Parliamo di regolamenti con Luciano Cottu – II° parte
La cernia non sarà più una preda valida nelle competizioni
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In seguito alle recenti acquisizioni sul Taravana, quali contromisure prenderà la Federazione? C’è niente allo studio o di deciso?
Credo di aver già risposto con le indicazioni appena fornite, ma per chiarezza voglio precisare che non è solo un problema di Taravana, esiste un fattore psicologico negativo preponderante che sembrerebbe predisporre a certi incidenti; e poi c’è da capire perché in questi anni vi sia stato un incremento di incidenti anche in gara. Senz’altro l’aumento della profondità operativa media è un fattore, per il resto attualmente si possono solo fare delle supposizioni in base alle conoscenze acquisite, che fanno parte della letteratura medica dedicata.
Da quest’anno, le selettive possono svolgersi in qualsiasi momento dell’anno, in quanto adesso danno accesso al campionato di seconda categoria dell’anno successivo. La novità ha fatto storcere la bocca a qualcuno. Da una parte, è senz’altro cosa buona poter svolgere le gare in un mese come Ottobre, dall’altra la prospettiva di tempi raddoppiati (ciclo di 2 anni, ci si qualifica per il Campionato di Seconda dell’anno successivo) non è certo allettante… Potresti fare un commento?
Fare le selettive in fretta, nel giro di soli 60 gg, causava svariati problemi.
Innanzitutto, con la stagione agli inizi in certe zone si catturavano solo labridi (i famosi cartoni) e per farli entrare in peso si abbassava il peso minimo a 250 gr. …ridicolo, ma necessario.
Poi, i mesi di Luglio, Agosto, Settembre e Ottobre rappresentano il punto di massima preparazione dell’atleta, penso che adesso emergeranno atleti più preparati. Circa i tempi raddoppiati, è un fatto che riguarda la messa a regime del sistema.
Rispetto ai Labridi, devo dire che in Portogallo stanno valutando l’opportunità di vietarne o limitarne la cattura, in quanto sembrano essere un indicatore della salute di certe zone e poi sembra che formino delle coppie molto “fedeli” con partner difficilmente sostituibile.
Le selettive integrano un campionato a sé: quello di Terza categoria. Ce ne spiegheresti in breve senso e ragioni?
Si è voluto dare l’importanza che merita ad una categoria fondamentale e ci saranno degli incentivi morali come la proclamazione di un campione di zona e dei top ten, appunto i primi dieci di ogni zona. Questo permetterà agli atleti di avere anche un secondo obiettivo, ossia quello di far parte dei migliori dieci atleti di zona, anche se la qualificazione di categoria sarà riservata ai primissimi.
Molti atleti dopo le prime due gare selettive andate cosi così, abbandonavano il circuito.
Il fatto che attualmente la formula consentita sia quella a nuoto, ha generato linfa nuova, si è passati in certe zone da 20/25 atleti di media con FIA (formula con Imbarcazione e assistente) a 45, con punte di 60 atleti.
Ma non in tutte le zone del territorio Italiano si può entrare da terra, anche se è prevista la possibilità di portare gli atleti in un punto al largo con le barche a disposizione: sotto questo profilo, spetta ai referenti di zona evidenziare le particolarità della situazione e prendere opportuni provvedimenti correttivi.
In una riunione a Roma coi referenti di zona, comunque, non sono emersi problemi circa difficoltà particolari nelle altre zone.
La cernia è eliminata dalle selettive: potresti illustrarci nel dettaglio i motivi di questa scelta?
Non è proprio così: da quest’anno la cernia sarà vietata anche nei Campionati di seconda e dal 2003 anche in quelli di prima, assieme all’introduzione del limite di 10 prede per specie.
Ciò fondamentalmente per due ragioni: le quote di ricerca sono oramai a limiti proibitivi e il problema relativo alla dichiarazione di questo pesce come specie a rischio d’estinzione nel Mediterraneo. Basta inserire Cernia bruna, merou, mero od Epinephelus Marginatus su un motore di ricerca e si possono avere a riguardo tutti le informazioni circa gli studi e le problematiche di questo pesce. Chiunque può andare a ricercare quello che la letteratura scientifica propone a riguardo.
La cernia ha rappresentato senz’altro il leit motiv della vecchia pesca subacquea, ha formato una scuola e tanti pescatori; molti altri sono morti nel tentativo di cattura, soprattutto quando erano presenti le cernie d’ un certo peso. Basta vedere ciò che molti paesi attuano circa la sua protezione: divieto in Francia, in Tunisia alle Azzorre,ecc. anche in Italia vi sono degli studi sperimentali nelle A.M.P. che stanno dando dei risultati molto incoraggianti e che porteranno a una sua protezione. Molto probabilmente le giovani cernie che si vedono attualmente lungo le coste originano dai propaguli che si diramano spinti dalle correnti proprio dalle riserve, unici punti dove questi pesci possono riprodursi indisturbati (non sempre), oltre a quanto pare ad un’ abbassamento della temperatura in profondità. Adesso abbiamo tante piccole cerniole che non riescono a diventare “maschi”, cosa che accade all’incirca al settimo anno di vita e intorno ai 7/8 Kg.
La cernia per riprodursi in una zona necessita della presenza di un certo numero di maschi per tante femmine, attualmente il problema della cernia bruna in Mediterraneo è denominato appunto “femminilizzazione della cernia bruna in mediterraneo “. Inoltre, la riproduzione avviene nei mesi di Luglio e Agosto, nei quali l’attività di pesca sportiva e in particolare di quella subacquea è al culmine. Adesso pescare una cernia maschio dai 7 ai 12/14 Kg è visto come un ‘”eco crimine”, tanto più pescarne una di 4 che si prepara all’inversione sessuale. Inoltre, questo pesce è oramai il simbolo della subacquea, quasi un “delfino” delle rocce.
Ho sentito molte cose sulla cernia: qualcuno è convinto che siano in salute perché ce ne sono tantissime piccole (ma il problema invece è proprio questo), qualche altro dice che dopo i 40 mt ce ne sono molte, ma il problema è sempre uno: i dati scientifici sono una cosa, le osservazioni personali sono ben altra cosa. Le mie osservazioni a riguardo contano poco, io sono un pescatore non un biologo incaricato di studiare l’equilibrio di questa specie.
Approfitto della domanda per riportare un dato interessante e in qualche modo “inedito” sulla cernia: un ricercatore che studia le cernie del parco di Ustica ha presentato ad un recente convegno di Biologia Marina i risultati di un’ interessante ricerca. Dopo aver inserito sotto la cute di un esemplare di cernia un innocuo rilevatore di spostamento, il ricercatore lo ha trasportato dall’altra parte dell’isola, a svariati chilometri di distanza. Ebbene, dopo solo tre ore l’animale era rientrato tranquillamente nella zona in cui di solito viveva, lasciando di stucco tutta l’equipe, che mai poteva immaginare che quest’animale di solito stanziale potesse avere un così sviluppato orientamento….quasi da “pelagico”.
Si fa un gran parlare di “pesca sostenibile” con riferimento anche alla pescasub. Quale sarà il futuro delle gare di pesca subacquea?
La risposta a questa domanda è fondamentale, è necessario dimostrare che la pesca in apnea è uno sport, inteso come promozione di cultura. Fino ad ora abbiamo sentito solo parlare di gente che pesca per divertimento (molti enfatizzano, dicendo che “si uccide”). Mi ha incuriosito negativamente, scorrendo le varie stanze di discussione sul WEB, il messaggio di un appassionato che chiedeva ad un’associazione di pesca sub quando avrebbe immesso avannotti di spigola in mare’ “così per poterci tutti divertire”.
A parte il discorso etico, la spigola è un predatore in cui la conservazione dell’istinto di caccia è fondamentale per la prosecuzione della specie: se si liberano in mare gli avannotti di spigola d’allevamento – al momento gli unici ad essere reperibili sul mercato – i quali hanno perso questo fondamentale istinto in parte se non del tutto, si corre il rischio di “imbastardire” anche le spigole autoctone nei futuri accoppiamenti. Ciò potrebbe costituire un grave pericolo per questa specie: la stessa cosa è già successa con l’introduzione dei Salmoni in Scozia, in pratica non ci sono più Salmoni dopo pochi anni dall’introduzione di specie alloctone che hanno ibridizzato negativamente quelle autoctone. Anche la perdita di spigole dagli allevamenti di acquacoltura (per interci quelli con le spigole rinchiuse vita natural durante nelle sacche) ci dovrebbe far riflettere.
Il gioco che garantirà il futuro di questa grande forma di cultura sta proprio qui: dimostrarne il fattore culturale, ripulendo via lo stereotipo che ci vorrebbe persone “che si divertono”.
La mia esperienza, maturata con anni di pratica di questo sport, mi spinge ad affermare che si tratta di una crescita culturale della persona, una crescita che racchiude i valori propri dello sport e della vita: non mi sono mai “divertito” quando ho fatto gare oppure ho pescato qualche bel pesce, ma sono cresciuto umanamente.
Mi sono gia espresso sul cambio di rotta federale che sviluppa il concetto di prelievo di qualità, che ci deve differenziare dal prelievo industriale e sportivo di bracconaggio, basato appunto sulla quantità. Modello che educherà gli appassionati e le generazioni future ad essere consapevoli del fatto che solo un prelievo di qualità a tutti i livelli potrà salvare il mare dai danni riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale, dovuti alla pesca industriale e, in forma minore, all’inquinamento.
Ogni gara porta con sé critiche, polemiche, timori per l’impatto sullo stock ittico locale. Quali sono i dati di prelievo di cui dispone la Federazione? Quanti pesci si catturano in media in un campionato italiano individuale o a squadre? E in una selettiva? Sono timori giustificati?
Nel 1996 la federazione ha collaborato fornendo i dati del prelievo nelle gare ad alcuni ricercatori dell’Università della Sapienza di Roma, tutto quello che è stato dedotto è confluito nel “libro bianco: le gare di pesca in apnea”.
In breve, posso dire che i ricercatori hanno evidenziato come i prelievi siano minimi e rinnovabili grazie alla rotazione dei campi gara, ma dobbiamo riconoscere che la pesca in apnea ha comunque delle specie bersaglio solo ad essa riconducibili, come le cernie e le corvine.
Anche i periodi di riproduzione dei pesci dovrebbero essere rispettati da tutte le pratiche di pesca che hanno determinate specie bersaglio.
Comunque, le critiche riguardano non solo la selezione su certe specie, ma soprattutto il famoso concetto che vede la gara come un “divertimento non necessario”, ma questo concetto non è proprio degli ambientalisti, bensì anche di molti appassionati pescatori, coloro che si considerano come agguatisti profondi, gli esclusivi aspettisti, i basso agguatisti, coloro che considerano la pesca in apnea come una forma d’isolamento rilassante ed estremamente gratificante.
Ma un sub che “da solo” si muove in mare rispettandone i codici, pescando in modo selettivo, rimane solo e appagato con sé stesso, non comunica nessun tipo di messaggio educativo, se non nelle discussioni con qualche altro appassionato. Mentre la gara rappresenta attualmente l’unica “vetrina pubblica” di uno sport, che può avvalorare il modello educativo di “prelievo di qualità”, sempre ritornando al concetto di promozione di cultura. Quando iniziai a pescare e a fare qualche risultato in gara, al ritorno da una battuta di pesca con Massimo Scarpati, mi fece pensare una sua acuta osservazione: “il bravo pescatore in apnea è colui che in pochi metri d’acqua riesce a prendere quei saraghi che nessun’altro riesce manco a vedere, quando spariscono dentro le pietre”.
Poi, non bisogna dimenticare che attualmente in mare esistono due forze lavoro principali: i pescatori e i diving center autorizzati. Questo è un dato relativo al turismo di osservazione :
TURISMO ECONATURA
Legato ai parchi: Parco-Ecoturismo-Ecopesca
Nel 1998 nel PARCO NATURALE del kenya -AMBOSELI
· Un leone vale 8500 $ cacciato e ucciso in un safari
· Un leone vale 24000$/anno se fotografato
L’Ecoturismo in 5 anni è aumentato del 300%
· Safari fotografici
· Wale Watching (osservazione di balene)
· Bird Watching
· Trekking
· Snorkeling
· Osservazione delle tartarughe (deposizione uova)
L’80% del turismo ecoambientale è composto da laureati. Mi sembrano dati che possono in parte spiegare una certa situazione…
Dei regolamenti “ecologici” alla Scarpati se ne parla ancora in ambito Federale? Ci sono progetti in merito?
Anche se esprime delle idee molto buone, il famoso regolamento Scarpati è risultato inapplicabile, il fatto stesso che non abbia avuto un seguito ne è la dimostrazione.
Il regolamento attuale è già un regolamento ecologico, molto più selettivo della legislazione nazionale: esistono pesi minimi, molte specie non valide e poche valide, altre che valgono pochissimo, come i gronchi e le murene.
Un regolamento deve essere agile nel consentire che in poco tempo si quantifichino i risultati di anche 50 atleti, se inseriamo coeff. moltiplicativi diversi per specie e quant’altro, la pesatura durerebbe troppo tempo. Spero che il fattore di qualità sarà sviluppato con l’introduzione di ulteriori coefficienti, semplici e unici, che premieranno l’atleta qualitativamente migliore.
Attualmente, vi sono delle proposte di adeguamento dei punteggi in funzione dell’espressione delle qualità di pesca, personalmente ritengo si possa discutere sul fatto di assegnare 1000 pt. al dentice e all’orata, vedrei meglio un coefficiente unico uguale al peso minimo per specie pescata, senz’altro sulla carta è più valido un pescatore che pesca ad esempio 5 pesci di specie diversa, piuttosto che uno che pesca 5 saraghi dentro una sola tana, ma un altro può obiettare che uno che pesca 5 dentici in gara “potrebbe essere più bravo”; questo dimostra come la pesca in apnea non potrà mai essere uno sport “esatto”.
Inoltre, la Federazione non può modificare le cose rapidamente, esistono varie commissioni e per ultimo la ratifica alle modifiche apportate ai regolamenti dal CONI.
Se permetti, una domanda fuori tema: i pescatori hobbisti sono la fetta più rilevante dei praticanti. Cos’ha in mente di fare la Federazione per tutelarli?
La domanda non è fuori tema, esistono anche dei tesserati Fipsas che non praticano esclusivamente l’agonismo, sia come atleti o come dirigenti, ma sono solo appassionati.
Partecipando attivamente alla vita federale, proponendosi nelle sezioni provinciali, candidandosi a cariche dirigenziali locali e nazionali si aiuterebbe tutto il settore della pesca in apnea, anche quello amatoriale. Si tratta di proporre iniziative valide sotto tutti i punti di vista, attinenti allo statuto e ai regolamenti Federali.
Inoltre, la tessera ha una forma di assicurazione che tutela in parte contro possibili infortuni, non solo durante la pratica agonistica, ma anche in quella amatoriale e, non da ultimo, permette anche di semplificare il rilascio di permessi di pesca in alcuni stati.
Ultimamente, alcuni responsabili federali hanno preso contatti con i Ministeri competenti, in particolare con quelli dell’Ambiente e delle Politiche Agricole e Forestali, proprio per tutelare interessi della pratica hobbistica. A questi contatti è seguita la dichiarazione che riconosce la Federazione come interlocutore autorevole rispetto ai temi della pesca sportiva.
La Federazione – e questo è sotto gli occhi di tutti – è sempre intervenuta per tutelare la pesca sportiva e le gare. Chiaramente, si è consci del fatto che se una certa pratica hobbistica viene effettuata al di fuori delle leggi nazionali e Internazionali, non può di certo intervenire.
In questi ultimi anni, le direttive della Comunità Europea che favoriscono la creazione di AMP hanno ridotto in minima parte alcune zone, però è altrettanto vero che in alcune di queste aree in moltissime zone si potrà praticare la pesca in apnea con delle apposite specifiche.
Attualmente nella legge che regola la pesca sportiva, vi è un comma che sancisce che il limite dei 5 Kg non è applicabile alle manifestazioni sportive di pesca: questo testimonia il rispetto che il legislatore ha sempre avuto per questo sport.
Molti chiedono che la Federazione comunichi le novità e sia maggiormente presente.
La Federazione comunica le novità alle sedi regionali, ma molte volte tutto si ferma e spesso anche nelle società si fermano le comunicazioni. Un problema è rappresentato dal fatto che il lavoro fatto in federazione a qualsiasi livello è puro volontariato. Poi, la sola rivista cartacea del settore, alla quale non penso interessi ampliare e migliorare l’informazione, potrebbe offrire alla Federazione una rubrica che aumenterebbe la tiratura della rivista stessa. Puntualmente fanno le interviste e non le pubblicano, oppure scrivono spesso una cosa per un’altra. Inoltre, è dimostrato che il volano del nostro sport è rappresentato proprio dalle gare e dagli atleti di grido. Esiste una rivista della Federazione DEEP, ma non si trova in edicola, si riceve per abbonamento.
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Category: Articoli, Interviste, Pesca in Apnea