo proprio sotto il villaggio a breve distanza dallo scivolo.
Una grossa mostella catturata da Bruno, una tanuta presa da Fabio ed un altro sarago arpionato da Daniele finiscono nel gommone, ma se dei campioni come loro faticano tanto a prendere un pesce è segno che la situazione è davvero difficile.
Sono quasi le quattro di pomeriggio e dobbiamo davvero rientrare. Una volta sistemati i gommoni e sciacquata l’attrezzatura, avremo appena il tempo di tornare agli appartamenti e farci una doccia.
Le prede di Bardi, Manciulli e Natale
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Dobbiamo trovarci al punto di riunione alle 19 esatte per tirare le somme della giornata.
Al rientro allo scivolo ci accolgono i fratelli Ciceri, titolari della Omersub, che nel frattempo hanno raggiunto Costa Paradiso. La loro passione per la pesca subacquea traspare chiaramente dal modo in cui chiedono ai loro atleti come è andata e da come sono ansiosi di vedere le prede. Da li a poco il rumore di un fuoribordo annuncia Marco Bardi, puntualissimo come al solito. Le facce sul gommone sono sorridenti, Marco tira su un dentice ed un bel luccio di mare.
A pagliolo sono finiti anche una bella orata, alcuni saraghi ed uno scorfano.
L’atmosfera è allegra ed iniziano subito gli sfottò tra atleti.
Qualcuno dice: “Meno male che c’erano Bardi e Manciulli, altrimenti stasera….dieta!!!”
Dopo le simpatiche battute e dopo aver sistemato gommoni ed attrezzature, la comitiva fa ritorno agli appartamenti.
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