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Pesca in Apnea n° 55 – Settembre 2007


La copertina del numero 55 di Pesca in Apnea

Certamente, Marco Bardi ama assai poco la festaiola calca estiva, quando meravigliosi posti di mare si trasformano in patria di accaldate moltitudini urlanti. Qualche volta, in queste circostanze, infatti, lui va in montagna. E’ per questo che Marco definisce il pescatore in apnea che frequenta il mare agostino un ‘prigioniero della moderna arte del caos’.
Ma passa un po’ di tempo, le spiagge pian piano si spopolano e gli ombrelloni vengono accatastati nei magazzini: e’ arrivato l’autunno. Quando la gente, malvolentieri, ritorna a casa, significa che i nobili posti di mare sono restituiti alla natura (e ai pescatori in apnea), anche se qualche nube appare all’orizzonte e il cielo si ingrigisce. Ora ci sono davanti al pescatore in apnea tre mesi magici: settembre, ottobre e novembre.
Bardi ha realizzato per la rivista Pesca in Apnea un servizio intitolato ‘Autunno, stagione di pesca ideale’ sul quale riversa due tratti tipici del suo carattere. Il primo e’ il rigore con il quale e’ capace di realizzare importanti risultati. Nel caso di cui parliamo, le esperienze accumulate diventano consigli su attrezzature, suggerimenti di tattiche personali e segreti di pesca da comunicare al lettore perche’ possa ottenere, in questi mesi dell’anno, importanti carnieri. Il secondo tratto del carattere di Marco e’ il calore del pescatore di razza, colui che ha vissuto con passione diversi episodi di pesca, tanto emozionanti da volerli raccontare nei minimi particolari per trasmettere le emozioni e le fantasie che suscitano i ricordi.
Messe insieme queste due caratteristiche sono diventate per Marco uno stile di lavoro e, infatti, in ogni suo articolo da noi pubblicato c’e’ sempre l’accoppiata del consiglio tecnico mescolato con l’emozione.
Qui di seguito proponiamo brevi estratti degli articoli pubblicati sul numero di settembre di Pesca in Apnea ora in edicola.
Buona lettura agli amici di Apnea Magazine!

Pag. 22: TATTICA / AUTUNNO STAGIONE IDEALEdi Pietro Milano

Con settembre inizia uno dei periodi migliori per la pesca in apnea. Quando i diportisti cominciano ad abbandonare le spiagge e le barche e la temperatura del mare si abbassa leggermente, viene il momento di sfidare le prede piu’ ambite…

‘ Quando ottobre finalmente si avvicina, nei fondali bassi la temperatura dell’acqua si abbassa di almeno due gradi e tanto basta a far tornare lungo la battigia lunghe schiere di cefali’
‘ Il momento e’ ideale per pescare soprattutto in fondali medi con le tecniche di aspetto e di agguato.
Il fucile piu’ gettonato e’ l’arbalete da 90 cm, che permette di pescare comodamente sia al libero che all’agguato’
‘ La tecnica dell’aspetto e’ invece preferibile in quelle giornate in cui i piccoli pesci si concentrano in branchi fitti e nervosi, classico richiamo per i predatori. Si scende nei pressi del branco di piccoli pesci e si scivola silenziosamente dietro al primo riparo utile’
‘ Mi dovevo immergere contro corrente per raggiungere la zona prescelta, ma questo era un vantaggio: preferivo iniziare controcorrente da riposato e rientrare a favore di corrente piu’ tardi, quando sarei stato piu’ stanco.
I due, intanto, mi guardavano incuriositi, mentre lanciavo legni e studiavo il mare’
‘ In superficie pensavo a quella visione e non riuscivo piu’ a pescare, perche’ volevo solo rivedere la scena. Tentai ancora qualche discesa, ma senza esito, fino a quando decisi, finalmente, di avviarmi verso la punta. La superai agevolmente, spinto dalla sensazione chiara e precisa che avrei incontrato la grande preda’

Pag. 28: LE NOSTRE PREDE / LA RICCIOLA di Stefano Navarrini

E’ forse il pesce che offre al fucile subacqueo la piu’ ampia gamma dimensionale, dai ‘limoncini’ del sottocosta ai giganti delle secche, ed e’ uno dei pesci piu’ presi di mira dalla pesca professionale. Anche se raro, l’incontro con una grande ricciola resta comunque per un pescatore in apnea l’emozione della vita.

‘ La ricciola e’ una delle poche ‘emozioni blu’ che puo’ offrirci il Mediterraneo e, dal punto di vista della soddisfazione estetica, anche piu’ concreta dell’incontro con un tonno: pure quando la differenza di dimensioni sembrerebbe favorirlo’
‘ Un esemplare di 39 kg, come quello ormai famoso catturato lo scorso anno da Daniele Petrollini, fa notizia, anche se molti pescatori hanno in curriculum pesci di stazza maggiore, a volte superiore ai cinquanta chili’
‘ Con un pesce che e’ pescabile dai tre ai trenta e passa chili, difficile stabilire a priori tecniche e attrezzature per insidiarlo. Troppo ampia la gamma, troppo diverse le situazioni di pesca. Con tutta la genericita’ del caso, possiamo allora dividere il tema in almeno tre diverse tipologie’
‘ Anche pesci di misura ben maggiore, ricciole che vanno dai 7-8 ai 15-16 kg (la genericita’ e’ d’obbligo e va perdonata), capitano a volte per caso, magari mentre si fa l’aspetto ai dentici o mentre stiamo scendendo in caduta su un branco di tanute. In questi casi, l’arma sara’ gia’ diversa di suo e pienamente adatta al compito richiesto’

Pag. 32: DIDATTICA / A SCUOLA DA MASSIMO QUATTRONE di Stefano Navarrini

Oggi che i pesci si sono fatti rari e smaliziati, i primi passi di un principiante possono essere scoraggianti. Per questo, i consigli di un maestro di provata esperienza, come Quattrone, tester della Effesub, e le prime catture vissute con il suo aiuto diventano un viatico importante per migliorare le proprie prestazioni.

‘ Come si fa a perfezionare le proprie tecniche d’aspetto se si riesce a vedere un dentice all’anno? Come si possono prevenire le vie di fuga di un sarago che sia un sarago, se gli unici esemplari che s’incontrano sono pescetti di 300 g? Come sara’ mai fatta una ricciola? Come si fa a scendere a 25 metri senza rischiare stupidamente di lasciarci le pinne?’
‘ Massimo, come ti e’ venuta l’idea di tenere dei corsi di apnea e quando hai cominciato?
Da una parte, facendo il pescatore in apnea professionista ho avuto modo di accumulare una grande esperienza pratica, e non solo sulle grandi prede o su profondita’ abissali, perche’ spesso le cattive condizioni del mare costringono a ripiegare nei ridossi e a ‘fare la giornata’ su pochi metri d’acqua. Dall’altra, essendo un tipo estroverso e comunicativo e avendo per fortuna molti amici, non ho alcun problema ad andare a pescare in compagnia. Anzi, mi e’ sempre venuto spontaneo dare dei consigli a chi veniva a pescare con me. Cosi’ e’ successo che, seguendomi pinna-pinna, molti amici hanno avuto notevoli miglioramenti nei loro risultati di pesca e sono stati loro a suggerirmi prima e a incitarmi poi, perche’ strutturassi dei corsi per insegnare e trasmettere alla gente quello che ho maturato in diversi anni di attivita’ professionale’

Pag. 37: TECNICA / FISIOLOGIA DELLA PESCA IN TANA di Roberto Tiveron

La pesca in tana, per quanto riguarda una serie di parametri fisiologici, si differenzia dalle altre tecniche di pesca. Esaminiamo questa pratica al fine di averne il massimo risultato insieme con un largo margine di garanzia di sicurezza.

‘ Il fascino della pesca in apnea, oltre alla possibilita’ di vivere il mare, e’ soprattutto quello della variabilita’ delle situazioni e delle metodologie venatorie, che mutano in modo consistente anche in funzione dei luoghi, delle stagioni, delle condizioni atmosferiche, degli orari e, soprattutto, delle attitudini del pescatore’
‘ Con cio’ non si vuole classificare la pesca in tana come tecnica meno importante, tutt’altro! Anzi, si vuole sottolineare il fatto che proprio questa tecnica molto spesso puo’ ‘raddrizzare’ giornate iniziate in maniera molto negativa dal punto di vista degli incontri’
‘ Per chi inizia a pescare in tana,
e’ molto utile fare degli esercizi in piscina, in cui si dovranno affrontare e superare degli ostacoli o percorrere dei tragitti in posizione di nuoto rovesciato, al fine di sensibilizzare maggiormente il senso dell’equilibrio e dell’orientamento.
La gestione dello sforzo muscolare nella pesca in tana e’ un altro dei fattori importanti per il pescatore in apnea: nella pesca in tana, infatti, a differenza delle altre tecniche venatorie, le fasi di staticita’ sul fondo normalmente sono nettamente minori: a meno che non conosca a priori la tana abitata dai pesci, infatti, il pescatore esplora piu’ di un anfratto nello stesso
tuffo, restando sempre in azione. Questi movimenti continui sul fondo, sebbene siano fatti nella massima fluidita’ possibile, sono caratterizzati da continui cambi di ritmo che impegnano non poco l’organismo. Di conseguenza, anche la durata delle apnee dovra’ essere adeguata, facendo attenzione a non esagerare con lo sforzo muscolare’

Pag. 42: LE REGOLE / LA SPAGNA CI INSEGNA di Marco Bardi

Le leggi spagnole sulla pesca sportiva sono molto semplici e chiare. E vengono rispettate da tutti. Il loro pregio? Non hanno bisogno di ‘interpretazioni’ e vengono ritenute giuste. Ci piacerebbe che l’esperienza spagnola fosse un esempio anche per il nostro Paese…

‘ Vi e’ la convinzione che renda di piu’ lo sviluppo economico della pesca sportiva rispetto a quello della pesca professionale.
Lo sviluppo, ovviamente, riguarda la produzione di attrezzature.
La pesca professionale, invece, richiede sacrifici e investimenti poco produttivi ed e’ considerata meno compatibile con l’ambiente’
‘ La Spagna ha risposto prontamente a questa esigenza, dimostrando anche in questo caso grande rapidita’ e organizzazione. La legge regolamenta anche la pesca del ‘raor y verderol’, una specie particolare di pesce molto presente in Spagna e in tutto il Mediterraneo occidentale.
Vive in branchi numerosi su fondali sabbiosi e assomiglia al pesce pappagallo oceanico, ma le sue bianche carni sono molto saporite’

Pag. 44: FOTOGRAFIA / OBIETTIVO PESCA di Stefano Navarrini

In uno sport solitario e silenzioso come la pesca in apnea, solo un’immagine puo’ aiutare a ricordare quell’evento, quelle sensazioni, quella cattura che hanno illuminato una giornata di pesca. Spesso, pero’, o non si e’ attrezzati o ci si dimentica la macchina a casa o, piu’ semplicemente, al di la’ del telefonino, non si sa come fare. Una colpevole mancanza a cui si puo’ rimediare.

‘ Il passo successivo ci porta alle compatte di alta fascia, che a livello di costi e prestazioni se la battono con le reflex di fascia bassa. La scelta e’ ovviamente personale, ma e’ chiaro che le seconde offrono maggiori possibilita’ e, soprattutto, possono consentire di entrare in un ‘sistema’ (Nikon, Canon, Olympus ecc.) su cui si potra’ poi costruire un piu’ completo equipaggiamento fotografico’
‘ Potrete poi cambiare la posizione della preda, magari mettendola in primo piano, dove, disponendo di un forte grandangolare, la si potra’ fare aumentare (solo otticamente) di alcuni chili. Fate sempre attenzione alla luce: il sole in faccia al soggetto lo costringera’ a strizzare gli occhi in smorfie deturpanti, ma se troppo alle spalle lascera’ il viso in ombra, e questo e’ uno dei casi in cui un colpetto di flash puo’ restituire piacevole naturalezza all’immagine’

Pag. 49: IL RACCONTO / UN’ORATA A OCCHI CHIUSI di Marco Bardi

Imprevedibile ed emozionante, la pesca in apnea ci fa sempre qualche bella sorpresa.
Gaio Trambusti e’ il protagonista di questa avventura.

‘ Trascorsero poche decine di secondi, Gaio decise di provare a sbloccare la situazione tentando una silenziosa capovolta a forbice, ma la grossa orata, com’era prevedibile, comincio’ a prendere lentamente le distanze’
‘ Dopo avere effettuato un giro ampio, si incontrano per confrontarsi, ma nessuno dei due aveva avvistato la preda. Decisero che di li’ a breve si sarebbero spostati su un’altra zona di pesca. Gaio, tenace e fiducioso, motivato anche dalla visione della stupenda preda, decise di fare le ultime tre discese. Alla prima, tutto rimase intatto e niente si materializzo’ all’orizzonte. Alla seconda discesa, una lunga apnea scandiva il tempo mentre gli occhi scrutavano ogni minimo cambiamento, ma l’unico risultato fu quello di vedere svanire anche le ultime flebili speranze’
‘ Quando Gaio riapri’ gli occhi, l’orata era quasi a tiro. Un attimo dopo comincio’ a virare, consapevole del risveglio di Gaio, ma ormai era troppo tardi’

Pag. 53: CONSIGLI A CHI COMINCIA: L’IMBARCAZIONE di Alessandro Martorana

Dopo le principali tecniche di pesca, esaminiamo i diversi modi d’utilizzo del mezzo nautico che ci accompagna, solitamente un gommone, affidabile e comodo per le esigenze di chi affronta una battuta.

‘ Quando siamo in compagnia di un compagno affiatato, se non disponiamo di barcaiolo, possiamo attuare con profitto la tecnica di pesca ‘a staffetta’. Un pescatore si immerge e nuota in favore di corrente, mentre l’altro va ad ancorare il gommone a valle e, a sua volta, incomincia a pescare con la corrente alle spalle’
‘ Molto spesso potremmo avere la ventura di pescare in tanti con un unico gommone. Puo’ infatti talvolta succedere che, per non deludere questo o quell’amico con un diniego alla sua richiesta di ospitalita’ sul nostro gommone, ci si ritrovi in massa sulla stessa imbarcazione’

Pag. 56: ATTREZZATURE / LA TORCIA di Alessandro Martorana

Da usare solo nelle giuste occasioni e con parsimonia, anche la torcia si puo’ rivelare un accessorio fondamentale per riempire il nostro carniere. Ma anche questo oggetto richiede caratteristiche tecniche precise, pena il malfunzionamento proprio nel momento in cui ne avremmo piu’ bisogno…

‘ Oltre a rivolgerci a un negozio specializzato e a prodotti di marca, controlliamo che la torcia che ci interessa sia adeguatamente protetta dalle infiltrazioni con l’utilizzo di o-ring ben dimensionati, adeguatamente incastonati in sedi ben ingrassate e che non siano presenti troppe possibili vie d’entrata dell’acqua. Per intenderci, l’unica possibilita’ di accedere alla torcia dovrebbe essere quella di svitarne la ghiera’
‘ La parabola dovra’ essere ben dimensionata e sufficientemente profonda da permettere proprio
la necessaria concentrazione del fascio luminoso. Anche in questo caso la tecnologia ha compiuto dei veri e propri miracoli e, sfruttando un attento dimensionamento della parabola e la giusta posizione della lampadina in quest’ultima, si e’ riusciti a spremere degli ottimi fasci di luce, potenti e concentrati, utilizzando pochissima potenza’
‘ L’assetto ideale e’ leggermente negativo, in modo da poterla ‘piazzare’ accesa all’imboccatura di una tana senza vedercela schizzare verso la superficie.

Pag. 61: SEGRETI / STIPARE LE ATTREZZATURE di Alessandro Martorana

Anche sistemare le attrezzature nel gommone e nella macchina e’ un’arte. E farlo bene non solo ci permette di essere piu’ veloci nelle operazioni di vestizione, ma ci garantisce maggiore sicurezza ed efficacia.

‘ Prima di vestirsi, depositano la cintura dei piombi nel gavone di prua del gommone, dove e’ stipata l’ancora. La loro vestizione e’ veloce e sicura, anche grazie al fatto che hanno preparato la borsa in maniera intelligente, collocando nel fondo della sacca le attrezzature piu’ pesanti e lasciando in cima quelle che indosseranno per prime’
‘ Arrivati finalmente sul sito di pesca, viene buttata l’ancora e, dopo qualche minuto, i primi due pescatori scivolano in acqua, abbandonando il gommone nel caos piu’ assoluto (indovinate di chi si tratta?). Mentre i due pescatori piu’ veloci cominciano a sommozzare intorno al gommone, due membri del gruppo rimasto a bordo completano la vestizione, intralciandosi l’un l’altro.
Il terzo, invece, quello piu’ anziano, aspetta di avere il gommone tutto per se’ prima di indossare l’equipaggiamento’
‘ Nei gommoni piu’ grandi, il gavone e’ di notevole aiuto; in quelli meno spaziosi, sara’ sufficiente appoggiare la sacca sul paiolo, in una zona lontana dalle gambe dei membri dell’equipaggio, e fermarla in qualche modo. A questo proposito, uno spezzone di cima elastica infilato nelle maniglie e fissato al gommone e’ la maniera ideale per bloccare la sacca.
Il frigorifero dovra’ sempre essere
a portata di mano per mettere al fresco il pesce man mano che viene catturato. L’ideale sarebbe tenerlo in una zona d’ombra’

Pag. 65: AMARCORD / IL MONDIALE DI CROAZIA DEL 1998 di Roberto Borra

La cronaca avvincente di un campionato del mondo che fece epoca, con risultati lusinghieri della nostra nazionale, meritatamente al primo posto nella finale a squadre.

‘ La gara era in programma dal 17 al 20 settembre, cosi’ decidemmo di partire verso la fine di agosto, in modo da avere il tempo sufficiente per l’ispezione dei campi gara. La squadra era composta da Maurizio Ramacciotti, Fabio Antonini e Aldo Calcagno, assistiti da Nicola Riolo, Marco Paggini, Fabio Della Spora e dal compianto Giuseppe ‘Pippo’ Nicolicchia. Fabio Della Spora sostituiva Marco Bardi, costretto a rinunciare al mondiale per problemi familiari’
‘ Il mio primo mondiale da capitano fu molto sofferto sotto il profilo emotivo: ero molto preso dalle riunioni e dall’esigenza di risolvere problemi a ogni passo. Inoltre, sentivo molto la responsabilita’ dei ragazzi. La mia prima preoccupazione era la sicurezza degli atleti ed ero fermamente determinato a riportarli tutti a casa sani e salvi.’

Pag. 68: SCIENZA E APNEA / IL DAN EUROPE E L’APNEA: LA RICERCA CONTINUA di Alberto Balbi

Il lago d’Orta, dalle acque trasparenti e vive, e’ stato la palestra
di una bella manifestazione di cui sono stati protagonisti un grande pubblico,
il campione Gianluca Genoni e il Dan Europe, che ormai si occupa di apnea
al pari della discesa con gli autorespiratori.

‘ Si e’ trattato di una tre giorni dedicata alla ricerca, ma non solo: la splendida cornice del lago d’Orta ha offerto ai visitatori la possibilita’ di conoscere un angolo incantato della nostra penisola, dov’e’ possibile fare immersioni con l’autorespiratore e in apnea e godere del verde e delle bellezze di un lago fra i piu’ puliti d’Italia, tanto da guadagnarsi l’appellativo di ‘lago da bere”
‘ Gli apneisti presenti hanno potuto utilizzare, per le loro discese, la mitica slitta dell’ultimo record di Genoni, quella sorta di siluro bianco che ha spinto il campione fino a -141 metri nelle acque del Mar Rosso. E’ stato emozionante, per i presenti, trovarsi in un contesto simile a quello di un record, assistere alle fasi di preparazione della zavorra e poi prendere posto in questa strana navicella, che li avrebbe accompagnati nelle profondita’ del lago’

Pag. 70: AGONISMO / TROFEO ZAMPOLINI: BENEFICENZA E SPORT di Marco Bardi

Come ogni anno, il Trofeo organizzato in memoria di Gianfranco Zampolini a Civitavecchia e’ stato ancora una volta un successo di sport: amicizia e solidarieta’.

‘ Per partecipare al Trofeo sono arrivati pescatori da varie zone d’Italia e anche una rappresentativa dalle Canarie: ventiquattro squadre in totale, che sono state ospitate con i propri gommoni negli spazi messi a disposizione dalla Lega Navale di Civitavecchia. Il clima disteso ha permesso che i partecipanti si preparassero alla gara fra risa e scherzi’
‘ Il primo sussulto di gioia lo hanno avuto i partecipanti dell”Emporio della pesca’, con Pierfederici, Pedes e Pacitti che, pescando all’aspetto in poco fondale in una zona riparata dalla confusione, hanno effettuato la cattura del pesce piu’ grande della giornata: un pesce serra da 2.6 kg che, assieme ad altre tre prede, ha fatto parte del terzo carniere piu’ ricco’
‘ Getulio Stefani ha ben pensato di consegnare insieme alle prede catturate anche il suo dentice di legno, che utilizza come richiamo. Il singolare dono ha subito scatenato la curiosita’ del folto pubblico accorso per ammirare i pesci. Il carniere di Stefani e’ stato il piu’ applaudito’

Pag. 74: TECNICA / C’E’ TANA E TANA di Pietro Milano

Si parla di pesca in tana, ma ci sono tante tipologie di tane: di differenti conformazioni e, addirittura, di rocce di diversa natura. Ognuna presenta delle caratteristiche utili da conoscere per una pesca proficua.

‘ Oggigiorno si sente parlare molto di tecniche alternative alla tana e sembra quasi una nota di demerito praticare ancora quel tipo di pesca. Il fatto e’ che un buon pescatore di tana non s’inventa nel giro di due anni, cosa che invece puo’ essere fatta con l’aspetto classico, una tecnica, tutto sommato, abbastanza standardizzata, che consiglio a chi vuole qualche soddisfazione pur essendo alle prime armi’
‘ Nella roccia granitica, le tane
molto spesso sono formate dall’accavallarsi dei massi e sono ben diverse da quelle create dalle frane di sassi (anche di grandi dimensioni). Nel granito, di solito, si riscontrano due tipologie distinte: il masso enorme spaccato in due o in quattro con dei tagli netti e la tana di due o piu’ massi che, per la disposizione fortuita, crea una serie di fenditure ampie e spesso passanti, che offrono riparo temporaneo al pinnuto’
‘ Lasciamo la ‘ruzzolata di massi’ a chi ha passione e fiato da buttare via e guardiamo un’ultima tipologia di tana, che, se non rara, perlomeno non e’ presente in ogni dove: il catino di roccia’

Pag. 78: APNEA: SOTT’ACQUA CON’ LA MENTE! di Roberto Tiveron

Quando i fattori psicologici influenzano la discesa sul fondo, si puo’ andare incontro a sorprese inimmaginabili. Vediamo come la mente puo’ influenzare in maniera determinante le performance di un apneista.

‘ E’ iniziata la discesa: trascorrono i primi secondi e passano i primi metri. All’inizio la pinneggiata e’ decisa e potente, ma c’e’ qualcosa di insolito rispetto alle condizioni abituali: oggi c’e’ un po’ di corrente in piu’, alcuni metri sotto la superficie, che porta acqua piu’ fredda e piu’ torbida…
‘ Passano i secondi e i metri e l’acqua si fa piu’ fredda e piu’ torbida, i muscoli si irrigidiscono sempre di piu’ e la sua azione generale non e’ piu’ fluida e decontratta: il capo si iperestende, con lo sguardo che va a cercare un barlume di luce o un punto di riferimento sul fondo che possa dare un’idea di dove ci si trovi’

Pag. 82/91: GUIDA TECNICA

OMER/FUCILE CAYMAN HF2: Accattivante novita’ per la serie HF Omer, che presenta gia’ l’evoluzione HF2. Si tratta di una serie di spunti tecnici mirati al miglioramento del brandeggio.

CRESSI-SUB/MASCHERA FOCUS: Una maschera molto conosciuta e venduta in gran parte del mondo. Il suo equilibrio generale e la grande adattabilita’ a tutti i visi ne fanno un vero cavallo di battaglia Cressi-sub. E’ previsto l’utilizzo anche con lenti ottiche.

GIMANSUB/ARBALETE LABRAX 90 DA COLLEZIONE: Un arbalete che rappresenta qualcosa di piu’ di un semplice fucile da pesca. Quest’oggetto nasce infatti per un cliente che desidera possedere una scultura, da tenere in bella mostra, che ricordi a lui e ai suoi amici quanto e’ profonda la sua passione per il mare e per la pesca in apnea.

MEROU/CIME E SAGOLE: La Me’rou ha rilevato una corderia che produce cime e sagole destinate a un uso marino. Oltre alle cime, presentiamo dei funzionali sagolini espressamente creati per armare i nostri mulinelli.

BEST HUNTER/SACCA PORTAFUCILI CORTA E SACCA PORTAPINNE Due sacche: una destinata ad accogliere i fucili, l’altra dedicata alle pinne. In questo modo la nostra attrezzatura acquista un ordine esemplare, a tutto vantaggio della durata e dell’accessibilita’.

SEAC/ARBALETE X-FIRE 95: Un fucile a elastico realizzato con materiali di alta tecnologia che garantiscono prestazioni superiori e grande affidabilita’. Nella nuova serie c’e’ la testata adatta a ospitare un doppio elastico circolare.

HUNT/ARBALETE RANDALL 90: Un fucile interamente in carbonio, senza giunzioni tra asta e affusto e con impugnatura assemblata in maniera solidale al fusto. Istintivita’, brandeggio laterale, precisione e potenza sono le caratteristiche.

Pag. 98: DOVE ANDARE / LIGURIA: LA COSTA DEL FINALESE di Alberto Balbi

Un itinerario ligure con zone di pesca a volte per veri esperti, altre volte fruibili anche dai neofiti. A pesca fra le ‘ciappe’, particolari agglomerati di roccia calcarea spesso ricchi di pesci di tana.

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