Pesca in Apnea N° 43 – Settembre 2006
La copertina del numero 43 di Pesca in Apnea |
Un po’ di invidia nessuno ce la puo’ negare. Soprattutto se al ritorno dalle vacanze il ricordo ci rimanda al saraghetto catturato al largo di Ponza o alla spigoletta pescata nel fondali di Linosa. Perche sul numero di settembre di Pesca in Apnea, ora in edicola, ci troviamo di fronte al servizio di Beniamino Cascone sulla “Bluewater Classic” e se non strabuzziamo gli occhi, poco ci manca. In questa competizione australiana, infatti, una gara di pesca in apnea in un mare generoso e con un ricchissimo montepremi (18.000 dollari australiani), di tutto si puo’ parlare salvo che di “pescetti”. Si tratta di una competizione esemplare e con regole rigorose e particolari: ad esempio, si puo’ catturare un solo pesce pelagico e, ancora di piu’, un solo esemplare al giorno per specie, non ci sono limiti di campo gara e ogni gruppo di pescatori puo’ spaziare. Le classifiche, inoltre, sono di tre tipi: generale, per fasce di eta’ e per coppie.
A questa particolarissima competizione qualche volta hanno anche partecipato atleti italiani: Bellani, Antonini, Ramacciotti, Tortorella e altri. Nel servizio di Cascone si parla dei fondali e delle attrezzature, ma la vera chicca e’ una dettagliata scheda dove si racconta per filo e per segno quali sono i pesci che frequentano quei mari. Si tracciano quindici profili con tutte le caratteristiche: dal tipo di pesca consigliata alle armi da utilizzare, al disegno del pesce fino alle sue dimensioni. Ed e’ questo particolare che ci sbalordisce, perche’, in quei mari lontani, gli incontri piu’ banali sono con bestioni che dalle nostre parti neppure ci sognamo di vedere. Facciamo qualche esempio: il Kingfish di 30-40 kg, il Jewfish di 30, il Bluefin Tuna di 100, il Wahoo di 30, il Black Marlin che puo’ raggiungere i 200 kg, il Sailfish che supera i 70 ecc. In un’altra scheda, questa prevalentemente fotografica, si vedono i vari partecipanti alla competizione e spesso con il pesce che hanno catturato fra le braccia. E qualche volta il pesce e’ piu’ grosso del pescatore. Un bel servizio, questo di Beniamino, che appare sul numero di settembre di Pesca in Apnea: curioso e divertente, di quelli che fanno sognare. Una vincita alla lotteria, una piccola eredita’, un premio per avere fatto un buon lavoro’ Forse anche noi un giorno’ Per adesso, buona lettura a tutti!
Pag. 20: I GRANDI DELL’APNEA / IO, UOMO PESCE – di Gianluca Genoni
Gianluca Genoni si racconta: dalle prime esperienze fino ai record mondiali, passando per il servizio militare in Marina. Sogni realizzati e sogni da realizzare: una vita ancora tutta da vivere’
‘ Era amore allo stato purissimo: poco alla volta ho coltivato questa forte attrazione per il blu e il suo silenzio, per le immersioni e per quella sensazione di benessere, tranquillita’ e serenita’ che le accompagna’
‘ Nel corso di tutti questi anni, il mio rapporto con i record e’ cambiato molto: la prima volta e’ stato un mettermi alla prova, dimostrare a me e a tutti quelli che avevo intorno che ero in grado di raggiungere certi traguardi.
Poi, nel corso degli anni, e’ diventato sempre piu’ un modo per provare emozioni molto forti, difficilmente descrivibili a chi non e’ mai sceso a certe profondita’ e difficilmente riproducibili in altre situazioni, un po’ come fare un salto in un altro mondo per un paio di minuti, per poi ritornare alla vita terrena’
‘ Oggi mi appassiona molto di piu’ trasmettere agli altri il mio amore per il mare e cosi’ da due anni ho la fortuna di condurre ” Vivere il mare”, su Rai 2, un programma itinerante per le coste italiane dove cerco di far conoscere anche ai non subacquei le bellezze che ci sono sotto il mare. La cosa piu’ strana e per certi versi assurda e’ che in Italia abbiamo le coste e i fondali tra i piu’ belli e apprezzati del mondo, ma sono proprio i residenti di quelle zone a non vivere il mare o, meglio, a non immergersi per vedere e conoscere i fondali.
Ma forse, come spesso accade, proprio perche’ sono a portata di mano tutti i giorni, queste cose non vengono apprezzate nella giusta maniera’
‘ Ma il silenzio del profondo blu mi affascina ancora molto, per questo sto realizzando un’attrezzatura sempre piu’ sofisticata: un gruppo di ingegneri sta mettendo a punto una zavorra tutta nuova, piu’ veloce, e sto pensando a una muta molto particolare, sia come potere termico sia, soprattutto, come spinta positiva in fase di risalita, oltre a utilizzare delle tecniche di training respiratorie particolari,
per cercare di prolungare ancora il tempo d’immersione e provare a misurarmi ancora con un nuovo tentativo di record’
Pag. 26: AGONISMO / TROFEO ZAMPOLINI APPUNTAMENTO IMPERDIBILE – di Marco Bardi
Curiosita’, divertimento e’ pesce sono gli ingredienti che hanno condito questa manifestazione nata a scopo di beneficenza nel ricordo di Gianfranco Zampolini.
Il clima di grande festa e’ il termometro della situazione. Se, poi, ci si aggiunge che due sirene si presentano armate di fucile per sfidare i maschietti, l’atmosfera sembra lievitare sui contorni di un bel racconto, e invece e’ pura realta’. Il pescato da queste parti non manca mai e nobilita la competizione con punteggi e carnieri che ricordano i vecchi tempi e gli atleti tornano sempre a casa con la soddisfazione di qualche bella cattura’
‘ Il giudice decreta l’inizio della prova, ma, a differenza delle competizioni ufficiali, non si vedono tutti i gommoni partire a gran velocita’ verso le zone segnate. Al contrario, si assiste a un calmo diradarsi di mezzi nautici che si vanno a concentrare sulla zona centrale della secca dei grottini’
Pag. 31: I MAESTRI DELLA PESCA / GRINTA ED ESPERIENZA – di Stefano Navarrini
Con la recente conquista del titolo italiano, Maurizio Ramacciotti ha coronato una carriera che lo ha comunque sempre visto al vertice.
‘ Era importante allora avere dei miti da emulare? Ritieni che ancora oggi sia cosi’? E chi sono stati negli anni i tuoi punti di riferimento?
Sicuramente avere un mito da emulare era ed e’ importante, ma credo che questo sia comune a qualunque sport. A quel tempo il mio mito erano i fratelli Bacci e nei miei primi anni di gare il massimo era poter partecipare a un campionato di seconda o magari di prima categoria insieme a loro. Quando cominciai a salire di livello, il mio punto di riferimento divento’ Andrea Berardinone, perche’ lo vedevo forte, tranquillo, sicuro e lo vedevo crescere di gara in gara. Andrea era probabilmente destinato a diventare un campione se il destino non avesse deciso diversamente. La sua scomparsa e’ stata anche il mio primo vero momento di tristezza legato all’agonismo. Quando poi la mia maturita’ tecnica e atletica mi ha portato un po’ piu’ su ho avuto la fortuna di avere come maestro e amico Renzo Mazzarri, una persona che ho sempre ammirato moltissimo sia sul piano atletico che tecnico, ma che ho sempre ritenuto una persona di grande caratura anche al di fuori del campo subacqueo’
‘ E’ ancora possibile in una gara a nuoto, che ovviamente non consente di battere molte zone, stabilire una strategia di gara?
Sicuramente, perche’ alla fine il tuo percorso lo fai comunque e la strategia resta importante nel senso che, quando scegli la tua partenza, devi considerare di avere a tiro di pinna altri posti validi per poter poi proseguire la gara in modo ottimale. E anche il discorso dei segnali resta valido, perche’ nell’arco del tempo di gara se ne possono comunque verificare almeno cinque, senza contare che con l’ultima innovazione del regolamento che consente uno spostamento in gommone a meta’ gara, le possibilita’ si raddoppiano’
‘ Una gara si vince piu’ col fisico, con la preparazione, con l’esperienza, con il carattere, con la fortuna?
A livello di conquista della vittoria assoluta metterei avanti a tutto tre qualita’ base, che sono esperienza, carattere e fortuna. La fortuna, come detto, e’ sempre importante per l’acuto determinante. Per arrivare secondi, o comunque per mantenersi sempre nelle zone alte delle classifiche, oltre al carattere e all’esperienza possono servire anche la preparazione del campo gara e una buona prestazione fisica. La potenza fisica al secondo posto non deve meravigliare, abbiamo visto gente capace di fare mille tuffi in una gara senza arrivare a nessun risultato importante’
Pag. 36: ATTREZZATURE / TUTTO SU MASCHERA E BOCCAGLIO – di Marco Bardi
Apparentemente semplici e scontati, questi attrezzi sono davvero indispensabili per l’apnea e nascondono un’infinita’ di dettagli di cui tenere conto.
‘ Da una parte ci sono i profondisti, che cercano la maschera piccola perche’ sanno che, in teoria, meno volume di aria interna nella maschera equivale a piu’ profondita’ di azione. Dall’altra, ci sono quelli che considerano la maschera uno strumento che serve per vedere sott’acqua e, quindi, deve avere un ampio campo visivo e deve vestire comodamente sul viso per fare fronte alle numerose ore di permanenza in acqua’
‘ Negli ultimi anni hanno preso il sopravvento le nuove tipologie di maschere con il telaio molto ridotto e il facciale direttamente collegato al lacciolo per consentire maggiore ventosa della maschera e piu’ campo visivo. Questa soluzione, chiamata “Frameless”, consente una migliore vestibilita’ della maschera con piu’ ampio campo visivo e comodita’ di utilizzo, riducendo anche il volume interno’
‘ La maschera non ha bisogno di particolari attenzioni a livello di manutenzione. Conviene riporla nel borsone da asciutta, dopo averla lavata in acqua dolce. Risultera’ valido il sistema di alloggiarla in uno spazio dove non resti a contatto con oggetti piu’ pesanti che potrebbero danneggiarla. A tale scopo, e’ molto utile la custodia rigida per la maschera ideata proprio per riporla e ripararla da deformazioni’
‘ Un efficace boccaglio per l’apnea deve avere un buon rapporto tra sezione interna del tubo e lunghezza totale, in modo da garantire il minore ristagno possibile di aria viziata all’interno del tubo stesso e, contemporaneamente, evitare continui allagamenti per via del mare mosso’
Pag. 41: USTICA / PARADISO PER GLI APNEISTI – di Alberto Balbi
Durante la Rassegna Internazionale delle Attivita’ Subacquee dello scorso giugno, nella splendida isola siciliana si e’ svolta la Settimana dell’Apnea Subacquea, che ha visto il recordman di immersione in apnea, Gianluca Genoni, guidare un gruppo di curiosi giovani apneisti alla scoperta delle meraviglie di quei fondali.
‘ Durante la Rassegna Internazionale delle Attivita’ Subacquee dello scorso giugno, nella splendida isola siciliana si e’ svolta la Settimana dell’Apnea Subacquea, che ha visto il recordman di immersione in apnea, Gianluca Genoni, guidare un gruppo di curiosi giovani apneisti alla scoperta delle meraviglie di quei fondali’
‘ Uno dopo l’altro i giorni sono passati come d’incanto fino alla fine. L’ultimo e’ sempre il piu’ emozionante, i ragazzi vogliono mettere in pratica gli allenamenti della settimana e, soprattutto, vogliono immergersi in apnea allo Scoglio del Medico, famoso e rinomato scoglio isolato, poco fuori dalla zona A dell’area marina protetta. Al mattino, davanti a un nutrito gruppo di giornalisti, si sono cimentati nelle ultime discese nel blu, lasciandosi trasportare dalle sensazioni e dalla profondita’. Devo dire che questi ragazzi hanno dimostrato doti apneistiche eccellenti, con tuffi perfetti ben oltre i quaranta metri. Sul viso di Genoni, che li ha seguiti durante le risalite, un sorriso di soddisfazione’
‘ Ci attende l’ultima serata, un gran gala conclusivo organizzato dall’Aapt di Palermo, dal comune di Ustica, dalla regione Sicilia e con il contributo del diving Perla Nera, la consegna del prestigioso premio Tridente d’Oro’
Pag. 44: GUIDA ALL’USO E ALLA MANUTENZIONE / CAMBIAMO LE ATTREZZATURE? – di Alessandro Martorana
Costano tanto ed e’ bene trattarle bene, per aumentarne molto la vita e conservarle nelle migliori condizioni. Ma come stabilire quando un componente della nostra attrezzatura deve essere sostituito? Ve lo spieghiamo in queste pagine.
‘ Questa e’ la teoria. Addentriamoci, adesso, nei risvolti pratici del problema, analizzando ogni componente del nostro equipaggiamento, attrezzatura per attrezzatura, e illustrando come bisogna fare per capire quando una maschera, una pinna o un fucile in avaria sono ancora “recuperabili”, oppure e’ arrivato il fatidico momento di mettere mano al portafoglio e procedere alla sostituzione definitiva’
‘ La manutenzione straordinaria consiste, invece, nello smontaggio completo della maschera, quando e’ possibile, seguito da un attento controllo di tutti i componenti e dalla rimozione di eventuali depositi di sale o di sabbia. Attenzione, pero’, perche’ smontare una maschera con gia’ due o tre anni di utilizzo non e’ facile e, in questa delicata fase, potremmo addirittura essere noi a creare rotture e malfunzionamenti.
Se una vite fatica a svitarsi o due incastri non si riescono a sganciare, evitiamo di peggiorare la situazione forzando il loro distacco’
‘ Anche per la muta, la tecnologia del neoprene ha fatto ultimamente dei passi da gigante e adesso si riescono a trovare in commercio dei prodotti di taglio eccellente e confezionati con neoprene soffice ed elastico anche nel caso di spessori “importanti”. Per gli utenti piu’ raffinati, poi, e’ disponibile un’infinita’ di scelte di mute su misura, realizzate da valenti artigiani del neoprene, che una volta non era possibile nemmeno solo concepire. Ma quand’e’ che una muta comincia a perdere le sue prerogative di affidabilita’?’
‘ Ed eccoci arrivati al clou del servizio: il fucile e’ e resta sempre il componente piu’ affascinante della nostra attrezzatura. Vi affidiamo i nostri desideri di cattura e, con il suo aiuto, cerchiamo di finalizzare l’esito di una pescata. Un fucile che non funziona o che funziona male e’ qualcosa di piu’ di un attrezzo semplicemente carente. Se non va, non andiamo neanche noi’
Pag. 48: LE GRANDI GARE / UNA CLASSICA AUSTRALIANA – di Beniamino Cascone
Bluewater Classic, una straordinaria gara di pesca in apnea in un mare ricchissimo e con un montepremi altrettanto ricco: piu’ di diciottomila dollari australiani.
‘ Purtroppo, la gara, prevista a fine marzo, e’ stata rinviata a causa del maltempo: il ciclone tropicale di insolita violenza che ha colpito piu’ a nord, nel Queensland, ha fatto sentire i suoi effetti, rovinandoci i quindici giorni di permanenza nell’Australia orientale. Ma a maggio il tempo e’ stato splendido, con poche nubi e assenza di vento nella prima giornata di gara, mentre nella seconda un vento teso ha messo alla prova l’adattabilita’ degli atleti’
‘ Sono arrivati da ogni angolo dell’Australia, ma soprattutto dalle vicine zone di Sydney, Newcastle e Tweed Heads (altro posto favoloso). Non mancavano il vincitore dello scorso anno, Brett Vercoe, e Glenn Gorge, vincitore di ben tre passate edizioni. In tutto erano cinquantaquattro concorrenti, compresa la bella Naomi Spicer.
Negli ultimi anni hanno partecipato famosi atleti provenienti da tutto il mondo’
Pag. 53: ESPERIENZA / LOGICA E DEDUZIONE – di Antonio Mancuso
Arrivare a giuste deduzioni da usare come regole e’ uno degli obiettivi che ogni pescatore in apnea deve porsi, per aumentare le possibilita’ di cattura e, perche’ no, per riuscire a effettuare quel salto di qualita’ che consente di entrare nel gotha dei pescatori in apnea.
‘ A cosa dobbiamo pensare per programmare correttamente una battuta di pesca? In primo luogo,
e’ importante prendere in considerazione il periodo in cui si svolgono le nostre immersioni.
In funzione della stagione, infatti,
e’ necessario organizzarsi di conseguenza. Prendendo a titolo d’esempio la stagione che ci si prospetta, vediamo che cosa fare. Nel periodo autunnale, si sa, la temperatura dell’acqua e’ ancora mite. Da cio’ consegue che si possono effettuare ancora tuffi profondi ed e’ possibile adottare mute di spessore non eccessivo’
‘ Come comportarsi in acqua per riuscire a ottenere risultati positivi? E’ la domanda ricorrente di molti giovani pescatori in apnea.
Anche in questo caso e’ necessario evidenziare come l’improvvisazione difficilmente agevola il pescatore: i comportamenti istintivi, infatti, nonostante a volte possono permetterci di risolvere positivamente alcune situazioni, in molti casi dimostrano in maniera evidente i loro limiti, risultando, ai fini dell’azione finale, poco vantaggiosi, se non addirittura deleteri’
‘ Entrare nella “psicologia” dei pinnuti e’ certamente la cosa che, piu’ di altre, dovrebbe spingere il pescatore in apnea a trarre precise conclusioni dall’osservazione di alcuni particolari riguardo il comportamento delle potenziali prede. La capacita’ di intuire quale possa essere la mossa successiva di un pinnuto individuato in lontananza potra’ permetterci di risolvere a nostro favore il confronto con un animale nato, cresciuto e sviluppatosi per vivere nell’ambiente acquatico’
Pag. 58: LA VISTA / PER VEDERTI MEGLIO’ – di Stefano Navarrini
‘ Anche fisici scolpiti come statue spesso hanno il loro punto debole la’ dove, purtroppo, nessuno specifico allenamento puo’ migliorare la situazione. Come sempre prevenire e’ meglio che curare e conoscere meglio le problematiche legate alla nostra vista e’ sempre consigliabile.
‘ Per un pescatore in apnea la presbiopia puo’ essere un problema secondario, sia in superficie che sott’acqua, ma e’ comunque sempre un problema cui e’ bene essere preparati. Anche perche’, almeno in superficie, basta poco. In pratica un paio d’occhiali, di quelli cosiddetti da farmacia (per chi non ha altre problematiche), dovrebbero sempre essere tenuti in gommone con le consuete dotazioni. Se il loro uso e’ occasionale possono anche essere economici e di scarsa qualita’ ma, un po’ come per il coltello, la volta in cui servissero e non ci dovessero essere potrebbero sorgere dei problemi’
‘ In primo luogo, si trattera’ di scegliere una montatura che soddisfi la nostra vanita’, ma che sia anche funzionale e robusta, vale a dire che abbia una buona tenuta sul viso, in modo da non finire in mare al primo colpo di vento, e robusta quanto basta a sopportare gli inevitabili maltrattamenti che subira’. Meglio, quindi, in materiale plastico che in metallo, soggetto oltretutto alle ossidazioni causate dal salino. In seconda battuta occorrera’ meditare la scelta di lenti che proteggano i nostri occhi, ma che allo stesso tempo non creino problemi di visione, quindi di ottima qualita’ ottica’
‘ Tutte le problematiche ottiche relative alla visione in superficie, salvo in parte quelle relative ai riflessi, si ripropongono nell’ambiente sommerso.
La moderna tecnologia ha tuttavia da tempo posto rimedio, e oggi tutte le piu’ importanti ditte del settore subacqueo hanno in catalogo vari modelli di maschere ottiche, anche se limitate, per ovvi motivi, alla correzione dei problemi piu’ comuni’
Pag. 63: TECNOLOGIA / A QUANDO UN CARDIOFREQUENZIMETRO PER L’APNEA? –di Luca Bartoli
Strumento estremamente utile per il monitoraggio delle proprie prestazioni e delle reazioni cardiache durante lo sforzo sportivo, il cardiofrequenzimetro ancora non ha trovato una sua versione “ideale” per la pesca in apnea, anche se qualcosa gia’ esiste…
‘ Il primo modello utilizzato nello sport fu l’Exercentry, prodotto nei primi anni Ottanta da una ditta californiana. Divenne famoso perche’ fu impiegato dal professor Conconi per preparare Francesco Moser durante il tentativo del record dell’ora. Lo strumento di allora era una scatola piuttosto ingombrante’
‘ Nel mondo della subacquea non e’ ancora approdato uno strumento specifico, un computer che, oltre alle normali funzioni subacquee, monitorizzi la frequenza cardiaca durante le immersioni. Circa sei anni fa cominciammo uno studio per cercare di rilevare la frequenza cardiaca durante le immersioni in apnea e in modo particolare durante le azioni di pesca in apnea. Studi precedenti avevano gia’ monitorato le caratteristiche cardiache in immersione durante singoli tuffi, ma mai nessuno aveva provato a registrare l’andamento della frequenza cardiaca durante azioni di pesca’
‘ Oggi esistono due soli strumenti che permettono di monitorare la frequenza cardiaca, ma purtroppo con molte difficolta’. In entrambi i casi si tratta di strumenti che adottano la fascia toracica per catturare l’attivita’ elettrica del cuore, ma che, per motivi di impedenza elettrica, funzionano perfettamente in acqua dolce e solo con la muta in acqua salata’
Pag. 66: ATTENTI A’ / PERICOLO BLU’ – di Stefano Navarrini
Non sono molti e meno che mai seri i pericoli che ci riserva il Mediterraneo, ma poiche’ conoscendoli e’ anche piu’ facile evitarli, ed evitarli e’ sempre meglio, facciamone una sintetica panoramica.
‘ Di organismi marini tossici il mare in genere ne presenta pochi, e il Mediterraneo ancor meno. Salvo eccezioni, peraltro, la tossicita’ di un determinato organismo e’ piu’ spesso dovuta a fattori estranei che congeniti. Un esempio classico potrebbe essere quello dei mitili, molluschi bivalvi assolutamente squisiti anche crudi, la cui capacita’ di filtrare acqua per ricavarne nutrimento puo’ portare, quando il mollusco cresce in zone ad alto inquinamento organico, all’assorbimento di agenti patogeni di varia pericolosita”
‘ A pungere, e a pungere in modo doloroso, non sono pero’ solo gli organismi sessili. Anche alcuni pesci, pur se in modo indiretto e a causa di qualche nostro movimento maldestro, possono lasciare un ricordo indelebile. Il piu’ noto e comune e’ indubbiamente lo scorfano, che a livello di pericolosita’ e’ parente povero di quel pesce pietra ritenuto un vero e proprio pericolo pubblico, o di quell’altro affascinante ma infido scorpenide che e’ il pesce scorpione’
‘ Nella fascia bassa di questi incidenti troviamo protagonisti a volte temuti piu’ del dovuto, ma che non devono neanche essere trattati con sufficienza. Il riferimento e’ in primis alle murene, pesce che non ha mai goduto di buona stampa, ma al quale, per bilanciare il contrasto accusa-difesa, vorrei dedicare due episodi vissuti personalmente.
Il primo, recentissimo, e’ relativo al soccorso portato a un pescatore in apnea morso in gommone da una murena appena sfiocinata’
Pag. 70: ATTREZZATURE / PALLONE O PLANCETTA? – di Pietro Milano
Meglio il classico pallone o la piu’ moderna plancetta? La scelta, come vedremo, non e’ indifferente: plancetta o pallone, quindi, a seconda dei casi. Come dovrebbe essere la plancetta ideale.
‘ In ogni caso, il mercato offre molte tipologie di plancette, quindi ognuno e’ libero di acquistare il modello piu’ confacente alle proprie esigenze, tenendo conto, pero’, di un elemento che reputo fondamentale: la plancetta e’ un oggetto che va preso in considerazione quando si entra in mare da terra. In tutti gli altri casi risulterebbe piu’ consono il vecchio e caro pallone. Caposcuola della nuova moda sono stati i francesi (come in altre cose di reale utilita’), che hanno un sistema di gare nazionali basate sulle partenze da terra e, per questa logica, sono stati i primi a pensare e a realizzare la plancetta…
‘ La resistenza all’avanzamento in acqua gioca a sfavore della plancetta: questo inconveniente si puo’ trasformare in un incubo in caso di vento teso e moto ondoso contrario. La soluzione del fondo della plancetta a forma di catamarano e’ indubbiamente quella che agevola l’avanzamento, avendo un attrito piu’ limitato con il mezzo liquido, e consente al pescatore in apnea di saltarci sopra con il busto e di compiere molti metri in semimmersione’
Pag. 73: COME ANGELI CUSTODI / CAPITANERIE DI PORTO PIU’ SICUREZZA PER TUTTI – di Giorgio Volpe
Dietro le spalle dei subacquei e di tutti coloro che vanno per mare, per professione o per diletto, ci sono i corpi di polizia marittima, fra cui le Capitanerie di Porto, che svolgono azione di tutela e prevenzione. Una collaborazione tra la Fipsas e questa autorita’ marittima potrebbe portare a risultati eccellenti.
‘ Sono gli angeli custodi del mare, sempre pronti a intervenire in ogni situazione di emergenza, anche quando tutti gli altri se la danno a gambe levate, spaventati dalla furia del mare. Soccorso in mare, sicurezza della navigazione, controllo dell’attivita’ di pesca professionale e sportiva, tutela dell’ambiente, controllo dell’immigrazione clandestina, salvaguardia della vita umana: gravato da una moltitudine di funzioni e compiti di cruciale importanza, il corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e’ il principale interlocutore istituzionale del pescatore in apnea, il quale, come tutti i fruitori del mare, ha il dovere di attenersi alle prescrizioni dell’autorita’ marittima e, per converso, il diritto di praticare l’attivita’ nei limiti imposti da leggi e regolamenti, compresi quelli di carattere locale adottati dagli uffici marittimi sparsi sul territorio’
Pag. 76: I SEGRETI DI BELLANI / EMOZIONI OCEANICHE
Come tutti gli sport, l’agonismo nella pesca subacquea prevede gare internazionali cui ci si deve preparare ben prima del via sul campo. Parliamo con un veterano di questo tipo di esperienze per capire meglio cosa c’e’ dietro le quinte di appuntamenti tanto importanti.
Gli aspetti puramente tecnici di una gara in oceano sono ovviamente quelli piu’ noti ed evidenti, ma dietro c’e’ tutto un background di problematiche da risolvere, sia prima di partire che una volta arrivati in loco. Quali sono le maggiori difficolta’ da superare?
Molte, in realta’, e molto piu’ importanti di quel che si pensi, perche’, una volta che sei li’, la concentrazione e la tranquillita’ pregara non possono essere turbate da problemi che non siano quelli della pesca vera e propria. Si tratta quindi di essere gia’ organizzati per risolvere al meglio, ad esempio, la parte alimentare. Non si puo’ pensare di affrontare un impegno agonistico di quel livello mangiando per dieci giorni noci di cocco, o comunque cibi cui il nostro fisico non e’ adattato.
Per questo di solito ci portiamo dall’Italia una bella scorta di spaghetti, parmigiano, prosciutto, olio e via dicendo, mentre sul posto si cercano subito negozi o supermercati che abbiano cibi a noi familiari. Una volta in loco, inoltre, si cerca un accordo con un ristorante che ci lasci la disponibilita’ di cucinare, e a turno ognuno di noi la sera fa da cuoco. Poi c’e’ anche il problema di dove creare la sede logistica, calcolando le distanze dal punto d’imbarco, la disponibilita’ di barche per la preparazione e i punti di rifornimento del carburante, tutte cose fondamentali per evitare la minima difficolta’ estranea alla gara.
Pag. 78/85: GUIDA TECNICA
CRESSI-SUB/ARBALETE COMACHE 75: Una serie di arbale’te che e’ uno dei migliori esempi di come debba essere un fucile a elastici semplice, robusto, equilibrato e adatto a qualsiasi condizione di utilizzo. Esaminiamo il modello da 75 centimetri.
DESSAULT/MASCHERE BALAOU E WAHOO: Due nuove maschere della ditta francese: una, a due vetri, e’ adatta per un impiego piu’ specializzato nella pesca profonda; l’altra, monovetro, si rivolge agli amanti della pesca invernale.
TOTEM SUB/ARBALETE TAHITI 120: Un arbale’te in legno pregiato con doppio elastico di serie costruito per insidiare le prede piu’ furbe e sospettose. Equilibrato e assettato, questo fucile e’ in grado di esprimere una notevole potenza, senza pero’ rinunciare alla precisione e alla facilita’ di caricamento.
MEROU/PLANCETTA GONFIABILE Una boa-plancetta gonfiabile costituita da una doppia camera. In questo modo la robustezza e’ esemplare ed e’ stato possibile dotarla di numerosi e funzionali accessori.
OMER/MASCHERA OLIMPIA: Con nuove tecnologie di produzione, una maschera che ha permesso un miglioramento delle soluzioni applicabili a queste attrezzature.
Pag. 86: APNEA / DIDATTICA PER LA SICUREZZA – di Roberto Tiveron
Il nostro non e’ uno sport che si puo’ esercitare senza avere imparato tutti i principi essenziali. Prima di cominciare, frequentiamo dunque un corso ma non sempre tutto e’ cosi’ chiaro, come spieghiamo in questo servizio. Che cosa si deve cercare in un corso di apnea?
‘ Nel momento in cui si decide di affidarsi alle cure e ai consigli di un tecnico istruttore, si deve riporre piena fiducia in lui, altrimenti e’ meglio lasciar perdere e decidere di fare dell’altro.
Naturalmente, anche l’istruttore dovra’ fornire determinate garanzie, e cio’ e’ sottinteso: la fiducia degli allievi va anche conquistata con argomenti concreti’
‘ Molto spesso, gli standard usati per identificare alcuni livelli generali di apneisti possono trarre un po’ in inganno perche’ spingono l’allievo a porsi degli obiettivi numerici, come profondita’ e tempi di apnea, distogliendo l’attenzione da quello che effettivamente e’ il succo di un corso’
‘ Gli allievi motivati e diligenti sono coloro pronti a mettersi sempre in discussione, che con impegno e umilta’ si applicano costantemente, senza sottovalutare nulla, anche le cose superflue e piu’ facili. Questi sono gli elementi che inevitabilmente riescono a fare grandi miglioramenti nel tempo, senza voler strafare e riuscendo a capire che con l’apnea, e soprattutto con il mare, non servirebbe a nulla forzare la mano’
DOVE ANDARE / LAZIO: FOCE VERDE – di Alessandro Martorana
Chi conosce queste acque sa che qui si possono avere grandi sorprese, chi non c’e’ mai stato non ha che da provare questa esperienza che lo entusiasmera’. Tanti saraghi, grosse corvine e cernie…
Forse ti interessa anche...
Category: Articoli, Rivista pesca in apnea, Rubriche