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Pesca in apnea agonistica: alcuni fatti da considerare

| 24 Giugno 2004 | 0 Comments

Luciano Cottu

Tra i vari settori dell’informazione che trattano le gare di pesca in apnea, in questo periodo si assiste a una serie di analisi, paragoni fra nuovi e vecchi regolamenti, fra classifiche e sistemi di valutazione. Argomentazioni, queste, importanti, da affrontare e risolvere per il prosieguo della disciplina agonistica, sia a livello nazionale che internazionale.

Non ci si sofferma come si dovrebbe, invece, sugli aspetti molto più importanti dell’analisi sociale del consenso/dissenso della disciplina e dei motivi che solo ed esclusivamente in Italia hanno portato, in pratica, ad un congelamento dei praticanti di livello, con uno scarsissimo ed inaccettabile ricambio generazionale.
Regolamenti sbagliati e non ugualitari, che hanno di fatto causato dei gap difficili da spiegare, come i 3 titoli mondiali e un europeo assoluti di Mazzarri, che in Italia non ha mai vinto un titolo Italiano di prima e neanche di seconda. Lo stesso discorso vale anche per un altro atleta distintosi in campo internazionale: Maurizio Ramacciotti, il quale non ha mai vinto un titolo Italiano di prima categoria.

Questa prima parte del mio intervento vuole essere un’analisi che riguarda non tanto il fattore sportivo/tecnico della disciplina, quanto quello sociale.

La pesca in apnea agonistica, in questo momento, può essere pratica esclusivamente rispettando svariati aspetti esecutivi e di immagine oramai irrinunciabili, in mancanza dei quali, come dimostrato dai fatti di un recentissimo passato, si sono venute a creare le seguenti situazioni:

– Il campionato Italiano Assoluto 1988 – S. Teodoro: previsto nelle acque di Molara e S. Teodoro, vede la decisa presa di posizione di diverse realtà locali. Il campo di gara viene spostato a sud pochi giorni prima dell’inizio; la Capitaneria nonostante il pressing, non concede l’autorizzazione;

– Il campionato Mondiale del 1989 S. Teodoro – Italia: viene osteggiato con proteste il cui eco giunge sino ai telegiornali RAI con la seguente notizia letta in al TG 1 in prima serata: “Il consolato Tedesco protesta formalmente presso la Farnesina e ne chiede la sospensione”. Il Campionato non avrà l’assenso della regione Sardegna che ne autorizzerà esclusivamente lo svolgimento tramite Telex, richiedendo espressamente la riduzione a 3 ore di gara a giornata e l’eliminazione della cernia Bruna dal novero delle prede valide. Il campionato parte ugualmente, nonostante le forze dell’ordine presenti in mare esprimano parere contrario.

– Campionato Europeo 1988 – Marsala – Italia: il campionato viene osteggiato con la scusa che in alcune zone di gara sono presenti reperti di rilevanza archeologica. La Capitaneria di Porto non vuole dare l’autorizzazione e non la dà per i campi gara previsti.

– nell’assemblea Generale CMAS di Singapore del 1998 viene approvata una mozione che determina l’esclusione della pesca subacquea dal novero delle discipline sportive della Confederazione internazionale, votano a “sfavore” 75 paesi contro 103, la pesca subacquea è fuori, solo un cavillo legale relativo a una nota dello Statuto Gen. CMAS rende nulla la decisione.

– nel 1999 parte in Italia una campagna contraria di sensibilizzazione esclusivamente mirata alle gare molto forte e consistente, con la produzione di una petizione firmata da autorevoli esponenti del mondo scientifico internazionale e richiesta di abolizione presentata a vari livelli( ministeriali, ecc.), inviata al CONI e alla Fipsas

– Campionato Europeo 2000 – Arbatax: una forte opposizione viene portata avanti da operatori turistico ambientali subacquei locali e da associazioni subacque operanti sul territorio; il campionato rimane in forse sino all’ultimo, sono decisive diverse riunioni del consiglio comunale con gli organizzatori del campionato. Comunque l’eco di opposizione arriva sino a quotidiani di tiratura nazionale.

– Gara di Coppa Europa 2001 – Palermo: è prevista un’ invasione di mezzi nautici la mattina della competizione, finalizzata ad impedire la gara. Fino a notte inoltrata gli organizzatori lavorano per impedire il blocco, si giunge a un’accordo in extremis, la gara si fa, ma un volantinaggio viene effettuato nella zona.

– Campionato Italiano a squadre – Ischia: un corteo di opposizione a mare protesta contro il campionato, la disapprovazione continua con la produzione di documenti inoltrati nelle sedi Ministeriali

– Campionato Mondiale 2002 – Brasile: il campionato rimane in forse sino all’ultimo a causa di difficoltà economiche per il recupero delle 90 barche richieste dal regolamento, realtà ambientaliste locali richiedono la riduzione delle zone di gara e l’elencazione di specie pescabili nel numero e nel tipo

– La federazione Francese tira i remi in barca, comprende che per la sopravvivenza e accettazione di questo sport in Francia sono necessarie nuove forme di svolgimento, si crea una frattura insanabile che determina l’allontanamento di un gruppo di atleti molto conservatori contrari al cambiamento, che sarà “drastico”. Questi ultimi decidono di creare una loro federazione, il tentativo non riesce e per il momento la situazione è fallimentare; la Fed. Francese decide di sospendere i Campionati nazionali dal prossimo 2005.

– In settembre 2003 il settore scientifico Cmas ha tenuto un convegno sulle specie marine e il loro prelievo

– Alcuni video di pesca subacquea determinano più o meno pesanti limitazioni nell’effettuazione della pesca in apnea amatoriale in Tunisia e in Croazia e concorrono tutt’ora nel creare a livello Internazionale una stigmatizzazione della specialità

– Una parte consistente del settore hobbistico amatoriale anche di livello, giudica le gare una forma distorta e anacronistica che non rispecchia minimamente l’essenza propria del pescare in apnea, e pur tenendo in grande considerazione alcuni campioni, condanna il sistema.

– In Italia fino al 2000 si evidenzia uno scarso rinnovamento di giovani agonisti. Nel campionato Italiano a squadre 2001(formula tradizionale) per raggiungere un numero adeguato di partecipanti viene resa libera l’iscrizione delle squadre, alcune società partecipano con 4 squadre, prima era ammessa solo una squadra per società.

– L’estremizzazione della specialità espressa da profondità operative medie elevate, lunghi periodi di preparazione del campo gara strettamente antecedenti la competizione e ricerca di grosse prede come la cernia a profondità elevate creano i presupposti per l’aumento del numero d’incidenti in gara.

– Al mondiale di Thaiti due dei tre componenti della squadra spagnola rischiano la vita, uno va in sincope e l’altro subisce alterazioni preoccupani della motricità

Scene di una competizione agonistica

Nel 2001 la FIPSAS elabora un progetto di ristrutturazione dell’agonismo, con obiettivi a scadenza triennale; vengono predisposti dei documenti:

1) Libro Bianco “Le gare di pesca in apnea”, documento di risposta alla campagna tendente all’ abolizione delle gare di pesca in apnea.

2) Questionario d’indagine emesso con circolare n.89 del 12/06/2001, prot n.7405/sub, tendente a valutare aspetti di carattere generale sull’agonismo.

3) Ricerca e consulenza medico – iperbarica sull’attività agonistica coordinata dal Dott. Magno Luigi, effettuata mediante un monitoraggio non invasivo a mezzo di computer subacquei utilizzati in gara durante i Campionati Mondiali da atleti Italiani e Spagnoli e durante i Campionati Italiani di pesca in apnea e i Campionati di apnea. Si sono misurati numero di immersioni, durata, spostamenti in immersione, tempi di risalita, tempi di recupero, profili d’immersione. La ricerca è avvenuta in collaborazione con il Dott. Ferrigno e Prof. Lundgreen dell’Harvard Medical School di Boston, e i dati sono stati pubblicati sul libro Fisiology and Medicine of diving 5° edizione.

4) La commissione medica Fipsas elabora le linee guida per l’organizzazione della sicurezza durante le gare d’ interesse nazionale.

5) Consulenze di tipo Biologico sulle specie e sulle iniziative di tutela nel Mediterraneo: elenco degli organismi che necessitano di misure specifiche di protezione in base alla Convenzione di Berna sulla Conservazione della Fauna Selvatica Europea e degli Habitat Naturali. Il Protocollo sulle Aree Specialmente Protette e la Biodiversità in Mediterraneo (SPAMI, Convenzione di Barcellona, 1995) che l’Italia ha ratificato con legge 175 del 25-5-99 gazzetta ufficiale n°140.

6) Studio e analisi delle forme di svolgimento di competizioni extranazionali ufficiali, riconosciute e autorizzate nei paesi d’origine in riferimento alla valutazione dei sistemi di punteggio, del numero di prede consentito e delle modalità di svolgimento a nuoto e con imbarcazione.

7) Valutazione dei risultati degli atleti Italiani in campo Nazionale, in rapporto ai risultati in campo internazionale.

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