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Pescasub notturna in AMP e in porto, verbali e denunce per 3 persone

Sono 3 i pescatori subacquei di frodo ad essere incappati, in due distinte operazioni, nelle maglie dei controlli delle autorità; e in entrambi i casi si tratta di pesca notturna in aree vietate.

image(1)Il primo episodio si è verificato nella serata tra l’1 e il 2 giugno scorso all’interno del porto di Ortona. L’apparato di video sorveglianza della sala operativa della guardia costiera ha catturato l’immagine di un pescasub intento ad immergersi tra i moli della zona portuale. Il successivo immediato controllo ha portato all’elevazione di un verbale di 1000 euro con annesso sequestro dell’attrezzatura utilizzata e del prodotto ittico costituito principalmente da polpi di piccola taglia. Il pescato, in parte trovato vivo, è stato rigettato in acqua mentre il restante, accertata l’idoneità al consumo umano, è stato donato in beneficenza alla Caritas.

Il secondo episodio, decisamente più grave, si è invece verificato nella tarda serata del 3 giugno scorso, all’interno del perimetro dell’AMP di Tavolara – Punta Coda Cavallo in Sardegna. La locale CP ha ricevuto una segnalazione, estremamente particolareggiata, nella quale si descriveva un’attività di pesca subacquea di frodo notturna, all’interno della riserva marina, esercitata da due individui a bordo di un gommone. Curioso il fatto che nella stessa si ipotizzasse con buona sicurezza l’identità dei due, olbiesi, uno dei quali pregiudicato. L’attività di ricerca da parte della motovedetta non ha prodotto nessun risultato, al contrario dell’appostamento a terra effettuato in prossimità della banchina di Porto San Paolo che ha permesso di fermare i due soggetti segnalati intorno alle 3:45 di notte. Il natante (preso a noleggio) aveva a bordo un discreto quantitativo di pescato freschissimo, composto da alcuni esemplari di barracuda, una cernia, diversi saraghi e orate, nonchè un esemplare ancora vivo di cicala di mare.

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G.C. e G.M.C hanno reagito in maniera violenta alle prime contestazioni, tanto da rendere necessario l’intervento di una pattuglia di carabinieri della locale stazione. Dopo essere stati immobilizzati sono stati tradotti in caserma per i primi accertamenti del caso. Diversi gli illeciti amministrativi loro contestati per un totale di oltre 2000 euro a testa, ai quali si aggiunge una denuncia penale per prelievo di specie protetta: la cicala di mare (Scyllarides Latus) è infatti organismo protetto il cui prelievo è vietato in tutta Italia, sia ai professionisti che ai ricreativi. Venivano inoltre sequestrati tutti gli attrezzi utilizzati per la pesca, tra cui quattro fucili subacquei e numerose aste, nonché il gommone, anche se appartenente ad una società di noleggio del posto, ma sulle cui responsabilità sono in corso ulteriori accertamenti. Il pescato, considerato idoneo al consumo umano è stato devoluto in beneficienza, mentre la cicala di mare è stata affidata al Consorzio di Gestione dell’Area Marina e protettareintrodotta nel suo ambiente.

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Il fermo dei due pescatori all’interno dell’AMP di Tavolara – Punta Coda Cavallo fa parte di una più vasta operazione che, da tempo, ha messo sotto osservazione una alcuni pescatori considerati gli abituali fornitori di diversi ristoranti della cittadina gallurese, nonchè di altri centri costieri. Le indagini proseguono inoltre per risalire agli esercenti che in passato hanno acquistato dai due subacquei denunciati e che avrebbero smerciato anche il carico della scorsa notte.

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