Pesca del Riccio di Mare: Oltre le 5.000 Firme la Petizione del GRIG
In Sardegna, con l’apertura della pesca al riccio di mare (anticipata di 15 giorni rispetto al solito 15 novembre) è scoppiata furiosa la polemica. Da anni si discute sul come tutelare una risorsa in sensibile rarefazione, ma fino ad ora l’iniziativa è stata lasciata solo ad alcuni privati. È dal 2017 infatti che, ogni anno, alcuni ristoratori scelgono di non commercializzare il prodotto, sperando di sensibilizzare anche e soprattutto la clientela sul problema.
Il Decreto per la Stagione 2019/2020
Quest’anno, il consueto decreto regionale di regolamentazione del prelievo del pregiato echinoderma, è stato fortemente criticato dal GRIG (Gruppo d’Intervento Giuridico), che aveva già portato avanti delle iniziative contro alcune parti del Calendario Venatorio Regionale sulla caccia. Secondo il Gruppo, un prelievo teorico di quasi 50 milioni di esemplari, contando solo quello professionale autorizzato, è assolutamente incompatibile con lo stato di sofferenza della risorsa.
A leggere i numeri, bisogna ammettere che corre un leggero brivido lungo la schiena:
i 182 pescatori subacquei professionali (dati del 2018) potrebbero prelevare 364.000 ricci al giorno, che diventano 2.184.000 a settimana, che sono 8.730.000 al mese. Appunto quasi 50 milioni di esemplari in tutta la stagione consentita (dal 1° novembre al 15 aprile).
È vero che si parla di prelievo teorico, ma anche dimezzandolo (25 milioni di pezzi) rimane comunque il dubbio che sia una richiesta insostenibile per uno stock così rarefatto. Al prelievo delle 182 licenze bisogna poi aggiungere quello permesso ai pescatori marittimi professionali, quello di un mai quantificato prelievo abusivo, e infine (perchè di tutti il più trascurabile) quello dei pescatori ricreativi (50 esemplari a testa, SOLO il sabato).
Il Divieto per i Pescatori Ricreativi
L’elemento che ha contribuito ad esacerbare gli animi, è stato un secondo decreto dell’Assessorato Regionale che ha modificato il tiro, in teoria negando il prelievo per tutta la stagione 2019/2020, ai soli pescatori ricreativi.
Tra l’altro il divieto è stato istituito in maniera artificiosa, perchè l’assessorato ha modificato il decreto originario semplicemente cancellando i commi di interesse della pesca ricreativa, quindi escludendola ricorrendo alla non menzione, senza avere nemmeno il coraggio di scrivere un divieto formale, nero su bianco. Comportamento che dimostra la grande considerazione che della pesca ricreativa ha questa giunta, l’ennesima che la considera solo uno sleale concorrente di quella professionale.
E Se Fosse Carta Straccia?
Peccato che questa pessima tecnica legislativa, abbia delle conseguenze sicuramente impreviste. Un decreto che non vieta, ma semplicemente non menziona la pesca ricreativa, che valore ha?! In presenza di una normativa nazionale che regolamenta il prelievo del riccio di mare (decreto ministeriale 12 gennaio 1995), è azzardato sostenere che un decreto regionale che non vieti esplicitamente il prelievo ricreativo possa avere un qualche effetto.
Secondo il Principio di Legalità, nei rapporti tra cittadini e Stato, o tra cittadini e Pubbliche Amministrazioni, non si può vietare ciò che non trova, in una legge, un’espressa regolamentazione. Il che significa che, in caso di lacune, ciò che non è vietato si ritiene consentito.
Un Provvedimento Illogico
Negli obiettivi resta un provvedimento assolutamente illogico, che tra l’altro dimentica per l’ennesima volta che: il Mare ed i suoi pesci sono del Popolo italiano, che rinuncia ad una parte dei propri diritti di sfruttamento, per cederli generosamente ai pescatori professionisti, al fine di consentire loro di lucrare su un bene comune, svolgendo la funzione di servire il pesce sulle tavole degli italiani e sostenere le proprie famiglie.
Da anni invece, tanto la politica quanto le associazioni sindacali di rappresentanza della filiera professionale, ragionano (senza vergogna) all’inverso: sostentendo, in maniera del tutto illegittima, che la risorsa sia di esclusiva spettanza di chi la sfrutta a titolo di reddito, e che venga da questi magnanimamente concessa a chi invece lo fa per passatempo.
Da sottolineare che la comprensibile indignazione dei pescatori ricreativi NON deriva dal fatto che volevano mantenere il loro diritto di prelievo, ma erano assolutamente ben disposti a rinunciare alla loro quota di spettanza, a condizione che si scegliesse una moratoria pluriennale (divieto di prelievo PER TUTTI) in modo da far veramente rigenerare la risorsa.
La Petizione
In questo clima, la petizione avviata dal GRIG ha quasi raggiunto le 5.000 firme in una settimana. C’è da sperare che, come avvenuto nella caccia, si prenda anche la strada, sicuramente più efficace, del ricorso alla giustizia amministrativa, visto che la politica sembra fin troppo convinta delle sue scelte.
Da segnalare le iniziative del sindaco di San Vero Milis e di Carloforte, due delle zone attualmente più frequentate dai pescatori di ricci di tutta l’isola.
Essendo i Comuni anche amministratori di un SIC (Sito di Interesse Comunitario), nel quale ricadono molti dei fondali oggetto di prelievo, è bastato modificare il regolamento differendo la pesca al 15 dicembre e riducendo i quantitativi permessi ai licenziatari a soli 100 esemplari al giorno.
La Favola del Pescatore Ricreativo Origine di Tutti i Mali
La vera radice del problema è che, ogni volta che si è cercato di fare una regolamentazione, il parere dei pescatori professionisti è sempre stato forse non l’unico ascoltato, ma certamente il più considerato. Ecco come nasce la favola del pescatore abusivo (ovviamente sempre ricreativo) che sarebbe l’unico e solo responsabile della drastica diminuzione della risorsa.
L’illegalità è un fenomeno diffuso, ma non c’è ragione nè prova che dimostri che sia maggiormente radicata tra i pescatori sportivi, piuttosto che tra quelli professionali. Invece, è pacifico che l’illegalità si combatte solo con l’aumento dei controlli sul territorio, non certo con divieti ridicoli che finiscono per vessare solo chi le regole le ha sempre rispettate, mentre chi già non le rispettava prima, continuerà semplicemente a non farlo.
Firma e Fai Firmare
Se anche tu pensi che il riccio di mare vada tutelato con una moratoria totale (divieto di pesca per tutti) e che magari sarebbe una scelta da fare non solo in Sardegna ma anche in altre regioni d’Italia:
CLICCA, FIRMA e FAI FIRMARE la petizione per una moratoria della pesca dei Ricci di mare in Sardegna avviata del Gruppo d’Intervento Giuridico
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