Pesca in apnea n° 54 – Agosto 2007
La copertina del numero 54 di Pesca in Apnea – Foto : Balbi
|
In un mondo ‘scatoletta’ che troppo spesso si serve di formule, schemi e mode, quello che in genere si definisce ‘passione’ difficilmente ha la possibilita’ di emergere e diventare il filo conduttore della vita di un uomo. Nel passato, le cose erano diverse: da una materia spesso ancora grezza, perche’ non omologata come quella attuale in una societa’ di uguali, era piu’ facile che, per spinte interiori, si plasmassero desiderio e volonta’ dando forma a uomini che ‘inventavano’ loro stessi e qualche volta anche il futuro. Pazienza! Perche’ queste divagazioni? Per presentare un servizio di Stefano Navarrini che appare a pag. 42 del numero di agosto di Pesca in Apnea ora in edicola. Il servizio e’ intitolato ‘Valerio sei tutti noi’ e racconta di un uomo che, a suo modo, ha fatto ‘per passione’ – e nelle sue dimensioni un po’ la storia della pesca in apnea. Stiamo parlando di Valerio Grassi.
Valerio e’ proprio un esempio di cosa significhi realizzarsi scegliendo sempre con coerenza e determinazione il proprio obiettivo. Perche’ se all’inizio, per seguire il padre, diviene cacciatore di superfice, dopo, quando scopre il mare, diventa pescatore e da pescatore percorre tutte le tappe, quelle sportive, agonistiche, progettuali fino a quelle imprenditoriali. Tante cose, dunque, ma sempre all’interno della sua passione e al massimo livello. Tanto da essere considerato l’uomo che ha riproposto l’arbalete in Italia, condizionando in questa direzione il mercato dei fucili subacquei. Valerio Grassi e’ un creativo, un uomo curioso, che istintivamente e’ portato a rispondere alle domande che lui stesso si pone e a trovare sempre una soluzione. Il profilo di questo eccezionale personaggio e l’intervista che segue sono stati scritti con grande affetto da Navarrini. Una partecipazione che rende l’articolo particolarmente interessante.
Il numero di agosto di Pesca in Apnea e’ in edicola e qui sotto, per gli amici di Apnea Magazine, come in ogni numero, c’e’ la presentazione dei servizi che vi appaiono.
Pag. 22: ESPERIENZE / IL PESCASUB VA IN VACANZA – di Marco Bardi
Le vacanze rappresentano il momento migliore per mettersi alla prova, perfezionare le proprie strategie e trovare nuove soluzioni.
‘ Durante una planata vidi due belle cernie sparire tra i massi e, piu’ avanti, avvistai una grossa corvina che persi di vista subito.
A nulla valsero le meticolose ricerche che effettuai nei dintorni. Allora mi decisi per una serie di aspetti vicino alla prima punta. Mentre ero fermo su un fondale di circa 12 metri, guardando verso il blu, vidi apparire all’improvviso una ricciola. Aspettai impaziente che si avvicinasse, ma il pesce non ne voleva sapere di muoversi nella mia direzione’
‘ Al momento di uscire dall’acqua, notai qualcosa di strano sul posto dove avevo lasciato il borsone: un’ombra che si dileguava veloce. Uscito dall’acqua, ebbi la conferma che si trattava di un ladro che mi aveva rubato tutto il borsone’
‘9 regole per le vacanze: Questo racconto ci permette di analizzare in modo semplice alcuni importanti momenti delle vacanze estive di un pescatore in apnea.
1. Verificare tutte le situazioni dubbie, pianificando bene ogni scelta, a partire dal luogo di pesca, dalla sistemazione, dai servizi e dalle effettive possibilita’ di pesca.
2. Non iniziare mai le battute di pesca se non si e’ ben riposati e in perfetta salute. Ad esempio, dopo un viaggio, occorre almeno una notte di riposo prima di immergersi.
In ogni caso, e’ meglio iniziare gradualmente sia rispetto alle quote operative che alla durata delle battute.
3. Quando ci si immerge da terra, occorre preoccuparsi prima della sicurezza di cio’ che lasciamo a terra, se non possiamo portarlo con noi (le chiavi, ad esempio, possono essere messe in un contenitore stagno)’
‘ Tornai in superficie e iniziai a pensare: «Se mi metto a tirare con forza, il pesce si libera da un’asta e inizia a scodare di nuovo, andando forse a nascondersi meglio.
Cosa faccio?’
Pag. 28: AGONISMO
LE SEMIFINALI CENTRO NORD
CIVITAVECCHIA – NEL SEGNO DI ALESSIO – di Marco Bardi
Tutti contenti a Civitavecchia. Non sono mancati i pesci e i colpi di scena.
‘ Questo fenomeno ha aumentato le speranze dei meno esperti, che ancora non hanno chiari i meccanismi che regolano la vita del mare. Le ‘vecchie volpi’, invece, avevano molte perplessita’ e quasi tutti hanno fatto pronostici con ampie riserve. In ogni caso, la gara e’ stata ricca di pescato e la corvina e’ stata tra le prede piu’ catturate’
‘ La gara ha messo in evidenza le capacita’ di alcuni atleti di scovare il pesce anche in situazioni difficili, costituendo un’ottima esperienza di crescita. Durante le ultime due ore, le catture sono diminuite. Solo Antonini, Parisi e Calvino hanno avuto una certa continuita’ per tutta la competizione’
LE SEMIFINALI CENTRO SUD
SAN FOCA ‘ RIOLO MATTATORE
Riolo domina, poi Sirchia e altri otto. Grande prestazione della scuola siciliana.
‘ Si arriva, quindi, alla vigilia della gara, giornata in cui la preparazione e’ consentita solo fino alle ore 14 e nella quale e’ previsto l’accreditamento dei concorrenti e dei loro assistenti, con la consegna dei portapesci e dei numeri gara.
Nell’occasione, vista la presenza del presidente Azzali, e’ stato interessante poter discutere sui nuovi regolamenti gara, testando le valutazioni degli atleti e le osservazioni-proposte che gli stessi hanno avanzato’
‘ E’ d’uopo, a questo punto, ritornare sui piu’ titolati concorrenti, Sirchia e Riolo, che non ingannano certo le attese: il primo ha dieci prede all’attivo, il secondo addirittura tredici e non sembra ancora pago del risultato, tanto che, ormai a fine gara, si butta a capofitto su un fondale di 21-23 metri, dove catturera’ un grosso sarago e una splendida orata di 3.6 kg, che risultera’ la preda piu’ grande della competizione’
Pag. 36: LE NOSTRE PREDE / LA CERNIA – di Stefano Navarrini
Da sempre simbolo della pesca in apnea, la cernia e’ oggi protetta da normative severe, che in alcuni paesi esteri ne hanno vietato la cattura. Pescarla con rispetto e intelligenza, secondo la legge migliore che e’ quella del buon senso, dovrebbe essere il biglietto da visita di ogni buon pescatore in apnea.
‘ La prima scontata osservazione e’ nel ricordare che di cernie, nei nostri mari, ce ne sono diverse specie, ma che noi intendiamo parlare solo della Cernia, quella con la maiuscola, detta cernia bruna, ovvero dell’Epinephelus marginatus, gia’ ‘guaza’. Non solo perche’ e’ quella piu’ comune negli ambienti e alle profondita’ frequentate dai pescatori in apnea, ma anche perche’ e’ quella che, tolte le specie di fondale capaci di superare facilmente i 50 kg, raggiunge le maggiori dimensioni’
‘ Fondamentalmente pigra e sedentaria, abitudinaria e stanziale, apparentemente lenta, ma capace di scatti brucianti, la cernia bruna e’ dotata di una bocca immensa e di una dentatura atta piu’ a trattenere che a tranciare’
‘ Al di la’ che l’uso del mulinello e’ ovviamente obbligatorio, bisognerebbe quindi, anche durante la risalita, cercare di mantenere la sagola in tensione, tenendo il pesce per quanto possibile lontano dal fondo’
‘ La cernia e’ una delle poche prede che chiede a volte l’ausilio di attrezzature accessorie. In primis una buona lampada, che aiuti non solo a individuare il pesce, ma anche a valutare la conformazione della tana, e poi un raffio, possibilmente con un dente di appoggio e possibilmente smontabile in piu’ pezzi per poterlo adattare alla lunghezza necessaria’
Pag. 42: PERSONAGGI / VALERIO SEI TUTTI NOI? – di Stefano Navarrini
Fra i tanti meriti di cui puo’ andare fiero Valerio Grassi, oggi mente tecnica della Seatec, c’e’ sicuramente quello di aver trasformato il concetto di arbalete portandolo a detronizzare lo pneumatico. Ma il personaggio, per la sua simpatia e personalita’, merita di essere conosciuto a fondo.
‘ Ma, soprattutto, Valerio e’ un amico, per molti, forse per tutti, per il sottoscritto sicuramente, soprattutto dopo aver scoperto che nel tempo dei tempi, pur non essendoci mai incontrati, pescavamo negli stessi fantastici posti (allora, oggi – ahime’ – non piu’), cioe’ in Grecia, alle pendici del Monte Athos’
Pag. 45: TECNICA D PESCA / MIRA E’ SPARA – di Roberto Tiveron
Mirare e sparare significa conoscere il proprio fucile e saperlo usare al meglio. Impariamo, dunque, la maniera corretta per affrontare queste due azioni che concludono un’azione di pesca.
‘ Usare il proprio fucile subacqueo al massimo delle sue possibilita’ implica che lo si conosca perfettamente. E’ importante precisare che la massima resa di un fucile non significa che esso debba essere necessariamente un bazooka, ma che sia in grado di essere il massimo dell’efficacia per quel tipo di pesca che si attuera’ nel caso specifico’
‘ Una volta posizionato il bersaglio a circa un metro dal fondo, in modo che sia ben stabile e quindi non possa ruotare sul suo asse verticale, dovremo porre sul fondo della vasca dei segnali che ci indichino la distanza effettiva da cui scoccare il tiro’
‘ Spesso, infatti, non si considera che un’asta di maggiori diametro e peso e leggermente piu’ corta, proprio per la sua maggiore rigidita’, durante la corsa verso il bersaglio e’ soggetta a un minore numero di oscillazioni e, di conseguenza, anche a minore attrito. Il che si traduce in alta velocita’ abbinata a maggiore penetrazione e gittata piu’ lunga, grazie alla maggiore massa di cui dispone’
‘ Quando si mira con il fucile subacqueo, e’ consigliabile rifarsi allo stesso stile di mira usato con le armi terrestri: in particolare, sara’ necessario allineare il piu’ possibile l’arma con l’occhio di mira e l’eventuale bersaglio. In pratica, sara’ fondamentale far correre il fucile sulla stessa retta che unisce l’occhio di mira e il bersaglio’
Pag. 52: RACCONTI / LA PRIMA COPPA – di Alessandro Martorana
La prima gara, la seconda e poi, finalmente, la terza. E’ la prima esperienza in acque ‘diverse’,con concorrenti di diverse regioni. Ed e’ anche la prima coppa, non quella del 1° classificato, ma quella dell’8°. Una coppa importante, – la prima -, tanto da essere quella a cui spesso si tiene di piu’.
‘ A largo, infatti, si trova un fondale fiabesco, costituito da immensi crinali di grotto alto vivo. Fessure nella roccia e profonde grotte, allora molto popolate, caratterizzano bene questa zona. L’acqua era sufficientemente pulita da consentirci di vedere il fondale dalla superficie, circa quindici metri piu’ in basso’
‘ La visibilita’ non era delle migliori, la superficie del mare era molto increspata dall’onda di ‘mare vecchio’ lasciata dalla perturbazione della settimana precedente. Di conseguenza, la zona di mare immediatamente a ridosso della parete era ancora piuttosto agitata e, fino a cinque o sei metri di profondita’, il ritmico altalenare della posidonia scoraggiava la pesca al razzolo sul poco grotto presente’
‘ La gara la vinse proprio quel volpone di Chiozzi con una bella spigola. Giovanni Cirincione, con un sarago e due tordi, arrivo’ quarto, qualificandosi per i Campionati italiani, e il sottoscritto, con solo quei due pesci, riusci’ a ottenere l’ottava posizione’
Pag. 56: ETOLOGIA / SUL FILO DELLA MEMORIA – di Stefano Navarrini
Sul comportamento dei pesci non si finira’ mai d’imparare, anche perche’ adeguamenti e reazioni di fronte al subacqueo, peraltro spesso diversi da specie a specie, sono continui. Cosi’, se la memoria e’ il software dell’intelligenza, proviamo a indagare su come i pesci gestiscono il loro patrimonio di esperienze nei confronti del pescatore in apnea.
‘ Del resto, se partiamo dal luogo comune che mangiare pesce, grazie all’alto contenuto di fosforo, fa bene all’intelligenza e alla memoria, che queste qualita’ siano evidenti anche nel cervello di un pesce dovrebbe essere piu’ che naturale. Peccato che, nel caso della prima affermazione, si tratti di un luogo comune’
‘ Valutare l’intelligenza e’ gia’ difficile fra gli uomini, immaginatevi fra i pesci. Eppure e’ evidente che non solo fra individuo e individuo, ma soprattutto fra specie e specie, le capacita’ cerebrali presentano vistose differenze. Anche in questo caso possiamo prendere un esempio tipo, anzi due, come possono essere quello della corvina e del dentice’
‘ Fatto sta che il sarago ci ha messo ben poco a capire che a infilarsi in tana c’era da lasciarci le squame, mentre il dentice continua a non memorizzare le tante fucilate vissute dal branco, se non addirittura le sue squame schizzate via per qualche sfortunata padella. Eppure la capacita’ di associare immagini e suoni nel mondo dei pesci in generale e’ molto sviluppata e gli esempi piu’ eclatanti li possiamo trovare in quelle situazioni ‘addomesticate’ all’interno di parchi marini’
Pag. 62: AREE MARINE PROTETTE / LA FIPSAS PER LA TUTELA DELLA PESCA IN APNEA – di Giorgio Volpe
Quali sono i provvedimenti che la Fipsas sollecita a proposito della presenza dei pescatori in apnea nelle zone C delle amp? Quale e’ la sua ‘filosofia’ nei confronti della pesca in apnea, anche al di la’ della presenza istituzionale nell’organizzare e gestire il settore competitivo? Ecco cosa ci dice Alberto Azzali, presidente del settore subacqueo della Federazione.
‘ E’ ormai da un decennio che il Ministero dell’Ambiente ha ‘bollato’ la nostra disciplina, decretandone l’esclusione da ogni amp. Secondo lei, perche’ si e’ atteso cosi’ a lungo prima di reagire?
Per piu’ di un ventennio la nostra federazione e’ stata presieduta da un ‘politico’. Questo dato, paradossalmente, anziche’ avvantaggiare la Fipsas nei rapporti con le istituzioni, ha creato una situazione di stallo che ancora oggi pesa nei confronti dei rapporti con il potere istituzionale.
L’avvento alla presidenza federale di un pescatore ‘non politico’ ha sicuramente giovato al rilancio di iniziative finalizzate ad aprire nuovi e interessanti contatti con le istituzioni. Attualmente sono in corso rapporti con i vari ministeri che hanno a che fare direttamente o indirettamente con la gestione delle attivita’ marinare. La credibilita’ della nostra federazione come interlocutrice e’ sicuramente migliorata’
Pag. 68: IL PRO E IL CONTRO / I ‘BUGIARDI’ (VOLONTARI E INVOLONTARI) – di Alessandro Martorana
Il mare e’ grande, misterioso e imprevedibile. Per questo dobbiamo sempre usare la nostra intelligenza, perche’ puo’ smentire in pochi istanti anche le nostre piu’ salde convinzioni.
‘ Mi avvicino a un secondo pescatore. Stavolta si tratta di una ben diversa tipologia di pescapneista. Costose pinne in carbonio di ultimissima produzione e di estrema rigidita’, sicuramente poco adatte a un utilizzo in poca acqua, per di piu’ se si entra da terra. Arbalete in legno da 115 centimetri, armato di doppio elastico e con un mulinello di dimensioni tali che potrebbe essere usato per trattenere un tonno da un quintale’
‘ Il terzo pescatore che avvicino e’ uno di quelli che definirei un ‘eterno principiante’: uno di quei pescatori che non ha mai desiderato crescere tecnicamente e che considera la pesca in apnea una mera ‘pratica di raccolta’ piu’ che una raffinata tipologia di pesca.
A giudicare dall’attrezzatura e dall’eta’, sono molti anni che si immerge ma non e’ mai riuscito (o non ha mai voluto) a ‘fare il salto’ che, da principiante, lo avrebbe fatto divenire un pescatore piu’ completo, provando sensazioni ed emozioni piu’ intense e appaganti’
Pag. 70: TATTICA A PROPOSITO DI APPROCCIO/2 – di Pietro Milano
Continuiamo il discorso iniziato sullo scorso numero su quella che e’ la fase immediatamente precedente il tiro, andando a esaminare cosa e’ meglio fare al cospetto di dentici e ricciole, senza dimenticare cernie e spigole.
‘ La bellezza e l’appagamento dell’aspetto al dentice ci sono anche quando catturiamo un esemplare di piccole (parliamo di 1 kg) dimensioni: perche’ abbiamo dimostrato che la pratica dell’attesa e’ stata corretta e senza sbavature’
‘ La ricciola si pesca essenzialmente in due maniere: con la pesca all’aspetto e in caduta. Se ormai la prima tecnica e’ conosciuta a molti (si puo’ fare sia in poca acqua sia a batimetriche sensibili e tutto dipende dalla stagione), la pesca in caduta ha essenzialmente un paio di varianti. La prima consiste nel pescare nel blu in prossimita’ di un ciglio profondo, che di solito e’ il lato esterno di una secca: una volta raggiunto l’equilibrio idrostatico, e’ opportuno attendere che i pesci si avvicinino oppure calargli sopra con la classica discesa a ‘foglia morta”
‘ La luce radente e di minore intensita’ fa si’ che le cernie dei dintorni, nel luogo prescelto per l’attesa, si rendano assai poco visibili dalla superficie. Una volta raggiunta la posta, il pescatore in apnea comincia una scrupolosa osservazione a 180 gradi dell’orizzonte con la ferma volonta’ di individuare sia la minutaglia sia gli eventuali predatori che da li’ a poco scateneranno l’attacco’
Pag. 73: CONSIGLI A CHI COMINCIA 8 / LA PESCA IN CADUTA – di Alessandro Martorana
Se il fondale non consente, per profondita’ o assenza di tane, di considerare le tecniche classiche, optiamo per questo tipo di pesca, che prevede di colpire la preda nella fase di avvicinamento al fondo.
‘ Noi non dovremo far altro che continuare la nostra caduta verso di lei, con il fucile ben puntato in avanti e stando ben attenti a mantenere la nostra figura il piu’ piccola e defilata possibile. In questa fase, muovere le braccia o allargare le pinne a forbice, per rallentare la nostra caduta, equivarrebbe a un comportamento aggressivo nei confronti della preda che ci controlla, con il risultato di vederla scomparire nei meandri della sua tana prima di portarla a tiro. Se invece saremo riusciti a fare le cose per bene, spesso riusciremo a scoccare il tiro prima dell’intanamento dell’animale e cosi’ ci risparmieremo un lungo e pericoloso lavoro di recupero: in questo caso si tratta di caduta statica’
Pag. 77: APNEA / PINNE COME E PERCHE’ – di Roberto Tiveron
Si parla spesso di pinne, specialmente d’estate, quando qualcosa del proprio equipaggiamento si rinnova. Ma come si usano correttamente le pinne? Come vanno considerati e gestiti questi nostri propulsori artificiali?
‘ L’apneista dovra’ prendere come riferimento i pinnuti che hanno nella propulsione natatoria il loro punto di forza, senza dimenticare che i pinnuti hanno sviluppato le loro forme per essere il piu’ idrodinamici possibili nel loro ambiente naturale, mentre l’uomo, in confronto con qualsiasi pinnuto, presenta un’efficienza natatoria e idrodinamica ridicola, senza poi contare che, immergendosi in apnea, dovra’ fare i conti con la scarsa quantita’ di ossigeno a disposizione e, quindi, dovra’ sviluppare la propria tecnica di pinneggiata anche nella ricerca della massima economia generale’
‘ In ogni caso, resta il fatto che, a prescindere dal tipo di pala, corta o lunga che sia, questa deve essere calibrata alla tecnica e alla muscolatura dell’apneista, che potra’ cosi’ attuare una pinneggiata tecnicamente corretta senza impedimenti esterni.
Una volta scelta la pinna che fa per noi e adatta anche alla situazione in cui ci troveremo a immergerci, per poter usufruire in pieno dell’energia profusa durante l’azione muscolare sara’ fondamentale creare quei requisiti che permettano la pinneggiata piu’ efficace possibile’
Pag. 80: APNEA E DIDATTICA / GIANLUCA GENONI, UN RECORDMAN CON LA PASSIONE DELL’INSEGNAMENTO
Parliamo di Gianluca Genoni ‘professore’ e di una settimana dedicata all’insegnamento dell’apnea sulle spiagge del Sinai.
‘ Non e’ difficile incontrare Gianluca Genoni nel corso di manifestazioni ed eventi, ma vivere una settimana con lui, immergendosi in uno dei mari piu’ belli del mondo, e’ un avvenimento eccezionale a cui tutti i suoi ammiratori vorrebbero partecipare.
Questa opportunita’ verra’ offerta dal 21 al 28 ottobre prossimo, a Sharm el Sheikh, proprio la localita’ in cui il primatista mondiale di apnea profonda ha stabilito, lo scorso ottobre, il suo tredicesimo record del mondo: -141 metri in assetto variabile!’
Pag. 80/90: GUIDA TECNICA
POLO SUB/MUTA FORZA TRE MIMETICA 3.5 MM: Per la produzione di questa muta, la Polo Sub utilizzata il neoprene stratificato Forza Tre, la cui caratteristica fondamentale e’ di essere composto da due tipi diversi di neoprene, inframmezzati da un foglio di tessuto. Robustezza, maggiore coibenza termica e buona elasticita’ sono le virtu’ di questo materiale.
SEATEC/GABBIANO SNAKE: Si tratta della nuova versione di un modello gia’ in produzione, dedicata a chi preferisce gli elastici circolari. E’ un fucile che offre un equilibrio perfetto tra potenza, maneggevolezza e precisione.
MR FLAG/ARBALETE PUROSANGUE: Il nuovo nato della Mr Flag e’ un arbalete progettato all’insegna della massima duttilita’ d’utilizzo. Come per tutti i fucili prodotti dalla ditta romana, il committente ha la possibilita’ di farsi realizzare un fucile praticamente su misura, intervenendo, al momento dell’ordine, su un’infinita’ di variabili.
OMER/MULINELLO MATCH RACE: Grande capienza e rapidita’ di recupero per questa nuova tipologia di mulinello, dotato di manovella con moltiplica.
IMMERSION/OROLOGIO PROWLER: Un orologio progettato per fornire all’apneista un vero e proprio computer. I materiali sono di qualita’ e il quadrante, grazie al display retroilluminabile, e’ sempre ben visibile in ogni condizione di luce.
GALASUB/ARBALETE TAURUS 100: Un arbalete in legno pregiato, molto robusto e funzionale. E’ possibile ordinarlo in molte configurazioni e in tre diverse lunghezze. Il grilletto e’ dolce, ma e’ possibile diminuirne la sensibilita’ in fase costruttiva.
DOVE ANDARE / CALABRIA: IL TIRRENO DA ACQUAPPESA A BELVEDERE MARITTIMO – di Antonio Mancuso
Un lungo tratto di litorale tirrenico calabrese dove la pesca in apnea puo’ essere praticata con ogni tipo di tecnica. Sia il neofita sia l’esperto potranno godere delle opportunita’ offerte da questi fondali e apprezzare cio’ che questo mare sa riservare.
Forse ti interessa anche...
Category: Articoli, Rivista pesca in apnea, Rubriche