Pesca in apnea n° 62 – Aprile 2008
La copertina del n° 62 di Pesca in Apnea |
Il racconto. Il ritmo, insieme al lessico appropriato, alla pertinente aggettivazione, allo studiato colpo di scena, alla giusta scelta fra dialogo serrato o lento progredire delle descrizioni, insieme a cento altre specifiche attribuzioni, fanno di un racconto o di una poesia, un appassionante intreccio della fantasia o uno stucchevole procedere della noia. Noi pescatori in apnea che con il mare abbiamo un contatto certamente anche letterario come ci comportiamo? Con qualche punta di eccellenza talvolta e qualche inutile volo pindarico talaltra. In genere, i racconti dei lettori che publichiamo sono la relazione emotiva di un fatto accaduto che ha molto emozionato il narratore, mentre i testi sono manifestazioni di un onesto e giusto impegno di essere chiari e comprensibili per tutti. E cosi’ deve essere. Qualche volta pero’ accade che le parti si modifichino e chi deve raccontare una storia da un punto di vista tecnico lo fa con forti accenti lirici.
Pensavamo queste cose rileggendo sul numero di aprile di Pesca in Apnea, ora in edicola, il racconto di Antonello Mancuso sulla cattura di un’orata. In due punti del racconto i giochi cambiano e dalla memoria di un fatto tecnicamente importante si passa a un riferire secondo regole differenti che esprimono sentimenti fortemente permeati di poesia. Riferisco testualmente per essere ben chiaro. Ecco cosa scrive Mancuso. Attenzione al linguaggio e alla musicalita’ delle immagini.
Primo punto: «…Un’ultima inspirazione profonda e, quindi le pinne prima puntate verso il cielo, sembrano come inghiottite dalla superficie appena increspata del mare. So che Francesco e’ li’, sulla sua verticale, e questo rende la mia discesa ancora piu’ tranquilla. Sto procedendo verso il fondo senza piu’ pinneggiare e man mano che guadagno metri, il blu diventa ombra, l’ombra diventa scoglio, lo scoglio diventa tana, la tana diventa branco di corvine. I pesci si muovono con movimenti lenti e aggraziati….».
Ed ecco il secondo punto: «… La freccia e’ piu’ veloce del pinnuto e lo colpisce sul groppone. Il punto non e’ vitale ed e’ un esplodere di argento e polvere. Con gesti dettati pu’ dall’istinto che dalla ragione, raccolgo velocemente la sagola e mi rendo conto che l’asta ha trapassato una stupenda orata. Cerco di afferrarla per bloccare la violenta reazione, ma essa si dibatte evitando la presa delle mie mani. Risalgo quindi velocemente, mentre l’aria diventa vera necessita’…».
Che ve ne pare? Per saperne di piu’ bisogna andare in edicola e acquistare il numero di aprile di Pesca in Apnea. Qui di seguito gli estratti dei principali servizi che appaiono sulla rivista. Buona lettura agli amici di Apnea Magazine.
1) Pag. 20: ATTREZZATURE / LA MUTA CHE VORREI – di Stefano Navarrini
Standard o su misura? La scelta puo’ dipendere da molti fattori, ma l’importante e’ arrivare ad avere una muta che assecondi nel modo migliore ogni nostro movimento, proteggendoci dal freddo e, allo stesso tempo, risultando delicata nel contatto con la pelle.
‘ Non e’ la piu’ indispensabile delle attrezzature per la pesca in apnea, ma certo, oggi, farne a meno sarebbe dura. Eppure ai primordi del nostro sport, quando gia’ c’erano maschere, pinne e fucili (o almeno qualcosa che gli assomigliava), della muta non c’era neanche l’ombra’
‘ Parlando di mute, mi diverte citare spesso quel grande campione che e’ Pedro Carbonell, quando a precisa domanda sull’attrezzatura che piu’ avrebbe desiderato dall’evoluzione tecnologica, rispose: «Vorrei una muta con il potere coibente di una 7 mm, il comfort di una 2 mm e la spinta positiva di un costume da bagno»’
‘ E questo introduce uno dei piu’ significativi parametri di scelta per chi deve acquistare una muta: sara’ meglio rivolgersi a un prodotto gia’ confezionato da una grande azienda o sara’ meglio, invece, farsi fare una muta su misura da una piccola impresa artigianale?
Le risposte sono spesso necessariamente personali, per questo abbiamo pensato di affidare ad alcuni qualificati rappresentanti di questi due settori i necessari criteri di valutazione’
2) Pag. 27: CONSIGLI / UN POCO ALLA VOLTA E’ MEGLIO – di Marco Bardi
‘Un poco alla volta’ e’ la prima regola fondamentale per imparare. In controtendenza ai ritmi e alle necessita’ moderne, e’ l’unico modo per diventare esperti pescatori in apnea.
‘ Diventare bravi in poco tempo: questo e’ cio’ che la societa’ moderna richiede continuamente. Una volta si imparava con grande umilta’ e con la consapevolezza che c’era un percorso lungo e difficile da fare, mentre oggi siamo piu’ propensi a sperare che esista la scorciatoia, il segreto che permette di diventare bravi in un attimo. Questo atteggiamento, pero’, e’ il peggiore dei nemici e non solo incide negativamente sull’apprendimento, ma anche sulla sicurezza personale.
Con un’attenta analisi si puo’ scoprire un’infinita’ di motivi che ci dimostrano l’importanza di un apprendimento corretto e fatto nei tempi giusti. La parte piu’ entusiasmante della pesca in apnea, infatti, sono proprio l’apprendimento, la scoperta e l’avventura, tutti elementi fondamentali per imparare divertendosi’
3) Pag. 34: IMPREVISTI / PICCOLI INFORTUNI/2 – di Roberto Tiveron
Continua la nostra carrellata sugli inconvenienti piu’ comuni che potrebbero rovinare le nostre battute di pesca in apnea. Prevenzione e rimedi.
‘ Nello scorso numero abbiamo affrontato alcune delle problematiche fisiche che possono manifestarsi durante una pratica assidua della pesca in apnea, un argomento spesso trascurato e che, invece, andrebbe tenuto sempre presente per prevenire piccoli infortuni o, eventualmente, per intervenire nella maniera piu’ corretta. Naturalmente, la preparazione fisica generale e quella specifica contribuiscono notevolmente, durante lo svolgimento della nostra disciplina, al fine di rendere sempre piu’ remote le possibilita’ di incorrere in infortuni fisici’
4) Pag. 39: LE BELLE IMMAGINI / QUESTI FANNO SUL SERIO – di Marco Bardi
Capita anche ai campioni di avere giornate storte, ma di solito non falliscono… Un gruppo di atleti del team Omer, riuniti per uno stage tecnico, si trovano insieme in una bella localita’ di mare. Ed ecco cosa accade quando il fotografo li sorprende in acqua con molto pesce e una grande gioia.
‘ Se prendi singolarmente un atleta e lo segui mentre pesca, capisci subito che si tratta di una persona speciale. Mettendo insieme un piccolo gruppo di campioni, ecco che nascono soluzioni inaspettate e la bella pescata e’ un fatto assicurato.
Alcuni atleti del Team Omer si sono incontrati per un piccolo stage dove realizzare piu’ obiettivi.
Il divertimento, la voglia di confrontarsi e la necessita’ di procurare la cena anche per gli ospiti si sono aggiunti agli obiettivi tecnici. In un posto qualsiasi, apparentemente avaro di prede,
il piccolo gruppo di atleti ha inventato un carniere da sogno. ‘
5) Pag. 44: AGONISMO / COPPA CARNEVALE: NEL MARE DI FOLLONICA – di Pietro Milano
Si e’ svolta a febbraio, con il favore del tempo e delle acque della baia toscana, l’ottava edizione della gara. Ha vinto Giovanbattista Montini, atleta dell’Apnea Team Roma, mentre il titolo a squadre e’ andato all’Lni Sub Follonica.
‘ Questa gara non s’ha da fare: la Coppa Carnevale 2007 finiva come il matrimonio di Renzo Tramaglino de ‘I Promessi Sposi’. L’edizione 2008, dopo un rinvio per avverse condizioni atmosferiche, si e’ svolta all’insegna del sole e di un bel vento moderato di nord-est, che ha schiarito ben bene le acque della grande baia (12 miglia tra la Punta di Piombino e Punta Ala, i due estremi a nord e a sud)’
6) Pag. 47: IL CIRCOLO / A PESCA CON MAJOLI SUB CIVITAVECCHIA – di Marco Bardi
Un’associazione sportiva che con poche e valide scelte raccoglie spesso i frutti di cio’ che semina.
‘ Solidi principi e fedelta’ assoluta verso lo sport hanno costituito le fondamenta di un grande successo, frutto piu’ della qualita’ che della quantita’. Stiamo parlando dell’Associazione Sportiva Mojoli Sub di Civitavecchia, un gruppo compatto di amanti del mare, di appassionati di pesca in apnea, ma, soprattutto, di amici. Abbiamo parlato con il gruppo dirigente che ci ha spiegato i segreti del loro successo’
7) Pag. 53: PROBLEMI / QUANTO PESA IL PESO? – di Alessandro Martorana
Pescapneisti con taglia grande? Si’, ce ne sono! Ecco l’esperienza diretta di uno di loro, che dispensa consigli su come affrontare questo problema per vivere al meglio la pesca in apnea.
‘ Affrontiamo un tema di cui si parla poco nelle riviste del nostro settore: l’influenza negativa che puo’ comportare l’avere un corpo in sovrappeso nella pratica della pesca in apnea. Per i lettori che non mi conoscono personalmente e che non sanno quale sia la mia stazza, devo segnalare che questo e’ un argomento che, mio malgrado, conosco molto bene, in quanto mi ‘tocca’ direttamente, e che quindi posso affrontare senza sentire il bisogno di documentarmi ulteriormente. Non so quanti di voi siano afflitti dal mio stesso problema, ma di una cosa sono certo: chi non ha questo tipo di difficolta’ non puo’ certo rendersi conto di quanto influisca nella pratica della pesca in apnea, oltre che nella vita di tutti i giorni, l’avere un corpo pesante e ingombrante.
Con questo articolo, dunque, intendo rivolgermi a quei pescatori che, come me, hanno la tendenza a ‘lievitare’ sempre ben oltre il ‘peso forma’, cercando di metterli in guardia e spronandoli a scendere di peso in maniera definitiva’
8) Pag. 57: LE NOSTRE PREDE / BARRACUDA: UN PREDATORE PER MOLTI MARI – di Stefano Navarrini
Non e’ una presenza del tutto nuova nei nostri mari, ma le mutazioni climatiche degli ultimi anni ne hanno ampliato la distribuzione geografica. Senza contare che in Mediterraneo sono arrivate anche specie tropicali di maggiori dimensioni. Registriamo, quindi, una nuova possibile preda per il nostro carniere: il barracuda.
‘ Ha la faccia cattiva, minacciosa, quella del predatore di professione, e quando si osserva la sua dentatura, soprattutto quella delle grandi specie tropicali (nuovi ospiti della rivoluzione climatica mediterranea), c’e’ da meravigliarsi che la casistica degli attacchi di questo pesce all’uomo, immerso o in superficie, sia molto scarsa. Tanto piu’ che il barracuda, perche’ e’ di lui che parliamo, ama viaggiare in folti banchi. Eppure gli attacchi nel curriculum storico di questo pesce sono rarissimi, e per lo piu’ dovuti a ‘errori tecnici’, come quando il luccichio imprevedibile di un oggetto metallico, simile al bagliore di una piccola preda, ha scatenato l’improvviso istinto del predatore’
9) Pag. 62: AMARCORD / IL MONDIALE DI TAHITI – di Roberto Borra – materiale raccolto da Giorgio Volpe
Quello di Tahiti del 2000 e’ stato, con ogni probabilita’, il mondiale piu’ difficile dell’intera carriera di Roberto Borra come capitano della nazionale azzurra e anche uno dei piu’ difficili sotto i profili tecnico e agonistico.
‘ Dopo l’Europeo di Minorca del 1999, che aveva confermato lo stato di grazia dello squadrone spagnolo, il nuovo millennio presentava una nuova sfida ricca di incognite e sicuramente impegnativa: il Mondiale di Tahiti. Nel dicembre 1999 partii con Maurizio Ramacciotti alla volta di Papeete (capitale di Tahiti), per effettuare un sopralluogo. Dopo un interminabile volo, giungemmo a destinazione e subito ci recammo alla federazione tahitiana. Il suo presidente ci presento’ un componente della federazione che ci fece da cicerone, aiutandoci a orientarci e a individuare i vari luoghi dove alloggiare, noleggiare un’imbarcazione e soddisfare le altre esigenze di tipo logistico. Nonostante il soggiorno fosse molto breve (cinque-sei giorni in tutto), trovammo il tempo per effettuare un paio di uscite e farci una prima idea di quel mare, a noi totalmente sconosciuto.’
10) Pag. 66: PERSONAGGI / INTERVISTA A FABRIZIO D’AGNANO – di Alessandro Martorana
Dalla pratica della pesca con la canna alla pesca in apnea, fino alla realizzazione di video di qualita’ dedicati alla nostra specialita’. Ma, soprattutto, uno dei primi artigiani a produrre pregiati arbale’te in legno… Ecco chi e’ Fabrizio D’Agnano.
‘ Questo mese abbiamo intervistato uno dei personaggi piu’ noti del nostro ambiente: Fabrizio D’Agnano. Romano e grande appassionato di pesca in apnea, ha cominciato qualche anno fa e quasi per scherzo a produrre ‘in casa’ arbale’te in legno pregiato. Nulla di nuovo, direte voi: il panorama degli artigiani del settore e’ costellato di pescapneisti che hanno iniziato in questo modo. Verissimo, se non fosse per il fatto che Fabrizio D’Agnano e’ stato forse il primo a intraprendere quest’avventura, in un ‘periodo storico’ in cui i fucili subacquei erano realizzati esclusivamente dalle grosse aziende del settore, divenendo in breve tempo un vero e proprio punto di riferimento per gli altri ‘sarti del legno”
11) Pag. 70: EUDISHOW / LE NOVITA’ VISTE A ROMA
Giunto alla sua sedicesima edizione l’Eudishow ha nuovamente scelto come sede la Fiera di Roma, associandosi a un’altra grande manifestazione, il Big Blu, e mostrando la vivacita’ di un settore sempre carico di passione.
12) Pag. 74: TECNICA / L’ASPETTO DEL PRINCIPIANTE – di Pietro Milano
Per chi comincia, l’aspetto e’ da preferire alla pesca in tana, dato che consente belle catture anche a profondita’ non elevate. Vediamo le scelte migliori, dall’attrezzatura al comportamento sott’acqua.
… Per anni le tecniche della pesca subacquea (ora denominata giustamente pesca in apnea, per distinguerla da quella proibita, per legge, che si poteva fare con l’ausilio degli apparecchi di respirazione) sono state sostanzialmente due: pesca in tana e all’aspetto. In seguito si sono sperimentate nuove e interessanti varianti di quelle due tecniche base ma, di fondo, i pescatori si identificano sempre in quelle due grandi categorie ed e’ difficile che un vecchio pescatore incallito abbandoni la tecnica con cui e’ nato e cresciuto per passare all’altra. Oggi, chi si avvicina alla pesca in apnea si trova sempre nella condizione di ricercare qualche soddisfazione tangibile in un mare sempre piu’ povero e con prede sempre piu’ smaliziate. Per chi inizia, e’ sempre difficile fare una scelta che produca subito prede di valore e il dilemma rimane sempre quello: dedicarsi alla pesca in tana o all’aspetto. Per esperienza, consiglio di iniziare con la seconda per la semplice ragione che si possono compiere belle catture pur mantenendosi a basse profondita’: ne va della sicurezza personale, che, per chi e’ alle prime armi, non e’ cosi’ ben percepita come conviene’
13) Pag. 82: APNEA / UN AMICO AL POLSO – di Roberto Tiveron
Dopo i computer per l’immersione con l’autorespiratore, ormai presenti da diversi anni nell’equipaggiamento dei sub, hanno fatto la loro comparsa quelli da apnea. Come vanno usati nella maniera piu’ saggia e piu’ sicura?
14) Pag. 86/93: GUIDA TECNICA
GALA SUB/PALE IN CARBONIO GALA O.P.: Un nuovo paio di pale in carbonio realizzate con processi di stampaggio d’avanguardia. Il materiale usato e’ della migliore qualita’ e viene stratificato con pressioni fino a 18 bar. Il procedimento utilizzato consente di ottenere un infinito numero di ‘durezze’ e sempre con le massime garanzie di aderenza al progetto originale. Ogni singola pala e’ accompagnata da un certificato di garanzia.
SEAC SUB/PINNE FIBREX: Con queste pinne, la Seac e’ riuscita a esaltare al massimo le gia’ buone qualita’ del composito a base di fibra di vetro. Oltre ad adottare materiali e procedimenti produttivi di prim’ordine, ha lavorato molto sulla silhouette della pala.
OMER SUB/APPENDIMUTA: Un accessorio comodo e semplice per migliorare la manutenzione delle attrezzature.
EFFESUB/GUANTI CAMU: La linea Camu, che deriva il suo nome da ‘camouflage’, ossia mimetismo, si arricchisce di un indispensabile accessorio: il guanto da pesca da mezza stagione Camu 25.
BEUCHAT/COLTELLO MINI MUNDIAL: Un coltello di piccole dimensioni, particolarmente adatto alla pesca in apnea, che presenta interessanti soluzioni tecniche relative al sistema di bloccaggio del coltello nel fodero.
GIMAN SUB/ARBALETE DENTEX 110 DOUBLE: Un arbale’te in legno lamellare multistrato caratterizzato da potenza e precisione. Inedita la configurazione del doppio elastico da 16 mm. L’assetto e’ neutro, ma e’ possibile modificarlo grazie delle placchette.
15) Pag. 96: MEDICINA / VERTIGINI! – di Massimo Malpieri
Quando arrivano, le vertigini possono fare paura e, in ogni caso, anche dopo l’eventuale scomparsa, lasciano un certo stato d’ansia. Possono essere dovute a causa banali o serie. Vediamoci chiaro.
16) Pag. 100: DOVE ANDARE / CORSICA: DALL’ANSA DI FAVONE A PORTO VECCHIO – di Pietro Milano
Ritorniamo in Corsica, un’isola che fa felice l’esperto e il neofita. Ci cimenteremo con pesci difficili o con facilissimi polpi, per variare la cena, ma il divertimento e’ assicurato per tutti.
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