Home » Pesca in Apnea » Medicina e biologia » Pesca Spigola: Perchè Cacciarla Durante la Riproduzione e Piangersi Addosso? (2a parte)

Pesca Spigola: Perchè Cacciarla Durante la Riproduzione e Piangersi Addosso? (2a parte)

| 9 Febbraio 2016 | 0 Comments

<—<< Prima parte

perchè catturare un pesce grosso, che si è già riprodotto numerose volte, dovrebbe essere un danno biologico molto maggiore rispetto al catturare quattro o cinque pesci di taglia medio/piccola, che NON si riprodurranno così a lungo e forse NON lo faranno MAI?! Certo, è vero che più il pesce cresce, più uova produce e spesso di migliore qualità e con maggior probabilità di successo riproduttivo, ma quali sono i numeri realmente in gioco?! Tenete conto che un grosso riproduttore arriva a produrre fino al 20% del suo peso in uova. Significa che una spigola di 5 kg può avere una emissione di 1 kg, pari a circa 1 milione di uova. Il tasso di sopravvivenza, inteso come raggiungimento della maturità sessuale di queste uova, è di 5-7 esemplari per milione. Sarebbe come dire che: nel caso ci trovassimo di fronte ad una spigola di 5 kg stra-carica di uova e la catturassimo, è come se avessimo prelevato 5-7 spigole mature (le taglie minime che abbiamo menzionato prima) nei prossimi 5 anni. Ora è chiaro che “il danno” è un falso problema, creato dagli ambientalisti dell’ultim’ora che vogliono sciacquarsi la bocca con la biologia, senza conoscerla e, peggio ancora, dei pescatori ricreativi che da questi si sono in qualche modo fatti convincere di essere parte consistente del problema.

MARSUB_40_238393081-650

Attualmente l’Alleanza Pescatori Ricreativi sta portando avanti in commissione europea una proposta per innalzare la taglia minima della spigola mediterranea proprio a questi fatidici 42 cm di cui prima. I pochi che si sono espressi in merito alla questione sono ovviamente strafavorevoli, ma decisamente meno ad applicare questa misura di rispetto senza che sia prevista per legge. Come se l’estinzione della spigola dai bassifondi invernali non finisse per interessare PRIMA i pescatori dilettanti e solo MOLTO DOPO i professionisti. Pare che imporsi una misura etica, ben superiore a quella legale, faccia passare per scemi, quasi a dire “tanto se non lo prendo io, lo cattura il mio vicino di casa e non cambia nulla”.

foto (13)Siamo convinti che le discutibili affermazioni etiche che leggiamo in fatto di pesca della spigola (e raramente di qualche altro pesce) nulla abbiano a che fare con l’amore per il mare, la sua tutela e lo sfruttamento oculato delle sue risorse; quanto più con un modo egoistico e possessivo di vivere la pesca. Il neofita con la spigola di due spanne o con quella dal pancione (salvo poi scoprire che magari era un maschio gonfio di cibo come pure è successo!) viene crocifisso ed esposto alla pubblica gogna perché ha danneggiato l’ecosistema?! No, gli si sfoga addosso la frustrazione di non riuscire a catturare gli esemplari agognati, ovviamente non perché non si è capaci tecnicamente o strategicamente, ma perché i pesci piccoli pescati da altri o le uova non deposte oggi, sono ritenuti (a torto) dei mancati grossi pesci per me, domani. Il pesce piccolo o gravido non è vissuto realmente come un danno ambientale, ma più come un furto e un atto di lesa maestà.

Se si vuole essere coerenti con questa logica contorta e malata, la si porti alle estreme conseguenze e si scelga di smettere totalmente di pescare la spigola! Proibirla solo durante la riproduzione non farebbe altro che spostare il problema no?! Anzi, perché solo la spigola? Perché simili ragionamenti non dovrebbero essere perfettamente calzanti per i saraghi, le corvine, i dentici, le ricciole e qualsiasi altra specie bersaglio del pescatore in apnea?! Ecco, a chi negli anni ha sviluppato una visione così distorta della pesca e della salvaguardia del mare, a chi si è attribuito e vorrebbe attribuire ad alcuni responsabilità altrui, a chi considera il prelievo di un pesce un danno sempre e comunque, a tutti questi, consigliamo di fare i tribuni SOLO dopo aver definitivamente appeso il fucile al chiodo. In fondo non si pesca per vivere, e poi, è accettabile “danneggiare” qualcosa per puro divertimento?!

Chiudiamo con una interessantissima dichiarazione del prof. Antonio Terlizzi, noto biologo marino e pescasub:

Terlizzi“Personalmente credo che la rarefazione della spigola sia da imputare solo parzialmente alla pressione di prelievo. La spigola risente molto del cambiamenti climatici, della competizione con altri predatori che ne stanno occupando la nicchia trofica (come i pesci serra) e, soprattutto, è estremamente sensibile al problema dell’encefalopatia. Personalmente ho ragione di credere che questa malattia si manifesti su milioni di esemplari allo stadio giovanile ed abbia conseguenze enormi a livello di dinamica di popolazione.

Non credo invece sia un problema di inquinamento, a meno che nel fenomeno non consideriamo l’immissione di agenti patogeni. Che invece l’acquacoltura intensiva della spigola sia correlata al progressivo declino delle popolazioni selvatiche è un fatto, anche se non ci sono ancora prove che sia la causa della rarefazione del selvatico. Per il resto, una volta mi venne a tiro una spigola che sarà stata 9 kg ed era talmente carica di uova che non riusciva a nuotare. La seguii osservando la scia di fango che sollevava letteralmente trascinandosi sul fondo. Non le sparai, ma per un fatto personale, una forma di tenerezza e di mio personale rispetto del mare tutto, mi capita spesso anche con le cernie. Ma la biologia non c’entra niente.”

Tags: ,

Category: Medicina e biologia, Pesca in Apnea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *