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Pesca in Apnea n° 12 – Febbraio 2004

| 25 Gennaio 2004 | 0 Comments

La copertina del n° 12 di Pesca in Apnea

Nel presentare agli amici di Apnea Magazine il numero di Febbraio di PESCA IN APNEA, facciamo una brevissima sintesi di quella che e’ in generale l’intenzione di fondo del nostro lavoro come significato generale e indirizzo di comunicazione e non tanto di ogni singolo servizio. Prendiamo come esempio questo numero in edicola. I temi sono quelli tradizionali e, come sempre, cerchiamo di interessare una fascia di utenza la piu’ larga possibile, ai piu’ vari livelli. E’ proprio questo il punto che vogliamo chiarire. Facciamo degli esempi. Si va dallo spazio dedicato a chi vuole conoscere in maniera esaustiva un pesce importante come la corvina (servizio di Marco Bardi) a chi vuole sapere come comportarsi in una battuta di pesca invernale (servizio di Pietro Milano), a un racconto tecnico sulla pesca nei mari tropicali (servizio di Stefano Navarrini), all’avventura di due pescatori in apnea spagnoli che riescono a catturare un tonno di ben 278 chili, a una serie di descrizioni di prodotti in commercio per la pesca in apnea. Dalla varieta’ dei servizi segnalati si deduce che il nostro obiettivo e’ quello di cercare di rendere disponibili le notizie e le informazioni per un’ampia area di lettori, ognuno dei quali ha esperienze e necessita’ diverse. In questo senso siamo il contrario di un giornale elitario o monocorde, ma vogliamo piuttosto essere una fonte per tutta la comunita’, con soggetti diversi ma con un comune denominatore: la passione per la pesca in apnea. Il difficile del nostro mestiere e’ proprio quello di mettere insieme il materiale per l’atleta che gareggia in prima categoria con quello per il neofita che conosce a malapena il suo primo arbalete, o fare coincidere l’interesse del pescatore domenicale che ci manda con orgoglio il suo racconto con quello dell’apneista che per puro gesto sportivo si spinge nelle profondita’. Fatta questa piccola confidenza agli amici di Apnea Magazine, auguriamo a tutti buona lettura: a tutti – ripetiamo -, dal neofita all’addetto ai lavori che ci segue con curiosita’ e interesse anche professionale. Ecco, dunque, il sommario di PESCA IN APNEA del numero di febbario 2004.

Pag. 26: CATTURE IMPORTANTI / CORVINA: IL PESCE CHE CANTA di Marco Bardi

Elegante e amante della tranquillita’, quasi una dama d’altri tempi. Questa e’ la corvina, uno dei pesci piu’ schivi e pregiati che il nostro mare possa offrire. Sveliamo le sue abitudini e qualche segreto per farne una preda non troppo difficile. La corvina e’ molto sensibile e ha bisogno di zone tranquille per dare sfogo alla sua indole stanziale. Se non trova la giusta riservatezza, si allontana, avvicinandosi alla costa solo in pieno inverno e durante il periodo riproduttivo. In caso contrario, attua una vita nomade tra le alghe, oppure sposta le sue zone territoriali, raggiungendo profondita’ poco frequentate dai sub. In queste occasioni si sentono cantare con una certa continuita’, specialmente verso il tramonto. Una caratteristica unica della corvina, infatti, e’ il suono che emette in certe situazioni. Per chi ha la fortuna di conoscere una tana isolata di corvine, se agisce con parsimonia e coscienza etica, la cattura di uno o due esemplari ogni tre mesi circa non preclude la permanenza del resto del branco nella tana. Gli esemplari catturati saranno sostituiti da nuovi individui. In questo modo, si potra’ contare su una tana buona per molti anni. Di solito la tecnica piu’ adottata con la corvina e’ proprio la pesca in tana, in quanto, al minimo segnale di pericolo, le corvine si nascondono nei meandri piu’ contorti e sfuggono completamente alla cattura. Quindi, viene spontaneo cercarle dentro i meandri. Nella maggior parte delle situazioni concedono prima un tiro in caduta e, una volta sparite nelle tane comunicanti tra di loro, rendono veramente difficile il secondo colpo.

Pag. 33: MARI LONTANI / BRICIOLE DI TROPICO di Stefano Navarrini

In un ambiente di grande bellezza e straordinariamente ricco di vita, la pesca subacquea puo’ offrire emozioni fuori del comune. Anche senza inseguire prede da infarto, si possono comunque vivere belle avventure di pesca. Non dimenticando, pero’, quell’etica sportiva che distingue sempre il vero pescatore. Analizzando le caratteristiche della pesca subacquea in acque tropicali, anche se il discorso non puo’ che essere generico, la prima cosa da evidenziare, ovviamente, e’ l’abbondanza di potenziali prede. L’aggettivo “potenziali” e’ d’obbligo per chiarire, magari a chi provenendo da fondali come i nostri, dove l’avvistamento di un saraghetto di pochi etti gia’ crea euforia, che qui le prede vanno scelte con cognizione di causa. Con una temperatura dell’acqua che oscilla intorno ai 24-27°C, per giunta priva di termoclino, una muta da 3 millimetri, meglio bifoderata per una maggiore robustezza, e’ infatti perfetta anche volendo passare molte ore in acqua. Pinne comunque lunghe e potenti, maschera a volume ridotto, zavorra da bilanciare sulla diversa salinita’ dell’acqua e di rigore un coltello, tipo stiletto, per placare le reazioni dei pesci colpiti. Piu’ che consigliabile anche un paio di robusti guanti, perche’ molte specie madreporiche sono urticanti, e perche’ il corallo e’ comunque tagliente, e le ferite infettate da microrganismi presenti nei polipi hanno un decorso lentissimo.

Pag. 38: STAR / POCHE PAROLE, MOLTI PESCI di Stefano Navarrini

Aldo Calcagno: tradizionalista e controcorrente, usa indifferentemente sia il pneumatico che l’arbalete. La grande esperienza e la capacita’ tecnica affinata negli anni gli consentono di essere uno dei piu’ forti pescatori in circolazione. Arbalete o pneumatico: perche’ e quando l’uno e perche’ e quando l’altro? Che misure utilizzi dei vari tipi? Trovo il pneumatico da 70 cm armato a fiocina eccezionale per la pesca a razzolo: per la sua maneggevolezza e per la rapidita’ di carica. A volte, tuttavia, a seconda delle caratteristiche del fondale, puo’ anche essere consigliabile un arbalete con asta da 6 mm, magari perche’ il pesce non si intana e si mantiene un po’ piu’ a distanza. Su pesci di mole, come ad esempio le grosse cernie e le ricciole, posso pero’ anche passare a un pneumatico lungo che in tema di potenza e di massa d’impatto non teme confronti. I lunghi arbalete, come ad esempio il 120, sono invece eccezionali per la pesca al dentice. Legno o carbonio: cosa ne pensi? Non ho grande simpatia per il carbonio, perche’ con questi fucili non riesco mai a trovare l’assetto giusto. Mi sembrano un po’ troppo leggeri e non li brandeggio bene. Il fucile in legno l’avro’ usato un paio di volte e mi sembra difficile giudicarlo. Lo trovo comunque molto costoso, e non mi sembra che la resa giustifichi il prezzo.

Pag. 42: AGONISMO / UN FINALE CON L’AMARO IN BOCCA di Pietro Milano

La quinta e ultima prova del Giro d’Italia di pesca in apnea Trofeo Sporasub ha avuto un’imbarazzante conclusione con la retrocessione della coppia che sembrava aver vinto. Poi la vittoria, meritata, e’ andata ai fratelli D’Onofrio. Veloce svestizione e tutti a pranzo, contenti del gratificante pasto caldo offerto dal circolo organizzatore e soprattutto ancora all’oscuro di quel che poi sarebbe successo alla fine della pesatura ufficiale. Sembrava che tutto fosse ormai archiviato, quando alla pesatura del carniere della coppia ligure Bova-Smeraldi qualcuno ha notato che il sarago e il tordo portati erano male conservati. A un esame piu’ attento, oltre a constatare l’effettiva diversita’ tra gli occhi delle prede incriminate e quelli delle prede degli altri concorrenti, veniva fuori dal fondo della bocca del tordo verde un filetto di pesce. Di fronte a questo stato di prove, i giudici di gara decidevano di retrocedere all’ultimo posto la coppia incriminata. In virtu’ di questa decisione, la coppia Gabrscek-Arcieli saliva al primo posto di giornata e in classifica generale risultavano vincitori del Giro i fratelli D’Onofrio, seguiti dal team Milano-Filippi.

Pag. 46: PRODOTTI / PICCOLI ACCESSORI CRESCONO di Stefano Navarrini

Con l’esperienza, ogni pescatore in apnea personalizza il proprio stile di pesca e conseguentemente, oltre alle attrezzature, anche quegli accessori spesso indispensabili o, piu’ semplicemente, utili. Vediamone alcuni fra i piu’ usati. Difficile, tolte le attrezzature base, quelle che da sempre polarizzano l’attenzione delle aziende, definire cosa e’ realmente “accessorio” nell’attrezzatura di un pescatore in apnea. Per questo non pretendiamo che il nostro piccolo viaggio nel mondo dell’accessoristica specifica sia completo. Diciamo che abbiamo voluto dare un’occhiata in giro per esaminare, almeno in questa prima panoramica, alcuni accessori di uso comune: quelli di sempre, pressoche’ immutati dopo decenni di presenza sul mercato, e altri, frutto delle piu’ moderne tecnologie o magari nati da esigenze prima inesistenti.

Pag. 50: TATTICA / INVERNO: TATTICA FLESSIBILE di Pîetro Milano

Le mutevoli condizioni atmosferiche e i movimenti marini non ci devono cogliere impreparati quando usciamo a pesca: in inverno, e’ bene essere un po’ piu’ “elastici” del solito… Siamo nel pieno dell’inverno, una stagione affascinante, una porzione dell’anno che mette a dura prova la passione dei piu’, ma che puo’ regalare momenti sublimi per chi ancora sa trovare della poesia in quella che e’ una delle attivita’ primordiali dell’uomo: la caccia. Chiamiamola pure “pesca in apnea”, ma sempre rimane una attivita’ venatoria, dove l’istinto, l’attitudine, l’intelligenza e la conoscenza (se pur limitata) dell’emisfero subacqueo giocano ruoli a volte determinanti nella ricerca e nella cattura della preda. Il pescatore in apnea, quando non e’ nel pieno della stagione calda, si prepara alla sua prossima uscita in mare con uno schema mentale orientato alla massima flessibilita’. In tale modo potra’ affrontare tutte le situazioni meteomarine.

Pag. 54: PROFONDISMO / PIPIN E AUDREY: SI GIRA di Gianni Risso

Pipin ricorda Audrey e scende in apnea a -170 metri. Ora, alla storia della coppia piu’ profonda del mondo, James Cameron dedica un film. “Ho compiuto l’impresa in un tempo che ritengo il migliore della mia carriera, anche perche’ gli ultimi metri della risalita li ho fatti lentamente. Sono molto contento, perche’ per la prima volta nella storia dei record ho avuto ben tre testimoni alla massima profondita’ e sono stato ripreso da varie telecamere, compresa la digitale del direttore della fotografia di James Cameron. Hanno seguito la mia prova ottantacinque persone, compresi giornalisti, fotoreporter e la nota attrice Salma Hayek. Ringrazio tutti, anche a nome di Audrey, e devo veramente tanto a James Cameron, che ringrazio di cuore, perche’ senza il suo sostegno l’immersione non avrebbe avuto lo stesso successo”.

Pag. 58: QUANDO PESCARE / ORA E’ L’ORA GIUSTA! di Nino Piras

Le scuole di pensiero sono diverse, alcune indicano l’alba, altre il tramonto e altre ancora il mezzo del giorno: ma esiste veramente un momento della giornata piu’ propizio di altri per affrontare una battuta? Di certo, con la cura e l’attenzione necessarie possiamo far si’ che le condizioni generali volgano favorevolmente. Partendo dal presupposto che in mare, nel nostro sport, non esistono regole “scientifiche” da applicare per il conseguimento di condizioni ottimali per la pesca, e’ indubbio che vi sono momenti circoscritti della giornata che, se ben individuati, possono facilitare l’avvistamento dei pesci. Vero e’ che la vita, anche in acqua, riprende il suo fervore con le prime luci del sole, che scandisce i ritmi biologici di tutti gli organismi viventi. Sicuramente, io appartengo a quella corrente di pensiero che riconosce l’alba come momento propizio per l’avvistamento di possibili prede. Infatti, entrando in acqua appena il sole sorge, si puo’ notare, con lo scorrere dei minuti, un crescendo nella presenza e nel movimento del pesce. Questo fenomeno si ripete un’ora prima del tramonto, quando, al contrario, i raggi solari sfumano.

Pag. 62: GUARDIAMOCI ALLO SPECCHIO / DIMMI CHE PESCATORE SEI di Alessandro Martorana

Principiante falso o vero, agonista, professionista, supertecnico… Il pescatore in apnea ha mille volti. Tu in quale ti riconosci? In realta’, all’interno del microcosmo della pesca in apnea convivono le piu’ varie identita’ e le piu’ stridenti differenze. Nella mia lunga frequentazione di questo variegato universo, ho avuto modo di conoscere piu’ tipi di pescatori in apnea. Ognuno intende questa disciplina a suo modo e ognuno la incasella in maniera diversa tra le cose che contano nella vita. E ognuno la vive in modo diverso: chi facendosi completamente assorbire da essa, facendola quasi diventare una ragione di vita, e chi invece, all’estremo opposto, la usa come userebbe una bicicletta o l’automobile. Infine, per ogni “tipo” di pescatore e’ profondamente diverso l’impatto che ha la pesca in apnea nella vita di tutti i giorni. Cerchero’ di analizzare i vari pescatori uno ad uno, voi provate a riconoscervi all’interno di uno o piu’ di essi…

Pag. 67: PESCA NEL BLU / AVVENTURA SPAGNOLA di Fernando Abella e Tino dei Miguel

La preda era impressionante. Sotto l’acqua era e-n-o-r-m-e. Non lo si poteva descrivere. Pesava moltissimo e non riuscivamo a imbarcarlo sul gommone. Nemmeno con la tecnica del video “Pesca Estrema”. Era “come un toro, senza corna e con le pinne”. Lo legammo dalla parte della bocca alla prua e dalla parte della pinna caudale allo specchio di poppa. Gli arpioni sembravano piantati a un tronco di albero. Il suo corpo era piu’ largo dei galleggianti del Lomac, 190 cm di apertura non bastavano per abbracciarlo, e la nostra Nikonos subacquea… era rimasta in albergo (la nostra videocamera subacquea, naturalmente, aveva le batterie scariche)! Alla fine, dopo una navigazione di circa tre ore con il tonno affiancato a babordo, procedendo a “S” e chiamando gli amici per telefono arrivammo in porto.

Pag. 71: SENSAZIONI NEL BLU / APNEA PROFONDA di Alessandro Rignani Lolli

L’immersione in apnea, al di la’ della prestazione puramente sportiva, e’ un concentrato e un’esplosione di emozioniforti e coinvolgenti. Ascoltiamo quanto ci racconta un profondista. Adoro scendere e sdraiarmi a pancia in su nelle praterie di posidonia. Ascolto il mio corpo e avverto piccoli cambiamenti, il cuore che rallenta e i muscoli che si rilassano, perche’ non sono piu’ appesantiti dalla forza di gravita’ del mondo terrestre. Lentamente l’ambiente che mi circonda si abitua a quello che fino a pochi istanti prima era uno sconosciuto, mi sento sciogliere e diventare parte di tutto. Anche se il tempo di permanenza sott’acqua e’ limitato a pochi minuti, il susseguirsi delle immersioni crea una sorta di continuita’ temporale, tale da dare l’impressione di restare per l’intera giornata immersi nel blu.

Pag. 74: FILO DIRETTO CON MARCO di Marco Bardi

Funzionano veramente in richiami” per attirare i pesci versola zona di pesca? E poi, come e’ possibile riuscire a diventare un campione in pochi anni? E come riempire il carniere anche in presenza di una forte risacca? Ecco i consigli di un campione.

Pag. 76: DIDATTICA / APNEA, UNA SCUOLA PER TUTTI di Roberto Tiveron

I corsi di Apnea Academy tengono conto delle caratteristiche e delle esigenze di ogni allievo. Vediamo, in dettaglio, come sono strutturati. Il fine primario di un corso di apnea e’ quello di permettere, a chiunque si avvicini a questo sport, di divertirsi e di ricavare un profondo benessere psicofisico in totale sicurezza. Altresi’, ci sara’ l’opportunita’, per atleti in possesso di ottime prestazioni e che prendono gia’ parte anche ad attivita’ agonistica, di evolversi ulteriormente, apprendendo nozioni sconosciute e nuove tecniche, grazie alla guida di un addetto ai lavori che facilitera’ il compito. Saranno richiesti dei requisiti minimi per l’accesso a un corso base, come il possesso di un certificato medico sportivo, l’aver compiuto dodici anni e, naturalmente, il possesso di una minima padronanza dell’attivita’ natatoria.

Pag. 80: RIABILITAZIONE / LE LOMBALGIE di Luca Bartoli

Parliamo di un male piu’ diffuso di quanto si creda, le cui cause sono numerose e tutte importanti. E’ compatibile una lombalgia con l’attivita’ subacquea? La lombalgia non e’ un problema strettamente legato all’attivita’ subacquea, basti pensare che nei paesi industrializzati la sofferenza lombare e’ seconda solo al mal di testa come causa di dolore Ma nella societa’ moderna spesso la colonna vertebrale, detta anche rachide, subisce delle alterazioni, modificando il suo perfetto equilibrio. Tali alterazioni spesso sono determinate da atteggiamenti di tutti i giorni, da posizioni assunte o mantenute per lunghi periodi di tempo che alterano la corretta conformazione della colonna vertebrale. Anche sott’acqua ci sono alcuni fattori che concorrono ad accentuare le problematiche lombari.

Pag. 82: APNEA / CRONACA DI UNA BELLA GIORNATA DI SPORT di Alberto Balbi

Si e’ svolta, a Mestre, una interessante competizione di apnea. I partecipanti hanno conseguito risultati di ottimo livello. Si sono affermati i nomi piu’ noti e sono emersi atleti nuovi. Ecco la cronaca delle gare con le rispettive classifiche. Siamo a Venezia, una citta’ che con l’acqua ha un feeling particolare: sara’ lei a ospitare la parata conclusiva del Primo Trofeo Internazionale di Apnea Academy, ideato e voluto da Umberto Pelizzari per dare giusto tono e buon rilievo a questo nostro sport. Una sottile foschia ci accompagna di buon mattino all’impianto sportivo “giallo-azzurro” che ospita l’evento. Troviamo ad accoglierci due vecchi amici, Andrea Badiello e Silvia Dal Bon. La campionessa veneta, in dolce attesa, sfoggia con orgoglio un bel pancione. Un breve sguardo, come di consueto, ai tabelloni di partenza e poi, come da programma, alle 10 in punto il primo start.

Pag. 95: MEDICINA / SOVRADISTENSIONE POLMONARE IN APNEA di Massimo Malpieri

Parlare di sovradistensione polmonare e di apnea sembrerebbe un errore, perche’ l’inconveniente e’ tipico del sommozzatore con l’Ara. In alcuni casi, pero’, la sovradistensione puo’ verificarsi anche nell’apneista. Vediamo come e perche’. La sovradistensione polmonare si manifesta generalmente nella fascia degli ultimi 10 metri, cioe’ nella zona prossima alla superficie, dove le variazioni di pressione sono le piu’ importanti, e, al contrario della “samba” e della sincope ipossica, e’ molto frequente nei profondisti.

Pag. 98: CAMPIONI & CAMPIONATI / UN REGOLAMENTO DI POCHI di Marco Bardi

Cosa pensano le societa’ sportive del nuovo regolamento che ordina la pesca in apnea? Lo abbiamo chiesto agli agonisti dell’attivissimo circolo Teseo Tesei dell’isola d’Elba. Ci siamo recati presso la sede della societa’ Teseo Tesei dell’isola d’Elba per una intervista relativa all’agonismo. Il Teseo Tesei e’ stato il circolo organizzatore dell’ultimo Campionato di Seconda Categoria, ha una storia molto interessante nell’ambito agonistico e ultimamente ha rilanciato il settore sociale con l’ingresso di nuove leve piu’ o meno giovani. Abbiamo voluto scambiare alcune opinioni sull’attuale agonismo proprio con chi si sta muovendo con ottimi risultati in tal senso.

Pag. 100: DOVE ANDARE / SICILIA: IL CANALE DI SICILIA TRA MARSALA E MAZARA di Giacomo Gravina

Chi conosce queste acque, ne parla come una delle zone piu’ belle e piu’ interessanti del nostro mare. Vi indichiamo le tecniche piu’ adeguate per le vostre battute di pesca e le prede che troverete, in tana e al libero. Il tipo di pesca ideale in questo fondale e’ certamente un misto di agguato-tana. Il fucile da impugnare sara’ una misura media tra 85 e 95 cm, oleopneumatico o ad elastico, secondo le proprie preferenze. Le tane sono spesso profonde, e’ quindi consigliabile avere sempre una buona torcia a portata di mano. Attenti alle tettoie di roccia! Spesso capita di trovare cernie all’ombra di questi ripari naturali. Catturarle non e’ semplicissimo, ma un buon avvicinamento, lento e dal lato coperto, ci procurera’ qualche chance di successo in piu’. La pesca da praticare sara’ spesso istintiva: dovremo essere sempre attenti e immaginare di trovare la preda dietro ogni piccola asperita’ del fondale.

Pag. 106: INTERNET / A CACCIA DI RECORD di Giorgio Volpe

Girovagando sul web, capita di imbattersi in un gran numero di siti in cui si celebrano dei record mondiali d’immersione in apnea. Si va dai record piu’ tradizionali, come quelli di assetto costante o apnea statica, fino a quelli piu’ improbabili, come il singolare primato di un austriaco che, nello scorso novembre, e’ stato capace di sfogliare ben cinquanta pagine internet in apnea da una speciale postazione immersa…. nel tempo complessivo di 3’01”.

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