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Pesca in Apnea N° 29 – Luglio 2005


La copertina del n° 29 di Pesca in Apnea

La nostra attivita’, presa nel suo insieme (sport, esercizio fisico, generico utilizzo del tempo libero, in altre parole “stile di vita”), ha il suo momento importante nell’incontro fra soggetti che hanno la medesima passione, gli stessi gusti e l’identica voglia di saperne di piu’, di svilupparsi ecc. Maturare non e’ semplicissimo, ci vogliono sempre buoni maestri e, soprattutto, uno scambio di esperienze che permetta di far proprie le storie vissute da altri. Questo e’ possibile solo con lo stare insieme, che rende piu’ divertente quello che si va facendo. Si produce cosi’ una socializzazione positiva anche per lo sviluppo dell’attivita’ in generale, che proprio nel gruppo trova la sua autoalimentazione, la sua giustificazione e, perché no?, la sua esaltazione.
La nostra rivista vuole stimolare questo senso della comunita’, perche’ e’ in essa che germoglia lo sviluppo e si produce il ricambio. L’incontro fra pescatori di varia eta’, ad esempio, rappresenta una trasfusione di valori assolutamente indispensabile. E’ per questo che vorremmo trovare fra i lettori della nostra rivista, ma non solo fra loro (ed ecco perché ci rivolgiamo agli amici di Apnea Magazine), un’adesione a questo nostro desiderio.
Di queste cose parliamo sul numero di luglio di Pesca in Apnea, ora in edicola. A pagina 52, infatti, appare un bel servizio di Alessandro Martorana dal titolo “Prime armi. Impariamo a crescere”, nel quale Alessandro indica ai pescatori in apnea, che hanno iniziato da poco tempo, quali sono gli strumenti per migliorare. Perche’ questo avvenga, suggerisce appunto la partecipazione a tutte le occasioni aggreganti relative all’attivita’. Il frequentarsi produce un senso di appartenenza e, dunque, il sapersi parte di una comunita’.
Ma non solo di questo parliamo sul numero di luglio di Pesca in Apnea ora in edicola. I molti altri servizi pubblicati potranno farvi compagnia in questa ormai piena torrida estate. Ecco di seguito i temi piu’ importanti. Buona lettura a tutti.

Pag. 32: TATTICA / COME RITROVARE IL “PUNTO GIUSTO” di Marco Bardi

Ritrovare una tana particolarmente interessante o individuare una zona che ci ha lasciato soddisfatti in precedenza possono essere operazioni non semplici.
Impariamo, pertanto, a “prendere i riferimenti” e a ritrovare i punti giusti per l’immersione, anche senza l’aiuto di strumenti ad alta tecnologia.

‘ In genere, una delle soluzioni piu’ usate e’ quella di mantenere la sagola della boa collegata alla cintura di zavorra tramite un piombo mobile. Quando si verifica la necessita’ di ritrovare un punto, anche molto piccolo, si puo’ lasciare il piombo mobile proprio sopra il punto o nelle vicinanze di esso’
‘ Pescando molto vicini alla costa e non correndo il rischio di spostarsi troppo dal punto esatto, si puo’ anche lasciare il fucile sopra il sasso che si desidera ritrovare, ma in questo caso il rischio di perdere tana e fucile e’ troppo alto’
‘ Quando si verifica la necessita’ di poter nuovamente visitare un luogo subacqueo interessante, sia esso una tana ricca di pesce, una bella cigliata oppure una secca al largo, e’ necessario acquisire una certa pratica con i rilevamenti dei segnali a terra, le cosiddette “mire”. Il classico caso e’ rappresentato dal subacqueo che trova una zona al largo e ci vuole ritornare anche a distanza di tempo’
‘ Esiste anche il metodo della “fotografia dei riferimenti” ed e’ sicuramente molto valido.
In sostanza, si fotografa con una buona macchina dotata di zoom i riferimenti che si vogliono prendere in considerazione e poi, dopo lo sviluppo della foto, si potra’ vedere nei dettagli l’intero panorama attorno ai riferimenti. Si tratta di un metodo abbastanza usato da chi ha un mezzo d’appoggio con assistente a bordo pronto a fotografare, ma anche questo e’ un metodo tecnologico che priva delle capacita’ di utilizzare un gesto tradizionale in modo semplice’

Pag. 40: ATTREZZATURE / ANATOMIA DI UN FUCILE di Stefano Navarrini

In una ricerca sempre piu’ impegnata a innovare in termini tecnici e strutturali, il fucile subacqueo e’ diventato un attrezzo complesso e sofisticato del quale, prima di operare le proprie scelte, anche alla luce delle ultime innovazioni, e’ bene conoscere approfonditamente le caratteristiche.

‘ Se si dovesse giudicare l’evoluzione di un settore dalle innovazioni tecnologiche e dal lavoro di ricerca applicati sui prodotti specifici, dovremmo concludere che la pesca in apnea, nonostante le forti limitazioni ambientali (anche la scarsita’ di pesce va inclusa fra queste), e’ in decisa ascesa.’
‘ Serve a prendere piu’ pesci? Sicuramente no, a meno che non si voglia prendere la cosa molto alla larga, nel senso che stringere in mano un fucile dal look aggressivo e professionale crea un supporto psicologico di sicurezza ed efficienza. La cura estetica dell’oggetto e’ comunque di notevole importanza, perché si sa quale sia la valenza feticistica con cui viene considerato il fucile subacqueo, e spesso i sogni che si fanno stringendo fra le mani un oggetto ben realizzato e pieno di promesse sono piu’ importanti della realta’ che seguira”
‘ La testata e’ una delle componenti del fucile su cui negli ultimi anni si e’ piu’ lavorato, fino al punto di’ eliminarla. In effetti, molti fucili dell’ultima generazione, facendo ricorso a elastici circolari e a sedi appositamente ricavate nel fusto (o in una particolare testata-non testata detta “australiana”), l’hanno eliminata. Altre aziende hanno invece lavorato sui modelli tradizionali affinando le caratteristiche di leggerezza, dimensioni contenute, idrodinamicita’, ma anche sul sistema di aggancio delle gomme in modo da ottimizzarne l’uso o facilitarne la sostituzione’

Pag. 47: STRUMENTAZIONE / UN ECO PER AMICO di Pietro Milano

Storia e sviluppo di uno strumento che da sempre accompagna l’attivita’ di chi va per mare. In particolare, per il pescatore subacqueo svolge la funzione fondamentale di mostrare il fondo e l’eventuale presenza di pesci. Un occhio attento va all’installazione e all’assistenza.

‘ L’elevata affidabilita’ dell’elettronica e i limitati costi per produrla hanno dato la possibilita’, in questi ultimi anni, di montare su qualsiasi mezzo nautico un moderno eco che soddisfi in pieno le esigenze del pescatore in apnea. Ma quali sono queste esigenze? Sapere a quali profondita’ effettuera’ la sua azione, in modo da tarare l’eventuale zavorra; cercare secche in mezzo al mare, interpretare la natura del fondo e individuare quegli scalini, anche minimi, dove si nascondono i pesci; individuare sullo schermo (ormai dettagliatissimo) pesci o branchi di pesci: nel primo caso per pescarli direttamente, nel secondo per effettuare aspetti nel mezzo della minutaglia; per l’individuazione di relitti, che tutti sappiamo essere luoghi di concentrazione di vita marina. Preciso che lo strumento non potra’ mai sostituire l’occhio umano e se uno pensa di poter catturare pesci solo con il suo uso (ben fatto che sia), sbaglia di grosso’

Pag. 52: PRIME ARMI / IMPARIAMO A CRESCERE di Alessandro Martorana

Amici, circoli, scuole, strumenti mediatici.
Tutto va bene per sviluppare la nostra capacita’ di pescatori in apnea e crescere sportivamente. La parola d’ordine: non fermarsi.

‘ Questo e’ forse il primo “step” della crescita del nostro amico neofita.
In un gruppo di amici pescatori c’e’ molto spesso un personaggio che svolge funzioni di “chioccia” nei confronti degli altri e spesso e’ un pescatore che ha gia’ parecchie primavere sulle spalle e ha vissuto sulla propria pelle le difficolta’ che lo hanno formato. E’ inutile nascondercelo, molti pescatori subacquei sono gelosi dei propri progressi, come e forse piu’ delle mire delle loro tane. Difficilmente sono disposti a svelare cose che hanno imparato sulla propria pelle: se fossero meno egoisti, contribuirebbero invece alla felice diffusione della nostra disciplina. Troppo spesso giovani entusiasmi vengono tarpati da “muri” invalicabili che, con un minimo di accompagnamento da parte di una persona piu’ esperta, si rivelerebbero dei semplici gradini, che tutti noi, inizialmente, abbiamo salito. Non vogliamo gettare la croce addosso a nessuno, crediamo sia piu’ che umano pensare che, come noi siamo riusciti a progredire per nostro conto, anche gli altri debbano farlo: pero’ e’ altrettanto vero e giusto che l’egoismo fine a se stesso non giova a nessuno, tanto meno a chi, in passato, ne ha subi’to la nefasta influenza’
‘ Se siete nuovi della zona e volete conoscere qualcuno che condivide la vostra stessa “malattia”, provate a recarvi il venerdi’ sera presso uno di questi negozi che fungono da polo d’attrazione per i circoli locali: vi sentirete a casa e avrete modo di confrontarvi immediatamente con il gotha dei pescatori locali e, se non siete del tutto “orsi”, potreste trovare anche un “imbarco” per la pescata del giorno dopo. Male che vada, avrete comunque modo di attingere a utilissime informazioni sulla zona al fine di evitare “buchi nell’acqua” se intendete recarvi a pescare per conto vostro’

Pag. 50: TECNICA DI PESCA / PETROLLINI E’ UNA CERTEZZAdi Alessandro Martorana

Una tecnica affinata sui piu’ diversi fondali e mari d’Italia ha offerto a Daniele Petrollini l’esperienza per risultati agonistici costanti e prestigiosi. La grinta e la determinazione, unite a un’ottima preparazione fisica, ne hanno fatto un costante protagonista della prima categoria.

‘ Si comincia cosi’, poi si cresce e sono le vicissitudini della vita a guidarti sulle mire giuste. Daniele, per esempio, seguendo il lavoro del padre, ha avuto la fortuna di spostarsi spesso e quindi di frequentare diversi mari affinando in questo modo la propria preparazione su tecniche e prede diverse. Dapprima in Puglia, dove ha approfondito la pesca in tana, che resta ancora oggi una delle sue tecniche preferite, poi per dieci anni a Genova, in concomitanza con i suoi studi di architettura’
‘ Nel suo girovagare, Daniele, che oggi e’ tornato a Terni, sua citta’ natale, e pesca soprattutto lungo le coste laziali, ha completato al meglio le proprie tecniche in Sardegna, ad Alghero, dove ha vissuto per diversi anni. Le limpide e pescose acque della Sardegna gli hanno ad esempio permesso di sviluppare una delle tecniche che piu’ ama in assoluto, la pesca in caduta, anche se “piu’ gli anni passano, piu’ i pesci diventano smaliziati, e piu’ questa tecnica diventa difficile”‘
‘ Petrollini, che si e’ adattato senza problemi alle nuove regole agonistiche che prevedono lunghi spostamenti a nuoto, utilizza normalmente un gommone Eurmarine da 4.80 m di cui e’ soddisfattissimo. “E’ un gommone che naviga divinamente e il Suzuki 40 cv – 4 tempi con cui l’ho motorizzato e’ silenzioso, potente ed estremamente parco nei consumi’

Pag. 62: VITA NEL MARE / MUCILLAGINE CONOSCERLA PER EVITARLA di Marco Bardi

Quando comparve, la mucillagine, sembrava un fenomeno circoscritto e unico. Ma i casi, in seguito, si sono rivelati piu’ frequenti di quanto non si pensasse. Anche nella pesca in apnea, le conseguenze di questa presenza nel mare sono evidenti. Vediamo che cos’e’ la mucillagine e come evitare che danneggi le nostre battute di pesca.

‘ La mucillagine si forma a partire da aggregati piu’ piccoli, chiamati “neve marina”, fino ad assumere forme piu’ grandi stratificate di natura mucosa.
Durante il giorno, tramite la luce del sole e quindi con il processo di fotosintesi, le microalghe intrappolate da queste formazioni producono ossigeno che rigonfia la mucillagine che, cosi’, inizia a galleggiare.
Quando la sera cessa l’azione della fotosintesi, la mucillagine ridiscende verso il fondo, quindi scompare alla nostra vista, ma il giorno successivo riprende nuovamente il suo ciclo, quindi nelle ore centrali della giornata il fenomeno e’ piu’ evidente.
La mucillagine non e’ un’eccessiva fioritura di alghe come l’eutrofizzazione, ma e’ il prodotto dell’essudazione di microrganismi”‘
‘ “I pesci che vivono in una zona di fondale interessata da questo fenomeno non subiscono danni biologici. Al limite, incappando in filamenti molto lunghi, potrebbero avere problemi alle branchie e, quindi, alla respirazione.
Il vero problema riguarda le forme bentoniche, che, non potendosi spostare, possono subire danni per mancanza di ossigeno, e anche le uova deposte possono subire danni gravi. Ovviamente, queste forme bentoniche rientrano nella catena alimentare di alcuni pesci e anche questi ultimi sarebbero di conseguenza costretti a migrare verso altre zone”‘

I GRANDI NOMI / GASPARE BATTAGLIA – L’APNEA NEL SANGUE di Giorgio Volpe

Abbiamo intervistato un grande apneista, campione mondiale di jamp blue, con la passione della pesca in apnea. Gli abbiamo anche chiesto se si sente piu’ apneista puro o pescatore: ecco quanto ci ha detto di queste due discipline vicine e lontane ad un tempo.

‘ Tu che sei uno dei piu’ forti atleti di apnea statica in circolazione, quanto reputi importante la capacita’ di trattenere il fiato nella pesca in apnea?
L’apnea statica e’ una disciplina mentale che, se ben coltivata, porta grandi vantaggi anche nella pesca. Piu’ che sulla capacita’ di trattenere il fiato, sicuramente utile in determinate circostanze, vorrei porre l’accento su un altro aspetto: l’esercizio dell’apnea statica permette di acquisire un autocontrollo difficilmente ottenibile per altre vie, favorendo la capacita’ di raggiungere una calma interiore e un livello di autodisciplina che possono tornare utili in molte circostanze, come, ad esempio, un imprevisto durante l’azione di pesca. Nei miei corsi di apnea, con didattica Apnea Academy, ho spesso a che fare con allievi pescatori in apnea e ho notato che, al termine del corso, le loro prestazioni nell’azione di pesca non aumentano in modo spropositato. Piuttosto, cio’ che cambia totalmente e’ l’approccio mentale al tuffo, che viene effettuato con maggiori consapevolezza e serenita’, diventando piu’ sicuro e piacevole. Imparare a rilassarsi tra un tuffo e l’altro, poi, consente di recuperare meglio e in minor tempo il debito di ossigeno accumulato nella precedente azione di pesca, garantendoci lunghe ore di divertimento in sicurezza’
‘ Tu hai un bel rapporto con Umberto Pelizzari, che ti ha insegnato molto nell’apnea. Nella pesca e’ la stessa cosa o sei tu a insegnare qualcosa a lui?
Con Umberto sono stato a pesca in varie occasioni: non posso dire che come pescatore in apnea sia eccelso. Certamente, nella pesca all’aspetto in medio e alto fondale puo’ dire la sua, perché i suoi notevolissimi tempi di apnea gli permettono di attendere l’arrivo delle prede piu’ smaliziate. In altre circostanze, pero’, soprattutto nel bassofondo, non dico di potergli dare dei consigli, ma’ magari potrei portare a terra qualche preda in piu”

Pag. 70: APNEA / I GRANDI DELLA DINAMICA di Alberto Balbi

La cronaca del Campionato Italiano di Apnea Dinamica: risultati eclatanti, qualche delusione, tante sorprese e’ un mare di emozioni.

‘ Abbiamo intervistato Matteo Garaldi
Complimenti, Matteo, per il nuovo nuovo record mondiale Cmas. Una prestazione entusiasmante con un’uscita impeccabile, sia in qualificazione che in finale, che ti colloca tra i migliori atleti della specialita’. Te lo aspettavi?
No, assolutamente. Il mio obiettivo era quello di ben figurare, magari ripetendo la bella prestazione di Trento. Gia’ riuscire a salire sul podio per me sarebbe stato fantastico.
E poi?
Poi, quando sono la’ sotto vado a sensazioni. Ho visto che stavo bene e ho continuato. Quando mi sono detto “questo mi sembra abbastanza”, sono uscito.
Le tue uscite sono sempre perfette, migliori di quelle di molti altri atleti.
E’ una mia prerogativa uscire sempre bene. Non mi va di mostrare affaticamento tirando eccessivamente,
mi e’ sempre andata bene cosi’ e penso di proseguire su questa strada. Non mi sentirei di aver fatto una buona gara uscendo male.
Questo record corrisponde anche al tuo massimale: non avevi mai fatto una misura del genere in allenamento, quali sono i tuoi limiti?
E’ vero, ho fatto questa misura per la prima volta, non so dove sono i miei limiti: ti ripeto, vado a sensazioni. Sicuramente, risultati di questo tipo si ottengono solo con un allenamento serio e costante. Da questo inverno ho intensificato e i risultati sono arrivati.
E’ andata bene cosi’!

Pag. 78: ATTREZZATURE / LE PINNE IDEALI di Roberto Tiveron

Quali sono le pinne ideali per l’apnea e per la pesca in apnea? Vediamo come le desiderano gli apneisti in base alle proprie esigenze.

‘ Molto spesso, la migliorata efficienza tecnica deriva anche dalla possibilita’ di potersi servire di attrezzature piu’ performanti e specifiche, che, se perfettamente sfruttate, aggiungono qualcosa in piu’ nel miglioramento globale.
Negli ultimi tempi, la tendenza generale, che deriva anche dall’aumento delle profondita’ nell’assetto costante e delle distanze nell’apnea dinamica, ha portato molti atleti a ridurre progressivamente la durezza delle pale usate. Cio’ in seguito al raggiungimento di un maggiore livello tecnico generale e di un aumento del livello di qualita’ delle proprieta’ meccaniche degli attrezzi’
‘ Le richieste e le preferenze di un apneista nei confronti delle pinne variano in funzione delle sue caratteristiche fisico-tecniche. Sicuramente, la durezza della pala dipendera’ dalla potenza muscolare a disposizione dell’atleta: Di piu’ muscolatura si e’ dotati, piu’ si potra’ optare per una pala maggiormente rigida. Al contrario, un apneista con una muscolatura minore e piu’ esile potra’ preferire una pala medio-morbida. Naturalmente, ci sono sempre le eccezioni alle regole e tutte queste teorie possono essere smentite regolarmente dall’esatto contrario. Per questo e’ impossibile e presuntuoso creare degli stereotipi che costituiscano regole precise’

Pag. 84: MA DOV’E’ LA GIUSTA TANA? di Alessandro Martorana

Non tutti i buchi riescono’ col pesce.
Vediamo insieme quali sono i trucchi per capire, senza perdere tempo, quale tana andare a esplorare tralasciando quelle circostanti.

‘ Stranamente, anche se l’acqua e’ cristallina, ci rendiamo tutti conto che di pesce ne gira veramente poco, a causa di un fastidioso taglio d’acqua fredda sul fondo. I pochi pesci presenti in zona se ne stanno ben “tappati in casa” e per racimolare qualche preda saremo costretti a un paziente lavoro da minatore. Tralasciamo ora il resto della cronaca della pescata e analizziamo i carnieri finali dei nostri amici per arrivare al nocciolo della questione. Stranamente, solo pochi hanno fatto una bella pescata, nonostante si fosse entrati in acqua tutti “ad armi pari” e con le migliori condizioni per la pratica della pesca in tana. Nonostante abbiamo sommozzato tutti nella stessa zona e tutti praticamente fianco a fianco, solo alcuni hanno realizzato un carniere degno di nota; il piu’ bravo di tutti e’ stato il piu’ anziano, che da anni ormai non gareggia piu’, ma che, con la sua esperienza e il suo fiuto, ha messo in riga tutti i “campioni” del circolo’
‘ Cerchiamo innanzitutto di individuare le “cuciture” verticali che molto spesso serpeggiano sulle parti superiori degli scogli di grotto. Queste lunghe e zigzaganti fenditure consentono agli abitanti della cavita’ vera e propria di controllare cosa succede fuori dalla tana, ammusandosi da queste piccole crepe, certi di essere cosi’ irraggiungibili dai predatori delle nostre dimensioni. Molto spesso riusciremo a mettere a segno il colpo ancor prima di avvicinare la nostra maschera alla crepa vera e propria, sparando al muso del pesce che “mostra il becco” da tali fenditure. Se a un primo esame sommario non vediamo nulla “staccarsi” dall’oscurita’ della “cucitura”, avviciniamo molto cautamente la maschera, avendo cura di non proiettare la nostra ombra all’interno della tana’
‘ Una franata ciclopica di massi piu’ o meno grandi che si sviluppa in senso verticale, scendendo cioe’ fino a una certa profondita’, e’ l’ambiente piu’ difficile per praticare la pesca in tana, a meno che non siamo gia’ a conoscenza, per averci gia’ pescato, di punti particolari in cui sappiamo che il pesce ama sostare con una certa frequenza. Di solito il “pesce di frana” e’ in perenne movimento, nonostante si mantenga sempre al riparo’

Pag. 92: VITA DI SQUADRA / RADUNO TEAM OMER 2005: UN MOMENTO IMPORTANTE

‘ La Sardegna e’ stato il teatro del consueto raduno del Team Omer.
Tra Capo Figari e Capo Ferro, a ridosso della Costa Smeralda, si sono riuniti tutti gli atleti. Un incontro dove non sono mancate curiosita’ di ogni genere.

‘ gli atleti del Team Omer si sono radunati presso il Golfo di Marinella con le migliori intenzioni, ma hanno trovato la temperatura dell’acqua sempre ferma a 16°, con la visibilita’ che non superava mai gli otto metri. Condizioni invernali per la Sardegna, che doveva presentare acque con almeno venti metri di visibilita’ e temperature sopra i venti gradi. Gli obiettivi del Team Omer, comunque, non riguardavano solo la pesca e poi, trattandosi di campioni abituati alle condizioni piu’ estreme, il raduno e’ andato avanti con serenita’ ed efficienza sotto la supervisione del suo team manager che aveva gia’ pianificato tutto prima della partenza.
In questo raduno, a differenza del passato, e’ stata fatta una scelta ben precisa che voleva privilegiare il fatto di riunire il gruppo nel modo piu’ familiare possibile, condividendo tutto, anche nei minimi dettagli’
‘ Quindi, l’albo d’oro di questa simulazione di gara interna del Team Omer ha visto vincitrici, nel 2004, la coppia Praiola-Satta e, nel 2005, Antonini-Trambusti. Al termine della prova, le misurazioni dell’acido lattico hanno dimostrato che tutti gli atleti avevano valori inferiori al primo giorno. Il dottor Bartoli ha cosi’ potuto formulare una interessante relazione a questo proposito, valutando tutti i fattori oggettivi e soggettivi di ogni atleta, con conoscenze che potranno risultare utili a tutto l’ambiente.
La giornata si e’ conclusa con la cena di gruppo e la riunione ufficiale’

96/106: PARLIAMO DI TECNICA

EFFESUB: MUTA TEAM 55
Sembra, a prima vista, un ritorno al passato, in realta’ e’ l’ultimo ritrovato tecnologico in fatto di mescole e di disegno esterno. Una valida alternativa al liscio-spaccato.

SPORASUB: ARBALETE INSTINCT 90
Un arbale’te con contenuti di avanguardia, fabbricato con materiali di qualita’ e frutto di un’attenta progettazione, molto leggero e di grande usabilita’.
Questo nuovo fucile ricalca i suoi grandi predecessori e si propone come un’interessante soluzione per la pesca mista e a tutto tondo.

OMER: SQUAMAPESCE
Un accessorio utile a chi pulisce abitudinariamente il pesce appena catturato, che permette di togliere le squame con facilita’ a qualunque preda.

OMER: FISSAPINNE
Il fissapinne e’ un semplice quanto utile accessorio per migliorare la prestazione e rendere piu’ comoda la calzata.

SEATEC: ARBALETE GABBIANO 100 S ELITE
Un arbale’te che racchiude importanti soluzioni tecniche, puntando alla “sostanza”, che tanto influisce sull’affidabilita’ e sulla longevita’ del prodotto.
Potente, preciso e leggero, il Gabbiano S si posiziona autorevolmente nel vasto panorama dei fucili “professionali” per la pesca in apnea.

OMER: SGROVIGLIO
Una brillante idea per risolvere i problemi delle sagole sulle aste e, al contempo, per proteggere la punta dell’asta stessa. Un accessorio che si distingue per la cura dei particolari.

DOVE ANDARE / CALABRIA: PRAIA A MARE, NEL TIRRENO CALABRESE di Antonio Mancuso

Una costa tutta da scoprire, con acqua limpida e fondali dove possono soddisfare le proprie esigenze sia i pescatori neofiti sia gli esperti. A zone da pesce bianco si alternano secche e strapiombi dove impera sua maesta’ la cernia.

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