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Pesca in Apnea N° 44- Ottobre 2006


La copertina del numero 44 di Pesca in Apnea

Guardando la foto di apertura del servizio di Alberto Balbi su Enzo Maiorca pubblicato a pag. 37 del numero di ottobre di Pesca in Apnea, ora in edicola, si puo’ intuire uno dei motivi del perché Maiorca e’ diventato un simbolo per gli apneisti di tutto il mondo, simbolo che ancora resiste e che, a nostro parere, resistera’ ancora per molto. Nella foto, di Stefano Navarrini, c’e’ un Enzo in costume da bagno su una “lancia”, che si rivolge a qualcuno che non si vede. La scena affida al fotografo l’incarico di rappresentare l’uomo nella sua fisicita’ da dio greco, con la solennita’ e la sicurezza di cui solo i grandi atleti possono disporre. Questa possanza gli viene data soprattutto dal torace, ampio, immenso, il contenitore del suo segreto di straordinario apneista.
Ma a chi conosce Enzo, anche solo un po’, questa descrizione non puo’ bastare. Ai piu’ giovani, che vogliono sapere qualcosa di lui, puo’ essere utile leggere la chiacchierata che Enzo ha fatto con Alberto Balbi per capire cosa questo personaggio abbia rappresentato e ancora rappresenti come protagonista di una meravigliosa, irrepetibile, avventura: quella della sua apnea. Sorge, pero’, un legittimo dubbio che azzardiamo, anche se palesemente irrispettoso: nel confronto fra Enzo-uomo e il mare-elemento, chi ha piu’ dato e chi ha piu’ ricevuto? Per rispondere puo’ essere utile fare riferimento a una frase virgolettata che Enzo dice verso la fine dell’intervista, riferendosi ai sogni di un uomo avanti negli anni e, dunque, non piu’ attrezzato a vivere le glorie del passato. Eccola: ‘”Oggi sono rimasto sulla battigia a raccontare le mie storie di terra e di mare, trasferendo parte del mio vissuto a questi ragazzi. Mi appaga totalmente il fatto di tramandare le mie storie e le mie esperienze e questo mi rende quasi immortale'”.
Auguriamo buona lettura agli amici di Apnea Magazine. Il numero di ottobre di Pesca in Apnea e’ in edicola.

Pag. 18: MONDIALI DI PESCA / VINCE IL CILENOdi Giorgio Volpe

Il Portogallo, a meta’ settembre, Patricio Saez e’ diventato campione del mondo, dopo una seconda giornata di gara da dimenticare per i nostri atleti.

Fra gli atleti che si sono messi in evidenza nella prima frazione, gli italiani sono stati gli unici a crollare nella seconda e decisiva prova, segno di un errore tattico che lo stesso dt Magno non ha esitato a definire una vera “ingenuita’”.
La sfortuna ha fatto il resto, producendo uno dei peggiori risultati mai ottenuti dalla nazionale italiana in un campionato del mondo di pesca in apnea. Il decimo posto di Stefano Bellani non si addice al campione del mondo uscente e i piazzamenti di rincalzo di Mancia e Ramacciotti non rendono merito alla loro comprovata abilita’ tecnica e strategica. L’improvviso maltempo e il rimescolamento di carte che ne e’ derivato ha vanificato la meticolosa opera di preparazione del campionato, portata avanti con due sopralluoghi in periodi diversi (novembre 2005 e giugno 2006), ma questo, ovviamente, non giustifica una prestazione cosi’ deludente, anche perche’ a vincere meritatamente e’ stato un cileno, non un portoghese.

Pag. 21: ATTREZZATURA / LA BOA: NON SOLO INDISPENSABILEdi Marco Bardi

Il subacqueo in immersione ha sempre l’obbligodi segnalarsi con l’apposita boa, ma essa rappresenta anche un comodo mezzo di trasposto per attrezzature di scort e un appoggio per necessita’ tecniche. Ecco regolamenti, piccoli segreti e accorgimenti per rendere questa attrezzatura di sicurezza ancora piu’ utile e pratica.

‘ Quando si parla di “obbligo di segnalazione”, a molti viene spontaneo reagire contro i natanti che non rispettano la distanza. In effetti, la situazione non e’ mai semplice da affrontare e il comando nazionale della Capitaneria di Porto dal 2004 ha emesso un’ordinanza che vieta alle imbarcazioni di ogni genere di avvicinarsi a meno di 100 metri dal segnale di un subacqueo in immersione, a fronte dei precedenti 50 metri di legge esistenti gia’ da qualche decennio’
‘ La boa e’ necessaria soprattutto quando si ha bisogno di segnalare una zona specifica del fondale e, allora, rimanendo nei pressi del galleggiante e seguendo la relativa sagola, si puo’, ad esempio, ritrovare l’apertura di una tana in cui abbiamo appena visto una preda oppure mantenere il punto esatto dove si deve lavorare un’eventuale preda arroccata’
‘Tra le varie tipologie esistono boe di forma rotonda, a siluro o anche di forme particolari. Ognuna ha le sue caratteristiche, che rispondono a preferenze molto soggettive. Sta di fatto che la boa dovrebbe creare meno attrito possibile nel trasporto, essere facilmente riconoscibile dalle imbarcazioni di passaggio, consentire un appoggio delle attrezzature.
Alcuni pescatori preferiscono portare la boa solo come segnalazione, evitando di utilizzarla anche per il trasporto di attrezzature di scorta. Ma pensiamo al fatto positivo, ad esempio, di un bel pesce colpito che potrebbe liberarsi e si ha bisogno del secondo fucile per il colpo di grazia’
‘Mantenere la sagola collegata al fucile era un’abitudine di molti decenni addietro, quando si utilizzava questo sistema per sopperire alla mancanza di mulinelli adeguati sui fucili. Il limite di questa scelta e’ soprattutto nel fatto che la sagola sul fucile vibra e impaurisce le prede, ma e’ anche fastidiosa alle operazioni del subacqueo. Quando si pesca in tana, la sagola deve essere preferibilmente robusta e ben galleggiante, perche’ tramite la robustezza previene il rischio di deterioramento dovuto al contatto con le rocce sul fondale e, grazie alla forte galleggiabilita’, aiuta a trasportare la boa, riducendo il rischio che la sagola stessa si incagli sulle asperita’ dei fondali’

Pag. 28: I MAESTRI DELLA PESCA / IL FASCINO DEI RELITTIdi Stefano Navarrini

Da sempre fonti di emozioni per subacquei e fotosub, i relitti offrono grandi possibilita’ anche ai pescatori in apnea. Ne parliamo con Roberto Praiola, campione e specialista di questa pesca.

‘ Dato che i relitti finiscono sempre per trasformarsi in oasi di vita, oltre a costituire un buon ostacolo per le strascicanti, non sarebbe interessante affondare qualche vecchia carcassa in disarmo per creare nuove oasi di vita?
Da esperimenti scientifici effettuati nel corso degli anni, si e’ scoperto che meglio delle carcasse sono i blocchi di calcestruzzo disposti a piramide e disseminati senza troppa regolarita’ sui fondali sabbiosi o nei pressi delle praterie di posidonia. Questo e’ in assoluto il miglior modo di ricreare sul fondo oasi di vita artificiale, e mi ricordo di aver letto a tal proposito di zone del genere in Adriatico, in Liguria, ma anche a nord della foce del Tevere: tutte con risultati eccellenti. Quindi sono piu’ che favorevole, l’unico problema e’ semmai quello di natura economica’
‘ Come si comportano le piu’ classiche specie di tana all’interno di un relitto?
Solo pochi pesci stazionano stabilmente nei relitti, come ad esempio la cernia. Altre prede vi permangono solo in alcuni periodi particolari, come le spigole d’inverno oppure le orate o i pelagici nel periodo estivo. Costante e’ anche la presenza delle ricciole di piccola e media taglia nel periodo autunnale. Tutto questo dipende pero’ dalle caratteristiche dell’habitat, che puo’ essere piu’ o meno favorevole, e dall’ubicazione del relitto, magari nelle vicinanze di qualche fiume o prateria di posidonia’
‘ Qual e’ l’attrezzatura ideale per questo tipo di pesca?
Bisogna considerare che molte volte si opera su fondali assai impegnativi, per cui l’attrezzatura e’ di particolare importanza: muta adatta alla temperatura, fucile lungo con mulinello capiente. In genere adopero un 100 con una coppia di elastici da 18 mm. Ho sentito poi di alcuni francesi che utilizzano dei fiocinoni per immobilizzare le spigole. Secondo me questo limita l’azione alla sola pesca di tana, in quanto per i lunghi tiri la fiocina risulta inefficace e poco precisa. Un accessorio indispensabile e’ invece un buon pedagno, che serve a ritrovare il punto giusto in ogni momento. Indispensabili anche buoni guanti per evitare di ferirsi sulle lamiere o sulle incrostazioni’

Pag. 33: ATTREZZATURE / LA POTENZA DEL FUCILE di Alessandro Martorana

Non sempre la potenza del fucile e’ direttamente proporzionale ai risultati di una battuta di pesca. Al contrario, spesso per ottenere buoni carnieri e’ indispensabile utilizzare fucili di potenza modesta. Vediamo quando e perche’.

‘ Molto spesso capita, sia “de visu” che sui vari forum su Internet, di assistere a discussioni fra pescapneisti sui fucili subacquei, in cui sembra che la parola d’ordine sia “potenza ad ogni costo”. Ognuno si affanna a magnificare il proprio fucile, non tanto perche’ con esso cattura piu’ pesci, ma solo perche’ riesce a sparare a lunghe distanze e con effetti devastanti’
‘Il sarago individuato razzolando sul fondo deve essere “messo” sotto tiro in una frazione di secondo e la freccia dovra’ essere scoccata quasi prima che noi abbiamo definitivamente “messo a fuoco” la preda e ne abbiamo ben valutato dimensione e posizione. Il bravo razzolatore spara in maniera istintiva e si rende “veramente” conto della cattura solo quando la freccia ha ormai colpito il pesce e, se il sarago non e’ stato fulminato, si dibatte sul fondo’
‘Ed eccoci arrivati al pesce che piu’ solletica l’immaginario del pescapneista. Un dentice di buone dimensioni, catturato dopo un sapiente appostamento effettuato “a regola d’arte” e dopo un’apnea considerevole: ecco il giusto coronamento di una giornata di pesca affrontata con determinazione ed esperienza’

Pag. 37: I GRANDI DELL’APNEA / MAIORCA IL MARE CON LA “M” MAIUSCOLAdi Alberto Balbi

Abbiamo incontrato Enzo Maiorca, l’uomo simbolo della’apnea e del mare. Una corsa appassionata attravreso lunghi anni di record, ricordi, gioie, delusioni’tutto quanto ha fatto la nostra storia.

‘Lasciamo l’apnea e affrontiamo un discorso che mi sta molto a cuore: il rapporto di Maiorca con la pesca in apnea. Sui forum di discussione il suo atteggiamento, dopo le interviste televisive, viene spesso criticato, attribuendole la responsabilita’ di non difendere in pubblico il nostro sport. Il suo racconto della cernia prevarica su tutto: fa apparire la categoria della quale anche lei ha fatto parte come irrispettosa verso il mare e i suoi abitanti. Ti ringrazio molto per avermi posto questa domanda, perche’ mi dai l’opportunita’ di dire la mia verita’ su questa situazione. Fin dal 1967 ho sempre dichiarato che la responsabilita’ della distruzione del mare non e’ da attribuire ai pescatori subacquei, cosi’ come a quelli di superficie. Questo lo dico e lo sottolineo ogni volta, anche durante le interviste televisive. Purtroppo, i tagli della produzione non consentono di ascoltare tutta l’intervista e, immancabilmente, viene tolto anche il pezzo in cui io difendo la pesca subacquea. Il pescatore subacqueo e’ colui che viene additato dall’opinione pubblica come il responsabile di situazioni in cui non c’entra nulla. Ma che danno vuoi che faccia un pescatore con il fucile al mare? Pratica una pesca selettiva, vede la preda e puo’ decidere se sparare o meno. In realta’, ci sono i pescherecci a strascico che molte volte compiono scempi incalcolabili a pochi metri da riva, le spadare, che tutt’oggi ancora esistono, le bombe, che continuano a essere usate, le reti a circuizione con tecnologie avanzate e controllo sul branco tramite aerei satellitari e scandagli supermoderni, gli scarichi industriali e gli scarichi fognari’

Pag. 40: IL MIMETISMO / L’ARTE DI CONFONDERSIdi Stefano Navarrini

Mimetici si nasce, come i pesci, oppure si diventa, come i pescatori di apnea. In questo gioco di istinto e furbizia l’esperienza personale conta piu’ di qualsiasi teoria e, secondo l’insegnamento dei saggi, non si finisce mai d’imparare.

‘Se si volesse veramente ottenere il massimo dei risultati da una muta mimetica, questa dovrebbe essere il piu’ possibile simile al fondale su cui peschiamo. Ma i fondali cambiano facilmente a seconda dei posti e anche a seconda delle stagioni, e non si puo’ pensare di avere un guardaroba di mute mimetiche a disposizione. Occorre trovare cosi’ una forma di compromesso. In mancanza di uno strumento che possa analizzare con precisione matematica e inappellabile la capacita’ mimetica di una muta, l’unico riferimento e’ quello dell’esperienza personale o, nel caso di un prodotto nuovo, delle dichiarazioni del costruttore. La ricerca dei tessuti mimetici sforna nuove proposte in continuazione: si va dal mimetico piu’ o meno tradizionale a intepretazioni innovative come una sorta di “pointilismo” policromatico o come certe “leopardizzazioni” di indubbio effetto scenico, mentre sempre valida resta l’idea dell’immagine spezzata, che con l’alternanza di inserti di vari cromatismi “suddivide” la figura del subacqueo sminuendone l’impatto visivo’
‘Resta il fatto che il miglior mimetismo non e’ assolutamente garanzia di gran risultati, perche’ in fondo il vero mimetismo primario, quello capace di farci avvicinare a un pesce a distanza di tiro utile, e’ in assoluto la nostra tecnica. Muoversi in perfetta sintonia con l’ambiente, regolando i nostri movimenti con quelli della corrente o della risacca, cercare di sintonizzare le nostre vibrazioni con quelle dei pesci che ci circondano (ricordando che anche una piccola castagnola spaventata e’ sufficiente a diffondere il panico fra le nostre potenziali prede), far si’ che la linea laterale dei pesci non percepisca alcun segnale d’allarme, mantenere una posizione raccolta e compatta del corpo e soprattutto delle nostre appendici, fucile incluso. Tutto questo fa parte del bagaglio tecnico che ogni pescatore deve sviluppare sulla sua pelle, perche’ dei buoni insegnamenti possono certo abbreviare il percorso, ma e’ solo l’esperienza personale che giorno dopo giorno, errore dopo errore, porta a quella acquaticita’ e sicurezza necessarie per avere buoni risultati’

Pag. 46: A GENOVA / IL GRANDE CIRCO DEL MAREdi Stefano Navarrini

Sempre piu’ spettacolare, il Salone Nautico Internazionale di Genova si presenta alla sua 46° edizione con importanti novita’ strutturali e con una gamma espositiva talmente estesa da coinvogere anche gli appassionati di pesca in apnea. Tanto piu’ che quest’anno saranno presenti alcune importanti aziende della subacquea.

‘Quarantasei anni di presenza nel panorama nautico internazionale fanno la storia, ma sono le attuali nuove strutture, e in particolare la nuova darsena da 60.000 mq, che proiettano il Salone Nautico di Genova al vertice del panorama fieristico mondiale del settore nautico. Senza contare che se la nuova darsena potra’ ospitare oltre 400 delle 2300 imbarcazioni che saranno esposte al salone, il totale rinnovamento delle strutture, che sara’ completato il prossimo anno, dara’ al “nautico” anche quella funzionalita’ e quella schematicita’ espositiva che nel passato erano forse mancate’

Pag. 50: ALTRI MARI / A CACCIA DI AVVENTUREdi Marco Bardi

Anche se e’ vietato impugnare un fucile per tentare la cattura di una preda, il vero amante del mare anche qui puo’ fare le sue scoperte. Ed ecco i meravigliosi incontri che si possono fare in una settimana di immersioni in Mar Rosso’

‘Quasi dietro di me un’ombra si sposta sfuggente e riesco a scorgere un enorme pesce napoleone, che, pero’, non mi concede una posa fotografica, un vero peccato. Ancora qualche discesa e improvvisamente, da lontano, vedo una grossa sagoma avvicinarsi in modo sospettoso. Riesco a riconoscere un grugnitore simile a un incrocio tra dentice e corvina. Sara’ almeno dieci chili! Questi pesci sono sempre molto diffidenti e raramente si fanno avvicinare. Per fortuna ho il sole alle spalle e sono ben nascosto dietro un gruppo di coralli. Durante il suo avvicinamento mi comporto come se avessi a che fare con un dentice nostrano e mi lascio scivolare sotto il nascondiglio in modo lento e graduale. Anche questo pesce non resiste al richiamo curioso che ho effettuato e si avvicina mentre io sono completamente coperto dal nascondiglio, ma pronto a scattare la foto. Quando calcolo che sia passato il tempo giusto, mi alzo di nuovo di pochi centimetri, sempre in modo molto calibrato, e sorprendo il grosso pesce intento a curiosare dimentico il pericolo. Scatto con soddisfazione una foto che mi regalera’ una grande soddisfazione. Non ero mai riuscito ad avvicinare cosi’ tanto questa specie di pesce e per di piu’ la foto e’ nitida. In quel momento ho provato la stessa soddisfazione di una cattura con il fucile e, devo essere sincero, non ho sentito la mancanza dell’arma. Ogni esperienza ha il suo fascino e mescolarle e’ sbagliato. Rientro soddisfatto per godermi un poco di sole e di abbronzatura’

Pag. 54: ESPERIENZA / UTILIZZIAMO LA MEMORIAdi Antonio Mancuso

Ritornare sui punti di immersione migliori, memorizzare il comportamento delle varie specie ittiche, ricordare esperienze vissute, far tesoro di fatti o episodi che ci hanno raccontato gli amici’Quanto e’ importante la memoria per un pescatore in apnea?

‘Dando per scontato che frequentare un circolo subacqueo, unito allo stare assieme a gente che coltivi il nostro stesso interesse, aumenta le possibilita’ di venire a conoscenza di tratti di litorale il cui mare sia caratterizzato da fondali con peculiarita’ tali da favorire la pesca in apnea, aguzzando l’ingegno si possono scoprire siti, spesso di piccola estensione e ignorati da molti, in cui le nostre soddisfazioni venatorie possono esaltarsi. Per fare cio’, quindi, e’ necessario tirare fuori la giusta dose di furbizia e abbinarla a una buona memoria. Tante volte, infatti, chiacchierando con persone amanti del mare o limitandosi a osservare semplici particolari dalla costa, e’ possibile scovare delle secche o delle piccole scogliere sommerse che, essendo quasi sconosciute, risultano poco battute. In molti casi, la scaltrezza del buon pescatore in apnea e’ quella di riuscire a carpire segreti e/o informazioni attraverso semplici conversazioni tra la gente di mare’
‘L’importante, comunque, e’ verificare, di tanto in tanto, che non vi siano state variazioni nei punti del rilevamento sulla costa ed eventualmente provvedere ad aggiornare le proprie “mire”. Dopo questa doverosa premessa, riprendiamo il discorso sull’importanza di far lavorare correttamente il cervello in modo da sfruttare adeguatamente la nostra memoria in funzione della nostra disciplina sportiva.
Una volta effettuati i rilevamenti a terra, sara’ necessario fare una panoramica del tratto di litorale in cui si trovano le nostre “mire” e, inquadrandolo sapientemente, cercare di individuare ulteriori elementi distintivi da memorizzare. Cosi’ facendo, infatti, successivamente potremo riconoscere facilmente il tratto di costa oggetto dei nostri interessi e ritroveremo il nostro punto senza dover sprecare tempo a girare inutilmente a vuoto con la nostra barca’

Pag. 59: MANAGER IN PESCA / DAL DOVERE AL PIACEREdi Stefano Navarrini

All’inizio era solo un aspetto del suo lavoro, poi e’ diventato un gioco e quasi all’improvviso e’ nata la passione. Oggi, Marco Ciceri, contitolare della Omer e direttore commerciale marketing, e’ un ottimo pescatore in apnea che si diverte anche con un pizzico di agonismo.

Cosa ti affascina di piu’ della pesca in apnea?
Innanzitutto il fatto che riesce a trasformare una persona “naturalmente” nervosa come il sottoscritto in un essere piu’ rilassato. Ovviamente c’e’ poi il confronto con la preda, l’emozione antica che provoca la sfida e la cattura di un pesce’
‘Qual e’ invece la cosa che odi di piu’ della pesca in apnea o, volendo, qual e’ la cosa che ti da’ piu’ fastidio quando peschi?
La mia tecnica preferita, ma direi quasi l’unica che pratico, e’ l’aspetto. Per praticare bene questa tecnica e’ pero’ necessario, almeno per le mie esigenze, un’acqua pulita e un’ottima visibilita’. Tutto cio’ che disturba questo contesto, per me ideale, e’ fonte di fastidio’
‘Quale tipologia di prodotto per la pesca in apnea ritieni possa avere maggior sviluppo in futuro, e perche’?
Come imprenditore del settore, ogni anno mi stupisco della quantita’ di nuovi prodotti che riusciamo a realizzare. Questo credo dimostri che esistano in tutte le tipologie di prodotto ancora molti margini di miglioramento. Da pescatore direi che cose interessanti si potrebbero vedere nel settore delle mute e, in particolare, nei materiali impiegati. Il sogno di tutti credo sia quello di poter pescare con una muta da pochi millimetri di spessore, che offra una buona protezione termica anche con basse temperature, ma che consenta una migliore ventilazione e uno zavorramento contenuto’

Pag. 62: I SEGRETI DI BELLANI / LE SORPRESE DEL TROPICOdi Stefano Navarrini

Piu’ frequentati dai subacquei con le bombole che dai pescatori in apnea, i mari tropicali possono offrire straordinarie emozioni, e non sempre legate alla pesca.

‘Certo, ritrovarsi a pescare con l’idea che uno squalo bianco ti stia girando intorno, peraltro senza vederlo, non deve essere piacevole, ma se parliamo di incontri fuori del comune, in un mare tropicale ce ne possono essere molti. Qual e’ stato quello che ti e’ rimasto piu’ impresso?
Su questo non ho dubbi, e’ accaduto in Polinesia. In preparazione avevo trovato un grosso catino di sabbia con delle cigliate esterne molto ricche di pesce, pesci grossi e facili che potevano essere determinanti in gara. Un giorno sono andato a controllare la situazione, stando bene attento a non farmi seguire da nessuno, ovvero facendomi lasciare dalla barca nei pressi del catino e rimanendo, quindi, da solo in mare. Dopo un quarto d’ora che stavo in acqua ho sentito netta la presenza di qualcosa e quasi contemporaneamente ho iniziato a sentire degli strani rumori, quasi il verso di un grande animale. Quando ho raggiunto il centro del catino e ho guardato verso il fondo, sulla sabbia, a una ventina di metri di profondita’, ma ben distinta data la trasparenza dell’acqua, mi sono ritrovato sotto una balena: ferma, immobile, stupenda’

Pag. 64: USARE LA TESTA / QUANDO DA TERRA, QUANDO CON IL GOMMONEdi Alessandro Martorana

Nel nostro sport esiste solo una regola fissa: il rispetto delle norme per la piu’ rigorosa sicurezza. Per il resto ci si deve affidare ad una flessibilita’ intelligente e pragmatica. Anche quando si deve decidere se immergersi da terra o con il gommone.

‘Non sempre e’ assolutamente indispensabile possedere un’imbarcazione per realizzare splendide catture nel periodo estivo in una vacanza destinata alla pesca, come non e’ altrettanto scontato che nel periodo invernale, e magari con pessime condizioni meteo, sia da scartare l’idea di utilizzare un’imbarcazione per assisterci nella nostra battuta nella risacca.
In altre parole, la “filosofia” di quest’articolo e i suggerimenti che ne conseguono vogliono indirizzare verso una flessibilita’ intelligente che consente di prendere decisioni spesso, ma solo apparentemente, contradditorie’.
‘Al cuoco abbiamo regalato i saraghi e lui ci cucinera’ l’orata al forno. Ora si’ che siamo in vacanza e, quasi quasi, non rimpiangiamo la mancanza del nostro gommone’
‘E’ andata. La scelta cade sull’isola con il porto piu’ ridossato rispetto ai venti che spirano in questo momento, in modo da ridurre al minimo il rischio di trovare anche li’ una situazione limite per la navigazione. Sappiamo che il traghetto parte la mattina alle 8.30 per arrivare alle 10 e torna la sera alle 18: otto lunghe ore disponibili per dare fondo alla nostra passione a lungo repressa.
La mattina della domenica siamo sul traghetto con il nostro compagno di pesca, che, nonostante pensi che stiamo facendo una pazzia, ha deciso di unirsi alla spedizione’

Pag. 70: ON-LINE / APNEA MAGAZINE LA FORZA DELLA PASSIONE

Una rivista elettronica, fatta da appassionati per appassionati, che diventa uno strumento dell’informazione on-line da oltre un milione e mezzo di visite all’anno. Come nasce un portale di pesca in apnea e, soprattutto, come diventa luogo di interazione e ritrovo di migliaia di appassionati? Cerchiamo di capirlo gettando uno sguardo alla storia di Apnea Magazine, che ha appena festeggiato i quattro milioni di accessi.

‘Fin dalla sua nascita, la rivista elettronica si e’ dotata di un forum di discussione, il primo del settore. Partito in sordina (e non poteva essere diversamente), il forum si e’ sviluppato nel tempo, fino a diventare un vero punto di riferimento, oltre che luogo di reclutamento dei collaboratori.
La maggior parte dei membri dello staff di Apnea Magazine, infatti, sono “semplici” utenti del forum, che, a un certo punto, hanno deciso di accettare l’invito a passare dall’altra parte della barricata, per offrire il proprio contributo alla “causa” e accrescere le potenzialita’ del sito’
‘In Apnea Magazine le cose funzionano un po’ diversamente, perche’ il software di gestione della redazione on-line non e’ accessibile al pubblico, ma solo a una serie predefinita di collaboratori. Lo staff e’ organizzato come una vera redazione, con due responsabili per le principali sezioni di apnea (Alberto Balbi) e pesca in apnea (Simone Belloni), che coordinano il lavoro degli altri collaboratori. Questi ultimi, in base alle necessita’ del momento, si cimentano nella redazione di articoli, nella correzione delle bozze o nell’impaginazione. Gli articoli vengono prima sottoposti all’attenzione generale in un forum riservato allo staff, dove vengono anche segnalati eventuali refusi; successivamente, il caporedattore da’ il via libera all’impaginazione, che viene effettuata dal primo collaboratore disponibile, e, infine, l’articolo viene inviato all’area di pubblicazione, dove uno dei “publisher” effettua l’ultimo controllo e spedisce on-line’

Pag. 74: RICORDI / ACCADDE TANTI ANNI FAdi Pietro Milano

Parliamo di un fatto di cronaca che, nel 1989, riempi’ le pagine dei quotidiani, Dopo poco meno di vent’anni, qualcuno ancora non ha dimenticato cio’ che avvenne a Piombino.

‘Pero’, il peggio doveva ancora venire: l’attraversamento a nuoto del piccolo e basso braccio di mare che separa l’isolotto dell’Argentario dalla costa.
In quell’occasione diedi fondo a tutte le mie energie motorie e il guardarsi dietro fu piu’ di uno sporadico episodio. Non solo percorsi la distanza velocemente, ma mi venne l’idea di farla quasi tutto in immersione, rasentando il fondale, con la pia illusione di poter sfuggire meglio a un eventuale attacco. Quelle due o tre spigolette malcapitate che avevo preso erano state prontamente insagolate sotto il pallone, a guisa di esca alternativa, ben sapendo che la scia di sangue da loro lasciata avrebbe attirato maggiormente il predatore sui miei “passi”‘
‘Passo’ qualche mese, le cose (com’e’ d’obbligo che accada) si affievolirono e quasi tutti riprendemmo il mare per le solite battute di pesca: il divieto era cessato, perche’ la Capitaneria presupponeva che nel luogo il mostro non vi fosse piu’ da molto tempo. Anch’io ritornai a immergermi nel golfo di Baratti, partendo da terra quando spirava vento da scirocco’

Pag. 77: APNEA / NON TI FERMAREdi Roberto Tiveron

L’estate e’ finita, ma apprendere definitivamente le pinne al chiodo sarebbe un errore madornale, con conseguenze poi difficili da far rientrare. Ne subirebbero grossi danni non solo il fisico, ma anche il nostro apparato psicomotorio. Ma, allora, che cosa dobbiamo fare d’inverno?

‘Per restare in ambito sportivo, immaginiamo un atleta impegnato nella corsa ad ostacoli: nel momento di massima forma egli riuscira’ a percorrere la distanza stabilita con un ottimo tempo e, soprattutto, riuscira’ ad attuare una perfetta tecnica di passaggio sugli ostacoli, oltre a mantenere un preciso numero di passi fra un ostacolo e l’altro. Tutto cio’ e’ frutto di una condizione fisica ottimale, che racchiude potenza, resistenza, rapidita’, esplosivita’, tecnica e razionalita’. Nel momento in cui l’atleta, seppure un campione, si fermasse per qualche mese, tutto cio’ svanirebbe parzialmente e nel momento in cui egli volesse ripetere una delle sue prestazioni usuali, la differenza sarebbe estremamente evidente’
‘Un fisico piu’ giovane ha migliori capacita’ a livello generale, tranne che nell’esperienza e, mediamente, anche nel controllo emotivo, ma senza dubbio riesce piu’ facilmente e piu’ velocemente a raggiungere uno stato di forma ottimale e a mantenerlo nel tempo, cosi’ come piu’ difficilmente e lentamente perdera’ la condizione atletica. Quando si va avanti con gli anni, e’ sempre piu’ difficile mantenere con costanza una buona condizione fisica generale. Purtroppo questa e’ la natura umana e molto dipendera’ dalla quantita’ e dalla qualita’ dell’attivita’ fisica praticata abitualmente. Solo in questo modo si potra’ riuscire ad essere sempre adeguati alla situazione, naturalmente tenendo conto dell’eta”

Pag. 81: ALIMENTAZIONE / USIAMO BENE GLI INTEGRATORIdi Luca Bartoli

Questi preparati devono integrare il regime alimentare di uno sportivo, provvedendo ad arricchirlo di nutrienti essenziali al fine di sostenere adeguatamente la prestazione.

‘Uno dei fenomeni che caratterizzano l’immersione e’ la differente temperatura dell’acqua rispetto a quella del corpo e, piu’ precisamente, la capacita’ che ha un liquido di estrarre calore dal corpo umano rispetto a un gas. Infatti, un corpo senza alcuna protezione termica, immerso in acqua, ha una dispersione di calore venticinque volte superiore a quella che avrebbe, a parita’ di temperatura, se il corpo fosse in ambiente aereo’
‘Gli integratori alimentari possono essere classificati in: prodotti di natura prevalentemente glucidica, surrogati del pane e della pasta; prodotti di natura vitaminica, assimilabili alla frutta e alle verdure; prodotti di natura proteica, come le carni; gli acidi grassi, come gli MCT sostitutivi dei grassi essenziali
Generalmente gli integratori si presentano sotto forma di polveri o compresse, facili da utilizzare e facilmente trasportabili. Ma una delle qualita’ piu’ importanti di questi prodotti e’ la facile digeribilita’ e l’essenzialita’ del preparato’
‘Purtroppo, gli attuali sistemi di conservazione o di preparazione dei cibi producono forti perdite vitaminiche negli alimenti’

Pag. 84: GUIDA TECNICA

OMER/SCHIENALINO LIGHT: Anche la zavorra ha un alore tecnico da non trascurare. La Omer, in collaborazione con Marco Bardi, ha realizzato un prodotto di qualita’.

EFFESUB/LINEA MIMETICA: Per i cultori dell’aspetto e dell’agguato, una linea realizzata con tecnologie e materiali d’avanguardia. Si tratta di attrezzature utilizzabili da tutti, all’insegna del comfort e delle prestazioni di qualita’.

SEAC SUB/COLTELLO RIP-FISH: Un coltello realizzato con materiali di buona qualita’ e tecnologie d’avanguardia, con alla base un’attenta progettazione.

BEUCHAT SUB/MUTA MUNDIAL REVERSIBLE: Una muta di buona qualita’ che puo’ essere indossata in entrambi i sensi. Realizzata in due diversi spessori estivi, la Mundial Reversible Beuchat ha un lato liscio e uno foderato.

GIMANSUB/ARBALETE LABRAX 96: Un prodotto che unisce le qualita’ specifiche della serie Labrax e della serie Dentex. Precisione, brandeggiabilita’ e duttilita’ sono le sue maggiori caratteristiche.

Pag. 98: DOVE ANDARE / CALABRIA: NEL MARE DI DIAMANTEdi Antonio Mancuso

Spiagge di sabbia finissima e dorata oppure scura e ciottolosa che si altrenano a zone rocciose con fondali avvincenti per i pescatori in apnea. Maestoso, l’isolotto di Cirella sembra incastonato in un mare di smeraldo. Fra le prede “speciali”, anche la cernia bianca.

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