Parliamo di tordi
Tordo Canino – Lappanella Fasciata
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Il Mar Mediterraneo che bagna le coste italiane è caratterizzato da una bio-diversità tale da competere ad armi pari con i mari tropicali. Vi è una grande famiglia che ne offre un degno esempio: quella dei labridi (Labridae)
I labridi, più comunemente conosciuti come tordi, prendono questo nome proprio dalle caratteristiche labbra, pronunciate e carnose. Il loro habitat comprende principalmente i bassi fondali costieri con rocce e posidonia, mentre alcune specie prediligono gli alti fondali fangosi o con praterie di gorgonie rosse (Paramuricee). Proprio in una prateria di gorgonie, ad una profondità di circa 40 mt, ho fotografato quello che per me è il più bello tra i tordi: il tordo canino (Lappanella fasciata).
L’incontro è avvenuto casualmente durante una delle tante immersioni effettuate a Scilla (RC). Mentre ammiravo i bellissimi ventagli di gorgonie e ne fotografavo i particolari, ho notato la presenza di diversi pesciolini non più grandi di 10 cm dalle forme affusolate e dai colori sgargianti. Dopo un attimo di stupore (non avevo riconosciuto la specie) li ho avvicinati e nel giro di 10 minuti ho scaricato loro addosso un intero rullino!!
Tordo Ocellato (Symphodus ocellatus) – Livrea Arancio
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La livrea rossa permette a questi pesci di mimetizzarsi perfettamente all’ombra dei ventagli di gorgonia, ecco perché nelle immersioni precedenti non li avevo mai notati.
Non conosco altri posti dove vi sia una concentrazione tale di questa specie.
Per completezza, voglio aggiungere che alla famiglia dei labridi appartengono anche: la donzella (Coris julis), la donzella pavonina (Thalassoma pavo) e il pesce pettine (Xyrichthys novacula). L’incontro con i tordi è tutt’altro che occasionale: soprattutto in primavera ed estate inoltrata, è facile incontrare i maschi che esibiscono livree iridescenti per attirare le femmine mentre sono intenti a preparare il nido con ciuffetti d’alga.
Tordo Ocellato (Symphodus ocellatus) sul nido d’alghe
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Il dimorfismo sessuale è molto marcato durante il periodo della cova, pertanto la livrea nel maschio ha un ruolo molto importante affinché egli possa garantire la propria discendenza; le femmine, viceversa, non presentano colori appariscenti per potersi mimetizzare all’interno del nido durante il periodo d’incubazione delle uova.
Spesso si osservano degli individui malconci e dalla livrea spenta: sono maschi che hanno perso la battaglia ingaggiata con altri maschi, più forti, per la conquista delle femmine.
Come detto in precedenza, per individuare il nostro soggetto dovremo cercarne…le labbra!!!
Alcune specie hanno delle macchie tipiche, la cui disposizione ne può decretare l’appartenenza a questa o quella specie; altre si differenziano solo dalla forma più affusolata della testa e della schiena o dalla presenza di un orlo colorato sulle pinne.
Insomma, il riconoscimento di questi animali può essere difficoltoso.
All’inizio sembreranno tutti uguali ma con il tempo e le… foto imparerete a districarvi tra le 22 specie presenti nel Mediterraneo.
Non demoralizzatevi se non riuscirete subito, perché con questi animali può trovarsi in difficoltà anche un esperto.
Sopra: Tordo Pavone – (Symphodus tinca) Sotto: Tordo codanera (Symphodus melonocercus) durante la pulizia
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Da un punto di vista venatorio, le specie che raggiungono taglie interessanti sono: il marvizzo (Labrus viridis), il tordo nero (Labrus merula) e il tordo pavone (Symphodus tinca).
A parte alcune specie, tutti i tordi hanno un comportamento simile e si prestano a farsi fotografare con buona facilità.
Non è necessaria la perfezione nella discesa o appostamenti “da sincope”, perché l’animale, una volta che vi ha visto, manterrà solo la distanza senza fuggire: inutile inseguirli, tornano sempre al punto di partenza. Al massimo si potrà nascondere sotto qualche ciuffetto d’alga convinto di non esser stato scoperto. Fotografare i maschi in livrea nuziale che allestiscono il nido è ancora più semplice: basterà appostarsi nelle vicinanze, perché dopo una prima fuga torneranno fiduciosi portando in bocca qualche altro ciuffetto d’alga per completare il loro lavoro.
Un’altra specie di tordo interessante per il suo comportamento è il tordo codanera (Symphodus melonocercus). Questa specie s’incontra comunemente sotto gli 8/10 mt intenta a svolgere opera di pulizia, da ectoparassiti, ai pesci più grossi. Un comportamento simile è osservabile anche nei mari tropicali da parte di un altro labride (Labroides dimidiatus) che, altruisticamente, ripulisce le bocche fameliche di grossi pesci, come cernie e pesci napoleone. La distanza alla quale normalmente questi animali si fanno avvicinare è compresa tra gli ottanta e i trenta centimetri, ciò significa che anche con un’anfibia otterremo dei buoni rapporti d’ingrandimento.
L’anfibia, allestita sia con un obiettivo 35 mm e lente addizionale per rapporto 1: 3 che con un 80 mm e mirino d’azione, va benissimo. Per quanto riguarda la reflex, le ottiche dal 60 mm al 105 mm saranno l’ideale. Il flash dovrà avere una discreta potenza perché questi animali, con le loro livree dai toni caldi, assorbono molta luce. I diaframmi da impostare sull’obiettivo sono il 13, il 16 e il 22 ma consiglio di utilizzare l’ultimo valore solo quando si è ad una distanza di 35/40 cm dal soggetto.
Vale sempre il discorso di tenere il flash angolato di 45° rispetto all’asse ottico, per evitare che le particelle di sospensione, presenti in acqua, siano visibili sul fotogramma. Non è bello sentire dai giurati o dagli spettatori che osservano le vostre foto: bello questo…”cielo stellato”.
Un’ immagine pulita dove sembra che l’acqua non ci sia, invece, riscuote molti apprezzamenti e ‘punti’ in più, utilissimi durante le gare!
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