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Pesca in Apnea n° 18 – Agosto 2004


La copertina del n° 18 di Pesca in Apnea

Questa premessa è fatta per i navigatori di “Apnea Magazine” (la dedichiamo soprattutto a quelli che solo da poco tempo praticano la pesca in apnea), che come sempre ricevono in anteprima qualche nottizia sulla rivista “Pesca in Apnea”, che poi troveranno in edicola.
Siamo in piena vacanza e riteniamo che molti subacquei comincino a soltanto ora praticare questa attività, magari casualmente, e che poi forse passeranno, con una scelta più meditata, a farne un impegno importante per il loro tempo libero. Sono questi subacquei il cuore pulsante del nostro sport, perché senza il loro vitale apporto sarebbe difficile un armonico sviluppo e la stessa esistenza di un’attività che sempre di più si rivela ricca di cultura e modellata sul rispetto della natura. Su questo ricambio puntano tutti gli organismi legati al settore: dalla Federazione alle riviste specializzate, dalle aziende produttrici di attrezzature alle strutture didattiche ecc. Pensando a questa fascia, potenzialmente enorme, abbiamo lavorato su questo numero di agosto e due sono i servizi di “Pesca in Apnea” particolarmente indirizzati ai neofiti: quello di Marco Bardi sulla sicurezza (non finiremo mai di insistere sul concetto di prudenza, ad evitare che quello che deve essere solo un gioco si trasformi in qualcos’altro) e quello di Alessandro Martorana su come scegliere il posto per le vacanze (è possibile far coincidere la passione sportiva con la pace familiare ?).
Con le stesse parole degli autori, di seguito, come sempre, “raccontiamo ” i servizi più importanti di questo numero di agosto di “Pesca in Apnea”.
Supponendo, cari amici, che siate un po’ stanchi (come noi), che abbiate voglia di mare (come noi), che vogliate dedicare un po’ di tempo alla pesca in apnea (come noi), vi auguriamo ricche pescate e molta, moltissima serenità, oltre, naturalmente, una buona lettura della nostra rivista.

Pag. 24: TATTICA / PESCA IN APNEA – PRIMA REGOLA: LA SICUREZZA di Marco Bardi

E’ importante dedicare spazio anche ai suggerimenti che possono allontanare i pericoli durante le immersioni. In qualche caso sono persino utili alla riuscita di una battuta di pesca. Vediamo un insieme di situazioni alle quali ogni pescatore in apnea va inevitabilmente incontro.

‘ Chi si presenta al mare dopo un anno di totale inattivita’ deve adattarsi gradualmente, perché non conta solo il fatto di trattenere il respiro, ma si deve abituare l’organismo alla pressione, alle modificazioni fisiologiche che avvengono in immersione e cosi’ via. In vacanza, dopo un anno di pausa, si deve guadagnare mezzo metro alla volta, partendo tassativamente da basse profondita’. Non si deve commettere l’errore che compiono in tanti, i quali si sentono a posto solo perché hanno fatto tutto l’anno attivita’ fisica intensa. La pressione sott’acqua e’ tutt’altra cosa, agisce su modificazioni fisiologiche che non avvengono mai all’asciutto e quindi deve essere affrontata gradualmente.
Poi ci sono i fattori ambientali e psicologici che sono determinanti nel consumo. Ad esempio, la limpidezza delle acque e la temperatura. Piu’ l’acqua e’ limpida e piu’ ci si sente a proprio agio, migliorando l’apnea. Lo stesso dicasi per la temperatura, che piu’ e’ confortevole e piu’ la propria apnea diventa efficace’
‘ Il metodo di respirazione in superficie prima di una discesa e’ molto importante. Il piu’ istintivo
e pericoloso, usato solo dai meno esperti, e’ l’iperventilazione (respirazione forzata).
Tale metodica si basa sull’esecuzione di una serie di atti respiratori forzati mediante i quali si ottiene una notevole diminuzione delle percentuali di anidride carbonica (CO2) e solo un limitato incremento della pressione parziale dell’ossigeno (O2). In questo caso, durante l’apnea per riportare i valori della CO2 a livelli tali da stimolare i centri del respiro, l’organismo impieghera’ un tempo piu’ lungo, sufficiente a ritardare la comparsa delle contrazioni diaframmatiche che sollecitano l’interruzione dell’apnea’
‘ Non tutte le giornate sono uguali e puo’ succedere che l’organismo reagisca in maniera diversa da un giorno all’altro, da situazione a situazione. Le varianti sono molteplici: acque con temperature diverse, minore riposo durante la notte precedente l’immersione, cattiva alimentazione, stato d’animo condizionato dai fattori che accompagnano la vita quotidiana, indisposizioni fisiche, stanchezza generale, stress, litigi e cosi’ via. Quando ci sono dubbi sullo stato fisico in conseguenza dei vari fattori, conviene rinunciare all’immersione o, almeno, limitarne durata e profondita”
‘ E’ assolutamente sconsigliato anche girare l’arma facendola passare, pur se solo per un istante, nella traiettoria di un compagno d’immersione. Sempre meglio evitare di farlo e mantenere costantemente il proprio fucile puntato verso il fondo. Prima di scaricarlo e’ sempre meglio essere sicuri che non vi sia nessuno nei dintorni, specialmente se le acque sono torbide. E’ importante anche non appoggiare mai il fucile, pur scarico che sia, sugli scogli con la punta rivolta verso l’alto. Sembra assurdo, ma e’ capitato che, scivolando, lo sfortunato proprietario sia caduto proprio sulla punta della propria freccia’

Pag. 32: CAMPIONATI ITALIANI / MARSALA – HANNO VINTO I MIGLIORI di Stefano Navarrini

Condizionato dai residui del maltempo e da una stagione che non ha certo favorito la presenza del pesce, il Campionato Assoluto di pesca in apnea e’ stato combattuto fino all’ultima cattura.

‘ Al contrario di quanto avvenuto altre volte, dove bastava un’occhiata ai carnieri per capire gia’ a occhio la situazione, questa volta e’ stato necessario attendere la pesatura e il calcolo del punteggio per arrivare a un podio che in poco piu’ di otto punti raggruppava tre concorrenti. Nuovo campione italiano di pesca in apnea risultava quindi Stefano Bellani (164.28 punti), a giusto coronamento di una grande regolarita’ d’azione che peraltro bissava un successo analogo conquistato nelle stesse acque nell’ormai lontano 1991. Secondo si classificava Massimo Fauci (161.18 punti), dimostrando di essere ormai qualcosa piu’ di una promessa, e terzo finiva Nicola Riolo, che, con una gara poco fortunata, finiva per compromettere il risultato della prima giornata.
Spostando l’obiettivo su sorrisi e mugugni, ovvero fra chi era comunque rimasto in prima e chi retrocedeva invece in seconda, fa piacere notare alcuni nomi nuovi come quelli di Limongi (6°), Trambusti (9°), Petrini (11°), Concetto (12°), Volpe (13°) e Milluzzo (14°). Presenze giovani che faranno certamente piacere alla Federazione e alla sua ricerca di eredi per gli attuali campioni, ma che dimostrano anche che la pesca in apnea e’ viva e ha voglia di crescere. Fra gli eletti, fa piacere la conferma di Sandro Mancia (4°) e Micalizzi (7°), mentre nella lista dei soliti noti troviamo Ramacciotti (5°) e Calcagno (10°). Il posto di confine fra le due categorie, il quindicesimo, e’ andato a Daniele Petrollini’

Pag. 39: ATTREZZATURE / IL BELLO DEL CORTO di Stefano Navarrini

Quasi contro la tendenza di chi cerca armi sempre piu’ lunghe e potenti, si sta risvegliando un singolare interesse per i fucili corti, pneumatici o a elastico. Vediamo come e perché.

‘ Anche se non esiste un preciso limite di demarcazione della categoria, penso ci si possa trovare tutti d’accordo nel definire corto un fucile che non superi i 50-55 centimetri di lunghezza, qualcosa di piu’ per gli arbale’te a causa della loro struttura. Considerando che nel rapporto lunghezza/potenza il pneumatico risulta nettamente in vantaggio sul fucile a elastico, dovremmo in effetti accentrare l’attenzione su modelli di questo tipo. In realta’, chi si sente fortemente legato all’arbale’te finisce spesso per rimanere ancorato a questa tipologia di fucile, soprattutto se le condizioni del fondale lo consentono’
‘ Fra le poche innovazioni tecniche avvenute sui pneumatici di piccolo taglio possiamo annotare la canna da 11 mm degli Stealth, eredita’ diretta del Cyrano, che peraltro resta ancora in produzione, che ben si adatta con il suo lungo “naso” a frugare fin nei piu’ nascosti meandri delle tane. Sulla linea di quei pneumatici che, come il Cyrano, cercarono negli anni scorsi di “arbaletizzarsi”, va ricordata la particolare forma conica del serbatoio dello Skorpion 56, uscito da poco di produzione. Mentre per onor di cronaca va ricordato che i piu’ piccoli fucili pneumatici in assoluto sono l’Asso 30 della Seac e il Ras 30 della Tigullio, vere e proprie pistole subacquee da portare, volendo, anche al polpaccio con uno speciale fodero’
‘ Normalmente, i piccoli arbale’te non sono altro che miniaturizzazioni dei modelli maggiori. Fra le poche eccezioni, ricordiamo il nuovo Grotto della Seatec, un miniarbale’te nato espressamente per la pesca nell’ambiente di cui porta il nome e che ha la particolarita’ di un elastico circolare da 20 mm e di un’asta da 7 mm, disponibile sia tahitiana che filettata. Il che, tradotto, vuol dire notevole potenza anche su piccole dimensioni. Su questa linea si inserisce poi l’ultima novita’ della Omer, l’Excalibur 55 Special Version, anch’esso non una versione ridotta di un modello maggiore, ma un fucile appositamente studiato per soddisfare specifiche richieste dell’utenza, agonisti in particolare’

Pag. 44: AVVENTURE / LA SECCA MAGICA di Nino Piras

Una secca lontana, con il sommo a forma di coltello. Questa e’ la storia di una grande avventura con dentici e ricciole.

Un mare di sardine preannunciava la presenza dei grandi predatori.
Si doveva scendere in silenzio e tentare tiri lunghi.

‘ Che freddo quella mattina d’agosto’ Avevamo deciso di partire all’alba per tentare di individuare una secca distante piu’ di trenta miglia da Santa Margherita di Pula, molto piu’ vicina dunque alla costa di Sant’Antioco.
La voglia di trovarla era grande, tanto e’ vero che la sera prima ci eravamo riuniti, con la carta nautica distesa sul tavolo, muniti di squadre, righelli e compassi’
‘ Per capire meglio la disposizione della secca, senza una grande preparazione all’apnea, effettuavo un tuffo a mezz’acqua. Percorrendo in orizzontale una quindicina di metri, mi rendevo subito conto che, da un lato, il cappello era completamente liscio, mentre dall’altra parte degradava molto velocemente, formando pero’ alcuni scalini. Durante la risalita, mi sembrava di vedere la coda di una ricciola, ma mi convincevo che si trattava di un abbaglio e raggiungevo la superficie’
‘ Scendevo ancora sul lembo di roccia, orientandomi verso il largo, e venivo nuovamente avvolto dal branco di acciughe e castagnole, le quali, dopo pochi secondi, si aprivano di nuovo, lasciando apparire una ricciola che si dirigeva veloce nella mia direzione. Il fucile stavolta era orientato verso di lei, percepivo perfettamente il movimento dei suoi occhi. Nell’avvicinarsi il pesce rallentava la sua corsa, per poi girarsi’ zzacc! Lo colpivo perfettamente in una parte vitale e il pesce rimaneva immobile, diventando completamente bianco. Risalivo rapidamente, filando il mulinello, poiché da un momento all’altro mi aspettavo una reazione improvvisa’ niente di tutto questo. Recuperavo dalla superficie il grosso pesce, che era praticamente privo di vita.
Lo abbracciavo comunque, stringendolo per sicurezza a me, e lo portavo al gommone, avendo cura di passare lontano da Maurizio T., e immaginandomi che faccia avrebbero fatto i miei amici vedendo quel pesce’

Pag. 47: CONSIGLI / VACANZA SUB: DOVE COME PERCHE’ di Alessandro Martorana

Ferie con la famiglia e pesca in apnea sembrerebbe che non vadano d’accordo, ma se rispettiamo qualche regola, ognuno potra’ trovare la propria soddisfazione, senza porre a rischio la sana armonia di una vacanza.

‘ I pochi fortunati che hanno un’attivita’ lavorativa che garantisce loro una grande quantita’ di tempo libero e che consente di spezzare le vacanze in diversi momenti, hanno gia’ risolto con successo il problema. O si va a pesca o si va con la famiglia’
‘ La prima cosa che dobbiamo curare e’ la scelta della localita’ di vacanza. Questa e’ la decisione che condizionera’ noi e chi ci accompagna per tutta la durata della villeggiatura senza potervi porre rimedio, se non l’anno successivo. Cerchiamo di assumere il maggior numero di informazioni possibile attingendo a piene mani al nostro personale serbatoio di conoscenze e amicizie tra i pescatori con le nostre stesse problematiche’
‘ Oltre a quello logistico, un altro fattore fondamentale di cui tenere conto nelle battute vacanziere con famiglia al seguito e’ quello temporale. Scegliamo con cura gli orari in cui andare a pesca e vedrete che non ve ne pentirete. Conosco tantissimi pescatori che, da accaniti lanaioli, passavano intere giornate in mare, partendo a orari non proprio antelucani e tornando nel pomeriggio, e che si sono convertiti con grande soddisfazione all’agguato in bassofondo effettuato nelle primissime ore del giorno: momento magico in cui i pesci piu’ belli della zona sembrano darsi appuntamento nell’immediato sottocosta di posti che, nel resto della giornata, offrono solo fondali brulli e deserti’
‘ Ho piu’ di un amico che, agonista di razza, da tempo ama programmare la propria vacanza con famiglia in questo modo. All’alba, agguato sottocosta in calette, punte e insenature, magari raggiunte in gommone navigando quasi al buio. Ritorno a terra. Giornata dedicata alla famiglia in spiaggia o in gommone. Al tramonto, pesca all’aspetto in siti canonici per l’incontro con un dentice o una ricciola. Vi posso assicurare che i suoi carnieri, fatti in tre o quattro ore effettive di pesca diluite nell’arco della giornata, non hanno nulla da invidiare a quelli fatti con maggiori difficolta’ e fatica, quando pescava tutta la giornata a profondita’ ben superiori’

Pag. 52: EMERGENTI / PETROLLINI – SUBITO NELLE ALTE SFERE di Stefano Navarrini

Pescatore in apnea sin da bambino, Daniele Petrollini si “e’ fatto” nel bel mare di Puglia e ha scalato in fretta tutte le classifiche, raggiungendo la prima categoria, in cui sembra trovarsi perfettamente a suo agio. Alle sue performance unisce un carattere simpatico e spavaldo. L’intervista che gli abbiamo fatto mette in evidenza un bello spaccato di uomo e di campione.

‘ Che tipo di pescatore sei?
Mi ritengo un pescatore piuttosto completo, anche perché, pescando per molti anni in mari completamente diversi tra loro, come quelli della Puglia, della Sardegna e della Liguria, ho avuto il modo, la necessita’ e anche la volonta’ di praticare ogi tipo di tecnica di pesca, cercando di perfezionarle tutte. Le mie profondita’ operative variano, come penso per tutti, a seconda dell’allenamento e della stagione. Posso dire che nel campionato di Santa Maria di Pula ho pescato per quasi tutta la gara a 35 m, e in quello di Calasetta, nella seconda giornata, ho sommozzato sempre tra i 30 e i 32 m. Detto questo, ci tengo a precisare che, quando pesco, per motivi di sicurezza preferisco tenermi sempre al di sopra dei 30 m, tranne in occasioni nelle quali valga veramente la pena. I fondali che amo di piu’ sono quelli della Sardegna, per varieta’ e per limpidezza delle acque, in particolare cito le falesie a strapiombo sul e sotto il mare, ormai sciaguratamente off-limits a causa del parco di Capo Caccia, e il meraviglioso granito della Costa Smeralda, purtroppo anch’esso sempre piu’ limitato a causa di interessi finanziari che muovono le varie parchizzazioni che poco hanno a che fare con la vera tutela del mare. I miei pesci preferiti sono il dentice d’estate, la spigola d’inverno e il sarago e la corvina sempre!’
‘ Torniamo a casa nostra: quale tipo di fondale ritieni oggi piu’ proficuo per una battuta di pesca in apnea?
Non e’ semplice né esatto generalizzare, ma, se proprio devo, direi il grotto. Questo tipo di fondale e’ l’unico che ancora oggi consente al pesce di salvarsi dalla pressione venatoria eccessiva, e soprattutto scorretta, come la trainetta e la pesca con l’ausilio dell’acquascooter, metodi sleali e antisportivi che negli ultimi anni hanno vergognosamente devastato il sottocosta dei mari piu’ belli e ricchi d’Italia’
‘ Quali sono le tue normali profondita’ di pesca e qual e’ stata la tua cattura piu’ profonda?
La mia cattura piu’ profonda sono stati i fucili di mio fratello caduti in mare dal gommone mentre navigavamo davanti a Capo Caccia. Mi ha fatto una testa talmente grossa con i suoi piagnistei, che sono dovuto andarglieli prima a cercare e poi a recuperare in 40 metri di fondo spaccati! A parte questo aneddoto, ho preso qualche cernia a
32-33 m, ma, come accennavo prima, per questioni di sicurezza supero raramente i 30 m, anche perché non amo sganciare (troppo lungo e macchinoso, quando pesco lo faccio per divertirmi, senza stare a perdere troppo tempo). La cosa cambia in gara, perché si deve pescare dove c’e’ il pesce per fare la gara, e qui, come ho gia’ accennato prima, ho impostato pescate come a Pula (CA), nel ’99, sul filo dei 36-37 m. Le mie normali profondita’ di pesca oscillano tra 0 e 30 m, a seconda della stagione, il grado di allenamento e il posto in cui pesco. Ci tengo a precisare, pero’, che il discorso profondita’ non mi attira affatto, mi ritengo piu’ un pescatore che un apneista e, di conseguenza, cerco di pescare dove c’e’ piu’ pesce, senza inseguire pericolosi record, quindi piu’ trovo il pesce in acqua bassa piu’ sono contento’

Pag. 57: CAMPIONATI DEL MONDO / ASPETTANDO IQUIQUE di Giorgio Volpe

Il Cile ospitera’ i prossimi Campionati del Mondo di Pesca in Apnea. Quali sono le aspettative degli italiani? Abbiamo fatto una serie di interviste
al commissario tecnico e agli altri responsabili della squadra azzurra. La storia di ventitré edizioni del mondiale.

‘ Quella di Iquique sara’ la ventiquattresima edizione del mondiale, la terza disputata in Cile. I principali avversari dei nostri atleti saranno cileni e spagnoli. Sugli spagnoli non c’e’ molto da dire: dall’ultimo successo di Mazzarri, nel 1992, a oggi hanno vinto tutto, sia in oceano sia in Mediterraneo. Il tre volte campione del mondo Pedro Carbonell e’ sicuramente l’uomo da battere, ma anche Alberto March appare in forma smagliante in questo periodo, e sapra’ dare filo da torcere. Sono grandi pescatori e grandi preparatori, la loro federazione, la Fedas, gode di risorse economiche invidiabili e hanno dimostrato di poter vincere ovunque’
‘ Per quanto riguarda la formazione, il nostro c.t. non lascia trapelare granché, dimostrandosi aperto a ogni possibilita’. Portera’ in Cile sei atleti, ma non ha voluto dirci quali. I beniamini che scenderanno in acqua per dare battaglia all’agguerrita concorrenza, pero’, saranno con ogni probabilita’ Stefano Bellani, un campione che non ha bisogno di presentazioni, Maurizio Ramacciotti, sempre estremamente efficace nelle gare internazionali, e Bruno De Silvestri, che, dopo l’esperienza del Brasile, ha senz’altro le carte in regola per il battesimo di fuoco. Anche Gabriele Del Bene potrebbe giocare un ruolo di primo piano in questo campionato, in quanto il c.t. e’ parso considerare le sue caratteristiche adatte alla sfida che attende la nostra compagine.
Tutti gli appassionati sperano in un riscatto della pesca in apnea italiana e hanno una gran voglia di vittoria. Sentiremo il nostro inno nazionale alla premiazione del nuovo campione del mondo? Dobbiamo solo avere pazienza e attendere il responso della bilancia al grido di “forza azzurri!”.
Che vinca il migliore!’

Pag. 63: TECNICA / MEGLIO LA BRASILIANA di Pietro Milano

Con un piccolo accorgimento, raggiungiamo il fondo del mare senza sprecare energie e, quindi, ossigeno. Ci serviremo di un piombo, costruito con le nostre mani, che a “fine corsa” restera’ appeso alla sagola del pallone.

‘ Specialmente in determinate occasioni, soprattutto quando si pesca molto profondi, poter abbandonare la zavorra e risalire velocemente con pochissimo dispendio di energie, sfruttando la spinta positiva della muta, e’ un enorme fattore di sicurezza.
Gli accorgimenti per venire incontro a questa esigenza in passato erano due e nascevano da due scuole di pratica e di pensiero: il metodo italiano e quello brasiliano. La prima voleva che fosse il fucile a essere piombato, quindi abbandonato sul fondo e successivamente recuperato tramite il sagolone della boa segnasub; nella seconda era tutta la zavorra che veniva lasciata in sospensione a una determinata quota, una volta che il sub aveva superato abbondantemente la quota di equilibrio. Entrambe avevano e hanno dei difetti, ma soprattutto era il metodo italiano che lasciava perplessi: quale maneggevolezza poteva avere un fucile appesantito da 3 o piu’ chili di piombo? Difatti, non mi pare che nessuno abbia poi proseguito su quella strada.
Il metodo brasiliano, invece, ha una sua ragion d’essere tuttora valida: in un tuffo profondo, come si diceva prima, il sapere a priori di riemergere senza pesi e’ un ottimo conforto e un fattore di assoluta sicurezza. L’unico appunto che mi sento di muovere a tale sistema e’ che, nel caso di corrente e maretta, il pallone con la zavorra percorrera’ alcune decine di metri dalla verticale del sub e questo comporta un inseguimento e una possibile perdita del punto dove stava avvenendo l’azione di pesca’

Pag. 68: PROFILI / L’IDENTIKIT DELL’APNEISTA di Roberto Tiveron

Ogni atleta ha un certo tipo di fisico e determinate caratteristiche che si relazionano con l’attivita’ sportiva praticata. Vediamo com’e’ fatto l’apneista e quali sono le potenziali qualita’ di un campione.

‘ e’ abbastanza facile poter prevedere a quali attivita’ sportive potrebbero essere predisposti giovani individui semplicemente esaminandone le caratteristiche fisiche e attitudinali. Naturalmente, durante l’eta’ evolutiva le caratteristiche fisiche e psichiche evolveranno in linea alle sollecitazioni cui si sara’ sottoposti, andando a creare una macchina il piu’ possibile adatta al fine richiesto’
‘ Una buona mobilita’ articolare e l’elasticita’ muscolare faranno si’ che la capovolta sia piu’ dolce e naturale, che la pinneggiata sia piu’ ampia ed efficace e che la postura del corpo assuma un atteggiamento il piu’ economico e redditizio possibile, cosa fondamentale nel gesto atletico di un apneista.
L’elasticita’ muscolare permettera’ ai muscoli di accorciarsi e allungarsi, senza impedimenti, per tutta la loro potenzialita’, ma questa e’ una prerogativa che chiunque pratichi con regolarita’ alcuni esercizi di stretching potra’ possedere’
‘ L’aspetto psicologico di un apneista e’ sicuramente quello che, se ben formato, puo’ consentire all’atleta di fare la differenza. L’apneista tipo si presenta come un individuo molto calmo e stabile, con una grande dote di autocontrollo. Sara’ in possesso di altissime capacita’ di concentrazione, che possono, in ogni caso, essere allenate tramite esercizi di training autogeno. Queste caratteristiche psichiche sono fondamentali durante l’immersione, specialmente quando l’apneista s’immerge a notevoli profondita’. Sapersi gestire completamente, riuscire a estraniarsi da qualsiasi fattore di disturbo, saranno componenti indispensabili per il risultato finale. Immaginiamo un apneista in immersione, nel momento in cui si trova alla maggiore profondita’: non potra’, nella maniera piu’ assoluta, permettersi di perdere la concentrazione a causa di un qualsivoglia motivo, ma dovra’ procedere come una macchina, deciso e regolare nel movimento, facendo in modo che tutti i meccanismi e gli automatismi predeterminati funzionino alla perfezione. Contemporaneamente, dovra’ essere consapevole di tutto cio’ che accade intorno a lui, monitorando, istante per istante, l’insieme degli eventi tramite i feedback che il suo cervello analizzera’ e apportando, nel caso ce ne fosse bisogno, le opportune correzioni.

Pag. 72/83: PARLIAMO DI TECNICA

OMER: PINNE MILLENNIUM
Vi descriviamo come sono fatte e come “funzionano” queste pinne speciali per l’apnea, dotate di tre pale con durezze diverse, a seconda delle esigenze dell’utente. Tutte le caratteristiche.

EFFESUB: MASCHERA CLIRY
Una nuova maschera Effesub dalle buone caratteristiche generali di visibilita’, ridotto volume interno e comfort. Partendo dal progetto della Clear, si e’ lavorato molto per migliorare l’idrodinamicita’ del telaio, eliminandone ogni appendice.

CRESSI-SUB: PINNE GARA 2000 HF
Hanno contribuito alla storia dell’apnea: affidabili, potenti e confortevoli, frutto di un’innovazione tecnica, si pongono sul mercato delle pinne specializzate con un ottimo rapporto qualita’/prezzo.

SPORASUB: COLTELLO MINI SNAKE
La risposta tecnica della Sporasub a quanti chiedevano un oggetto studiato espressamente per il pescatore in apnea.

MAORISUB: FUCILE MAMBA 130
Un fucile dedicato a prede particolari, che mantiene pero’ una buona adattabilita’ anche per i tipi di pesca meno esasperati.

DESSAULT: PALE IN CARBONIO HD FORCE CARBONE 1 E 2
Un paio di pinne in carbonio di alta tecnologia e affidabilita’. Disponibili in due diverse durezze e potenze.

TOTEM SUB: MULINELLI T80, T100 E MICRO
Un paio di pinne in carbonio di alta tecnologia e affidabilita’. Disponibili in due diverse durezze e potenze.

PINNE KALEIDOS BY XXONE
Pinne in materiale composito che, grazie a nuovi materiali e a un’esclusiva e singolare lavorazione, riescono a esprimere prestazioni eccezionali associate a una incredibile robustezza.

Pag. 84: CAMPIONATI DI APNEA / I GRANDI A ROMA di Alberto Balbi

Campionato Italiano di Apnea Statica e Dinamica: vincono Gaspare Battaglia, Monica Barbero e Consuelo Valoppi. Ottime prestazioni, un po’ di polemiche e organizzazione da perfezionare. Ecco le interviste ai vincitori.

Gaspare Battaglia
Re della statica e primo in dinamica: insomma, il “vecchietto” Battaglia proprio in pensione non ci vuole andare?
No, no (Gaspare ride), visti i risultati delle femminucce’ e’ meglio che in pensione ci vada davvero! A parte questo, ho preparato questi campionati con un po’ di allenamento e sono riuscito a raggiungere il risultato migliore. Ho superato per la prima volta in gara i sette minuti e i 165 metri di dinamica.
Ti abbiamo visto felice per il risultato di statica, ma un po’ adombrato dopo la dinamica. Perché?
165 metri e’ il mio personale, ma quello di oggi lo giudico mezzo e mezzo: non e’ stato soddisfacente come le mie solite uscite, ero un po’ tirato, ho controllato bene e la prova mi e’ stata data valida. Ma a me piace non lasciare ombre…
Campione italiano delle due specialita’: te lo aspettavi?
Sinceramente ci speravo, sapevo che sarebbe stato difficile e infatti, se Giuliano Marchi non avesse avuto quel piccolo problema all’uscita, non ci sarebbe stata storia, perché era abbondantemente sopra i sette minuti. Nella dinamica, invece, posso dire che sono ancora li’, anche se non so per quanto, visto che ci sono giovani molto forti che stanno venendo fuori.

Monica Barbero
Complimenti, Monica, per la tua prestazione, ancora una prova di valore assoluto. Quali sono state le tue emozioni di oggi?
E’ stata una bella gara, decisamente combattuta. Partire per ultima puo’ essere un vantaggio, perché sai le misure dei tuoi avversari, ma dall’altro anche stressante, perché comunque, per vincere, quelle quote le devi superare. Pero’ dopo la partenza stavo bene, le sensazioni erano positive e allora ho cercato la distanza (Monica ride…): e’ andata bene!
La tua uscita e’ stata impeccabile: una dimostrazione che forse i tuoi limiti sono ancora lontani?
Questo e’ il mio modo di interpretare l’apnea: sapersi limitare, uscire un attimo prima senza osare eccessivamente, per abituare il fisico ad apnee sempre maggiori senza stressare troppo. E poi, personalmente, un’uscita al limite non la sentirei un buon risultato.
Il primo obiettivo lo hai centrato in pieno, ma adesso si volta pagina. Come prosegue la preparazione e quali sono i prossimi impegni?
Ho due mesi per preparare bene i prossimi appuntamenti, che sono a settembre con il Campionato Mondiale di jamp blu e il Campionato Italiano di costante, anche se confesso che il vero obiettivo rimane il mondiale di jamp. Quindi i miei allenamenti saranno focalizzati su quello, ma senza tralasciare la dinamica, visto che ci sara’ anche la Coppa del Mondo Cmas di questa specialita’.

Consuelo Valoppi
Consuelo, per il secondo anno consecutivo regina dell’apnea statica…
Si’, sono felice, la statica e’ una disciplina che mi piace e mi ha regalato molte soddisfazioni. Oggi, nonostante i problemi con gli assistenti non sempre all’altezza, ho trovato la giusta concentrazione per portare a termine in modo positivo la mia prova.
La tua prova di dinamica?
Nella dinamica non sono riuscita a trovare il giusto ritmo e ho concluso con una prestazione sicuramente al di sotto delle mie possibilita, ma sono contenta, comunque, perché ci sono margini di miglioramento che vanno sfruttati.

Pag. 98: DOVE ANDARE / TOSCANA – ARGENTARIO: DALL’ISOLA ROSSA A CALA CACCIARELLA di Pietro Milano

Continuiamo il nostro itinerario toscano lungo il periplo del promontorio dell’Argentario. Di spacca in spacca, di secca in secca, giungeremo anche nelle acque di quel magnifico isolotto conosciuto come l’Argentarola, e poi in altri punti noti, come lo Scoglio del Corallo, a un solo passo dalla costa, dove si trova il Corallium rubrum. Le sorprese non mancheranno, i pesci ci sono, ma si devono conoscere tanti elementi per averne ragione: i periodi migliori dell’anno, i momenti della giornata piu’ indicati e una serie di altre, piccole, preziose informazioni.

Pag. 104: SAPORE DI MARE / TUTTI I PESCI DEL PRESIDENTE di Stefano Navarrini

Una piacevole serata sulle rive dello splendido mare di Marsala e’ stata anche l’occasione, del tutto insolita, di vedere all’opera un presidente federale. Non in giacca e cravatta davanti a un microfono, ma in maglietta e grembiule dietro il banco di una cucina.

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