Pescasub: Divieti, Distanze e Segnalazione di Reti da pesca e Palamiti (2a parte)
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Tutti gli attrezzi da pesca fissi devono essere identificati da due boe dotate di asta di almeno un metro e bandiera, poste alle estremità, più una serie di galleggianti intermedi posti a non più di 200 metri l’uno dall’altro. In caso di cala notturna sono prescritti anche degli aggiuntivi segnali luminosi. Il colore dei dispositivi di segnalazione, originariamente stabilito esclusivamente in giallo, è stato poi “liberalizzato” con una circolare ministeriale del 2011 che escludeva solo il rosso e il verde. La normativa non è altrettanto precisa in merito alla segnalazione degli attrezzi vaganti, anche se le autorità considerano sostanzialmente pacifica l’equiparazione con quelli fissi.
Cosa non deve mai fare il pescasub
Fermo restando che la curiosità di avvicinarsi ad una rete o un palamito l’abbiamo avuta tutti, e al netto della pericolosità della situazione, è necessario ricordare che (art. 129 comma b) al pescatore in apnea è fatto divieto di avvicinarsi “a distanza inferiore a 100 metri dagli impianti fissi da pesca e dalle reti da posta.” La formulazione è un po’ datata, bisogna quindi considerare compresa in quel testo tanto qualsiasi attrezzo da posta fisso quanto quelli vaganti, ovviamente a condizione che siano opportunamente segnalati.
Il pescasub poi parla poi spesso di fare giustizia sommaria sugli attrezzi illegali sia sottraendo il pescato che, più spesso, tagliando o comunque danneggiando irrimediabilmente gli stessi. Attenzione perché la legge 4/2012 art. 7 al comma h ribadisce che: “E’ fatto divieto di sottrarre od asportare, senza il consenso dell’avente diritto, gli organismi acquatici oggetto della altrui attivita’ di pesca, esercitata mediante attrezzi o strumenti fissi o mobili, sia quando il fatto si commetta con azione diretta su tali attrezzi o strumenti, sia esercitando la pesca con violazione delle distanze di rispetto stabilite dalla normativa vigente”.
Tale violazione, che per inciso integra un reato penale, perseguibile su querela della parte offesa e punibile con arresto da 1 mese a 1 anno o con l’ammenda da 1.000 euro a 6.000 euro, rimane tale anche se posta in essere nei confronti di attrezzi disposti in violazione totale o parziale delle normative vigenti.
In conclusione
La maggior parte delle rimostranze del pescatore subacqueo medio nei confronti delle reti da posta fisse e degli attrezzi similari, sono reazioni di “pancia” legate più alla riduzione di fruizione del mare che queste arrecano, piuttosto che ad una reale conoscenza delle normative vigenti. Capita quindi spesso che il pescatore, per quanto in buona fede, si trovi a fare una figura poco edificante soprattutto se scade in invettive ingiustificate nei confronti delle autorità che non avrebbero dato il giusto peso alla sua segnalazione. Si arriva poi al paradosso quando si consigliano apertamente, quale rappresaglie, comportamenti illegali e passibili anche di conseguenze penali. Le regole che riguardano, direttamente o indirettamente, la pesca in apnea non sono poi molte; averne una conoscenza almeno basilare potrebbe rivelarsi economicamente molto vantaggioso, peccato che lo si scopra solo quando si leggono gli zeri di un verbale che si sarebbe potuto evitare con facilità.
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Category: Pesca in Apnea