Natalia Molchanova: i dettagli dell’incidente
Dal momento in cui si è appreso della scomparsa in mare dell’apneista russa Natalia Molchanova, avvenuta domenica scorsa 2 Agosto nelle acque al largo di Formentera, la notizia ha rapidamente avuto una diffusione mondiale, ripresa praticamente da ogni testata giornalistica, e con le centinaia di articoli pubblicati sono state anche diffuse molte ricostruzioni che hanno confuso non poco le acque su cosa sia realmente successo quel maledetto pomeriggio.
Visto che si è scritto e detto molto, spesso nella più totale buonafede e complice la carenza di informazioni precise delle prime ore, ci sembra doveroso fare un piccolo riassunto di quanto realmente accertato fino ad ora sulla cornice di questo tristissimo incidente.
Perché Natalia era in Spagna?
Vi si era recata per tenere un corso di apnea per il magnate russo Pavel Tyo, il quale possiede una villa proprio sull’isola di Ibiza e uno yacht di 50 mt, il Pumpkin, che faceva da supporto durante le uscite in mare. Pavel Tyo era anche uno dei tre subacquei presenti in acqua al momento dell’incidente, mentre non si conoscono i nomi degli altri due. Tuttavia la federazione russa, di cui la Molchanova era presidente, ha tenuto a precisare che l’uscita del 2 Agosto era ad esclusivo carattere ricreativo, non era una un allenamento né un corso, tantomeno una gara.
Cosa è davvero successo in acqua?
Qui il discorso si complica e le informazioni realmente attendibili sono ben poche. Si sa con certezza che Natalia stava effettuando delle discese in apnea, in assetto costante senza pinne, ad una profondità compresa tra i 30 e i 40 metri. Per l’occasione non era stato approntato nessun cavo guida e di conseguenza i quattro apneisti effettuavano i tuffi senza essere vincolati in alcun modo. Il fondale della zona prescelta per le immersioni è ricco di risalite e oscilla tra i 35 e i 65 metri, anche per questo è conosciuto per essere talvolta spazzato da violente correnti sottomarine, ed è proprio in una di queste che si suppone Natalia si sia trovata improvvisamente. L’apneista è riuscita faticosamente a riemergere, difatti è stata avvistata a galla dal personale a bordo della grossa imbarcazione di supporto, ma era distante circa 60 metri dal punto in cui si era immersa. Dopo pochi secondi è scomparsa nuovamente tra i flutti e nulla è servito l’immediato spostamento dello yacht in direzione dell’ultimo punto di avvistamento. Da quel momento di lei si è persa ogni traccia.
A che punto sono le ricerche?
Sono partite immediatamente e coinvolgono tutt’ora lo yacht che assisteva alle immersioni, vari mezzi della locale Polizia Marittima e del Salvataggio, oltreché un elicottero. Fino a martedì sera sono stati anche utilizzati degli speciali robot subacquei in grado di scandagliare fino a 500 metri di profondità. Mentre proseguono le ricerche di superficie, la parola passa agli studiosi delle correnti insieme ai quali si cerca di delimitare meglio lo specchio d’acqua in cui concentrare gli sforzi. I soccorritori sono infatti concordi nel ritenere che Natalia sia stata portata molto lontano dal punto dell’ultimo avvistamento, e per quanto a ormai cinque giorni dall’incidente le speranze si siano ridotte davvero al lumicino, si sforzano di credere nel miracolo, e con loro tutta la comunità apneistica mondiale. Più rassegnato – o forse solo realista – appare il figlio Alexey, anche lui primatista mondiale di apnea, che ha dichiarato: “Sembra che resterà in mare, penso che le sarebbe piaciuto così”
Aggiornamento
Le autorità spagnole informano che le operazioni di ricerca e recupero sono state ufficialmente sospese nella tarda serata di ieri (venerdì 7 agosto), purtroppo senza alcun esito. Non resta che sperare nella clemenza del mare.