Pesca in Apnea N° 41 – Luglio 2006
La copertina del numero 41 di Pesca in Apnea
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E’ in edicola il numero di luglio di Pesca in Apnea e, come sempre, troverete servizi sulle tecniche di pesca, sui campioni del fucile subacqueo, sui luoghi dove insidiare la preda, consigli sull’acquisto di attrezzature e tante altre cose, quelle che interessano il nostro mondo. Questa volta, pero’, c’e’ un tema in piu’. In tre sapienti e informate pagine, Luca Bartoli ci racconta come dobbiamo comportarci a tavola durante le vacanze. I consigli sono saggi e l’articolo e’ molto interessante, anche perche’ entra di prepotenza in uno dei momenti piu’ ludici di una vacanza: quello del confronto con il cibo.
Ecco un interrogativo banale: programmando una mattinata di pesca con sveglia all’alba, con l’intenzione di effettuare una serie immersioni da terra o dal gommone per tentare di portare a casa un bel dentice o una ricciola di buona stazza, come dovremmo comportarci la sera prima? La scena e’ quella di sempre: siamo seduti al ristorante con moglie e figli e spesso con amici e parenti in una di quelle comuni tavolate di mezz’agosto dove il lesinarsi un piatto succulento diventa quasi patetico. Che fare, dunque ?
Risposta: non possiamo permetterci ne’ una notte insonne per cattiva digestione ne’ un cerchio alla testa di quelli che resistono agli antalgici ne’ tantomeno un sonno pesante che impedisce di alzarsi presto. Luca Bartoli non ha dubbi e a questo pescatore in apnea, indeciso sul da farsi, da’ un consiglio serio: quello di evitare l’abbuffata per non sottoporre il suo organismo a inutili e pericolosi stress. Sappiamo che il sacrificio richiesto ha un costo alto e che si rischia di farci individuare da amici e parenti come “i soliti rompiscatole”, ma il giocatore deve giocare fino in fondo e non si puo’ essere, in certe occasioni, allo stesso tempo crapuloni e pescatori in apnea. Scegliamo dunque la seconda soluzione, a patto pero’ che il giorno dopo, in perfette condizioni fisiche, eseguiamo una serie di “aspetti” con dentice e ricciola finali, magari al forno o come piu’ vi pare. Se siete stati giudicati dei rompiscatole da amici e parenti, questa e’ la migliore risposta. Loro avranno sul piatto la solita pizza. Buon appetito, dunque, e buona lettura del numero di luglio di Pesca in Apnea ora in edicola.
Pag. 20: PRIMA CATEGORIA / CHE CAMPIONI NEL MARE DI BOSA! – di Marco Bardi
Il 2 e 3 giugno, il mare di Bosa ha ospitato il Campionato Italiano di Prima Categoria 2006 che, nonostante sia stato condizionato dalle mareggiate, ha regalato un’avvincente manifestazione con episodi straordinari. Mare forte di maestrale e temperature invernali peggiorate dalla pioggia hanno costretto gli atleti a rinunciare alla preparazione, ma si temeva anche per la disputa delle due giornate di gara e, invece, dopo l’annullamento della prima, si e’ verificato contro ogni previsione il miracolo meteorologico e il Campionato si e’ disputato regolarmente con l’ausilio della giornata di recupero. Non sono di certo mancate le sorprese.
‘ I commenti degli atleti erano unanimi nel dire che sarebbe stata una gara difficile, dove i piu’ esperti sarebbero emersi. C’era il serio rischio di perdere un anno di duro lavoro a causa del tempo instabile.
Il Campionato di prima categoria e’ la massima espressione della pesca in apnea agonistica e ci si augura sempre di disputarlo nelle migliori condizioni, in modo da riuscire ad esprimere le massime potenzialita’. Perlomeno non c’erano le solite lamentele della preparazione’ Chissa’ come sarebbe andata questa volta!’
‘ De Silvestri e Bellani sono vicini e si marcano a vicenda per cercare di limitare l’uno all’altro le catture, visto che si giocano un bel testa a testa, ma tutto questo con la massima sportivita’, tanto e’ vero che ogni tanto si scambiano qualche battuta. Intorno a loro si concentra almeno una decina di concorrenti, speranzosi di trovare qualche zona magica’
‘ Ecco il commento, infine, del vincitore Maurizio Ramacciotti:
“All’inizio della pausa avevo solo una bella corvina e non sapevo cosa fare, quindi sono andato a vedere una zona di belle lastre sui 15 metri, in cui avevo individuato un grosso astice durante la preparazione:
dove vive un astice la zona e’ buona. Ho subito catturato un sarago sparandolo al volo mentre fuggiva. Ho girato tutt’attorno esplorando meglio la zona, ma non mi convinceva, quindi sono tornato indietro per andare ad esplorare alcuni lastroni vicino a dove avevo catturato il sarago. Mi sono infilato tutto dentro a una spacca e sono rimasto “ghiacciato” da un testone che mi guardava. Ho detto “Deh! che saragone!, invece era un’orata di muso in fondo alla tana’
Pag. 28: PARLIAMONE’ / DANIELE PETROLLINI ASPETTA E’ SPARA – di Stefano Navarrini
E’ una delle tecniche piu’ impegnative, ma anche piu’ affascinanti della pesca in apnea, quella in grado di offrirci le prede piu’ importanti. Ne abbiamo approfondito i vari “aspetti” con Daniele Petrollini.
‘ Quali ritieni siano i tempi minimi per poter fare un aspetto con qualche possibilita’ di risultato?
Ovviamente dipende dalla profondita’ a cui si effettuano. Diciamo che a una profondita’
di 10 m un tuffo minimo per avere qualche possibilita’ di cattura dovrebbe durare almeno un minuto-un minuto e dieci, a una profondita’ di 20 m ci vuole almeno un minuto e mezzo. Devo dire, pero’, che mi e’ anche capitato che i dentici iniziassero a venirmi incontro prima ancora di aver toccato il fondo e di aver finalizzato catture con tuffi di un minuto anche in 15-16 metri d’acqua’
‘ L’aspetto ha sempre affascinato i pescatori in apnea anche per quella sorta di sfida psicologica fra uomo e pesce. Utilizzi mai i famosi e magici “richiami”?
Al contrario del mimetismo, che come ho detto non mi convince molto, credo molto nei richiami durante gli aspetti e li utilizzo quasi sempre, eccezion fatta per i dentici. Io sono solito fare dei suoni gutturali, dei piccoli colpetti piu’ o meno forti a seconda della situazione, ma altri richiami si effettuano picchiando il calcio del fucile sul fondo o anche schiaffeggiando la superficie dell’acqua con la mano o con la pinna prima di scendere. Di questi ultimi non sono pero’ molto convinto, ritengo anzi che se possono essere accettabili per le spigole, sono controproducenti per tutte le altre specie’
Pag. 33: ALIMENTAZIONE / LA DIETA DELLA VACANZA – di Luca Bartoli
Tra le abitudini che necessariamente cambiano nel periodo estivo mettiamo anche quelle alimentari, cercando di seguire un corretto regime a tavola. Vediamo i menu appropriati per due situazioni classiche.
‘ A pranzo, un buon piatto di pasta con un condimento semplice, come olio d’oliva o salsa di pomodoro, e un secondo a base di carne bianca o rossa con un contorno di verdure crude, meglio se miste. Per la cena e’ importante ridurre il quantitativo di pasta o riso, meglio se entrambi freddi in insalata, piu’ un secondo a base di pesce alla griglia (meglio se del proprio pescato) con contorno di patate al forno o verdure cotte, siano esse bollite o grigliate…
‘ Probabilmente si rimarra’ in mare dalle 4 alle 6 ore, pertanto sara’ necessario procurarsi dei biscotti secchi o delle merendine non ripiene per fare alcuni piccoli spuntini. Anche la frutta, come banane e mele, sono da inserire nella cesta degli alimenti. Chi ha problemi a procurarsi alimenti comuni puo’ partire da casa con una scorta di barrette energetiche’
Pag. 36: ATTREZZATURE / IL FUCILE CORTO: VERSATILE, EFFICACE E PRATICO – di Marco Bardi
Per qualcuno e’ un’arma di scorta, per altri il fucile principale. L’avvento dei nuovi corti a elastici e le caratteristiche tecniche per non avere sorprese.
‘ Questo fucile e’ chiamato anche “pistola”, acquisendo tale nome da quando si e’ passati dagli pneumatici con impugnatura centrale sul tubo a quelli con impugnatura “a pistola”, appunto. Il 40 nacque perche’ alcuni raffinati pescatori di tana avevano compreso che i pesci non amavano piu’ nascondersi nei meandri spaziosi ed evidenti dei fondali piu’ frequentati, cercando invece rifugio nelle piccole fenditure spesso passanti, dove un’arma molto corta e armata di fiocina poteva offrire maggiori garanzie di successo’
‘ E’ il diretto concorrente della pistola da 40 ad aria compressa. Pecca sicuramente in potenza, ma ha il vantaggio di essere leggero, veloce e facilmente abbinabile all’utilizzo di arbale’te lunghi con impugnatura e sgancio simili.
In genere non e’ la scelta primaria di chi pesca molto in tana, ma la scelta ideale di chi vuole portare alla boa un secondo fucile da usare solo in alcune occasioni senza l’incombenza di una manutenzione delicata’
‘ Tutti i fucili pneumatici perdono qualcosa in fatto di sensibilita’ dello sgancio e, quindi, in precisione di tiro, ma e’ un fatto di abitudine: infatti, si consiglia sempre di non passare da una tipologia all’altra di fucile proprio per non penalizzare la propria abitudine di tiro’
Pag. 43: TATTICA / A OGNI PESCE LA SUA PUNTA – di Alessandro Martorana
Aste, punte, frecce. Non vanno scelte a caso, ma il piu’ possibile in modo mirato, a seconda delle prede che si intende insidiare. Ecco qualche utile suggerimento.
‘ Partiamo, quindi, proprio dalla preda che, piu’ di ogni altra, arricchisce e appesantisce i nostri carnieri e li veste di una luccicante livrea argentea. La pesca del sarago in tana credo che sia la tecnica piu’ longeva di tutto il panorama delle tecniche di pesca in apnea. Fin dai primordi della nostra attivita’, infatti, l’apneista armato di fucile ha rivolto la propria attenzione alle crepe, piene (allora) di argentei dischi viventi. Una volta era quasi noioso setacciare le tane del fondo e scoprirle immancabilmente stipate da grossi gruppi di questo bello sparide’
‘ Sempre piu’ difficile! Tutti noi sappiamo bene cosa rappresenti il dentice per il pescapneista e quanto sia importante, oltre a una tecnica impeccabile e doti fisiche di tutto rispetto, la scelta della giusta attrezzatura. Piu’ che per l’orata, per il dentice il fucile dovra’ essere una vera “arma letale”, con cui noi dovremo aver gia’ trovato da tempo il giusto affiatamento e aver bene metabolizzato le caratteristiche di gittata e precisione. Un dentice colpito male e’ spesso un dentice perso’
Pag. 48: CONSIGLI / A PESCA D’ESTATE – di Pietro Milano
Dalla scelta del luogo alla compagnia, ognuno deve trovare il suo spazio, non invadendo l’altro. Cerchiamo di farlo per tempo e al meglio, affinche’ siano giorni vissuti all’insegna del divertimento, del relax e, soprattutto, di grandi pescate.
‘ L’attrezzatura base e’ non molto pesante e limitata alle cose essenziali: un indispensabile zaino (si cammina meglio e non si e’ sbilanciati), una muta da 3-4 mm (siamo in agosto), pinne lunghe a piacimento, pallone o plancetta gonfiabile (deve essere riposta e occupare pochissimo spazio) con monofilo di nylon terminale (per la tecnica dell’aspetto), torcia, zavorra con un piombo a sgancio rapido e fucile.
Il fucile e’, per cosi’ dire, l’oggetto della nostra attrezzatura che maggiormente dovremo ponderare nella scelta: io consiglio un 90 cm di fusto con mulinello e asta da 6.25 monoaletta’
‘ Le problematiche, nel caso di pesca con imbarcazioni, non si limitano a quelle legate all’apnea, ma coinvolgono pure la barca stessa: dotazioni di sicurezza valide (razzi ed estintori), patente (se la motorizzazione la prevede) e qualche ricambio minimo (candele e cinghie), oltre all’olio di riserva per il miscelatore se si tratta di un fuoribordo due tempi. Ecoscandaglio e Gps cartografico aiutano molto la ricerca e la memorizzazione di buoni posti di pesca’
Pag. 53: CON CARBONELL / UN CAMPIONE PER AMICO – di Stefano Navarrini
Incontrare Pedro Carbonell e’ sempre un piacere, ma e’ anche costante motivo d’interesse, perche’ frugando nella sua grande esperienza di campione si scopre sempre qualcosa di nuovo.
‘ Pedro, tu sei un grande campione, hai vissuto una vita nella pesca agonistica e hai conosciuto molti altri campioni, quindi sai perfettamente quali caratteristiche deve avere un asso del nostro sport.
Ti e’ mai capitato di incontrare pescatori bravissimi che non sono mai riusciti a eccellere nell’agonismo?
Sicuro. Conosco molti pescatori che non hanno nulla da invidiare a tanti celebrati campioni, ma che in gara non riescono a esprimersi perche’ magari si innervosiscono troppo o perche’ non hanno sufficiente furbizia tattica o non sanno adattarsi alla situazione.
Ho sempre detto che con mare calmo e acqua pulita tutti pescano bene, ma un vero pescatore si vede quando la situazione non e’ ideale. Magari con mare mosso o poca visibilita’, quando deve pescare in corrente o nella schiuma, o quando magari deve gestire la gara essendo marcato a uomo da altri concorrenti. Pedro, tu sei un grande campione, hai vissuto una vita nella pesca agonistica e hai conosciuto molti altri campioni, quindi sai perfettamente quali caratteristiche deve avere un asso del nostro sport.
Ti e’ mai capitato di incontrare pescatori bravissimi che non sono mai riusciti a eccellere nell’agonismo?
Sicuro. Conosco molti pescatori che non hanno nulla da invidiare a tanti celebrati campioni, ma che in gara non riescono a esprimersi perche’ magari si innervosiscono troppo o perche’ non hanno sufficiente furbizia tattica o non sanno adattarsi alla situazione.
Ho sempre detto che con mare calmo e acqua pulita tutti pescano bene, ma un vero pescatore si vede quando la situazione non e’ ideale. Magari con mare mosso o poca visibilita’, quando deve pescare in corrente o nella schiuma, o quando magari deve gestire la gara essendo marcato a uomo da altri concorrenti’
Qual e’ la tecnica di pesca che preferisci e perche’?
Ogni tecnica ha naturalmente il suo fascino, ma quella che mi diverte di piu’ e’ quella “a la india”, che si pratica in giugno e luglio lungo le coste settentrionali di Maiorca. Si tratta, in altre parole, di scorrere molto lentamente lungo il fondale, a profondita’ variabili fra i 15 e i 25 metri, mantenendosi sempre sopra il taglio d’acqua fredda e facendo ogni tanto un piccolo aspetto. E’ una tecnica molto produttiva che pero’ richiede uno stato di forma ottimale, perche’ sotto il profilo dell’apnea l’impegno e’ notevole.
Pag. 57: ESPERIENZA / LA FURBIZIA FA GIOCO – di Antonio Mancuso
Per avere ragione di prede sempre piu’ smaliziate, il pescatore in apnea deve sapersi ingegnare.
‘ Potra’ sembrare banale, ma la prima accortezza a cui bisogna prestare la dovuta attenzione nell’organizzare una proficua battuta di pesca riguarda la sua corretta programmazione. Quasi tutti i pescatori piu’ giovani, infatti, vanno in mare senza preparare adeguatamente a tavolino la propria pescata.
La loro limitata esperienza quasi sempre li porta a non tenere conto di alcuni fattori importanti, come la scelta del posto migliore, i momenti ideali, gli orari piu’ adeguati e la corretta valutazione del gioco delle correnti’
‘ Allo stesso modo, quando le condizioni me lo permettono, sfrutto a mio favore l’effetto dell’alterazione che il sole produce sulla mia sagoma quando mi illumina di dietro e posso assicurarvi che, di norma, i risultati non stentano a farsi vedere. La luminosita’, quindi, e’ un fattore di cui tenere conto durante le nostre immersioni’
‘ Trattandosi di specie particolarmente guardinghe, c’e’ da evidenziare che il risultato non va mai dato per scontato. Molte volte, tuttavia, alcuni esemplari mettono da parte la loro innata diffidenza e tendono ad avvicinarsi alla punta della mia taithiana. E che dire della spigola? E’ noto il classico schiaffo che alcuni pescatori usano dare sulla superficie dell’acqua prima di effettuare la capovolta’
Pag. 63: VITA MODERNA / TRE UOMINI IN MARE’ – di Alessandro Martorana
‘ uno ci vive e pesca quando vuole, uno ci va solo il fine settimana, uno si ritaglia il tempo per le pescate studiando le stagioni. Tre pescatori in apnea, tre modi diversi di affrontare una battuta di pesca e, quindi, tre valori diversi da dare alle prede pescate. In quale di questi pescatori vi riconoscete? E qual e’ l’obiettivo di vita che vi prefiggete di raggiungere?
‘ La tana di cui stiamo parlando si trova in una delle zone piu’ profonde del litorale laziale e, per gran parte dell’anno, e’ praticamente disabitata a causa del taglio freddo e della scarsissima visibilita’. Naturalmente stiamo bene attenti a non rovinarla con prelievi esagerati o lasciandovi morire pesci colpiti male e poi “strappati”: nel corso della stagione estiva ci saranno molte altre occasioni in cui entrambi, a volte insieme, vi cattureremo altre belle corvine, ma la sensazione e l’emozione di essere il primo dell’anno a recarvisi e a riscoprirla dopo la pausa invernale e’ quasi sempre appannaggio del mio amico piu’ fortunato’
‘ Quando Carlo parte per il mare non ha una precisa idea della situazione del mare e di quello che trovera’. Dovra’ comunque cercare di spremere quelle poche ore buttandosi in acqua anche quando e’ perfettamente consapevole che non e’ il momento e il posto migliori per pescare sott’acqua. Fara’ comunque di necessita’ virtu’ e dara’ fondo alle proprie conoscenze tecniche per riuscire a racimolare qualche pesce per la cena’
Pag. 68: I SEGRETI DI BELLANI / DALL’ABISSO ALLA SCHIUMA – di Stefano Navarrini
Non sempre la profondita’ premia, e l’abilita’ di un campione e’ anche nel capire il comportamento del pesce a seconda delle condizioni meteo e del fondale. Per questo, a volte pescare in pochi metri d’acqua puo’ essere la scelta vincente.
Pag. 70: NOI E LA SOCIETA’ / TUTELA COMUNITARIA E PESCA IN APNEA – di Giorgio Volpe
La pesca in apnea non e’ dannosa per l’ambiente e cio’ e’ ampiamente dimostrato, ma, ancora oggi, ci si scontra con convinzioni sbagliate che mettono i bastoni fra le ruote a una delle piu’ sane attivita’ del tempo libero.
‘ In questi ultimi anni la pesca in apnea ha dovuto fare i conti con un crescente numero di divieti legati a esigenze (vere e presunte) di tutela ambientale. E’ noto che presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio si e’ da tempo affermato un generale principio di incompatibilita’ tra l’attivita’ di pesca in apnea sportiva e la tutela dell’ambiente marino: da quasi un decennio,ormai, ogni nuova area marina protetta istituita lungo le nostre coste si caratterizza per il generale divieto di praticare la pesca in apnea all’interno del suo perimetro, anche in quelle zone caratterizzate da un minore grado di tutela, in cui restano possibili altre forme di pesca sportiva e persino attivita’ ben piu’ impattanti, come la pesca professionale’
Pag. 74: IMMERSIONE IN’ PIAZZA / APNEISTI AL CENTRO DELLA TERRA – di Alberto Balbi
Un pozzo medioevale in una piazza di Perugia e’ la palestra straordinaria per celebrare il tuffo in apnea di Raimondo Bucher, che piu’ di cinquant’anni fa stabili’, con 30 metri di profondita’, il record d’immersione in apnea.
‘ Un respiro, unico e profondo, e poi giu’, a incontrare sensazioni fantastiche in un viaggio da sogno. Questo e’ cio’ che e’ successo, rievocando quello che la storia ci ha consegnato piu’ di cinquant’anni fa, quando un caparbio tenente dell’aeronautica, in apnea, strappo’ a un palombaro una pergamena quale simbolo di conquista degli abissi. Oggi quei trenta metri nuotati da Raimondo Bucher appaiono facilmente raggiungibili, ma le cose cambiano quando per farli si nuota al centro della terra’
‘ Mentre mi calo, Simone ed Enrico si affacciano curiosi e il mio obiettivo, sempre pronto, immortala la scena da questo insolito punto di vista. Passato il primo metro, il pozzo si espande e verifico che il diametro interno e’ superiore ai 3 metri. E’ difficile descrivere l’emozione di essere appeso nel vuoto: in questa penombra che profuma di passato, la mente viaggia per mete lontane’.
Pag. 77: APNEA / DALLA PISCINA AL MARE – di Roberto Tiveron
Il passaggio dalla piscina al mare non e’ una procedura dagli effetti scontati e semplici. Potrebbero presentarsi diverse problematiche che e’ importante affrontare e risolvere con successo. Prepariamoci, dunque, a passare dalle acque confinate alle acque libere dell’estate.
‘ Facendo una media, si puo’ calcolare che, specialmente nella stagione invernale, le uscite difficilmente sono superiori a una o due. Da cio’ si deduce che la condizione fisica che se ne ricava difficilmente puo’ risultare sufficiente, in particolare perche’ stiamo parlando di media, quindi potranno capitare periodi in cui si riuscira’ a entrare in acqua anche due o tre volte in una settimana, e altri, caratterizzati da avverse condizioni meteo, in cui sara’ impossibile immergersi anche per un mese e piu”
‘ L’organismo dovra’ adattarsi di nuovo alla pressione idrostatica e a temperature piu’ basse di quelle della piscina. Inoltre, si dovra’ riconquistare la percentuale di acquaticita’ marina perduta e cio’ richiedera’ inevitabilmente del tempo. La differenza sostanziale rispetto ad altre attivita’ fisiche e’ che l’allenamento specifico svolto in fase di preparazione, per quanto fedele alla realta’ e ben condotto anche nei minimi particolari, avviene in un ambiente virtuale, quello della piscina, che, per quanto utile, non potra’ mai riprodurre fedelmente le condizioni che si presentano nelle immersioni in mare’
Pag. 82/91: GUIDA TECNICA
CRESSI-SUB/ZAINETTO MINIMOBY Uno zainetto realizzato con buoni materiali e con una filosofia costruttiva simile a quella usata per la fabbricazione di zaini professionali. Grazie ai numerosi tasche e vani, possono esservi riposti tutti quegli oggetti delicati che ci portiamo in viaggio.
EFFESUB/MASCHERA SEVEN: La Seven completa la gamma e si rivolge a coloro che privilegiano la comodita’ associata a un’eccezionale visibilita’, grazie all’assenza del telaio. E’ possibile portarla nella tasca del jacket come maschera di riserva.
BEUCHAT/PINNE MUNDIAL CARBONE PRO E COMPETITION: Due paia di pinne di diversa applicazione. Quelle in carbonio, leggere e scattanti, sono indirizzate a una pesca profonda, quelle in tecnopolimero hanno invece una vocazione piu’ marcata per una pesca mista.
OMER/ASTA AMERICA: La rivoluzione nelle aste non si ferma mai e la Omer ci presenta il nuovo modello America, un’asta robusta e precisa, adatta a tutti i tipi di prede.
MEROU/MULINELLO TUNA RACE: Un mulinello che e’ piu’ di un semplice raccoglitore di sagola. Grande robustezza e funzionalita’ sono le sue principali caratteristiche. Rispetto alla precedente versione, e’ stato ulteriormente alleggerito e rafforzato.
MATMAS/PINNA SLIM: Vetroresina per un’attrezzatura che offre tanti mimetismi tra cui scegliere e soprattutto aiuta, con una particolare asimmetria delle pale, a migliorare la pinneggiata.
Pag. 98: DOVE ANDARE / SALINA: LA PIU’ VERDE DELLE EOLIE – di Antonio Mancuso
Fondali blu e limpidi di intensita’ tale da mozzare il fiato anche agli apneisti piu’ preparati, sono la caratteristica piu’ saliente di Salina. Chi si cimenta nella pesca in apnea avra’ modo di cogliere soddisfazioni senza eguali, con la cattura di pesci di grossa taglia e pelagici di proporzioni inusuali.
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