Protesta Sardegna: Bozze di legge in cerca di autore
Si arricchisce di interessanti sviluppi la protesta trasversale riguardo la bozza di legge sulla “Disciplina della pesca non professionale nel mare territoriale della Sardegna” venuta alla luce in questi giorni. Dopo una prima affrettata smentita in cui si parlava di una voce o al più di un documento fasullo creato al solo scopo di imbastire una speculazione elettorale ai danni dell’assessore uscente on. Oscar Cherchi, le prime verità cominciano ad emergere tra luci e ombre.
E’ ormai assodato che la bozza di proposta di legge è un documento realmente esistente che tuttavia sarebbe stato redatto su richiesta di alcuni consiglieri regionali non ancora noti, sembrerebbe addirittura di schieramenti opposti, i quali hanno investito del compito di stendere la proposta il BLON di Sant’Antioco, successivamente inviata, intorno alla fine di dicembre 2013, alla sede centrale della FIPSAS.
La proposta è stata sommariamente analizzata e fatta oggetto di alcune notazioni, che è possibile leggere sulla versione messa a disposizione in rete e sul nostro sito, ed è stata poi rispedita al mittente con la calda raccomandazione a non proporre un testo normativo simile poiché pieno di articoli in aperto conflitto con la normativa nazionale tutt’ora in fase di ridefinizione con anche la partecipazione della FIPSAS.
In data odierna lo staff dell’assessore Cherchi ci ha contattati, nella persona del dott. Antonio Iatalese, per ribadire l’estraneità dell’assessorato a questo tentativo di fuga in avanti, assicurandoci al contempo di stare facendo tutto il possibile per cercare di scoprire i nomi dei firmatari della bozza. Da parte nostra abbiamo attivato tutti i nostri contatti in seno alla federazione per cercare di fare la nostra parte, anche se dubitiamo di riuscire a scalfire il muro di reticenza che ha portato gli stessi interlocutori federali a non voler fare nomi nemmeno ai funzionari della RAS.
Confidiamo nel fatto che l’assessore, qualora realmente tirato in causa a sua insaputa da consiglieri regionali che faticano ad affiancare pubblicamente il loro nome a questa proposta, magari consci del polverone che hanno sollevato, riesca presto a trarsi d’impaccio sottraendosi agli strali dell’opinione pubblica che ha fino ad ora incassato, speriamo immeritatamente.
Nell’apprendere che tanto l’assessore quanto il Governatore siano dell’avviso di attendere la riforma della normativa nazionale prima di intervenire in qualsiasi modo a livello locale, e che visti i periodi di crisi siano contrari all’introduzione di una licenza a pagamento, ci teniamo a sottolineare che quanto ha fatto montare la rabbia non è la richiesta di un obolo, quanto più l’interminabile lista di divieti illogici e vergognosi che limitano fortemente la pratica della pesca sportiva, creando oltretutto molteplici occasioni per l’irrogazione di sanzioni amministrative di notevole importo.
Insieme a tutti i pescatori ci aspettiamo una svolta a breve, che ci permetta di guardare in faccia chi considera la pesca dilettantistica come l’ennesimo comparto da spremere per fare cassa dietro il paravento della tutela ambientale, e che ci metta nella condizione di scegliere con convinzione di non votarli, considerando che il peso elettorale è l’unico argomento di contrasto valido che possiamo spendere. Se questa bozza di legge non avrà mai dei padri ufficiali non potremo che dispiacercene, ma soprattutto in questo caso riteniamo che sia doverosa da parte del Governatore Cappellacci l’attestazione pubblica del fatto che quel documento punitivo non rappresenti in alcun modo il suo punto di vista sulla questione e di chi tiene le fila del centrodestra isolano.
Cogliamo l’occasione per prendere le distanze da tutti coloro che, soprattutto sui social, non hanno saputo rimanere nel recinto di una dura ma educata contestazione politica, lasciandosi andare ad insulti volgari e incivili che non rappresentano in alcun modo il nostro modo di concepire e vivere l’esercizio del diritto di critica.
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Comunque vada a finire questa penosa vicenda …. noi cacciatori in Apnea stiamo sulle scatole ! e prima o poi un bello sciacquone gelato ce lo beccheremo, e non solo in Sardegna ! Volete sapere come la penso io ??
Penso che quello che è successo ai nostri colleghi cacciatori di terra ferma prima o poi capiterà anche a noi ! e quando tra licenza da conseguire, permessi vari da ottenere e tasse da pagare sarà molto più conveniente andare direttamente in pescheria che pescare, allora molti di noi faranno i conti con la legge ! e che vinca il più furbo anche nella pesca ! come già sta accadendo in tante altre realtà di questo bel paese ! regolamentate da leggi assurde e contraddittorie a tutto vantaggio degli evasori e dei Furbi che ci galleggiano dentro mentre gli onesti annegano !
Godiamoci questi periodi di Libertà ! fino a che dura !
Credo che per la maggior parte di noi pesca sub amatoriali è sempre stato più conveniente andare in pescheria, probabilmente non è questo il punto. Noi di AM – ma non solo – non crediamo che l’idea di pagare un obolo per attingere da una risorsa che è di tutti (e non di chi vive sulle sponde) sia blasfema, ciò che non tolleriamo è il coacervo di obblighi e divieti privi di senso e tecnica legislativa che, complici i controlli inadeguati, puniscono solo gli onesti e premiano i disonesti. Non tolleriamo il pregiudizio, l’ipocrisia, la mancata tutela di diritti sacri come quello all’incolumità, l’eccessiva frammentazione di norme comunitarie, statali, regionali, comunali, degli enti di gestione delle aree protette, degli uffici periferici delle CCPP e chi ne ha più ne metta. Concordiamo sull’opportunità di goderci il nostro mare finché si può, di questo passo le nostre ferie di pesca le dovremo fare all’estero.