Ocean Men, il film di Pelizzari e Pipin
La locandina di Ocean Men
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Ebbene sì, questa volta mi tocca proprio fare il critico cinematografico; chi lo avrebbe mai detto. . . .
E la cosa piu strana è che il protagonista, o meglio uno dei due protagonisti del film… è un mio grande amico.
Vediamo di cosa si tratta.
Forse poche persone lo sanno, almeno qui in Italia, ma Umberto Pelizzari, primatista mondiale di apnea, ha girato un film che…. purtroppo, però, non vedremo in Italia.
E già, infatti il film è stato girato in formato IMAX, ovvero quel particolare formato che si usa per proiettare i film sugli schermi giganti, molto piu grandi di quelli a cui siamo abituati. In Italia non abbiamo questo tipo di cinema, e non è possibile convertirlo in formato normale, perciò, almeno per il momento non ci sono possibilità.
Nei cinema IMAX le poltrone sono disposte su una superficie molto piu inclinata rispetto ai cinema normali, per cui le ultime file sono molto piu in alto (diversi metri) rispetto alle prime. E’ un po’ come avere le poltrone su una gradinata.
Lo schermo è, ad occhio, grande piu del doppio di quelli tradizionali e per osservare tutto quello che si vede in una scena, bisogna ruotare la testa da una parte all’altra; oltretutto, le poltrone sono molto piu vicine allo schermo, perciò l’immagine appare ancora piu grande.
Ma la vera particolarità del formato IMAX è che crea un effetto tridimensionale molto spiccato e, spesso, sembra proprio di essere all’interno della scena proiettata. Vi assicuro che alcune volte mi veniva fatto di muovermi sulla mia poltrona, come se fossi dentro al film.
Tutto questo era supportato da un audio di estrema qualità che completava l’effetto realistico del film.
Se vi capita di passare davanti ad uno di questi cinema, da qualche parte in Europa, fermatevi a vedere un film.
Di solito durano meno di un’ora, ma ne rimarrete sorpresi.
Procediamo con la cronaca dei fatti.
E’ giovedì 30 Agosto 2001; stasera alle ore 19:00 c’è la prima del film.
Sono a Monaco (Germania) e sono qui già da alcuni giorni. Altri amici italiani arriveranno all’ultimo momento, per problemi di lavoro.
Lascio la macchina vicino al Deutsch Museum; il cinema è proprio lì vicino. Arrivo davanti al cinema e vedo subito il cartellone del film, o meglio: tutta la facciata del palazzo è un immenso cartellone; saranno dieci metri per dieci. Umberto da una parte, Pipin dall’altra, ed in mezzo un’apneista che scende con una slitta; lo sfondo è, ovviamente, blu.
Ci sono diversi ingressi, ma è facile trovare il nostro: signorine vestite con magliette e cappellini del film, tappeto per terra e cordoni ai lati per guidare i nostri passi. Inutile dire che si entra solo su invito; arrivo davanti al bancone che interrompe il cammino e mi chiedono il nome. Rapida occhiata sulla lista e mi consegnano i due biglietti che Umberto mi ha riservato. Prima di entrare, inoltre, ci attaccano un braccialetto colorato, evidentemente per poter controllare la regolarità delle presenze durante la serata.
Ed eccoci nella sala; lo schermo è immenso, sapevo che era grande, ma non immaginavo così.
Umberto è nascosto in un angolo, con il regista e la produttrice. Lo saluto e mi vado a sedere.
Ed eccoci alla presentazione del film.
Umberto Pelizzari al party dopo la proiezione
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Parlano nell’ordine: il proprietario del cinema, la produttrice, il regista, ed infine Umberto che si fa subito riconoscere. Parlando inglese si scusa di non conoscere il tedesco e dice che le uniche cosa che sa dire sono: (parlando tedesco, N.d.A.) “Buongiorno . . . patate . . . vuoi uscire con me stasera?”. Non ricordo esattamente le parole, ma i contenuti erano questi.
Alla serata era anche presente Jaques Mayol, seduto in mezzo al pubblico, ma degnamente presentato da Umberto.
Il film narra la vera storia di Umberto Pelizzari e di Pipin Ferreras, entrambi grandi campioni di apnea, il primo specializzato nell’assetto costante, disciplina piu dura e pura, il secondo dedito all’assetto variabile No Limits, che lo porta, con ogni mezzo, ad arrivare alla massima profondità raggiungibile.
Inizia il film.
Non mi dilungherò sulle immagini ed i contenuti, perché non si possono descrivere a parole, tanta è l’emozione che ho provato nel vederle.
Mare, allenamenti, record, delfini, squali, scenari incredibili . . . tutto questo reso ancora piu emozionante dai suoni e dalle musiche. Le voci fuori campo dei protagonisti narrano la loro storia.
Bisogna vederlo per capire.
Per me, poi, c’era qualcosa di piu, nel film. Infatti c’era Umberto, col quale ho passato piu di un mese questa estate, facendo le cose che si vedono nel film, negli stessi posti, con le stesse emozioni. Per me non era solo vedere un film, ma rivivere dei ricordi, resi vivi dall’eccezionalità del cinema IMAX e dalla bravura del regista/cameraman e della produttrice/scrittrice dal film.
foto: Salvatore Rovella
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Le scene girate a Capo Testa, nell’estremo nord della Sardegna, dove un paio di mesi fa mi recavo, insieme ad Umberto e ad altri amici, a respirare e a fare yoga e tecniche di rilassamento in cima alle rocce altissime . . . capite bene cosa potessi provare nel rivedere quei posti, ripresi da un elicottero che vola bassissimo, al tramonto, che sale e si ferma inquadrando Umberto nel picco piu alto, per poi piombare giù, a pochi metri dal mare, accelerando verso il largo.
Insomma, in una parola, eccezionale.
Il film è durato poco meno di un’ora; ed è molto, per essere un film IMAX, perché girare un film così è veramente costoso, ed in genere durano intorno ai trenta minuti.
Lunghi applausi al termine hanno fatto capire quanto il film sia stato gradito e, in tutti, è rimasta la voglia di vivere ancora quelle emozioni.
Alla fine del film ci siamo recati nel salone dove si è svolto il party, per festeggiare l’evento. Anche qui, tutto ai massimi livelli; musica dal vivo, buffet con cibo ottimo, accompagnato da drinks, ed un esercito di camerieri per tenere tutto in ordine; ma soprattutto, tanta voglia di divertirsi, scherzare e giocare, come facciamo sempre al termine di una lunga giornata dedicata al mare ed all’apnea.
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