Pesca in apnea n° 53 – Luglio 2007
La copertina del numero 53 di Pesca in Apnea
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Conosco un bravo (ma bravo davvero!) pescapneista che, quando gli chiedono a quale profondita’ scende, risponde che lui non misura mai i metri, mai, preferisce pesare i chili di pesce che porta a casa. Conoscendo la prudenza, la maturita’ e l’equilibrio mentale del personaggio, questa risposta non mi meraviglia. Infatti, come lui dice, un buon carniere deve essere il frutto non di spericolate e “gloriose” conquiste del blu, ma piuttosto di intelligenti e tranquille immersioni in quella che ognuno identifica come la sua quota ideale, dove il divertimento e i risultati devono essere raggiunti senza stress e pericoli di sorta.
L’argomento e’ importante e, per chi volesse saperne di più, bastera’ recarsi in edicola e acquistare il numero di luglio di “PESCA IN APNEA”. Nel servizio di apertura, titolato “La profondità ideale”, Marco Bardi racconta per filo e per segno tutto quello che c’e’ da dire sull’argomento. E, tanto per cominciare, fa una bella e colta distinzione perche’, lo sapevate? esistono vari tipi di profondità: la operativa, la redditizia, l’affascinante, la gratificante e, per finire, quella ideale. Anche Marco, dunque, non ragiona in metri, ma ne fa una questione di qualita’ e di obiettivi da raggiungere, sempre tenendo in considerazione la sicurezza, che non si puo’ mai mescolare a sconsideratezza. Marco, pero’, non si ferma qui e parla della profondita’ nelle varie stagioni di pesca, dei sistemi per raggiungere una certa quota e come passare da una quota a un’altra con facilita’ quando è necessario. Un bel servizio, insomma, nel quale si parla non solo di tecnica, ma anche dell’incontro, casuale e proficuo, tra due ragazzi, che non sanno di essere entrambi pescapneisti ma che, in mare diventano compagni e amici. Questo e tanti altri temi sul numero di luglio di “PESCA IN APNEA” ora in edicola. Buona lettura agli amici di Apnea Magazine!
E, ora, ecco i brevi estratti dei servizi giornalistici che appaiono sulla rivista.
Pag. 22: STRATEGIA / LA PROFONDITA’ IDEALE – di Marco Bardi
Ognuno ha una sua profondita’ ideale di pesca, che puo’ cambiare, pero’, per un’infinita’ di motivi. Vediamoli. ‘ Due pescatori a confronto. Carlo, durante la discesa, si dimenticò dei problemi e provò una profonda sensazione di benessere. Quei quindici metri di fondale, grazie anche all’acqua limpida, gli sembrarono una passeggiata. Andò avanti per diverse ore, assaporando lentamente e con il massimo piacere ogni singola apnea, e si rese conto che quel giorno, in quella zona, i quindici metri non rappresentavano un problema’
‘ La profondita’ operativa viene intesa correttamente come la profondita’ dove ci si sente a proprio agio e dove si puo’ pescare per molte ore consecutive senza accusare segno di stress o stanchezza’
‘ La profondita’ operativa e’ molto soggettiva’
La profondita’ redditizia e’ una quota alla quale in pescatore esperto sa che puo’ sfruttare al Massimo le sue caratteristiche, ottenendo il miglior risultato. Questa quota puo’ variare in base a molti fattori’
‘ La profondita’ gratificante e’ in genere quella appagante per vari motivi. Qualcuno la individua in basso fondale (5 metri), dove il pesce e’ piu’ scaltro’
‘ Spesso si verifica la necessita’ di cambiare repentinamente la profondita’ operativa, quindi è necessario conoscere in anticipo la zavorra ideale da utilizzare. Non si potra’ passare agevolmente dai 20 metri ai 5 metri di profondita’, perché il corpo risulterebbe molto galleggiante e sarebbe davvero difficile attuare una corretta tecnica di pesca’
‘ Bisogna anche valutare le differenze di quota ideale, attrezzature e tecniche di immersione che cambiano a seconda della stagione’
Pag. 28: IL DENTICE / BELLO E DIFFICILE – di Stefano Navarrini
Una preda difficile, ambita, tecnicamente intrigante, un pesce che necessita di esperienza e capacita’ fisiche, quindi non proprio una preda per tutti, anche se tutti la sognano. Ma il mare e’ imprevedibile e anche il principe dei predatori a volte cade vittima delle circostanze.
‘ Chi ha avuto la fortuna di assistere a uno spettacolo del genere di certo non lo dimentichera’ facilmente. Un branco di dentici in caccia è una straordinaria dimostrazione di tattica e di potenza, che difficilmente si potra’ pero’ osservare in apnea, perché i tempi di appostamento sono lunghi e le profondita’ sempre piuttosto impegnative’
‘ Ma chi e’ questo predatore dallo sguardo cattivo, sogno proibito di tanti pescatori e per molti altri preda guida di ogni uscita di pesca?…
‘ Sia che si conosca il fondale o che si sia trovata con l’ecoscandaglio una zona presumibilmente interessante, al momento di scendere in acqua sara’ bene spegnere il motore del gommone almeno una cinquantina di metri prima del posto che raggiungeremo poi a nuoto. Anche se I dentici si trovano in profondita’, e spesso e volentieri neanche si vedono dalla superficie, si tratta di pesci molto sensibili e capaci di allarmarsi facilmente’
‘ I dentici, come detto, arriveranno probabilmente controcorrente, ma anche questa e’ una regola che puo’ avere le sue eccezioni’
Pag. 34: EMERGENZA AMP / COSI’ IN FRANCIA E SPAGNA – di Giorgio Volpe
Quello che distingue la normative italiana a difesa delle Aree Marine Protette e’ la rigidita’ acritica. Nelle zone C e’ proibita la pesca in apnea. Punto e basta. Al contrario, in Francia e Spagna, ogni provvedimento restrittivo, nelle zone di fruizione, ha una sua spiegazione e specifica applicazione. Per questo ogni area marina protetta ha una sua conseguente diversita’. Ma se e’ cosi’ facile comportarsi con intelligenza, perche’ non imitiamo francesi e spagnoli?
‘ In Italia, la nuova sensibilita’ ambientale ha portato all’istituzione di un gran numero di aree marine protette, all’interno delle quali sono consentite praticamente tutte le attivita’ impattanti possibili e immaginabili, salvo le forme piu’ distruttive della pesca professionale’ e la pesca in apnea sportiva. Quando si chiedono chiarimenti sulle ragioni di un trattamento cosi’ duro verso la forma di pesca sportiva piu’ selettiva in assoluto si ottegono spesso risposte scarsamente comprensibili’
Pag. 38: PER I PIU’ ESPERTI / PESCA PROFONDA – di Pietro Milano
E’ di certo una scelta estrema, che richiede una gestione piu’ che attenta delle proprie energie e delle attrezzature. Riservata, quindi, a pescatori di grande esperienza, vediamo come si deve affrontare per fare sempre salvo il discorso di sicurezza.
‘Questo articolo e’ dedicato a coloro che, per via dell’eta’ e della prestanza fisica, pensano di bruciare le tappe di un percorso che il pescatore in apnea deve invece fare lentamente e progressivamente, al fine di conoscere bene i propri limiti. L’assimilazione e l’aumento costante delle quote operative e’ un processo lento e graduale e tanto piu’ lo e’ tanto minori sono le possibilita’ di incorrere in incidenti’
‘ L’attrazione verso il blu intenso e’ una forte calamita che spesso fa perdere di vista quei limiti che solo l’esperienza e l’umilta’ ti danno. Per questo I giovani vanno istruiti, portati gradatamente e introdotti a quell’acquaticita’ che deve esprimersi al Massimo in questo tipo di immersione.,.
Pag. 42: IL RACCONTO / I MAGNIFICI MIMETICI – di Stefano Navarrini
Da un incontro non casuale con due personaggi del nostro mondo e’ nata una divertente serata dove, nella cornice di una splendida cena, l’assegnazione del “Pinocchietto d’Oro” al miglior “contaballe” ha avuto un imprevisto finale.
Pag. 48: CRONACA / A TU PER TU CON GLI SQUALI
Umberto Pellizzari ha accompagnato dodici manager nelle vasche degli squali dell’Aquario di Cattolica per insegnare a gestire lo stress.
Pag. 50: TATTICA / PER NON SBAGLIARE L’APPROCCIO – di Pietro Milano
Tutto quello che succede nei momenti precedenti il tiro e’ molto importante. Naturalmente dipende dalla situazione, dai fondali, dalla specie che cerchiamo, ma, essendo impossibile analizzare tutte le variabili, vediamo i casi piu’ significativi.
‘ L’atto finale di una complessa azione di pesca si compie con il tiro, che dovra’ essere preciso e letale. Ma, come tutte le azioni della pesca in apnea, esso si compone di piu’ fasi, a iniziare dall’osservazione del fondale, con lo studio della sua morfologia, per passare all’aproccio con il pesce, che, a seconda delle specie, sara’ diverso e mirato a un avvicinameto pari alla gittata dell’arma che in quell momento impugnamo. Questo in breve, ma per capirci un po di piu’ e’ necessaria una maggiore trattazione dei fondali, delle situazioni, delle abitudini delle specie e, infine, del mometno contingente nel quale, come intrusi, ci troviamo’
‘ Il sarago maggiore e’ un animale gregario che bazzica quasi tutti i tipi di fondali e non e’ difficile nemmeno trovarlo nelle vaste praterie di posidonia, in cui scorrazza tranquillamente confidando sul nascondiglio che la pinta rigogliosa puo’ offrire’
‘ Conviene sempre tentare un avvicinamento di lato e con un fucile da tana, ma non cortissimo: la possibilita’ di colpire il primo esemplare all’imboccatura da distanza non proprio ravvicinata e’ un fattore di sorpresa che non va perso’
‘ La limpidezza dell’acqua ci permette di studiare il fondale ed eventuali speroni rocciosi e di controllarla a distanza senza metterla in fuga. L’obiettivo e’ quello di costringere il pesce in un angolo per farlo intanare (qualche volta si e’ verificato) o per portarlo a tiro di un fucile dalla gittata abbastanza lunga’
Pag. 56 ATTREZZATURE / TUTTO FUCILE /2 – di Roberto Tiveron
Continua la nostra chiacchierata sui fucili subacquei e questa volta ci occuperemo di problemi e caratteristiche importanti: il monofilo, le ogive e gli elastici degli arbalete, la pressione di precarica degli oleopneumatici ecc.
‘ Il collegamento dell’asta al fucile tramite la sagola o il monofilo in nylon va fatto con attenzione. Al sottoscritto, tanti anni fa, accadde di perdere un’enorme ricciola, passata addirittura in sagola, a causa di uno “sleeve” di serraggio applicato con approssimazione e che, sotto l’imponente tradizione del pesce, dopo una ventina di minuti lascio’ sfilare pian piano il monofilo che teneva l’asta e il magnifico pesce’
Pag. 60: SOTT’ACQUA IN SICUREZZA / E ADESSO BASTA – di Luca Bartoli
C’e’ qualcosa che ci dice quando il fisico e’ stanco ed e’ il momento di mettere fine alla nostra battuta di pesca? I segnali ci sono, ma bisogna saperli interpretare.
… Come tutti gli appassionati, anche i pescatori in apnea amano allungare il piu’ possibile le proprie uscite in mare. Non esiste freddo, non esiste fatica che limitino la permanenza di un pescatore in acqua, specialmente se c’e’ pesce. L’istinto venatorio e’ l’elemento trainante e la forte motivazione a portare a casa un carniere di tutto rispetto spesso porta a sacrifici che nessuno farebbe mai per motivi di lavoro. Ma, ahime’, come sono solito dire dalle pagine di questa rivista, il pescatore in apnea non puo’ distrarsi, non puo’ prendersi il lusso di sbagliare le stime delle proprie risorse’
‘ Ma come e quando posso rendermi conto che e’ il momento di fermarmi?…
Pag. 63: TROFEO “CITTA’ DI LATINA” / I CAMPIONI DI FOCE VERDE – di Alessandro Martorana
Parliamo della seconda edizione di una manifestazione che conferma le buone caratteristiche di organizzazione e partecipazione. La vittoria e’ andata alla squadra 2 del circolo Blu Deep di Roma.
Pag. 67: CONSIGLI A CHI COMINCIA / 7 / LA PESCA AL RAZZOLO – di Alessandro Martorana
Una tecnica che prende in prestito elementi dalle principali tattiche che abbiamo esaminato in precedenza e che consente di individuare e catturare prede che magari neanche sospettavamo essere su quell fondo che stiamo battendo.
‘ Dopo avere affrontato la trattazione delle tecniche di pesca “pure”, la pesca in tana, l’aspetto e l’agguato, dedichiamo questo servizio all’esame di una metodologia di pesca in apnea meno conosciuta e praticata “coscientemente” solo da una piccola parte del popolo dei pescapneisti, una tecnica che costituisce un sunto degli elementi basilari delle tecniche pure, contaminata da fattori propri delle tre tecniche fondamentali: la pesca “al razzolo”‘
‘ Il bravo razzolatore, infatti, riesce a costruire splendidi carnieri di pesce bianco in posti che la gran parte dei pescatori sorvola velocemente dalla superficie, convinto che praticamente non nasconda nulla, fuorche’ qualche castagnola e qualche perchia. Quando si razzola non ha quasi importanza prevedere dove si “atterrera’” a seguito della capovolta; una volta pronti si scende comunque, anche se no vediamo forma di vita o presenza di tane, e si comincia a sorvolare il fondale, ventre a terra e a circa un metro dal fondo, cercando con l’incessante movimento della testa di “scannerizzare” il fondale, alla ricerca della piu’ piccola traccia che ci permetta di individuare la nostra preda’
Pag. 70: TATTICA / E DOPO LA BATTUTA’ FACCIAMO DUE CHIACCHIERE – di Alessandro Martorana
Il successo di una battuta di pesca dipende molto dallo studio dalle condizioni generali ma anche dal confronto serrato con I compagni di pesca. Senza dare spazio alla presunzione.
Pag. 74: ETICA DELLA PESCA IN APNEA / RESPONSABILITA’ E RISPETTO – di Antonio Mancuso
Il rispetto dell’ambiente, del mare, delle prede e di quant’altro, deve accompagnarci durante il cammino intrapreso nel nostro sport. Solo cosi’ avremo modo di meritarci la considerazione che oggi, purtroppo, spesso ci viene negata.
…Le principali cause dell’inquinamento, e’ ormai risaputo, sono rappresentate dagli scarichi di tipo industriale, agricolo e urbano, che , non adeguatamente trattati, sono riversati direttamente in mare. Inoltre, secondo un recente rapporto della Fao (l’agenzia guida per combattere la fame nel mondo), la consistenza degli stock ittici versa in uno stato di sovrasfruttamento, con una media da due a cinque volte maggiore di quella che consentirebbe di ottenere il livello massimo di catture. A rendere la situazione meno rosea, infine, contribuisce la somma dei tanto sconsiderati gesti individuali, che, anche se in misura minore, influiscono sulla salute del mare.
Pag. 79: APNEA / I PICCOLI SEGRETI DELL’APNEISTA – di Roberto Tiveron
In queste pagine esaminiamo alcuni accorgimenti, erroneamente considerati di poca importanza, che ci fanno rendere al meglio ed economizzare le energie durante l’immersione in apnea. ‘ Nelle attivita’ fisiche sportive si da molta importanza alla preparazione atletica, perche’ un’ottima condizione generale permette di sfruttare al Massimo le proprie potenzialita’. Contemporaneamente, pero’, la condizione fisica deve essere supportata da una preparazione tecnica adeguata, altrimenti tutta l’energia prodotta dal lavoro muscolare andrebbe in gran parte sciupata senza essere completamente sfruttata per raggiungere l’obiettivo finale. Nell’immersione in apnea e’ ancora piu’ importante che la preparazione fisica sia accompagnata,, di pari passo, dalla preparazione tecnica. Sara’ quindi fondamentale, nel caso in cui ci si dedichi a sedute di preparazione fisica, dedicare il giusto tempo a dei lavori fondamentalmente tecnici e cioe’ finalizzati al controllo del movimento durante il gesto atletico.
Pag. 83/91: GUIDA TECNICA
CRESSI-SUB/ARBALETE GERONIMO PRO 115: Ecco il nuovo arbalete della Cressi-Sub. Scopriamo insieme quante e quali novita’ contraddistinguono questo prodotto della ditta genovese, che si impone immediatamente come punto di riferimento per I pescapneisti.
EFFESUB/MUTA PRESTIGE 5,5 mm La muta ideale per chi non crede nel mimetismo, ma esige il meglio in fatto di elasticita’ e di rifiniture. E’ stato adottato un nuovo neoprene dal superiore comfort per lunghe permanenze in acqua.
BEUCHAT/ARBALETE MARLIN 95 E MARLIN CARBONE 85: Ecco la nuova serie di arbalete Marlin prodotti dalla Beuchat e distribuiti dalla Best Hunter. Questi fucili costituiscono un concentrato di tecnologia e presentano delle originali soluzioni tecniche molto interessanti.
OMER/PIOMBO A SGANCIO RAPIDO: Apparentemente e’ solo un piombo, ma si tratta di un prodotto che puo’ diventare molto utile per numerose applicazioni.
AMP SUB/ARPIONE SNODATO SHARK: Un accessorio in grado di trasformare una brutta delusione in uno splendido ricordo di pesca. Quest’arpione consente di trattenere senza problemi anche prede grandi e combattive.
DOVE ANDARE / LIGURIA: DA PORTOVENERE ALLA SECCA DEL GRIMALDO – di Gabriele del Bene e Gianni Risso
Un tratto di costa ligure, famosa per l’amenita’ dei luoghi, che offre anche la possibilita’ di belle pescate all’esperto e al neofita.
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