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Pesca in Apnea N° 20 – Ottobre 2004

| 30 Settembre 2004 | 0 Comments

La copertina del numero 20 di Pesca in Apnea

Sul numero di ottobre del mensile “Pesca in Apnea”, i servizi interessanti sono molti, ma a uno in particolare sarà opportuno prestare attenzione, perché in qualche modo descrive quello che riteniamo debba essere il centro dei nostri interessi. Per noi pescatori in apnea di nuova cultura, “mettere a pagliolo” un bel dentice è importantissimo, ma c’è una cosa ancora più importante: il rispetto per l’ambiente nel quale esercitiamo la nostra passione. Questa è la pesca in apnea giovane, quella che durerà, perché insieme ad altre componenti saprà difendere il mare dalle offese provenienti da qualsiasi parte. Ma per rispettare il mare è necessario conoscerlo e la nostra rivista ha fatto e sta facendo una seria opera di divulgazione di questi concetti.
Tutti ricordano, sulle pagine di “Pesca in Apnea”, le numerose puntate della rubrica “Le idee” di Marco Bardi, in difesa di quei valori che devono essere patrimonio di chi esercita il nostro sport.
In quell’occasione furono innumerevoli le lettere di adesione dei lettori. Sulla scia di questi precedenti, anche se certamente da un diverso punto di vista, Marco, su questo numero di “Pesca in Apnea”, interviene con un ampio servizio che ha, appunto, il titolo “L’importante è conoscere il mare”, in cui, con la sapienza di chi ha vissuto e vive le cose che racconta, fa una descrizione molto puntuale di quel mare speciale che è quello dei pescatori subacquei, rivelandone i lati più nascosti. L’autore intreccia la conoscenza dei vari elementi della natura con i particolari specifici e i bisogni di chi è pescatore e vuole tornare a casa con un buon risultato. Si tratta di un servizio tutto da meditare, che contiene un bagaglio di conoscenze essenziali per chi vuole essere un vero pescatore in apnea.
Come sempre, agli amici di “Apnea Magazine” diamo ora, a seguire, una breve sintesi di tutti i temi trattati sul numero di ottobre della nostra rivista “Pesca in Apnea” che è appena arrivata in edicola.
Buona lettura a tutti.

Pag. 26: IL NOSTRO AMBIENTE L’IMPORTANTE E’ CONOSCERE IL MARE di Marco Bardi

Un buon pescatore deve innanzitutto conoscere a fondo l’ambiente in cui opera. Temperatura dell’acqua,morfologia del fondale, comportamento, abitudini e caratteristiche fisiche del pesce: ecco qualche appunto molto utile…

‘ Ogni pescatore in apnea che si rispetti ha bisogno di conoscere anche le caratteristiche del mare e dei suoi fondali. Questo sia per una cultura personale nel rispetto dell’ambiente che per una propria cultura di pesca, nel senso di studiare possibili strategie alternative da applicare a seconda delle situazioni.
Ogni dettaglio puo’ cosi’ diventare un utile spunto di osservazione e un ulteriore stimolo per continuare a praticare la pesca in apnea con una consapevolezza superiore’
‘ Ci sono generalmente due condizioni ben distinte: momenti o zone di acqua limpida e momenti o zone di acqua torbida.
Quando le acque sono limpide, le condizioni generali sono quasi sempre buone, ma possono influire negativamente alcuni fattori dovuti al disturbo o al termoclino.
Con le acque limpide il pesce ha piu’ capacita’ di individuare il pericolo e si comporta di conseguenza, sempre attento a cio’ che ha intorno. Dove le acque sono piu’ limpide, di solito, c’e’ sempre un’altissima presenza turistica e quindi, un forte disturbo’
‘ Con le acque torbide il pesce si abitua a mantenere sempre alto il suo livello di allarme proprio perché, non vedendo bene intorno a sé, attiva continuamente il suo radar di percezione, la famosa linea laterale, che al minimo spostamento di acqua lo induce a una rapida fuga. Con le acque limpide, una volta individuata la preda, essa di solito ci consente un lento spostamento del fucile per allineare la mira, ma con le acque torbide bisogna essere anche fortunati, perché la preda di solito non consente spostamenti anche millimetrici del fucile o della testa intenta a scrutare’
‘ Il mutamento di colorazione nel pesce non serve esclusivamente come protezione da altri animali, ma anche a nasconderlo alla vista di quelli che lui stesso vuole catturare e che, quindi, gli si avvicinano inconsapevolmente.
La sogliola, ad esempio, presenta in modo naturale questa possibilita’; il mutamento di colore e’ legato alla vista e quindi, in un certo modo, alla sua volonta”
‘ Le zone rocciose possono essere di piu’ tipi. Uno dei fondali piu’ comuni nel Mediterraneo e’ quello caratterizzato da roccia compatta con massi di origine granitica.
I fondali sono spesso formati da frane di massi di varie dimensioni e piccole pareti che scendono dalla costa verso il fondale. Un altro tipo di fondale abbastanza frequente e’ quello che viene chiamato “grotto”. Si tratta di un fondale roccioso pianeggiante formato da roccia piu’ friabile, che crea dei veri e propri lastricati con fori simili a un… groviera. In queste zone e’ possibile trovare distese di centinaia di metri quadrati senza la presenza di secche o cadute del fondale’

Pag. 34: CURIOSITA’ / PERCHE’ IO NO E LUI SI’ di Alessandro Martorana

E’ davvero una situazione ricorrente e tragicomica: apparentemente, a parita’ di mezzi ed esperienza, c’e’ chi non pesca niente e chi riempie la barca di pesce e’ qualcuno ci perde addirittura il sonno per la rabbia. In ogni caso, non ci sono misteri e un motivo che spiega il fenomeno deve esserci. Proviamo a scoprirlo insieme.

‘ Vi e’ mai accaduto di trovare il fondale avarissimo di prede, mentre intorno a voi sentite altri pescatori che stanno sparando come pazzi? Vi e’ mai successo di portare un vostro amico nel vostro “posto segreto”, sicuri di ben figurare con qualche cattura sensazionale, salvo poi masticare amaro perché il vostro (ora ex) amico cattura pesci a ripetizione, trovando una fessura che voi non avevate mai notato in tanti anni di frequentazione del sito?’
‘ La pesca in apnea e’ un’arte e non tutti sono dotati di quel particolare talento che riesce a far svettare sugli altri, ma, come tutte le arti, se praticata in forma amatoriale, riesce sempre ad arricchire comunque lo spirito. Il momento piu’ appagante e’ quello in cui siamo sicuri, confrontando il nostro carniere con quello dei nostri amici, di essere riusciti a interpretare il momento di caccia nel giusto modo’
‘ Per finire, una sola nota sulle attrezzature che spesso fa veramente la differenza: curate in maniera piu’ che maniacale il vostro assetto, specialmente se pescate all’agguato. Non potete neppure immaginare la quantita’ di informazioni che le vostre antenne non percepiranno perché siete troppo impegnati a cercare il giusto assetto idrostatico, aiutandovi a forza di pinne se troppo positivi o arando il fondale se siete troppo negativi’
‘ Il dogma imprescindibile che puo’ fare la differenza tra un buon carniere e il “cappotto”, nella pratica di queste due tecniche, e’ quello che dice: cerca il pesce dove piu’ puo’ nutrirsi’

Pag. 39: PESCA D’AUTUNNO / CAMBIO DI STAGIONE di Stefano Navarrini

L’estate e’ alle spalle, il lavoro e’ ormai ripreso a pieno ritmo, ma, riuscendo
a trovare i giusti spazi, si apre ora per i pescatori in apnea uno dei periodi migliori dell’anno. E’ pero’ un momento di transizione climatica in cui occorre adattare tecniche e attrezzature.

‘ Nella ritrovata pace di questo mare autunnale anche il contatto con il mondo subacqueo offre una nuova dimensione. Pescare senza l’incubo di essere arrotati da qualche incosciente, mettersi all’aspetto senza l’angoscia di sentire da un momento all’altro il ronzio malefico di un motore in avvicinamento, spaziare con lo sguardo anche in superficie per godere lo spettacolo di un mare appena segnato da qualche barca lontana. Gia’ questa e’ una prima carta vincente, ma c’e’ di piu’. In un mare meno disturbato dal traffico marittimo anche i pesci mostrano segni di pace, tornano ad avvicinarsi a riva, sono meno allarmati, meno sospettosi e, soprattutto, arrivano anche pesci che durante l’estate si mantenevano ben lontani dalle coste, come ad esempio le grandi ricciole’
‘ Anche la nostra attrezzatura da pesca sara’ soggetta a qualche ritocco, piu’ che altro per adattarsi a condizioni che nell’arco di qualche mese ne cambieranno drasticamente i connotati. Se a ottobre i meno freddolosi, e quei fortunati che vivono nell’estremo sud della penisola, potranno ancora pescare con una 3 mm, magari con pantaloni a salopette, presto sara’ inevitabile passare a spessori piu’ importanti’
‘ Da un punto di vista tecnico, il passaggio sara’ quindi traumatico, ma se la pesca invernale seguira’ poi i suoi abituali canoni, quella piu’ propriamente autunnale, sempre a seconda del mare in cui peschiamo, mettera’ alla prova le nostre qualita’. La profondita’ non deve sedurre piu’ di tanto, e sara’ bene ricordare che piuttosto che arrivare su una tana a 30 metri avendo appena il fiato per affacciarsi all’entrata, molto meglio pescare a venti con tutto il tempo per esplorare la nostra spaccatura con attenzione, individuare il pesce e scegliere il momento piu’ opportuno per sparare’

Pag. 42: OCEANO ATLANTICO / CACCIA GROSSA A CAPO VERDE di Alessandro Martorana

Una straordinaria avventura di caccia in Atlantico, confrontandosi con un mare duro, fra grossi pesci, come i formidabili wahoo. Il racconto appassionato di battute di caccia grossa, sulle secche al largo, “cullati” dalla possente onda oceanica.

Una pesca molto difficile, a causa del frequente incontro con squali smeriglio e mirando a prede dalla forza inimmaginabile… l’isola e’ molto bella e adatta tranquillamente a una vacanza estiva con famiglia. Gli alberghi sono molto ben organizzati e la spiaggia dove si affacciano e’ particolarmente invitante’

‘ Naturalmente, la maggior parte del pesce lo lasciavamo a Toy, che, come ho gia’ detto, si mantiene con il pesce catturato. A Capo Verde la vita non e’ facile e spero che anche gli altri italiani che vorranno andarci a pesca si comportino come noi, lasciando il grosso del pescato a Toy. Del resto, non potevamo certo riportarci a casa le nostre prede, un solo pesce al giorno era piu’ che sufficiente a sfamare tutti i componenti del viaggio. Oltre ai wahoo, abbiamo catturato anche qualche bella ricciola; la piu’ grossa l’abbiamo presa l’ultimo giorno, in cui la corrente era cambiata e i wahoo erano scomparsi. Dopo tantissime immersioni a vuoto su una secca che, a detta di Toy, era molto promettente, a un tratto ci siamo trovati in una zona di acqua particolarmente pulita, in cui nuotavano centinaia di pesci balestra sui 15 metri di profondita’. In mezzo ai balestra c’era un folto branco di piccole ricciole. Carlo e Federico sono scesi per primi e dopo un po’ ho visto Carlo attaccato a un pesce di circa 12 chili. Mentre anch’io li raggiungevo, ho visto arrivare un branco di ricciole piu’ grandi e Federico e’ riuscito a spararne una di circa 20 chili. Dopo aver inseguito il pallone con il fucile attaccato, sono riuscito anch’io a raggiungere la ricciola di Federico e a doppiarla”‘
‘ Sono isole vulcaniche nere e brulle; all’interno sono praticamente desertiche e la popolazione si concentra sul litorale, in quanto non e’ presente acqua dolce naturalmente. La gente e’ simpaticissima e affabile e sempre molto disponibile: parla il portoghese, ma con parecchi ci si intende con il nostro italiano gesticolato. Le strutture ricettive sono ottime e ben organizzate. Devo dire che e’ stata una vacanza particolarmente piacevole e, tutto sommato, economica. Pensa che una settimana in mezza pensione, in un villaggio quattro stelle, con aria condizionata e frigobar in casa, ci e’ costata solo 840 ‘ a persona, volo compreso”‘

Pag. 46: EMERGENTI / UNA PASSIONE ANTICA di Stefano Navarrini

Lo sport come filosofia di vita, la pesca come passione insopprimibile. Daniele Colangeli e’ da poco entrato nell’eta’ d’oro di un pescatore in apnea e vuole dimostrare di avere le possibilita’ per emergere anche a livello agonistico.

‘ Quali sono i pesci piu’ frequenti in queste zone, ovvero quali sono le tue prede piu’ usuali?
Anche se questi fondali presentano spesso l’handicap dell’acqua torbida, o forse proprio per questo, si tratta di zone sempre generose di pesce. I saraghi sono onnipresenti e sono la preda indubbiamente piu’ comune, ma le corvine non sono affatto rare, cosi’ come i dentici. Un po’ meno presenti orate e cernie, che comunque rientrano spesso nei carnieri di chi pesca su questi fondali. Sono invece diventati poco presenti pesci una volta molto comuni, come cefali e spigole.
Ritieni che un fondale con queste caratteristiche sia formativo per chi vuole dedicarsi all’agonismo?
Certamente, in quanto il grotto e’ una tipologia di fondale che presenta mille difficolta’ al primo approccio e richiede un’accurata messa a punto delle proprie strategie tattiche. Inoltre, le profondita’ operative sono varie e ognuno puo’ dosare le proprie energie per sviluppare in piena sicurezza le proprie tecniche. Una volta assimilato in tutti i suoi segreti, il grotto offre un bagaglio utilissimo per interpretare al meglio altri tipi di fondale’
‘ Parliamo di cose un po’ piu’ tecniche. Lungo il litorale laziale i dentici non sono certo una rarita’, ma l’acqua e’ spesso torbida e a volte… di piu’. Quali accortezze adotti per pescare dentici in queste condizioni?
In caso di visibilita’ ridotta, il segnale piu’ importante diventa il comportamento della mangianza, che in presenza di un predatore entra in allarme segnalando inequivocabilmente la sua presenza. Quando la mangianza e’ appallata o a muro, molto compatta, eseguo aspetti tenendola di fronte: quando si apre mi da’ il segnale dell’arrivo dei predatori e a quel punto comincio lentamente a schiacciarmi sul fondo, mantenendo la visuale il piu’ ampia possibile. In questi casi bisogna essere pronti a premere il grilletto con la massima rapidita’, perché con l’acqua torbida il dentice si materializza all’improvviso e a distanza molto minore rispetto all’acqua limpida, quindi, se si perde l’attimo, spesso non si riesce a portare a tiro il branco per tutto il giorno’
‘ Vogliamo ricordare qualche tua cattura importante?
Oggi che tutti i pesci sono diminuiti di taglia sono piu’ che soddisfatto di alcune mie catture importanti, come una cernia di 15 kg, un dentice da 8 kg e una spigola di 6 kg. Vorrei pero’ ricordare anche una cernia di 11 kg presa in gara a Foce Verde, se non altro perché fu catturata appunto durante una competizione e con un pneumatico corto armato a cinque punte’

Pag. 50: IN PRATICA / UN PASSO ALLA VOLTA di Pietro Milano

Siete dei neofiti della pesca in apnea? Siete decisi a fare un passo alla volta per acquisire esperienza e non fare errori banali? Allora cominciate dal polpo… E solo quando vi sarete “fatti le ossa” attraverso diverse specie di pesci potrete attentare
alla difficile ricciola.

‘ Le prime uscite, anche con attrezzature complete e professionali, difficilmente danno buoni frutti: dovremo abituarci alle attrezzature, alla respirazione attraverso il boccaglio e alla maschera, e agiremo immancabilmente su fondali bassi. Dopo un periodo abbastanza breve, in cui e’ necessario un certo ambientamento, capiremo che pescare e’ tutto meno che facile, magari vedremo anche del pesce, ma l’avvicinamento risultera’ spesso impossibile e, quindi, il successivo e logico ragionamento sara’ quello di ricercare quelle prede che stanno ferme per abitudine. Ecco perché i molluschi cefalopodi (polpi, seppie e totani) saranno per forza maggiore i primi a soccombere, seguiti da murene, gronghi e scorfani, dopodiché ci dedicheremo ai “pesci con le pinne”. L’importante e’ non demordere e perseverare. Se si e’ sorretti da una buona passione e aiutati nell’apprendimento da buone letture e consigli spassionati, i risultati non tarderanno a giungere’
‘ il mese di novembre implica un passaggio importante nella scala evolutiva del pescatore in apnea. Infatti, immergersi nel pieno dell’inverno implica un bagaglio di conoscenze e una passione particolarmente forte.
La spigola e’ la regina dell’inverno (termine un poco abusato ma vero) e il mese di gennaio coincide con il culmine delle catture. Si puo’ ritenere un pesce mediamente lunatico, ma di eccezionale curiosita’: il fatto e’ dovuto al suo forte istinto predatorio e a una limitata esperienza nei confronti del sub, il quale non deve fare altro che stimolarne le caratteristiche salienti per portare a termine la cattura’
‘ Ecco, siamo giunti finalmente all’Olimpo delle specie piu’ difficili: orata, dentice e cernia.
Le colloco sullo stesso piano per una semplice ragione: la difficolta’ della loro cattura, pur se riconosciuta da tutti e con numerosi distinguo, dipende molto dalla corrente, dal termoclino, dalla profondita’ e dagli orari. Per tutte, a eccezione dell’orata, la profondita’ e’ un fattore costante e si puo’ affermare tranquillamente che piu’ abitano negli abissi e meno la loro cattura e’ difficile’

Pag. 56: APNEA E RICERCA / UNA SFIDA CONTINUA di Giorgio Volpe

Lo sviluppo della ricerca scientifica e medica sull’apnea e i suoi effetti sul corpo umano e’ importantissimo per migliorare la capacita’ di assistenza a chi va sott’acqua
e per evitare molti incidenti. E per non fermarla, e’ importante… comunicare.

‘ Che la scienza non avesse le idee chiare su questo tema e che le convinzioni dei ricercatori potessero risultare errate lo dimostro’ inequivocabilmente Enzo Maiorca all’inizio degli anni Sessanta, superando la barriera dei 50 metri. Nella comunita’ scientifica di quel tempo era diffusa la convinzione che a quella profondita’ il suo corpo sarebbe rimasto schiacciato dalla terribile pressione dell’acqua, ma l’Enzo nazionale affronto’ la sfida con coraggio, lasciando gli scienzati con un palmo di naso e dimostrando con i fatti la necessita’ di un maggiore impegno nello studio della fisiologia dell’immersione. Gli scienziati avevano sbagliato le loro previsioni perché ignoravano l’esistenza del meccanismo del “blood-shift”, un fenomeno basilare che permette al corpo umano di sopportare le terribili pressioni cui viene esposto in profondita”
‘ Possiamo confidare su un sensibile progresso della ricerca nel prossimo futuro? I segnali positivi non mancano e gli importanti progetti annunciati ispirano un certo ottimismo, in quanto la notevole mobilitazione degli ultimi mesi potrebbe preludere a una nuova stagione di acquisizioni. Certo, e’ fondamentale che la ricerca applicata all’apnea si ispiri a criteri di massima concretezza, puntando a pubblicizzare non solo le attivita’ di ricerca – attivita’ a volte rese necessarie da esigenze di carattere economico -, ma anche e soprattutto i risultati conseguiti. E’ difficile negare una certa tendenza diffusa a dare massimo risalto alle attivita’ di ricerca, spesso associate a eventi sportivi o mediatici, senza pero’ far piu’ sapere nulla delle conclusioni, ossia delle scoperte. Questa situazione ha creato una certa confusione e la sensazione e’ che, in alcuni casi, la ricerca scientifica sia stata utilizzata solo per nobilitare un evento puramente mediatico, che di scientifico non aveva nulla’

Pag. 61: CON IL FREDDO / COME CI DOBBIAMO VESTIRE di Nino Piras

Con attenzione, perché la muta subacquea e’ tanto, ma non e’ tutto. Nel senso che l’abbigliamento nel suo complesso influenza la preparazione e il rendimento di uno sportivo, quindi scegliamo i capi giusti a seconda delle nostre esigenze.

‘ Siamo appena entrati nella stagione autunnale e, nonostante il cambiamento climatico si sia fatto sentire poco, dobbiamo iniziare a pensare a quelle che saranno le giornate piu’ fredde alle quali andremo incontro.
Il mare rilascia piu’ lentamente il calore e la temperatura dell’acqua ancora permette di usare mute abbastanza leggere, molto simili a quelle estive, mentre, al contrario, la temperatura dell’aria comincia gradualmente ad abbassarsi e, secondo la fascia oraria, si possono avere anche 15 gradi di differenza’
‘ La stagione climatica influenza in modo determinante la nostra vestizione. Ipotizzando di alzarsi all’alba in una giornata piuttosto fredda di autunno, si deve pensare di coprirsi a strati, dal momento che, con il passare delle ore, la temperatura esterna si alzera’. Quindi, una tuta in felpa, di cotone pesante, e’ un buon punto di partenza, garantendo calore e comodita’; inoltre, il cotone, essendo una fibra naturale, anche sotto i raggi del sole non ci dara’ fastidio. Sotto la tuta, una maglietta di cotone, a diretto contatto con la pelle, ci sara’ utile nelle ore piu’ calde del giorno, quando ci toglieremo la giacca o durante i trasferimenti in macchina’
‘ Il nostro apneista, una volta arrivato all’imbarcazione per la battuta di pesca, si cambia, lasciando tutti gli indumenti nell’auto, e, indossata la muta, si mette sopra la cerata economica, la giacca e a volte i pantaloni. Trascorre poi quattro-cinque ore con la muta indosso, rimanendo cosi’ bagnato fino al ritorno all’auto. Non e’ certamente la cosa migliore, in quanto alcune parti del corpo durante il tragitto di ritorno rimangono bagnate, raffreddandosi per lungo tempo’

Pag. 64: ATTREZZATURE / IL MIO FUCILE di Pietro Milano

Per un pescatore subacqueo, il fucile e’ il prolungamento del proprio braccio e, come tale, deve rispondere in modo perfetto ai comandi che il cervello gli trasmette. Ecco in che modo sceglierlo e adattarlo alle esigenze piu’ personali.

‘ Quando compriamo una nuova arma, quasi sempre siamo guidati da alcuni fattori tecnici ed estetici che ai nostri occhi appaiono vincenti ai fini della cattura delle prede: valutiamo l’inclinazione dell’impugnatura, il profilo della testata, la dolcezza dello scatto, il parallelismo tra l’asse del fusto e l’asse della pistola (soprattutto negli arbale’te), la ricchezza dell’allestimento, la giusta distanza tra l’incavo di pollice e indice e il grilletto, il colore del calciolo, il meccanismo di tenuta della sagola, l’appoggia-asta (arbale’te), la complessiva valutazione di come e’ costruito e con quali materiali e, infine, il buon nome che riscuote tra gli altri possessori. Per alcune qualita’, invece, e’ doveroso affidarsi al passaparola o a un’enorme fiducia nel costruttore: assetto idrodinamico, precisione di tiro, durata dei materiali, facilita’ di caricamento e di manutenzione (in particolar modo per gli oleopneumatici)’
‘ La prima primavera e’ solitamente avara di catture, ma in estate il nostro fucile da 90 cm puo’ tornare alla ribalta sempre con il giusto allestimento: mulinello, asta da 6 o 6.5 mm, monofilo da 160 e un’asta di notevole durezza (nella tane hanno spesso le pareti dure). Siamo pronti, cosi’, a operare con un arma tuttofare tra gli scogli, nelle distese di posidonia e sabbia e in tutti quei fondali che non hanno le caratteristiche del tufo (grotto)’
‘ Ma come si acquisisce fiducia in un fucile, in un momento la si puo’ anche perdere: una successione di padelle facili, la certezza che qualcosa si e’ modificato a nostra insaputa (per esempio, infiltrazioni all’interno del fusto che modificano l’assetto idrodinamico), possono far perdere l’amore anche verso il migliore fucile del mondo’

Pag. 70: APNEA / UNA TECNICA DIVERSA PER OGNI TIPO DI PESCA di Roberto Tiveron

Ogni tipo di pesca richiede l’applicazione di una precisa e corretta tecnica di apnea, con recuperi e ritmi predefiniti, che non possono essere ignorati ai fini della sicurezza e delle prestazioni.

‘ Trovare pescatori apneisti con caratteristiche universali, che sappiano ottenere ed esprimersi al massimo adattandosi a qualsiasi situazione, e’ possibile, anche se non cosi’ facile. Cio’, infatti, dipendera’ da quanto il soggetto sia riuscito a immergersi nelle piu’ diverse zone di pesca, con caratteristiche e necessita’ che vanno da un estremo all’altro, permettendo di sviluppare quegli adattamenti necessari per creare una macchina da pesca pressoché perfetta in qualsiasi situazione ci si venga a trovare’
‘ Ogni tipologia di pesca e’ soggetta a tempi e comportamenti diversi, che ne differenziano la preparazione e influiscono molto sulla durata dell’apnea, sui successivi recuperi e sulla diversa interpretazione dei segnali inviati al cervello dall’organismo. Le prestazioni e, quindi, l’efficacia di tutta l’azione di pesca dipenderanno direttamente da come sara’ stata preparata e impostata l’apnea, sia negli istanti immediatamente precedenti il tuffo sia durante tutto l’arco dell’anno, per mezzo di una preparazione fisica mirata, ottenibile solo con un corretto metodo di allenamento e con una buona frequentazione del mare’
‘ Pescare in acqua poco profonda richiede ugualmente la massima cura alla fase di preparazione, proprio perché spesso il fatto di trovarsi a breve distanza dalla superficie puo’ indurre erroneamente a tirare l’apnea oltre il limite: cio’ potrebbe costituire fonte di pericolo in caso di mente non abbastanza lucida o di sensi offuscati dalla scarsita’ di ossigeno.
Per immergersi in acque basse non sara’ necessaria una lunga preparazione: la cosa fondamentale e’ che si siano ristabiliti, in caso di alterazione, i giusti equilibri fisiologici’
‘ Per cio’ che riguarda l’attrezzatura, si usera’ cio’ che si riterra’ piu’ adeguato alle proprie esigenze: non si adopereranno pinne che non siano gestibili dalla propria muscolatura e dalla propria tecnica, poiché le prestazioni potrebbero diminuire, e poi si evitera’ di immergersi con il boccaglio fra i denti, che dovra’ essere sempre tolto di bocca, per i motivi di sicurezza di cui abbiamo gia’ parlato nei numeri precedenti.
In conclusione, si puo’ affermare che, posti dei principi fondamentali su come gestire le diverse fasi comuni a qualsiasi tipo di pesca, sia che venga praticata in basso fondale sia che venga praticata in acqua profonda, i punti fondamentali sono l’abilita’ e l’esperienza del soggetto, che dovra’ modificare il proprio comportamento in immersione, tenendo presentedi non trascurare assolutamente le regole fondamentali’

Pag. 76: EFFESUB / CAMPIONI AL LAVORO di Stefano Navarrini

L’amicizia vien pescando, si potrebbe dire seguendo il team agonistico Effesub, ma nel tradizionale meeting estivo organizzato dall’azienda si guarda molto anche al lato tecnico, per la costante ottimizzazione di vecchie e nuove attrezzature.

‘ Ci sono aziende storiche che affondano nella tradizione la loro cultura tecnologica e altre piu’ giovani che affidano alla costante ricerca sul campo il valore della loro produzione.
Alla Effesub, anche se l’azienda comincia ormai ad avere sulle spalle oltre dieci anni di presenza sul mercato, ci si sente sempre e inevitabilmente giovani e la forza dell’innovazione continua anno dopo anno a essere l’asse portante di una precisa filosofia produttiva. Un modo di vedere le cose che va pero’ oltre il semplice gusto di rivoluzionare il mercato con soluzioni innovative, perché se l’albero delle idee e’ sempre ricco di novita’ e la gamma di catalogo si fa sempre piu’ completa, e’ anche vero che la costanza e la severita’ con cui vengono sperimentati i nuovi prodotti, che sono la migliore garanzia della loro qualita’, impongono test severi e valutazioni obiettive’
‘ Seguire in acqua pescatori del calibro di Calcagno, Castorina, Quattrone e Gospic, quest’ultimo il piu’ giovane e il piu’ scatenato, e’ sempre un divertimento, ma interessante e’ stato anche l’intreccio dei commenti tecnici sulle attrezzature. E’ da queste situazioni, dall’incontro in mare di pescatori di grande esperienza, che poi nascono nuove idee e si ottimizzano quelle gia’ realizzate. Ma da queste situazioni nasce anche uno spirito di gruppo e d’amicizia fra pescatori e pescatori, fra pescatori e azienda, fra giornalisti, azienda e pescatori, con qualche splendida modella pro-catalogo che non manca mai di allietare lo spirito.

Pag. 78/87: PARLIAMO DI TECNICA

OMERSUB: LINEA MIMETIC OCEAN
La linea Mimetic Ocean e’ un insieme di prodotti contraddistinti dal mimetismo Omer. Una colorazione di blu e grigio con sfumature chiare che si adatta al meglio in acque libere. In questa linea, gli appassionati troveranno sia la colorazione che i requisiti tecnici dei prodotti.

EFFESUB: BORSE RIFLE BAG RED E FINS BAG RED
Una sacca portafucili e una borsa per le pinne realizzate interamente in Italia con materiali scelti e con un’attenta progettazione tesa a ottenere protezione per le attrezzature e comfort per l’utilizzatore. Il loro stile le rende anche molto gradevoli esteticamente.

SPORASUB: FUCILE CYRANO 1100
Un fucile oleopneumatico con notevoli caratteristiche di affidabilita’ unite a grandi doti di precisione e potenza. Materiali di qualita’ e ricca la dotazione di serie. La canna interna da 11 millimetri esalta l’utilizzo di aste da 6.5 o 7 millimetri.

CRESSI-SUB: MUTA RECORD
Un nome storico, nel catalogo Cressi, che ha aperto la strada a nuovi tagli e vestibilita’. La muta, rinnovata nei materiali e nei colori, si propone sul mercato come un modello idoneo a molti, anche a chi comincia.

DESSAULT: ARBALETE HD QUATTRO
Un fucile a elastici con alti contenuti tecnici e di buona robustezza generale, particolarmente leggero ed elegante.

Pag. 88: CAMPIONI & CAMPIONATI / RENZO MAZZARRI: QUANDO MANCANO GLI STIMOLI di Marco Bardi

Un grande campione del passato osserva il mondo agonistico di oggi. E lo commenta. Anche molto duramente.

Pag. 90: ALLENAMENTO / UNA DISTORSIONE INVALIDANTE di Luca Bartoli, Centro Mediasport

Non bisogna sottovalutare le distorsioni, che, a volte, possono avere conseguenze serie. Ecco un esempio eloquente, un caso che, fortunatamente, si e’ risolto bene perché e’ stato trattato nella maniera migliore.

Pag. 92: MEDICINA / TRAUMI, FERITE E MEDICAZIONI/1 di Massimo Malpieri

Come ci si comporta davanti a una ferita? Ce ne sono di diversi tipi e ognuna prevede un intervento appropriato.

Pag. 94: FILO DIRETTO CON MARCO di Marco Bardi

Numerosi e… per tutti i gusti i quesiti che ci pongono i lettori del nostro giornale. E’ piu’ proficuo pescare in profondita’ o in acque basse? E come mai ci sono giornate in cui e’ impossibile trovare pesce? Come bisogna posizionare l’aeratore in discesa? E poi parliamo ancora di inquinamento e dei prossimo Campionati del Mondo…

Pag. 96: DOVE ANDARE / SARDEGNA: DA PUNTA CANNIGIONE A GOLFO ARANCI di Marco Bardi e Mariano Satta

La zona di Golfo Aranci e’ nota per essere l’approdo piu’ utilizzato dalle navi che trasportano i turisti nella Sardegna nord-orientale, ma e’ anche una meta apprezzata da chi cerca zone di pesca con bei fondali misti, adatti a tutti i livelli di esperienza.
Golfo Aranci si presta anche a una vacanza con la famiglia.

Pag. 102: SAPORE DI MARE / UNA FANTASTICA CENA SUL MARE di Marco Bardi

Nonostante il pescato non fosse quello “di primo livello” che ci si aspettava, un’orata, due murene, tre polpi e due grossi tordi hanno dato l’opportunita’ di dimostrare che per preparare un’ottima cena di pesce l’importante e’ la sua freschezza e l’abilita’ nel cucinarlo…

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