Nautica e Boa Segnasub: Nuove Sanzioni, ma di Fatto Non Cambia Nulla
La convivenza tra subacquei (siano essi pescasub, apneisti o bombolari) e diportisti, è sempre problematica, specie durante la stagione estiva. Già più volte in passato ci è capitato di parlare approfonditamente di quanto la normativa vigente abbia scarsamente a cuore la tutela dell’incolumità dell’uomo immerso, stavolta dobbiamo ritornare sull’argomento a seguito dell’entrata in vigore (dal 13 febbraio 2018) del nuovo e tanto atteso codice della nautica, che nasce da una corposa revisione e aggiornamento del d.lgs 171/2005. I primi stralci comparsi in rete hanno generato sulla questione un certo ottimismo che purtroppo, come vedremo, si rivelerà del tutto infondato.
La Vita del Sub Continua a Valere Troppo Poco
In linea generale, il nuovo codice della nautica ha introdotto nuove sanzioni e ha notevolmente inasprito molte di quelle già previste, tuttavia, la punizione per il diportista che mette a rischio la vita del sub, transitando ad una distanza dalla boa segnasub inferiore ai 100 mt previsti dalla legge (art.91 comma 5° DM 146/2008), rimane un semplice “buffetto” del tutto inadeguato rispetto alla pericolosità del gesto e, soprattutto, alle sanzioni invece previste per il subacqueo che non si segnala correttamente.
Il nuovo codice della navigazione, per il mancato rispetto della distanza dal segnale di subacqueo immerso, prevede (art.53 comma 4) quanto già previsto in passato, ossia che: “chiunque [omissis] non osserva una disposizione di legge o di regolamento in materia di sicurezza della navigazione è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 276 euro a 1377 euro. Se il fatto è commesso con l’impiego di un natante da diporto la sanzione è ridotta alla metà.“
Tradotto significa che, grazie all’istituto del pagamento in misura ridotta (cioè la cifra più vantaggiosa per il trasgressore tra 1/3 del massimo e 2/3 del minimo previsti), sfrecciare accanto ad una boa segnasub, e alla testa del suo possessore, comporta un verbale di 459 euro. Attenzione però, se l’infrazione viene commessa alla guida di un natante da diporto (cioè le unità il cui scafo, misurato secondo le norme armonizzate EN/ISO/DIS 8666, ha una lunghezza pari o inferiore a 10 metri) la sanzione viene dimezzata e si scende a 229,50 euro.
L’unica novità, per questa fattispecie, introdotta dal nuovo dispositivo di legge (art. 53, comma 9 lettera b), è la sanzione accessoria della confisca della patente da 1 a 3 mesi, qualora il trasgressore ne sia in possesso.
Ecco Perchè, di fatto, NON Cambia Nulla
In buona sostanza, chi non rispetta la distanza di navigazione da una boa segnasub, rischia la stessa “teorica” sanzione di prima, con l’aggiunta di un altrettanto “teorica” confisca della patente. L’aleatorietà delle sanzioni è presto spiegata con l’esigua temporalità nella quale si consuma l’infrazione e con la necessità della flagranza. A tutti sarà capitato almeno una volta nella vita di essere fatti oggetto delle attenzioni di un diportista distratto, ma siamo abbastanza sicuri che a pochissimi sia successo in presenza di autorità, che abbiano poi contestato l’illecito.
Rimane poi l’oggettiva discrepanza punitiva prevista per il comportamento del subacqeuo che non si segnala correttamente, ma che così facendo mette a rischio unicamente la propria incolumità, e per quello del diportista incosciente che invece, non rispettando le distanza, mette a rischio la vita altrui. Nel primo caso il legislatore punisce il subacqueo con un sanzione da 1000 euro, mentre nel secondo, oggettivamente più grave, stabilisce dalla metà ad un quarto; semplicemente ridicolo!
L’ennesima Occasione Persa
A quasi 3 anni di distanza dalla sfumata introduzione del reato di omicidio nautico, il legislatore ha perso l’ennesima occasione per almeno provare a mettere mano ad una situazione di oggettivo far west che ogni hanno costa diverse vittime e decine di feriti gravi e gravissimi. Per quanto nulla si sarebbe potuto fare sulla temporalità nella quale si consuma l’illecito e sulla necessità di flagranza per poter elevare la sanzione, forse importi sensibilmente più alti avrebbero potuto sortire un effetto deterrente maggiore.
Oltretutto, in un paese in cui chiunque può noleggiare un natante senza conoscere praticamente nulla delle norme di sicurezza della navigazione, ci si attenderebbe un’attenzione maggiore rispetto a questo tema, ad esempio obbligando i noleggiatori a dare i minimi rudimenti ai clienti. Mentre invece ci si preoccupa solo di dimezzare le sanzioni come se rischiare di travolgere un subacqueo fosse realmente meno grave se fatto con una piccola imbarcazione piuttosto che con lo yacht di lusso.
In caso di incidente è solo il sub che rischia la pelle, ritrovandosi a pagare una “pena naturale” molto pesante, se non definitiva. In Italia però accade che al sub che si espone al rischio di farsi investire si affibbino 1000 euro di multa, mentre a chi rischia di ucciderlo solo 200…
Ma sarebbe davvero così difficile riequilibrare il regime sanzionatorio, affiancarlo ad una un’efficace campagna di sensibilizzazione, senza lasciare questo onere sempre sulle spalle delle singole associazioni o aziende (come in passato FIPSAS, Fipia, Dan Europe, e Omersub) e fare controlli a tappeto?!
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Category: News, News Normative
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