Pescasub e Apnea: Urinare Dentro la Muta può Davvero Provocare l’Otite?
Per quanto ormai da molti anni si siano diffusi diversi mezzi che permettono al subacqueo di urinare all’esterno della muta (becco d’anatra e uridon su tutti), persiste un discreto zoccolo duro, specie di pescatori vecchia scuola, che non riesce proprio rinunciare a quei fugaci momenti di tepore che la minzione è in grado di regalare nelle fredde giornate invernali. Ma ogni medaglia ha il suo rovescio, che in questo caso è il timore che urinare nella muta possa essere causa di frequenti otiti; ma è realmente così?
La risposta è NO, per almeno due importanti ragioni.
La prima è fisiologica: per lungo tempo si è ritenuto che l’urina fosse un composto sostanzialmente sterile, a meno che non ci fossero infezioni in atto. Oggi sappiamo che in realtà non è esattamente così, l’urina contiene un certo quantitativo di germi, alcuni utili e altri dannosi, che alcuni recenti studi hanno messo in relazione con la sindrome della vescica iperattiva.
Questi germi però sembrano essere potenziali responsabili solo del coinvolgimento del tratto urinario e non di altre mucose del nostro organismo. Oltretutto, quella del subacqueo, prende il nome di poliuria insipida e non può essere definita propriamente “urina”.
È piuttosto il prodotto di un meccanismo attraverso cui il nostro organismo cerca di contrastare l’aumento di pressione derivante dalla vasocostrizione periferica indotta dal Diving Reflex e dagli effetti del Blood Shift, ed è messo in moto da un’aumentata produzione ormonale. Ecco perchè l’urina prodotta durante una lunga giornata di pesca si presenta di frequente ed molto più simile a semplice acqua, sia come colore che come composizione chimica.
Esiste poi un motivo meccanico per il quale, se anche l’urina potesse in qualche modo essere un contaminante, non ha alcuna possibilità di arrivare a contatto con la mucosa dell’orecchio.
La prima barriera alla sua “migrazione” è costituita dalla cintura della zavorra che, stretta intorno alla vita, comprime il neoprene dei pantaloni sulla pelle, facendo da tappo, anche se non ermetico.
Il secondo ostacolo è invece costituito dall’aderenza della giacca di neoprene che indossa il subacqueo, che se anche non fosse perfetta sul torace, dovrà necessariamente esserlo sul collo. Non bisogna dimenticare poi che l’urina che ristagna all’interno dei pantaloni, già durante la prima capovolta post minzione, verrà lentamente espulsa all’esterno attraverso la zona delle caviglie, con una certa quota che rimarrà imprigionata all’interno dei calzari.
Sono indubbiamente altri i fattori nei quali ricercare la causa di otiti ricorrenti, a cominciare da infezioni batteriche mal curate e da una scarsa prevenzione post-immersione. Soprattutto d’estate poi è facile venire a contatto con batteri patogeni di origine fognaria dispersi in mare. Se però l’urina non può essere fonte di otiti, non è detto che non possa avere un ruolo nelle irritazioni della pelle, quindi una opportuna igiene della muta è quantomai raccomandabile.
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