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Pesca Sostenibile: Tutto Quello che C’è da Sapere

| 19 Maggio 2021

Negli ultimi mesi il mondo della pesca sportiva è stato scombussolato da eventi controversi. In termini di visibilità, uno che più ci ha colpito e toccato da vicino come categoria si è verificato lo scorso novembre, quando il campione mondiale di Pesca Sportiva Marco Volpi e il giovane figlio Nicola sono stati trovati in possesso di 48 kg di pescato, perlopiù orate. La Guardia Costiera si è quindi trovata costretta a sanzionare i due pescatori con una multa di 4000 euro ciascuno e il sequestro dell’attrezzatura.

Come già sottolineato nel nostro articolo su pesca sportiva e bracconaggio, il nostro obiettivo non è quello di esprimere giudizi sulla vicenda, ma è comunque arrivato il momento di fare il punto della situazione e trattare il bracconaggio per quello che è: un fenomeno sempre più diffuso e affatto sporadico.

Al fine di sensibilizzare tutti coloro che amano e in qualche modo fanno parte del mondo della pesca, è dunque doveroso discutere un concetto spesso sottovalutato, al giorno d’oggi. Stiamo parlando della pesca sostenibile, quella che probabilmente rappresenta la via migliore per combattere il bracconaggio e reintegrare l’immagine della categoria.

Andiamo con ordine, partendo da una semplice definizione. Cosa si intende per “pesca sostenibile”? Con questo termine si fa riferimento all’attività di pesca volta a preservare la biodiversità di oceani e acque. Si tratta quindi di una pratica che ha l’obiettivo di evitare tutti quei comportamenti ritenuti dannosi per i nostri mari e figli dell’esplosione della pesca industriale.

I colossi che costituiscono la fetta maggiore di questa industria hanno infatti impoverito e deteriorato le risorse marine, finendo per compromettere gli habitat naturali di alcune specie marine che, nei casi più estremi, rischiano l’estinzione. L’esempio più comune, al giorno d’oggi, è quello del tonno rosso, ormai sempre più sovrapescato.

La pesca sostenibile si basa su alcuni principi fondamentali. Innanzitutto, punta sull’utilizzo di strumenti il meno invasivi possibile per il mare, allo scopo di non compromettere le condizioni della fauna marina nelle aree di prelievo.

Strumenti meno invasivi non sono però abbastanza. Anzi, la discriminante fondamentale è il comportamento dei pescatori stessi, tenuti a rispettare le regole stabilite. C’è bisogno, infatti, di pescare nelle zone e nei periodi consentiti, in modo che il pesce abbia tutto il tempo di maturare e riprodursi. Il raggiungimento di un equilibrio tra pesca e ripopolamento della fauna marina è quindi la condizione primaria per un’attività davvero sostenibile.

Infine, bisogna avere il buon senso di evitare inutili sprechi. Molto, troppo spesso, certe tecniche prelevano involontariamente specie che non sono appetibili sul mercato, per poi gettarle via. Una pratica molto pericolosa e compromettente in ambito di sostenibilità.

Ovviamente, quella di operare in maniera più sostenibile è un’urgenza che non riguarda soltanto la pesca. Anzi, il fenomeno della sostenibilità, negli ultimi anni, si è espanso fino a diventare un trend di portata mondiale. A testimonianza di quanto detto, ogni anno vengono organizzati eventi proprio a favore della sostenibilità come la Giornata della Terra, che nell’edizione di 2 anni fa ha raggruppato più di un miliardo di persone, o il Festival dello Sviluppo Sostenibile, il più imponente su scala nazionale.

Nonostante i passi avanti fatti negli ultimi anni, rimangono dei dubbi sull’effettiva efficacia dei principi esplicitati poco sopra. In particolare, l’arrivo del documentario Netflix Seaspiracy ha gettato delle ombre sul sovrasfruttamento dei mari, portando in molti a chiedersi se abbia davvero senso parlare di pesca sostenibile.

Purtroppo, i numeri attuali non sono rassicuranti. Secondo il The State of World Fisheries and Aquaculture 2020 della Fao, alla fine del 2018 la produzione ittica globale ammontava a 178,5 milioni di tonnellate. Se si pensa che di queste ben 156,4 milioni vengono consumate proprio da noi, ecco che il quadro assume connotati preoccupanti.

I nostri mari vengono sottoposti a uno sforzo insostenibile ogni giorno. Il fenomeno del bracconaggio si aggiunge a tutto questo ed è un qualcosa su cui intervenire in fretta, non solo perché rischia di minare l’immagine del mondo della pesca sportiva ma anche, soprattutto, per garantire la sostenibilità del nostro pianeta negli anni avvenire. In questo senso, la pesca sostenibile rappresenta l’unica via d’uscita.

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