Primato dell’italia nella protezione dell’ ambiente marino
comunicato CG CCPP – Continuano gli sforzi per contrastare la presenza in mare di navi che non rispettano le norme internazionali poste a tutela della sicurezza della navigazione, dell’ambiente marino e dei marittimi che sulle navi vivono e lavorano.
E’ questo il dato che emerge dall’analisi dell’attività di Port State Control, effettuata dal personale specializzato del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, riferita all’anno 2006.
Per l’8° anno consecutivo l’Italia ha ottenuto il primato tra i 25 Paesi membri dell’accordo regionale “Paris Memorandum of Understanding on Port State Control”, in termini di numero di navi straniere ispezionate e di navi fermate nei porti nazionali.
In particolare su 21592 ispezioni eseguite nella regione del Paris MoU, ben 2535 sono state effettuate in Italia, pari al più alto contributo percentuale (12% del totale).
Il primato si estende anche al numero di navi, su cui sono state riscontrate delle deficienze (1634) e al numero di navi detenute, ovvero trattenute in porto fino all’avvenuta eliminazione delle gravi deficienze riscontrate durante l’ispezione (269).
Tra le tipologie di navi che sono risultate maggiormente carenti nel rispetto degli standard internazionali, e per questo detenute in Italia, il primato spetta alle navi da carico generale (68%) seguite dalle navi portarinfuse (11% circa), dalle navi porta containers (5,2%) e dalle petroliere e Ro-Ro passeggeri (3,7%).
Buone notizie per l’Italia pervengono anche su fronte della performance della flotta nazionale che, a seguito dei medesimi dati riferiti al 2006, ha consolidato la propria posizione nell’ambito della White list, ovvero nella lista degli Stati che garantiscono elevati standards di sicurezza per le navi di bandiera.
Nel corso del 2006, infatti, sono state detenute – all’estero – soltanto 10 unità nazionali, su 415 ispezionate, a conferma del “trend” positivo, sotto il profilo della sicurezza di bordo, della flotta italiana che si attesta, così, a 24 unità, complessivamente detenute nell’arco dell’ultimo triennio.
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